Dedalus
album
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- Dedalus/Materiale
Per Tre
Esecutori E Nastro Magnetico
-
Nomos Apache Alpha
Il nome deriva da Dedalus=ingegnoso,
personaggio della mitologia greca costruttore di statue semoventi e
del labirinto,, nel quale fu imprigionato dal re cretese Minosse per
aver favorito l'immoralità della regina Pasiphae. Il gruppo Dedalus
scelse il suo nome nel 1973, anno della sua nascita, in seguito ad una
lettura dell'Ulisse di Joyce. Era costruito da: Fiorenzo Michele
Bonansone, i fratelli Furio e Marco Di Castri, Enrico Grosso.
Dopo la partecipazione al Festival dell'Avanguardia e Nuove Tendenze
di Napoli nel 1973, che lo consacrò quale miglior gruppo
dell'avanguardia musicale italiana, Dedalus si affermò rapidamente in
Italia e in Europa. Svolse un'intensa attività concertistica
partecipando a tutti i migliori festivals del periodo dedicati alle
nuove tendenze e registrando per la Trident FonitCetra il primo 'Lp
Dedalus,
che ebbe un immediato successo. Sorprendente, se si considera che non
si trattava certo di musica commerciale (un jazz-rock colto,
assolutamente nuovo).
Il secondo 'Lp
Materiale Per Tre Esecutori E Nastro Magnetico,
con il quale Bonansone diede un nuovo impulso in senso sperimentale
alla musica del gruppo, venne registrato l'anno successivo e
testimonia del fatto che per Dedalus era più importante proseguire
nella ricerca musicale piuttosto che fermarsi e ripetersi, come
avrebbe richiesto il mercato. Furio Di Castri non condivise la svolta
e lasciò il gruppo, mentre Fiorenzo M. Bonansone, Marco Di Castri ed
Enrico Grosso proseguirono senza compromessi il cammino intrappreso.
Il risultato di questi anni è stato recentemente pubblicato, insieme
con il materiale del secondo 'Lp, da "Elica", e costituisce
la punta stilistica raggiunta dal gruppo negli anni Settanta. Dedalus
rimase inattivo per tutti gli anni Ottanta, ma i suoi elementi
continuarono a far musica singolarmente e in altre formazioni.
Negli anni 1991/92 Fiorenzo M. Bonansone e Marco Di Castri iniziarono
a riprogettare il gruppo. Seguì una serie di concerti con formazioni
diverse, dal duo al quartetto, e la registrazione di un nuovo cd:
Pia
Visione. Le composizioni in esso contenute, firmate da Bonansone,
ma aperte a contributi improvvisativi dell'intero gruppo,
costituiscono una nuova tappa nel percorso di elaborazione stilistica
che, nel lungo periodo di lontananza dalle scene, Dedalus non ha mai
interrotto. Anzi, è proprio grazie a questa posizione di relativa
distanza e non compromissione mantenuta per lunghi anni che Dedalus
può meglio osservare, con occhio libero e distaccato, il mutare - o
il ripetersi! - della realtà musicale mondiale e riflettere sui
cambiamenti di senso e sulle nuove funzioni assunte dalla musica nella
realtà contemporanea. E a trarre quindi conseguenze teoriche e
operative che influenzano la materia della nuova produzione del
gruppo; che risulta quindi ormai lontana da quella
"storica". Il che non impedisce tuttavia (e non potrebbe
essere diversamente) di mantenere vivo e fecondo il legame, anche in
senso strettamente musicale, con il vecchio Dedalus.
Negli anni successivi Di Castri ridusse progressivamente, per motivi
di lavoro, il suo apporto all'attività del gruppo, fino a lasciarlo
definitivamente nel 1999. Nel 2001 Fiorenzo Bonansone rifonda Dedalus,
con il nome provvisorio di Dedalus Group, che diverrà poi Dedalus
Bonansone.
La formazione attuale comprende, oltre a Fiorenzo M. Bonansone, la
flautista Anita Cravero, il trombonista Riccardo Chiriotto ed il
percussista e batterista Michele Kathak Strocchi, musicisti che a una
solida formazione classica uniscono un significativo curriculum di
esperienze in diversi generi musicali, rare capacità interpretative
ed improvvisative. Altri musicisti collaborano occasionalmente.
Dedalus sta conoscendo una nuova affermazione, sia per quanto riguarda
la produzione storica, oggetto negli ultimi anni di numerose ristampe
in cd, sia per quello attuale. La sua musica è oggi presente in tutti
i principali paesi del mondo e segnatamente, oltre l'Europa, in
Giappone, in Brasile, negli USA ed in Australia.
Per ciò che riguarda la produzione degli anni Settanta, si assiste ad
una crescente presa d'atto del debito che le ultime generazioni
sentono di avere verso coloro che, a loro tempo, sono riusciti a dire
parole nuove, divenute poi acquisizioni definitive della musica
contemporanea. Acquisizioni che oggi sono libero patrimonio di tutti,
anche di coloro che "reinventano". Mentre l'interesse per la
produzione attuale rappresenta il riconoscimento della capacità di
rinnovarsi, di rendere attuale il proprio messaggio, di parlare anche
a chi, per motivi anagrafici, non è in grado di cogliere i nessi
esistenti tra le forme d'oggi e quelle di ieri.
Dedalus non può venir meno alle premesse che furono all'origine del
suo progetto costitutivo: la musica come ricerca, come piacere della
scoperta. Scoperta di nuovi territori sonori e nuovi luoghi dello
spirito.
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- Dedalus/Materiale Per Tre Esecutori E Nastro Magnetico
(1973) BTF tri 1001
1. Santiago
- 2.
Leda - 3.
Conn - 4. CT6
- 5.
Brilla -
6.
Rumore Bianco: nastro magnetico
7. Emergenze:
a)piano Fender, chitarra
preparata e percussioni
b)piano Fender, chitarra
preparata, batteria, percussioni e nastro magnetico
8. Discorso Di Due Piani: voce,
violoncello e nastro magnetico -
9. Spazio Di Sei Note:
improvvisazione limitata alle note del FA al SIb per sassofono
soprano, pianoforte e batteria -
10. Esserci: suoni concreti,
voce, gatto, sassofono soprano, pianoforte e fisarmonica -
11. La Bergera, Da un canto
popolare anonimo: sassofono tenore, piano Fender, batteria e
percussioni
12.
Con Più Frequenza:
a)nastro magnetico
b)nastro magnetico, suoni
concreti
13.
Accordanza: mandolino amplificato, chitarra e pianoforte
- 14. Improvvisazione Per
Violoncello, Sassofono Tenore, Batteria e Percussioni
Musicians:
Fiorenzo Michele Bonansone, Marco Di Castri, Enrico Grosso, Ennio
Bonansone
Produced by Trident
Engineering by Danilo Perrone
Recorded at Fornat Suono & Immagini Studio, Torino, on 1973
Veramente efficace
la commistione che i Dedalus effettuano
tra jazz e istanze classiche. Il perfetto equilibrio tra l'amalgama
musicale e i vari interventi solistici è forse l'elemento determinante
per la riuscita di un'operazione coraggiosa. Persino l'ascoltatore
occasionale non fatica a trovare elementi familiari e persino pop grazie
agli interventi chitarristici di Marco Di Castri, come ad esempio in
CT 6, probabilmente il pezzo più riuscito dell'album. Spicca, nello
stesso brano,, la lunga parte di violoncello -suonato da Bonansone- che
aumenta il tasso di originalità della musica dei Dedalus.
Più vicino a classiche atmosfere jazz rock, l'iniziale Santiago è
un'altra magnifica dimostrazione dell'eclettismo del quartetto, che in
queste registrazioni può contare sull'apporto di Renè Mantegna,
percussionista del giro degli Aktuala.
Molto particolare la copertina, senz'altro una delle più singolari tra
quelle realizzate da Cesare Monti.
John N. Martin,
Michele Neri
e
Sandro Neri
da Il Libro Del Prog Italiano ed. Giunti (2013)
- Nomos Apache Alpha
(2003) BTF vm 097 - cd
1. Nomos
Apache Alpha 4.19 - 2.
Dal Sonno 5.43 - 3.
Luvmin 6.48 - 4.
Trenosol 5.12 - 5.
Via di Miol 5.22 - 6.
Rockoco 7.14 - 7. Turu
Turu 4.21 - 8.
Canzon Capriccio 7.53 - 9.
Clangchump (tripartito) 7.38
Musicians:
Fiorenzo Michele Bonansone, Anita Cravero, Riccardo Chiriotto, Michele
Kathak Strocchi
Produced by Fiorenzo Michele Bonansone
Recorded at Dedalus Studio, Torino on 2003
Engineering by Fiorenzo M. Bonansone and Ennio Bonansone
Cover photo by Fiorenzo M. Bonansone
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