Emilio Galante
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d'ombra
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- Linea d'ombra
(1993) Scatola Sonora SSCD 001 - cd
1. Vertigo 7.59 - 2. Topazio 5.54 - 3. Nada 7.13 - 4. Melanconia I 5.39 - 5. Balene Nel Porto di Tangeri
6.32 - 6. Khayal 4.52 - 7. Melanconia II In Memoriam
Jimi Hendrix 6.13
- 8.
Abschied: Fur Claudia 1.18
Produzione: Emilio Galante con
l'appoggio della Cassa Rurale di Villazzano
Registrato nello Studio Carioca di Verona
Tecnico del suono: Stefano Benini
Fotografie di Matteo Piazza
Emilio Galante è al suo primo lavoro discografico come
flautista in solo. L'autore firma qui tutte le
composizioni registrate ed eseguite usando per la maggior
parte dei casi la tecnica della sovraincisione, in
compagnia del resto di tutto il consort dei flauti
(ottavino, flauto in do, flauto in sol, flauto basso) e
di qualche mezzo elettronico.
Galante in questo lavoro, si mostra come uno dei pochi
musicisti italiani capaci di intrapprendere una via
personale alla composizione e come improvvisatore di
gusto e sensibilità, sopratutto quando lavora su basi o
tappeti fatti di ostinati, molto ritmici e armonicamente
tonali, come in Topazio,
secondo "solco" del Cd. In apertura troviamo
invece lo splendido Vertigo,
annunciato da suoni armonici che ritornano in chiusura
facendo da cornice a un andamento delle parti mosso e ben
articolato. Particolare è l'uso del glissato, realizzato
per lo più su intervalli di tono, che ricorda
leggermente ma senza infastidire il linguaggio di James
Newton (un musicista che andrebbe sempre almeno citato in
una recensione di musica flautistica). Sopratutto al
Newton di Axum, e non
è che un pregio, sono paragonabili alcune atmosfere e
scelte improvvisative piacevolmente irridenti, positive
si vorrebbe dire, fatte di una profondità non elucubrata
e molto diretta.
Meno interessanti (contrariamente a quanto sostiene
Roberto Verti nelle note di copertina) sono alcune
strizzate d'occhio (Nada,
Melanconia I) a un
gusto pseudetnico evocato da percussioni indiane
campionate o sintetizzate, che nell'economia del disco
costituiscono una leggera caduta di tono - appunto per
una sorta di concezione al manierismo new age.
Stefano
Zorzanello da Musiche n° 15 1994
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