Clock DVA
album
in pagina
- Thirst
- Man
Amplified
- White
Souls In Black Suits
- Digital
Soundtracks
- Buried
Dreams
- Sign
- Final
Program
- Transitional Voices
La
storia inizia con un sogno. Voci arrivate per lettera,
frasi e suoni per telefono sgusciati da quel laboratorio
della dissidenza che era, verso la fine del 1980, la
londinese Fetish Records.
Dopo gli inizi incerti, come d'obbligo, gli sforzi di una
nuova band di Sheffield, un risultato affascinante e
violento insieme. Nasce così il primo, stupendo lavoro a
firma Clock DVA: Thirst. Un disco a più livelli di
ascolto, dalla tiratissima 4 Hours, che all'epoca dell'uscita
del disco, inizio 1981, divenne immediatamente un hit
delle rockteche più all'avanguardia in Europa, agli
arabeschi metropolitani e notturni di Uncertain e Blue Tone.
E poi North
Loop
e Impressions
Of African Winter, cronache post-nucleari di
paesaggi assediati da un tempo immobile come un racconto
di Ballard.
Thrist vide la luce sotto l'ala
protetttrice di Genesis P. Orridge, non ancora votato
alla predicazione alle masse ma già sicuramente un
maestro a capo della "band armata" passata alla
cronaca (nera) alla storia musicale con il nome di
Throbbing Gristle.
E chi davvero ascoltava quella musica non faceva fatica a
capire che cosa facesse "pulsare la
cartilagine", con tutti i doppi sensi del caso.
Thirst era musica fatta di tagli
lancinanti, segnati dall'incredibile voce di Adi Newton,
destinata in breve tempo a diventare una delle più amate
nell'area della n-wave più radicale, sicuramente una
delle più cariche di energia.
Prima dell'album, la formazione originaria dei Clock DVA
aveva prodotto anche un tape, White Souls In Black
Suits,
riproposto su vinile nel 1982 dalla Base Records (in una
registrazione a dire il vero non molto riuscita).
Di quella formazione originaria venne a mancare, poco
dopo l'uscita di Thirst il validissimo bassista Judd
Turner, che concluse tragicamente il proprio flirt con
l'eroina. Un'altra vittima del "cielo liquido",
in quel periodo tristemente fitto di malintesi "eroi
per un giorno".
La sveglia sembrò arrestarsi per un attimo: rade
apparizioni pubbliche, un mix di non eccelsa qualità
improntato a sonorità disco funky non molto originali,
una lunga crisi di identità che portò nel 1982
all'uscita di Passions
Still Aflame, statement di un ritrovato coraggio e di
una svolta estetica. Passions Still Aflame era un mix punteggiato da
scariche di energia, un ritorno di mr. jazz con tutta la
sua carica eversiva. Un grande Charlie Collins ai fiati
scandiva ritmi di non comune presa ed efficacia estetica.
Ma era ormai evidente che i territori occupati dai
componenti del gruppo erano sempre più differenziati.
I venti del deserto che scompigliano e ricompongono i
gruppi musicali fanno a volte un buon lavoro. E' successo
a suo tempo per il Pop Group, e doveva succedere anche
per i Clock DVA.
Da una parte il grosso del gruppo, Paul Widger, Roger
Quail e il sassofonista Charlie Collins a formare il
nucleo propulsore di The Box, dall'altra Adi Newton,
unico erede della premiata orologeria a mantenere il nome
in ditta e a riprendersi nei primi mesi del 1983 con uno
splendido progetto.
Annunciato dal singolo Resistence, cupa ma efficace prova di
come una canzone a sfondo politico-engagè possa nel
contempo essere una dance-hit (anche se con qualche
accordo preso a prestito da Fad Gadget e dagli ultimi
Simple Minds) esce, attesissimo, nel mese di giugno il
nuovo album a firma Clock DVA.
Musica per spy-stories, feroci film degli anni quaranta
visti fino all'ossessione, luci tremolanti sotto la
pioggia: chandleriane atmosfere per un delitto e
finalmente la dimostrazione di come si possa, ancora e di
nuovo, fare della della grande musica senza lasciarsi
andare più di tanto nel "danceable" ora così
alla moda ma che già domani saprà così tanto di muffa
che nessuno vorrà più ammettere di aver saltellato al
battito stucchevole delle rythm machine.
Advantage, questo titolo del nuovo
lavoro di Newton e soci è energia allo stato puro, anche
quando sembra ripiegarsi su se stessa. Una robusta
scrollata per chi ancora si gingilla con il
"riflusso musicale", non c'è dubbio.
Per ogni brano, sulla retrocopertina Adi Newton (che ha
anche firmato il packing del disco) ha proposto
un'illustrazione, una ipotetica cover da singolo: parodie
di B-movies, pin-ups a metà strada tra Vogue e
Christopher Street, eroi chandleriani con l'impermeabile
alla Bogey e Harley Davison e infine il simbolo della
DVAtion 1983, che si annuncia davvero come una campagna
d'assalto.
E' un'immagine di Man Ray, datata 1922: era stata
intitolata "Fascinèe", affascinata ma anche
fasciata, una copia della Venere di Milo legata con funi
tutt'intorno.
In una feroce parodia è lo stesso Newton a comparire, in
una fantasia di bondage sadomaso, stretto da funi sulla
copertina di Advantage.
In questo disco, segnato in più punti da un funky
stravolto, che può a volte ricordare Eight Eyed Spy e
Beirut Slump, le band di coatti al seguito di Lydia
Lunch. Con Advantage
si
scivola in una Bay Area elettrica ed iperrealistica, una
nuova frontiera che si avvicina sempre più
drammaticamente con le sue lame affilate pronte a
colpire.
Le metafore sono profezie, e non di quelle a lieto fine.
Grande importanza è data ai testi: la stupenda Eternity In Paris, Dark Encounter punteggiata dalle violente
riprese della sezione di fiati sono frammenti di storie
degne di Black Mask, lavori distantissimi dalle
concezioni anche avanzate del "testo" per una
canzone. Che viene, per altro, totalmente scavalcata in Poem, il brano che conclude il
disco: un lungo recitativo sullo sfondo sonoro di un
pianoforte affetto da manie suicide, voci e musica
annegate nel gin.
Advantage è un disco complesso,
multiforme, per niente inglese e stupendo: fitto di
omaggi all'avant-garde jazzistica, atmosfere crudeli e
avvincenti, storie di confine.
La dice lunga in proposito lo statement di Newton
riportato (insieme ai testi, veramente imperdibile) sulla
busta interna del disco. "The cool trane is
here", esordisce il nostro, e dà il via ad un suo
progetto composto di "jazz-refrains", di
vestiti neri, di Parigi a primavera e New York in
autunno.
Grinta e classe a grandi dosi, espressionismo astratto e
mille citazioni trasversali, musica da ascoltare
sorseggiando un daiquiri secco e poi via, nella notte. A
quest'ora Boy George è già a dormire, è il momento dei
gatti randagi e dei killers disoccupati e romantici. La
sveglia Mr. Newton suona per loro. E' tutto: adieau.
Walter
Ferrari da
Rockerilla n° 36 estate 1983
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- Thirst
(1981) Expandedmusic fr 2002 - vinile
1. Uncertain - 2. Sensorium - 3. White Call - 4. Piano Pain - 5. Blue Tone - 6. North Loop - 7. 4 Hours - 8. Moments - 9. Impression Of African
Winter
Musicians:
Adi Newton, Charlie Collins, Turner, Roger Quail
Produced by Ken Thomas and Adi Newton
Recorded at Jacobs Studio Surrey
Engineering by Ken Thomas
Cover by Neville Brody
Clock DVA,
deviazioni intelettuali scandite nella dimensione
"TEMPO", Clock DVA, un termine carpito allo
slang tracciato con arguzia nel libro "Arancia
Meccanica", posto a sancire il FUTURO quale
ineluttabile forza di evoluzione, oscurato da dubbi e
interrogativi, velato di enigmi e anfratti.
Non è un caso che le radici più profonde di Clock DVA
germinino in un cabaret dalle tendenze disserrate,
denominato proprio "The Future", costituito a
Sheffield da Adi Newton con due ex Human League (Ian
Marsh e Martin Ware) nel lontano 1977.
I Clock DVA hanno deliberatamente optato per un profilo
occulto e schivo, evitando rigide confezioni allestite da
abili businnes-men per vendere sogni tecnologici (...).
Questa opzione così poco conformista ha permsesso al
gruppo di lavorare in piena autonomia, senza vincoli o
contratti da rispettare, di maturare lentamente
sviluppando una particolare creatività.
Thirst è soltanto
l'ultimo anello di una catena di esperienze che hanno
suscitato intorno al nome di Clock DVA una sorta di
timore e di rispetto: due cassette, White
Souls In Black Suits e Deep
Floor, corcolano già da mesi e
altrettante partecipazioni d'interesse, rispettivamente a
Hicks From The Sticks
e a 1980 e.p. offrono
il dono di un'identità non effimera, un ventaglio di
caratteri seducenti attentamente marcati da un linguaggio
traumatico, il cui apice, l'episodio forse più clamoroso
desunto dai trascorsi del gruppo, è costituito dalla
realizzazione di films in Super 8, acclamati recentemente
all'ICA Cinema di Londra. (...)
Thirst può dunque
essere considerato un compendio tra passato e presente,
da percepire come una sfera di performances nella quale
Clock DVA proietta luci e ombre nella cavità sonora con
tensione costante. La musica è il risultato di un
intenso perioso di sperimentazione, di arzigogolati
itinerari lungo percorsi sincretici aperti a combinazioni
di violenza punk e jazz; suoni non convenzionali prodotti
con strumenti convenzionali in perfetto equilibrio tra
energia, elettronica e aggressività.
La vecchia equazione "Tempo + Rumore = 0",
fregio del,a prima scossa di Newton & C., distillata
in elucubrazioni senza forma ritmica (Sons
of Distortion, Contruction,
1958), ha acquistato
sempre più massa dopo l'ingresso di Roger Quayle alle
percussioni, permettendo il passaggio da brani di puro
carattere sperimentativo ed embrionale (Moral
War, My Allen Jones),
a strutture definitivamente più accessibili, sviluppate
con copiosa quantità di ritmi frantumati che qui
assurgono a organo di condensazione per una musica più
esoterica, con possibilità di larga eco presso un
pubblico sempre meno elite. Thirst
riassume mirabilmente le fasi di compromesso tra l'altro
ideali di qualità e la necessità di produrre
"body-music", correndo nella direzione che
allinea, come tanti segmenti-graffiti in progressione.
Bowie-Pistols-Pop Group e Joy Division, scansando i
picchi nichilisti di Throbbing Gristle. Thirst
cancella ogni dubbio su una paventata crisi d'idee in
terra di Albione. Ascoltate la chitarra lacerante di Paul
Widger, la tecnica free dissonante dei fiati di Charlie
Collins! La musica è una jungla di suoni concreti, il
laboratorio tapes di Adi è soltanto accarezzato, per non
alterare la forma, per non deformare la scrittura, per
non tradire il senso, uniti da un'esplorazione di onde
metalliche. La forza innovativa, la raffinatezza di stile
procedono parallele alla professionalità dei musicisti.
Ascoltate l'equilibrata voce di Newton in North
Loop e in 4 Hours,
la sua presenza profonda nei toni cupi di Moments
e le proiezioni geometriche del basso
di Steven Turner quando il puzzle di rumori diventa
naturale sensazione idiosincratica e la sfinge sorride
dietro il mistero di Uncertain
o di White Cell, o
ancora quando le percussioni di Roger Quayle creano
effetti di sinestesi, associando il suono a visioni
tribali in Impressions Of African Winter.
Non mancate l'occasione, Thirst
è puto spettacolo cerebrale.
Beppe
Badino
da Rockerilla n° 12 marzo 1981
- Man Amplified
(1992) Contempo conte 182 - vinile
1. Man Amplified - 2. Techno Geist - 3. Axiomatic And Heuristic - 4. NYC Overload - 5. Transitional Voices - 6. Bitstream - 7. Fractalize - 8. Final Program
Musicians:
Adi Newton, Robert Baker, Dean Dennis
Produced by Clock DVA
Recorded at JAnterior Digital Research Facility, UK
Cover by El Lissitzky
Ritornano
dopo due anni di silenzio , ovvero dopo la pubblicazione
di quel Buried Dreams
(1990) che sanciva l'inizio del nuovo corso del gruppo. I
Clock DVA, provengono da Sheffield e la loro nascita
risale al lontano 1977, l'unico componente superstite
della formazione iniziale risponde al nome di Adi Newton
coadiuvato ora in questo lavoro da Dean Dennis e Robert
Baker; vanno inglobati insieme a band come i Throbbing
Gristle e Cabaret Voltaire propugnatori dei cosidetti
"suoni industriali" basati su freddi computer
manipolati a dovere.
Man Amplified segue
con una logica terrificante il suo precedessore Buried
Dreams, scandendo ritmi glaciali e
monocorde. Man Amplified
batte il ritmo frenetico della morte, otto composizioni
che vi stroncheranno e vi paralizzeranno, i Clock DVA
sono drasticamente cupi senza uno spiraglio per la luce. Man
Amplified è la paura, la pistola
puntata sulla tempia, il cuore che batte l'ora finale; Techno
Geist è l'attimo, l'attimo in cui la
paura si tramuta in incoscienza in rassegnazione. Axiomatic
And Heuristic - Piangi, piangi pure
tanto la tua sorte è segnata; la sua mano scava il tuo
corpo sudato, ti provoca brividi di inconsapevole
piacere, NYC Overload
è l'amplesso, lo stupro violento e bastardo, il suo
corpo entra dentro di te con sarcastico sadismo; è come
un animale mentre scoppi in un pianto di disperazione. Transitional
Voices è l'apparente calma, sei in
confusione, la testa ti gira e la pistola è sempre
puntata contro di te ricordanti ciò che ti aspetta, non
si può sfuggire al giudizio.
Bitstrean e Fractalize
sono le suppliche, le inutili suppliche, l'orrore si sta
per compiere, Final Program,
il sangue scivola sul tuo povero corpo ormai esamine, il
volto sfigurato; i primi fiocchi di neve cadono sul
selciato imbrattato, finalmente è Natale...
La musica dei Clock DVA potrebbe essere la perfetta
colonna sonora per i romanzi di James Ellroy, fredda e
glaciale come la descrizione dei stupri e delle violenze
nei libri dello scrittore di Los Angeles. (...)
(...) Questo disco di una bellezza di difficile
comprensione, se siete sani di mente, è da evitare
accuratamente...!
Claudio
Baroni da Buscadero n° 122 Febbraio 1992
- White Souls In Black Suits
(1981) Industrial Record ex 24 - vinile
1. Consent 4.35 - 2. Discontetment (1 & 2) 6.03 - 3. Still/Silent 7.22 - 4. Non 11.07 - 5. Relentless 5.27 - 6. Contradict 5.23 - 7. Anti-Change 14.08
Musicians:
Adi Newton, Charlie Collins, Steven Turner, Roger Quail,
David J. Hammond
Recorded at DVAtion Studio
Engineering by Jon Mills
- Digital Soundtracks
(1992) Contempo conte 217 - vinile
1. The Sensual Engine 6.26 - 2. Cycom 4.06 - 3. Sound Sweep 5.55 - 4. The Operators 6.46 - 5. E-Wave 4.47 - 6. The Inversion 7.13 - 7. Diminishing Point 5.00 - 8. Stations Of The Mind 6.03
Musicians:
Adi Newton, Dean Dennis, Robert Baker
Produced by Adi Newton
Recorded at DVAtion
- Buried Dreams
(1989) Interfish 01717/08 - vinile
1. Buried Dreams 4.01 - 2. Hide 4.30 - 3. Sound Minor 5.43 - 4. Velvet Realm 6.44 - 5. The Unseen 5.19 - 6. The Reign 5.26 - 7. The Act 5.22 - 8. The Hacker 7.23
Musicians:
Adi Newton, Paul Browse, Dean Dennis
Produced by Adi Newton
Recorded at DVAtion
- Sign
(?) Contempo conte 225 - cd
1. Signal - 2. Voice Recognition Test - 3. The Obsession Intensifies - 4. Two Souls - 5. Re-Entry - 6. Pool Of Shades - 7. Return To Blue - 8. Eternity - 9. Sign
Musicians:
Adi Newton, Robert E. Baker
- Final Program
(1991) Contempo tempo 173- vinile
1. Final Program 5.34 - 2. Final Program (decoced) 6.41
Musicians:
Adi Newton, Dean Dennis, Robert E. Baker
Produced by Clock DVA
Recorded at Anterior Research Digital Facility on 1990-91
- Transitional Voices
(1990) Interfisch 7572 - cd
1. Transitional Voices - 2. Sound Mirror - 3.
Syntactic - 4. N.Y.C. Overload - 5. Fractal 9 - 6. Technogeist
Musicians:
Adi Newton, Robert Baker, Dean Dennis
Produced by Adi Newton
Recorded live in Bologna, Italy, during their European tour 1990
Cover by M. Bulgrim
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