His Name Is Alive



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- Livonia
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Home Is In Your Mind



- Livonia
(1990) 4 AD cad 008 - vinile

1. As We Could Ever - 2. E-Nicolle - 3. If July - 4. Some And I - 5. Fossil - 6. E-Nicolle II - 7. Caroline's Supposed Demon - 8. Fossil II - 9. Reincarnation - 10. You And I Have Seizures - 11. How Ghosts Relationship - 12. Darkest Dreams

Musicians:
Katin Oliver, Warren Defever, Angie Carozzo, Damian Lang
, Jymn Auge, Tracy

Produced by Ivo Watt-Russell
Recorded at Warren's House
Cover by Beverly Carruthers

- Home Is In Your Mind
(1991) 4 AD cad 1013 - vinile

1. Are You Comin' Down This Weekend? - 2. Her Eyes Were Huge Thing - 3. The Charmer - 4. Hope Called In Sick - 5. My Feathers Needed Clearing - 6. The Well - 7. There's Something Between Us And He's Changing My Words - 8. The Phoenix, A Pool Of Ice - 9. Are We Still Married? - 10. Put Your Finger In Your Eye - 11. Home Is In Your Head - 12. Why People Disappear - 13. Here Eyes Are Huge - 14. Save The Birds - 15. Chances Are We Are Mad - 16. Mescalina - 17. Sitting Still Moving Still Staring Outlooking - 18. Very Bad A Bitter Hand - 19. Beautiful And Pointless - 20. Tempe - 21. Spirit And Body - 22. Love's A Fish Eye - 23. Dreams Are Of The Body

Musicians:
Katin Oliver, Warren Defever, Melissa Elliot, Jymn Auge, Damian Lang, Denise James


Produced by Ivo Watt-Russell
Recorded at Warren's House
Cover photo by Dominic Davies

(...)Estetica del frammento: Home is in your mind contiene ventitre brani, talvolta abbozzi di canzone più che canzone vera la cui durata spesso non va oltre i due minuti. Estetica minimalista: His Name Is Alive giocano esclusivamente alla sottrazione, limitano al massimo gli interventi strumentali, puntano tutto sulla rarefazione delle atmosfere sonore, lasciando spesso alle sole voci e chitarra il compito di creare quel continuum musicale su cui fioriscono sporadicamente e subito appassiscono interventi sonori. Estetica del bizzarro: Home is in your mind sfugge sorridente ad ogni maldestro tipo di classificazione, è opera definitivamente strana dove si incontrano, senza nemmeno avere il tempo di guardarli negli occhi, tipi musicali dalla camminata sbilenca, travestiti da psicadelia o musica per funzioni liturgiche, filastrocche, avanguardie, folk e pure rock. Il riferimento più plausibile, ma in qualche modo forzato, va ad un altro atipico gruppo americano, gli Hugo Largo, autori di splendidi album, poi spariti nel nulla.
Inutile soffermarsi su brani particolari: la forza, ed anche il limite se vogliamo, di questo lavoro sta nell’annullarsi delle individualità incarnate nelle singole composizioni, per dare vita, e qui appare definitivamente il salto qualitativo rispetto a
Livonia, ad un organismo unitario, somma coerente di elementi incoerenti, figura intera sorta dalla massima atomizzazione.
Una nuova certezza
Alberto Rossini da Buscadero n° 119 novembre 1991