Moondog
(1916 - 1999)
album
in pagina:
-
A
New Sound Of An Old Instrument
collabora in:
- Fill Your Head With Rock
(AAVV)
Il mito americano, l'avventura,
l'ignoto, l'utopia: tutto questo è Moondog. La sua figura di
asceta/filosofo/ musicista ripercorre tutte le diverse tappe della
storia degli USA, dallo sterminio degli indiani al new deal, dallo
sviluppo post-bellico alla rivoluzione culturale degli anni Sessanta,
per collocarsi altrove, in un universo parallelo di cui è unico re e
sovrano. La sua vita è una saga costellata di epifanie, eventi
rivelatori, drammi, sconfitte e trionfi che ben si addice alla sua
figura di guerriero nordico piovuto chissà da quale altra dimensione
sull'incrocio fra la cinquantaduesima strada e la sesta avenue a
Manhattan, ad intrattenere i passanti con una musica aliena. E chissà
quanti fra loro si saranno chiesti quale fosse la vera storia di
quest'uomo che per oltre vent'anni ha utilizzato le strade di New York
come fonte d'ispirazione e personale teatro, prima di sparire nel
nulla e trasferirsi in Europa, dove morirà finalmente vicino agli dei
del Nord a lui tanto cari.
L'infanzia di Moondog, nato col nome di Louis Hardin a Marysville
(Kansas) il 26 maggio 1916, è contraddistinta da una continua
peregrinazione fra gli stati della confederazione americana, al
seguito della famiglia formata dal padre, il reverendo Louis Thomas
Hardin, dalla madre Norma Berta Alves che suonava l'organo nelle
funzoni religiose officiate dal marito e da due fratelli, Ruth e
Creighton. Nei primissimi anni di vita si trasferisce a Clinton, in
North Carolina e subito dopo a Plymouth nel Wisconsin, dove cresce in
una casa a fianco alla chiesa episcopale di St. Paul. Il ruolo dei
genitori è assolutamente determinante per la sua formazione: la
madre, organista e sua personale precettrice, lo avvicina alla musica
ed il padre, eccentrica figura di religioso affascinato da Napoleone e
dalla storia militare, diviene per il piccolo Louis un modello di
comportamento anticonformista e ribelle.
La pubblicazione di un libretto satirico che attacca i rigidi principi
della chiesa, scritto ed illustrato dai coniugi Hardin e pubblicato
con il titolo di Archdeacon Prettyman in Politics, attira sulla
famiglia la reprimenda del vescovo che impone loro un immediato
trasferimento nel Wyoming. Dal 1922 al 1929 si stabiliscono quindi
nella selvaggia diocesi di Burnt Fork (un luogo che si dice fosse
stato la base operativa di Butch Cassidy) a fianco di una riserva
indiana degli Arapaho, dove Louis entra in contatto con la cultura dei
nativi americani e le loro poliritmie, un incontro che risulterà
decisivo per la sua formazione musicale. E' qui che in occasione della
festa del 4 luglio suona per la prima volta in pubblico le
percussioni, dando idealmente inizio ad una carriera artistica che si
protrarrà nei decenni successivi sino alle soglie del terzo
millennio.
La sua permanenza nel Wyoming è però destinata ad interrompersi
presto, dal momento che suo padre, anima perennemente tormentata ed
irrequieta, acquista una macchina a Salt Lake City e inizia a cercare
una nuova fattoria in cui lavorare e sistemare la sua famiglia. La
ricerca lo conduce sino ad Hurley, nel Missouri, dove finalmente si
stabilisce nell'agosto del 1929. E' il luogo in cui Louis trascorre la
sua adolescenza, popolato anch'esso di memorie magiche e momenti
rivelatori, come lo strano comportamento del suo cane a tre zampe
Lindy, che gli correva attorno con uno strano moto circolare e che
abbaiava tutte le notti alla luna. E' proprio da questo ricordo che,
una volta trasferitosi a New York, prenderà spunto per scegliere lo
pseudonimo di Moondog.
Ma i giorni in Missouri sono anche i giorni del dramma. Camminando
lungo la ferrovia, Louis aveva trovato uno strano oggetto e dopo
averlo raccolto da terra, aveva iniziato a manipolarlo senza
immaginare che fosse un detonatore collegato ad una piccola carica.
L'esplosione lo investì in pieno volto, accecandolo e cambiando
radicalmente tutto il senso della sua esistenza. Quella che era stata
un'infanzia contraddistinta dalle immagini vivide e dai colori
brillanti del paesaggio americano, era in un attimo precipitata in una
nuova, sconosciuta, dimensione, in cui avrebbe percepito la realtà in
modo radicalmente diverso. L'aiuto dei genitori, per fortuna, non
venne a mancare e Louis fu iscritto alla scuola per ciechi di Vinton,
nell'Iowa, dove nel frattempo si era trasferita la sua famiglia. Qui
si diploma e riceve la sua prima educazione musicale, studiando il
piano, il violino e la viola -gli strumenti che costruiranno la spina
dorsale della maggior parte delle sue composizioni- e canta come basso
nel coro della scuola.
Nel 1936 raggiunge suo padre a Batesville nell'Arkansas, dove impara a
suonare l'organo (altro strumento assolutamente "centrale"
nella sua produzione artistica) mentre la realtà che lo circonda
inizia a modificarsi radicalmente: i suoi genitori divorziano nel 1937
ed il padre si risposa subito dopo, decidendo di abbandonare la
chiesa. Comincia a percepire la sua cecità non più come un handicap
e diviene gradatamente sempre più autonomo, manifestando un carattere
ribelle e anticonformista, facendosi crescere la barba e i capelli e
iniziando a cucirsi da solo i suoi abiti sullo stile degli indiani che
aveva incontrato nel Wyoming. Si sposa nell'estate del 1943 con una
sua insegnante di canto di quasi vent'anni più vecchia di lui ma il
matrimonio dura solo pochi mesi, poichè nel novembre 1943 decide di
lasciarsi alle spalle tutti gli anni trascorsi a fianco della sua
famiglia per intrapprendere un'avventura solitaria. Con sessanta
dollari in tasca ottenuti grazie al sostegno di un paio di amici e di
sua sorella Ruth, fa un biglietto di sola andata per New York con
un'idea ben precisa in testa: diventare un compositore.
Il rapporto fra Moondog e la big apple è subito intenso e diretto ma
anche conflittuale e controverso. Il budget a sua disposizione si
esaurisce presto, così inizia a lavorare come modello in una scuola
d'arte dove esercita il suo fascino magnetico su alcune studentesse
che lo introducono nei circoli più esclusivi della città. E' però
l'incontro con Arthur Rodzinski, direttore della New York Philarmonic
Orchestra, il primo evento davvero decisivo per lo sviluppo della sua
carriera artistica. Lui e sua moglie sono i primi reali sostenitori di
questo misterioso artista che vive sulle strade vendendo libretti di
critica sociale e poemi di sua composizione, aprendogli le porte della
Filarmonica durante le prove e aiutandolo finanziariamente con piccole
donazioni.
Il carattere caparbio e orgoglioso di Louis Hardin non gli consente
però di adagiarsi troppo su comportamenti convenzionali e quindi,
dopo aver cambiato legalmente nome in Moondog, avvolgendo ancora di
più la sua figura in un'aura di mistero, nell'estate del 1948 si
imbarca in un coast to coast attraverso il territorio americano.
Durante il viaggio torna in contatto con gli indiani Navajo nel New
Mexico e conosce Duke Ellington a Los Angeles, poi dopo un anno decide
di tornare a New York con nuove idee in mente.
Qui nasce la vera opera di Moondog, nel momento stesso in cui sceglie
di stabilirsi sul marciapiede fra la cinquantesima strada e la sesta
avenue con una piccola orchestra di percussioni autocostruite, che
sono in parte frutto del suo genio e della sua inventiva, in parte la
proiezione fantastica degli strumenti utilizzati dai nativi americani.
Il set comprende la trimba, dalla forma triangolare con una
superficie più ampia su cui è applicato un piccolo piatto metallico,
costruita con legno di mogano dell'Honduras e suonata con una maracas
ed un bastoncino, l'oo, una sorta di mini arpa simile al
dulcimer, l'uni, con sette corde tutte accordate allo stesso
modo, il samisen, una specie di liuto giapponese e l'hus
uno strumento a corde anch'esso triangolare suonato con un archetto.
La sua idea era quella di suonare degli "snaketime rhythms",
ritmi dall'andamento ondivago ed ipnotico strutturati in tempi
complessi e irregolari, ed è facile immaginare quale potesse essere
il fascino emanato sul suo occasionale pubblico d questa figura di
musicista coperti di panni verdi oliva e dalla barba incolta, a metà
fra mistico, busker e raffinato compositore.
Un fascino che evidentemente colpì anche Gabriel Oller, proprietario
dello Spanish Music Center situato proprio sullo stesso marciapiede
fra la 52th street e la 6th avenue, il quale propose a Moondog di
incidere alcuni dischi sulla sua etichetta discografica. Fra il 1949
ed il 1950 escono così quattro 78 giri, Snaketime
Rhythms, Moondof
Symphony, Organ
Rounds e Oboe
Rounds, che contengono
l'embrione -perfettamente sviluppato- del suo anomalo metodo
compositivo, che oscilla fra classicismo, sperimentazione, armonia e
atonalità per approdare ad una dimensione propria, priva di precisi
modelli di riferimento e assolutamente personale. Moondog, in questi
suoi primi mini-album, appare come un one man orchestra, dal
momento che tutti i pezzi contenuti nei dischi SMC sono concepiti per
orchestre di dimensioni variabili ma eseguiti dal solo autore che
suona tutti gli strumenti sovrapponendoli con un brillante overdub.
La pubblicazione di questi lavori amplifica la sua fama, tanto che
molte celebrità del mondo musicale e non solo vengono a tributargli
visita sul suo spicchio di marciapiede, da Benny Goodman a Dean Martin,
da Sammy Davis a Charlie Parker, sino addirittura ad un giovane
Cassius Clay. Con i primi seicento dollari guadagnati vendendo i suoi
dischi e suonando per strada, compra tre ettari di terra a Mount
Peasant, nel New Jersey, per poter temporaneamente evadere dalla
metropoli e tornare a respirare l'aria della provincia americana in
cui era cresciuto, poi nel 1952 si sposa con Mary Whiteing, che l'anno
successivo dà alla luce la sua prima figlia June Hardin.
E' un momento particolarmente felice per Moondog, che nel 1953
pubblica il 10"
Moondog
On The Street Of New York
per la Mars di Tony Schwartz, un teorico dei media particolarmente
interessato alla musica che inserirà un brano di Moondog anche nelle
due successive raccolte di field recording da lui curate per la
Folkways, intitolate New Yorl
19 e Music
On The Streets.
Nel disco, al suo fianco c'è la moglie Mary (con lo pseudonimo du
Suzuko) che suona gli strumenti a fiato e a corda con una grazie tutta
orientale probabilmente ereditata dalla madre giapponese, mentre altre
volte ad accompagnarlo sono semplicemente le sirene dei battelli sul
fiume Hudson (Fog On The
Hudson - 425
West 57th Street) o i rumori
delle strade (Avenue Of The
Americas - 51st
Street), in un quadro di
poetica ispirazione e misteriosa bellezza.
La stessa aria di mistero si respira fra le note di Moondog
And His Friends, pubblicato
nello stesso anno dalla Epic, che si apre con una obbliqua melodia
orientaleggiante per trimba e arpa e poi si perde nella jungla di
uccelli esotici che avvolgono il suono solitario di un flauto in Voices
Of Spring e nella minacciosa
oscurità del doppio contrabasso di Instrumental
Round. Il 10" presenta
per la prima volta al pubblico alcune fra le sue miniature più
celebri, microcomposizioni che l'autore continuerà a riproporre e
trasformare nei successivi quarant'anni in diversi modi e
arrangiamenti, come il maestoso Theme
And Variations, i madrigali Why
Spend The Dark Night With You?
e Be A Hobo,
il tema strumentale di All Is
Loneliness, e l'ipnotica,
ammaliante melodia per piano di Oasis.
Qui la sua teoria musicale che presuppone l'utilizzo di forme standard
come i rounds ed i canons, brevi sezioni di suono circolare che
possono estendersi, concatenarsi o alternarsi in strutture più o meno
complesse, inizia a mostrare tutte le sue enormi potenzialità
espressive.
All'album partecipano anche alcuni strumentisti della New York
Philarmonic Orchestra (nella stesura delle due complesse composizioni
sinfoniche Suite No. 1
e Suite No.2),
a testimonianza del crescente credito ottenuto presso la comunità
artistico/musicale di New York e di una notorietà sempre più ampia,
che lo porterà di lì a poco alla sua prima apparizione televisiva
(nel 1954 al Today Show della rete NBC) ed anche ad incidere un album
di fiabe e canzoni per bambini (Tell
It Again) a fianco di un
emergente stella del cinema americano, Julie Andrews.
Ormai è un protagonista della vita culturale newyorkese, una piccola
istituzione, tant'è che si permette il lusso di citare a giudizio per
uso improprio del nome il noto disc jokey Alan Freed, che si
autoproclamava "the Father of rock 'n roll presentando le sue
trasmissioni radiofoniche con lo stesso pseudonimo di Moondog. Dopo
aver vinto la causa legale, ottiene un consistente rimborso in denaro
che gli consente di acquistare un terreno a Candor nel New Jersey ma
che avrebbe anche rifiutato (con spirito romantico e un po' naive) in
cambio della possibilità di poter riorganizzare in base ai suoi gusti
musicali la programmazione radiofonica della rete di Freed, la WINS,
offerta che peraltro fu rifiutata dalla stessa radio.
Questi avvenimenti non modificano però minimamente la sua quotidiana
routine sulla sixth avenue e la sua costante dedizione all'arte e alla
musica: nel 1955 pubblica un ep con quattro brani intitolato Moondog
And His Honking Geese che
riprende il filo del discorso introdotto dall'album su Epic spostando
il baricentro del suono verso strane commistioni di jazz sincopato (Rabbit
Hop, Dog Trot) ed exotica (Bumbo),
e nello stesso periodo inizia a sperimentare con le couplets, una
forma poetica sintetica estremamente duttile che appare come
l'equivalente letterario del canon in musica.
Il suo estro ha ormai raggiunto la piena maturità, come testimonia la
ravvicinata uscita su Prestige di tre album fra il 1956 ed il 1958. Il
primo di essi, intitolato semplicemente Moondog,
è l'ideale rappresentazione del concetto musica-vita o di
sound-veritè che Moondog esprime attraverso una serie di miniature di
delicata bellezza e notevole grazia, in cui i suoni d'ambiente si
fondono perfettamente con la musica, siano essi il pianto del bambino
(la figlia June) o una voce di donna che coccola l'infante (quella di
Sakura Whiteing, madre di sua moglie Mary) in Lullaby,
il verso stridente degli uccelli esotici in Tree
Trail o quello notturno
degli insetti in Frog Bog,
o ancora il ruggito dei felini in Big
Cat. E' un viaggio fra la
natura che popola l'universo fantastico di Moondog, affollato di
creature immaginarie e visioni fiabesche che di volta in volta
appaiono come ombre nella trama delle sue composizioni in cui la
tradizione classica di Bach si sposa con elementi esotici e ritmiche
irregolari e complesse.
Registrato nello studio di Louis e Bebe Baron, l'album si chiude con
il rumore di fondo del traffico stradale che si alterna ad occasionali
conversazioni tenute da Moondog, introducendo così idealmente la
materia del successivo disco More
Moondog la cui apertura
consiste in un dialogo a distanza fra il flauto di bamboo e la sirena
della Queen Elizabeth, subito seguito da un field recording per voce,
clacson e percussioni intitolata Conversation
And Music At 51th St. e 6th
Avenue. Questo secondo 'lp
su Prestige procede sostanzialmente nella stessa direzione del
precedente, accentuandone se possibile la stravaganza attraverso un
uso più corposo di nuovi strumenti autocostruiti come il Tuji o lo
Yukh (parte del materiale è estratto da alcuni 10" che Moondog
si era autoprodotto nei due anni precedenti vendendoli privatamente),
con digressioni verso suoni ignoti e ancestrali (gli arabeschi dei
fiati in Oboe Rounds
o il ritualismo di Chant).
Che Moondog faccia ormai parte a pieno titolo dell'avanguardia
newyorkese lo testimonia anche il fatto che la grafica della copertina
del suo successivo album, The
Story Of Moondog, sia stata
commissionata ad Andy Warhol (le frasi in corsivo che la decorano,
pare che siano state vergate dalla mano della madre dello stesso
Warhol), a dimostrazione di quanto l'intera comunità artistica amasse
e rispettasse profondamente questa enigmatica figura di compositore.
Tutti e tre i dischi su Prestige ottengono critiche positive dalla
stampa specializzata ma scarsi successi di vendita, e comunque anche
se le cose fossero andate diversamente per Moondog non sarebbe
cambiato nulla. Rimanere sulla strada, vivere e respirare i suoni e
gli umori della città, era una scelta che non avrebbe mai rinnegato a
favore di una vita più convenzionale.
Piuttosto gli anni Cinquanta si chiudono con un ennesimo
sconvolgimento, dal momento che sua moglie Mary chiede la separazione
e lo abbandona portando con sè anche la figlia June. Non si
incontreranno mai più, se non in una unica occasione nel 1971. E a
farli rincontrare sarà ancora una volta la musica.
La rivoluzione culturale degli anni Sessanta non coinvolge più di
tanto Moondog, che rimane sempre al di fuori di ogni specifico
movimento, affermando caparbiamente la propria totale autonomia. La
politica per lui è il contatto diretto e giornaliero con i passanti e
gli spettatori delle sue performance improvvisate, ai quali vende
pubblicazioni come le varie annate del Moondog Yearbook redatte fra il
1967 e il 1970, contenenti couplets ed aforismi, oppure qualche copia
del suo Perpetual Calendar, un metodo per identificare il giorno della
settimana di qualsiasi data fra il 44 a.C. ed il 3200 d.C. I grandi
temi come il movimento studentesco o l'antimilitarismo non lo toccano
più di tanto, i suoi interessi si rivolgono piuttosto ad argomenti
mistici e trascendenti, come la celebrazione delle divinità nordiche
a cui si sente spiritualmente vicino (per il suo cognome Hardin, di
chiara origine germanica) ed alle quali dedica un poema intitolato
"Thor The Nordoom", la cui stesura lo terrà impegnato per
diversi anni.
Le critiche al cristianesimo e all'ebraismo, indicate come religioni
che con i loro dettami hanno indebolito le popolazioni europee,
attirano su di lui qualche sospetto e sono il motivo di maggior
attrito con quei giovani compositori che a metà degli anni Sessanta
gravitano attorno alla sua figura: Philip Glass, Jon Gibson e Steve
Reich. Glass addirittura divide con lui un appartamento sulla 23°
strada per qualche mese fra il 1968 ed il 1969, dove coloro che
diverranno i principali artefici del minimalismo riarrangiano alcuni
dei suoi madrigali più celebri come Be
A Hobo e All
Is Loneliness. E' innegabile
che Moondog sia stato fonte di ispirazione per i minimalisti,, per la
struttura ciclica dei rounds e dei canons su cui basava molte sue
composizioni così come per l'essenzialità del suono dei vari
strumenti da lui spesso utilizzati. La sua musica, è stata studiata e
amata da tutte le avanguardie musicali ma Moondog, al contrario, non
mostrò quasi mai eccessivo interesse per i fenomeni artistici e le
correnti che prendevano corpo attorno a lui, focalizzando il proprio
interesse più sulla propria sfera creativa che sul mondo esterno.
Conobbe John Cage ed Edgar Varese ma pur apprezzando il loro lavoro il
suo interesse rimase superficiale, così come accadde del resto per i
minimalisti o per i primi compositori elettronici.
La sua idea era quella di mantenere sempre un forte legame col passato
e con la forma classica, di sperimentare nel rispetto dell'armonia e
della melodia, come ad esempio accade nei suoi due album su Columbia
pubblicati fra la fine degli anni Sessanta e l'inizio del decennio
successivo. Il primo di questi, uscito nel 1969, è il picco creativo
del Moondog sinfonico, raggiunto grazie al notevole sforzo produttivo
fornito da James Guercio (già produttore dei Chicago e dei Blood
Sweet and Tears) che gli mette a disposizione un'orchestra di
cinquanta elementi in grado di rielaborare in forma assolutamente
compiuta alcune sue vecchie composizioni (Theme
e la struggente Bird's Lament,
composta in occasione della morte dell'amico Charlie Parker) o di
sviluppare nuove idee al massimo delle loro potenzialità come nella
coda di Symphonique# 3 (Ode
To Venus) ispirata a
Tchaikovsky o nell'imponente finale di Symphonique#
1 (Portrait Of A Monarch)
dedicato al mito di Thor the Nordoom, imperatore della terra.
L'album Moondog 2,
pubblicato nel 1971, rivela invece l'altra faccia del musicista
americano, quella del cantore di strada, del geniale inventore di
melodie arcaiche e sofisticate, del madrigalista raffinato e
visionario. Si tratta di una raccolta di rounds, una forma compositiva
che Moondog aveva trascurato dopo gli anni Cinquanta ma che era
tornato al centro dei suoi interessi dopo aver ascoltato la cover dei
Big Brother and the Holding Company della sua All
Is Loneliness, divenendo
quindi l'asse portante per la creazione di queste luminose miniature
ricche di passione e spirito vitale.
Al disco collaborano la sua ex moglie Mary e sua figlia June, ormai
diciottenne, che lo avevano rincontrato solo qualche mese prima di
entrare assieme a lui nello studio di registrazione. L'alternanza
delle parti vocali fra il tono basso di Moondog e quello limpido e
cristallino di sua figlia creano attimi di intima poesia, oscillando
fra momenti crepuscolari (Why
Spend A Dark Night With Me)
e gioiosa vivacità (Coffe
Beans, Remember).
Qaundo poi le voci si intessono in volute di suono magico e ipnotico (Down
Is Up, Nero's
Expedition) il disco
raggiunge vertici di straordinaria bellezza, grazie anche al supporto
dell'ensamble cameristico che collabora alla stesura dell'album, in
cui spiccano il clavicembalo di Kay Jafee e l'arpa di Gillian Stevens
a diffondere un'aura di fascino rinascimentale su queste preziose
miniature.
Gli anni Sessanta si chiudono quindi con un notevole sforzo creativo
per Moondog, ma anche con le consuete vicissitudini avventurose che
contraddistinguono la sua vita, visto che nel settembre del 1967 da
una ragazza del Queens ma non ancora maggiorenne ha un'altra figlia
che potrà conoscere solo vent'anni dopo, poiche viene quasi
immediatamente affidata assieme alla madre ai servizi sociali. Il
rapporto di Moondog con le donne è continuo e travagliato, le sue
pulsioni sessuali fortissime ("non posso essere denunciato per
molestie solo perchè sono cieco" confidò un giorno a Philip
Glass...) e la sua natura tormentata lo porta ad essere talvolta
scostante e inaffidabile.
Nell'autunno del 1972, dopo che si era trasferito nel suo rifugio di
Candor, incontra la pittrice Thelma Burlar con la quale trascorre
sedici mesi immerso nella natura, innalzando un altare piramidale in
pietre consacrato al mito di Thor e iniziando a costruire un teatro
all'aperto.
Nelle sue idee quel posto sarebbe diventato una sorta di oasi
culturale ma il progetto non riuscì mai a concretizzarsi, perchè nel
gennaio del 1974 lo studente di musica Paul Jordan gli organizza
un'esibizione in Germania grazie ad un suo contatto con Ernst Stiebler
della Frankfurter Radio: dall'Europa non tornerà più, se non alla
fine degli anni Ottanta in occasione di un concerto celebrativo a New
York.
La decisione di stabilirsi in Germania giunge totalmente inaspettata,
come una vera e propria illuminazione. Mentre è sul treno assieme
alla sua accompagnatrice Thelma Burlar, diretto in Lussemburgo per
riprendere l'aereo per gli States dopo la sua performance a
Francoforte, Moondog decide improvvisamente di scendere spiegando alla
sua compagna che sarebbe dovuto tornare da sola. Trascorre il primo
anno ad Amburgo e dal 1975 si trasferisce a Recklinghausen, vicino ad
Essen, continuando a svolgere la sua consueta attività di musicista
di strada.
E' un tipo di vita che però non lo soddisfa più completamente e
quindi inizia a fare i piani per il ritorno, ma proprio quando sta
decidendo di voler rientrare a New York è ancora una volta una donna
ad intromettersi nei suoi piani, una giovane studentessa di geologia
chiamata Ilona Goebel che lo nota e si incuriosisce alla sua figura
anomala e alla sua musica. Discute con i propri genitori
l'opportunità di invitarlo a casa per offrirgli ospitalità ed un
tetto per la notte ed i suoi accettano dopo che Ilona acquista gli
albums su Columbia che lui stesso aveva lasciato in un negozio del
paese. La sua musica diviene così il lasciapassare che gli spalanca
la porta di una nuova casa, nella quale si stabilirà sino a poco
prima di morire.
Assieme ad Ilona fonda la Managarm, una casa di produzione che
dapprima si occupa di pubblicare libri e poi inizia a produrre dischi
contenenti il nuovo repertorio di Moondog. Ora che la sua vita ha
assunto i ritmi regolari della routine domestica, il musicista ha
tempo in abbondanza da dedicare alla composizione ed i vent'anni
trascorsi in Germania saranno così i più fecondi di tutta la sua
carriera artistica. Il suo primo disco "europeo" è,
appunto, In Europe del
1977, che si apre con la leggiadra melodia di Viking
I, dedicata all'esplorazione
americana del pianeta Marte, e poi si sviluppa attraverso sei
meditative composizioni per solo organo denominate Legundr.
Nello stesso anno segue H'Art
Songs che, manco a dirlo, è
completamente diverso dal precedente, trattandosi di una raccolta di
canzoni per piano, voce e percussioni che ancora una volta ci rivelano
la natura poliedrica e visionaria di quest'artista. Ascoltando il
brano di apertura Pigmy Pig,
ci sarebbe quasi da citare in giudizio i Residents di Duck
Stab o del Commercial
Album per plagio, tali e
tante sono le similitudini fra la loro musica e questa improbabile
filastrocca animalista, ma è tutto l'album a brillare per inventiva e
inclassificabile estro, idealmente connesso alla materia pseudo-pop
dei madrigali contenuti in Moondog
2 ma con un approcio ancora
più obliquo e trasversale.
E' questa l'ultima testimonianza del Moondog autore di
"canzoni", che di lì in poi tornerà ad un tipo di
composizione più austero, come mostra l'album del 1978 intitolato
A New Sound Of An Old Intrument,
tutto dedicato all'organo e contraddistinto da una atmosfera estatica
e sacrale che avvolge di misticismo anche le sue vecchie composizioni
come Oasis.
La sua fama cresce rapidamente anche in Europa, tanto che viene
invitato per un tour in Svezia durante il quale si esibisce difronte
alla regina e nel 1981 incide, assieme ad alcuni studenti del
conservatorio di Stoccolma, l'album Facets
in cui traspone in musica i versi della sua saga nordica intitolata The
Creation. A metà degli anni
Ottanta suona in Francia, Austria e Germania, poi nel 1986 pubblica Bracelli,
musica per quartetto d'archi composto da due viole e due violoncelli
eseguito dal Flaskkvartetten di Stoccolma. Nel novembre del 1989 torna
per due settimane a New York per una serie di concerti in cui ritrova
i suoi amici di un tempo come Philip Glass e Steve Reich, incontrando
per la prima volta la sua seconda figlia Lisa con la quale resterà in
contatto epistolare sino alla morte.
Tornato in Germania, assieme ad Andi Toma dei Mouse on Mars ed un
micro-ensamble di musicisti tedeschi incide Elpmas,
una delle produzione più anomale di tutta la sua carriera artistica,
dedicata alla "protesta contro il nostro trattamento degli
aborigeni, della natura, delle piante e degli animali e contro l'idea
di aver scoperto il "nuovo mondo" benchè sia vecchio quanto
il nostro o forse di più". L'album ruota attorno alle poliritmie
generate da percussioni e marimba (Wind
River Powwow, Marima
Mondo 1-The Rain Forest),
modernizza l'idea di madrigale (le perfette proporzioni di Westward
Ho!
in cui si narra della
migrazione europea in America, la struttura in tre sezioni distinte di
Suite Equestra),
gioca ad una personale reinterpretazione del minimalismo (l'incedere
ciclico di Fujiyama
e di Bird Of Paradise)
e introduce per la prima volta l'elettronica nelle composizioni (Elpmas
è sampler scritto al contrario). E' una piccola rivoluzione, messa in
pratica da un musicista che ormai è prossimo agli ottanta anni e che
culmina nei venti minuti finali di Cosmic
Meditation, vero e proprio
opus ispirato ancora una volta alla cosmogonia di The Creation e
contraddistinto da un suono ipnotico ed estremamente dilatato che si
avvicina all'ambient.
Nonostante sappia di essere malato di diabete, la sua vitalità lo
spinge verso una nuova avventura artistica in Inghilterra, dove si
esibisce più volte dal vivo e nell'ottobre del 1993 incide assieme
alla London Saxophonic Sax
Pax For A Sax, un album a
cui collaborano anche Danny Thompson al contrabasso (al quale Moondog
dedica D For Danny)
e Peter Hammill alla voce, completamente incentrato sugli strumenti a
fiato e contenente sia rivisitazioni di vecchie composizioni
(memorabili le versioni di Bird's
Lament e Dod
Trot) che nuovo materiale a
metà fra la tradizione classico-barocca ed un jazz inaspettatamente
swingante e scanzonato.
Sempre assieme alla London Brass e alla London Saxophonic dirette da
John Harle, registra nel 1994 Big
Band che riproduce
sostanzialmente la medesima struttura del precedente album, in
equilibrio fra rinnovati arrangiamenti di vecchi pezzi (Bumbo)
e nuovi brani che come al solito brillano per originalità e finezza (You
Have To Have Hope, dedicata
a Bill Clinton, oppure A Sax,
composta in occasione del centenario della morte di Adolphe Sax,
inventore dell'omonimo strumento).
Si tratta dell'ultimo album in studio di Moondog, che una volta
tornato in Germania vede progressivamente aggravarsi la sua malattia.
Nel 1997 si trasferisce a Munster, pochi chilometri più a nord, nella
casa di colui che nell'anno successivo sposerà Ilona Goebel. Il 1°
agosto del 1999 fa ancora in tempo a lasciarci un'ultima testimonianza
della sua arte attraverso l'apparizione al festival MIMI di Arles in
Francia, dove si esibisce alla voce e alle percussioni assieme a
Dominique Ponty al piano.
Un mese dopo, l'8 settembre del 1999, muore per attacco cardiaco
nell'ospedale di Munster in cui era stato ricoverato pochi giorni
prima. La sua memoria rimarrà viva in tutti coloro che continuano ad
ispirarsi alle sue idee anticonformiste, al suo peculiare modo di
incarnare il concetto di "artista" e sopratutto alla sua
musica magica, che come nella storia di tutti i grandi del Novecento
-si chiamino Harry Patch, Sun Ra o Jimi Hendrix- ancora oggi suona
attuale e al di là di ogni tempo.
Massimiliano Busti da
Blow Up
n° 134/135 luglio/agosto 2009
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- A New Sound Of A Old Instrument
(1978) Kopf Kd 133017 - cd
1. Oasis 3.50 - 2. Single Foot 1.55 - 3. Mirage 3.16 - 4. Bug On A Floating Leaf 1.58 - 5. Sand Lily 3.17 - 6. Frost Flower 1.45 - 7. Crescent Moon March 2.40 - 8. Barn Dance 1.53 - 9. Elf Dance 2.07 - 10. Logrundr In G 6.33 - 11. Log In B 4.35 - 12. Logrundr In D 1.28 - 13. Logrundr in F Sharp 3.20
Musicians:
Louis T. Hardin "Moondog", Fritz Storfinger,
Wolfang Schwering
Produced by managarm and ROOF-Music
Recorded on The Breil organ at Herz-Jesu-Kirche in
Oberhausen
Engineering by Friedbert Keuken
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