Cassiber



album in pagina:

- A Face We All Know
-
Beauty And The Beast




Cassiber utilizza materiali sonori, elementi di jazz e di rock, più precisamente riferibili all'esperienza del free-rock di marca europea, per dar vita a una sorta di "radical music", una forma trascinante e disordinatamente articolata, basata su un'improvvisazione fresca e strettamente coordinata. Una forma contradditoria ed irrisolta apparentemente, in realtà un tentativo ben ordito di alternativa alle espressioni musicali vigenti ed ai costumi ad esse associati.

L'operazione è condotta secondo la pratica di un costante attacco alle strutture, la forzatura continua della regola dominante e questo in virtù di un rigore politico e intelettuale che innegabilmente anima ogni atto dei musicisti coinvolti.

D'altronte ognuno di questi entra nell'esperienza Cassiber con un background peculiare, avendo alle spalle una significativa vocazione di impegno politico-musicale. Per quanto riguarda Chris Cutler, attivo in formazioni tipo Henry Cow, Art Bears, The Work, Residents, Massacre, Entron Fou Leloublan, nei canali alternativi di "Rock In Opposition", per Heiner Goebbels ed Alfred Harth, già insieme nella Sogennanntes Linksradikales Blasorchester - gruppo della sinistra radicale di Francoforte - o in trio con la cantante Dagmar Krause, nel radicalismo di scelte musicali sempre ardite, e per Christoph Anders, pure la Sogennanntes Linksradikales Blasorchester, ma anche animatore della scena punk tedesca e membro fondatore di Toto Lotto, prima punk band di Francoforte.

Insieme i quattro affrontano l'esperienza tenendo ben in conto gli itinerari delle precedenti ricerche, punti di arrivo e partenza, sperimentazioni e personali valenze creative, spaziando sul terreno di un'indagine non priva di grandi fascinazioni.

Stravolgono umori e contesti: uniscono una formazione musicale che ha genesi dal rock-jazz europeo degli anni settanta ad un uso dei fiati che fa ampio riferimento ai mostri sacri del free, nastri magnetici, bande preregistrate, alla tensione psicotica e dissacrante del punk più colto ed eversivo.

E se da una parte l'esperienza sonora sembra dilatarsi sino all'intuizione del rumore, dall'altra permangono gli agganci ad una dimensione melodica che preserva Cassiber dal rischio di assurde e sterilizzate dissertazioni cacofoniche.

Ne viene una musica che è ricerca e tramite tra diverse realtà musicali su cui si inseriscono testi di rara essenzialità: contratti e schizzi concettuali, tracce immediate, fungono più da veicoli per il dato emozionale delle voci, dando all'insieme stentorea e dissociata coesione.

Complessivamente il liquido stillato è di massima acidità: l'evento sonoro mantiene un solido impatto, ma anche grande agilità di situazioni, toccando l'acredine elettronica delle bande trafficate o l'asprezza rumoristica lasciata alla casualità dell'evento estemporaneo. Tutto è organizzato sapientemente grazie alle connivenze dei quattro operatori, ferma restando la funzione centrale di Chris Cutler programmatore di una ritmica frastagliatissima. E' lui il polo di riferimento principale; con attrezzi e tamburi, riempi gli spazi, frattura i tempi, consapevole di un ruolo propulsivo, ma ugualmente libero d'intendere calibrate fughe solistiche e continui ribaltamenti di ritmo.

E a goderne, nel blend caustico di suoni-rumori, voci tenorili e acuti straziati, ironici andamenti swing e deliranti improvvisazioni, è l'ipotesi verosimile di una trasposizione in chiave ritmico-sonora di quegli stridori che accompagnano l'incedere di questi nostri tempi dai meccanismi vitali tanto assurdi.

Ugo Bacci da Rockerilla n° 43 marzo 1984


- A Face We All Know
(1990) ReR CCD- cd

1. This Was The Way It Was - 2. Remember - 3. Old Gods - 4. 2 'O Clock In The Morning - 5. Philosophy (1) - 6. Gut - 7. Start The Show - 8. A Screaming Comes Across The Sky - 9. They Go In Under Archways - 10. They Have Begun To Move - 11. Time Gets Faster - 12. It's Never Quiet - 13. Philosophy (2) - 14. A Screaming Hold - 15. Philosophy (3) - 16. I Was Old - 17. The Way It Was - 18. To Move

Musicians
Christoph Anders, Chris Cutler, Heiner Goebbels

Produced by Cassiber

...Nessun invito liberatorio, nessun ritmo distensivo, piuttosto gelide temperature sonore che frustrano l'ascoltatore, costringendolo in costante apnea. Galatticamente lontano da tendenze reduciste, immerso più di sempre in un clima da "Germania in autunno", afflitto da "affollamento di segni e disturbi comunicativi", il gruppo compie il passo più significativo e sensibile (quello determinante?) della sua parabola.
Si citano interi passi di
Gravity's Rainbow, il libro complesso copioso (tuttora senza traduzione italiana) summa dell'americano Thomas Pynchon. Le affinità tra i Cassiber e lo scrittore massimilista non potevano essere maggiori: teorie del complotto, cospirazioni planetarie, scenari apocalittici tra realtà e simulazione, entropia e antiedonismo.
Sul piano dell'organizzazione sonora, le relazioni con le tecniche di montaggio di
Frankfurt Peking (1984), e sopratutto con i dirompenti contrasti sonori di Der Mann Im Fahrstuhl (1988), dicono della decisiva impronta di Heiner Goebbels. Qui ancor più apprezzabile, se nel disco ECM l'amalgama pareva un tantino inconcluso, come anemico; il "Siamo in scena?" goebbelsiano veniva troppo palesemente esibito come rappresentazione, e tale cotè (che chiedeva veri allestimenti di palco) stemperava l'urgenza, la precarietà, la tensione politica, l'ansia di comunicazione, il sicretismo: tutte prerogative che la musica dei Cassiber (quella - checchè se ne dica - più congeniale al musicista), da sola, riesce abbondantemente a manifestare.
In
A Face We All Know il tastierista dispone strumenti agguerritissimi ed ottimi campionamenti, abili nel negarsi all'effetto e nell'interagire con altre sorgenti, lucidi su tempi d'intervento e scelte timbriche; non si può non leggere nelle sue mossse un'accresciuta maturità, forse felicemente collaudata nelle realizzazioni musicali-teatrali che ne hanno occupato gli anni recenti.
La statura cutleriana, il suo contributo all'opera, i suoi testi, persino la voce, rimangono elemento imprescindibile. Le uscite batteristiche, servite spesso a lato del fronte sonoro, sembrano risentire di un anomalo missaggio, riconducibile alla peculiare produzione dell'album; seminando peraltro l'impressione di eludere volutamente i fan di bacchetta sopraffina, allo scopo di non stemperare l'urgenza dell'insieme in singole annotazioni tecniche.
Anders (a vederlo, un Bowie tostissimo) fa muovere la voce, ondivaga e sparatissima, instillando panico e pelle d'oca: così il silgulto disperato/strozzato di
2 'O Clock In The Morning i tre episodi di Philosophy, la straripante/rimossa Gut, già mille volte ascoltata (celebratissima la versione con Lussier), ma qui finalmente inserita in un suo habitat, sorretta da toni increspati, incombenti, plumbei.
Quasi in fondo poi, le labbra del cantante paiono tremanti nell'accostare le gracili melodie di
I Was Old, - al pari di chi, avendo manneggiato tanta greve materia, non sia più certo della propria sensibilità. Una palpitante ballata da sottofinale ("classica", diremmo, rifacendoci "all'uomo nell'ascensore") figlia di una musica che vibra, pulsa, alimenta, collude. Un fascio di nervi scoperti che si rivendicano ancora tali, già predisposti per l'inquietante finale cui veniamo abbandonati: se il testo si chiude col cutleriano "After the dark the light" il sonoro procede in lenta dissoluzione, fino ad essere bruscamente interrotto da colpo sordo e deciso. Di incerta identificazione e buie prospettive.
Paolo Chang da Musiche n° 12 1992

- Beauty And The Beast
(1984) RèR 0110- vinile

1. Six Ray - 2. Robert - 3. Last Call - 4. Ach Heile Mich - 5. Haruspices - 6. Under New Management - 7. Vengeance Is Dancing - 8. In Eine Minute - 9. Und Ich Werde Nicht Mehr Sehen - 10. Trende La Lune Avec Les Dantes - 11. At Last I Am Free

Musicians:
Christoph Anders, Chris Cutler, Heiner Goebbels, Alfred Harth

Produced by Cassiber
Tecnico del suono: Walter Baussow
Recorded on April 1984 at Trion Studios, Frankfurt

Cassiber è avanguardia intelettuale. Intende la musica come allestimento sonoro, performance, energia fisica e mentale. Musica dalle soluzioni radicali e meditate sino all'infimo dettaglio, lucida ed enigmatica, acida di garbate provocazioni, ironici accenni e fantastiche trasposizioni.
Cassiber è satira di costume, stridore e contraddizione, collage di situazioni sonore, libera improvvisazione. Prospetta un'alternativa possibile all'espressione sonora dei tempi e al background che vi è associato e al contempo ne dà una propria interpretazione sottile e straniata.
Utilizza di tutto, sconvolge e ricostruisce, snatura il jazz ed il rock secondo la pratica eversiva del free-rock e dei liberi pensatori in musica, usa il rumore e ne sottolinea il valore come evento sonoro, ne accorda il potenziale espressivo ad una forma che pone in costante rapporto dialettico improvvisazione e scrittura.
Chris Cutler, Heiner Goebbels, Alfred Harth e Christoph Anders, i componenti di Cassiber, vantano un passo di impegno musicale e politico: c'è chi viene dal punk, chi dal jazz, chi, come Cutler, dal free-rock colto di marca inglese. I tre tedeschi hanno già militato fianco a fianco nelle file della Sogenanntes Linksradikales Blasorchester, una "banda" anarchica di Francoforte che ha dato risultati felici sul finire degli anni '70; Cutler è da anni coinvolto nelle più ardue avventure del suono radicale; dopo lo scioglimento Henry Cow, con Art Bears, The Work, Residents, Massacre, batterista-percussionista privilegiato da Fred Frith per performance di ventura musicale e sonora. I quattro insieme hanno dato vita a Cassiber giusto all'inizio degli anni ottanta e con
Beauty & The Beast approdano alla seconda prova dopo la pubblicazione di Man Or Monkey.
Il nuovo lavoro, registrato in tempo reale e suonato dal vivo in studio, si rifà decisamente, alle esperienze che il gruppo affronta abitualmente nell'intensa attività "live", riuscendo a dare effettivo riscontro di quegli atipici eventi. C'è tensione psicotica, ma non mancano humor e velluti swing sfilacciati, asprezze elettroniche, dissacrazioni tonali, intuizioni rumoristiche e bande trafficate; e l'amalgama è quantomai convincente. Questa avanguardia free prospetta ancora soluzioni probabili; Cutler e compagni attentano ai codici musicali e comportamentali e stillano umori di lucida follia.
Ugo Bacci da Rockerilla n° 51 novembre 1984