The (ec) Nudes



album in pagina:

- Vanishing Point


- Vanishing Point
(1994) Rer  n1 - cd

1. Opening - 2. Delta - 3. Axis - 4. It Might Be Better - 5. The 1003rd Tale Of Sheherezade - 6. Salvatore - 7. Crystal Palace - 8. Objects - 9. Yippeel - 10. Radio - 11. O Pastor - 12. Qu'est Que Tu Fais? - 13. Afterture

Musicians:
Amy Denio, Wadi Gysi, Chris Cutler, Bob Drake

Produced by The (ec) Nudes
Recorded at Sound And Vision, Rolampont (France) on June 8, 9, 10 1993 and Patchwork, Nova Zone, Switzerland
Engineering by Andi Ratgeb and Bill Gilonis
Cover art by EM Thomas

Non basterà un minuscolo stratagemma linguistico come quello che all'ultimo momento -sembra per banali ragioni di omonimia con altro gruppo- ha trasformato in (EC) Nudes lo scoppiettante trio composto da Amy Denio, Wadi Gysi e Chris Cutler a scompigliare le memorie di chi ne seguì i brillanti esordi concertistici sotto più spoglia sigla nella primavera del 1993; allora, recuperando in parte l'esperienza in progress condotta nel '92 in formazione di duo aperto ad ospiti estemporanei, Cutler e Gysi avevano appena trovato alleata formidabile e versatile nella Denio, le cui le non comuni capacità di ricondurre a struttura intelligibile le divagazioni strumentali più astratte Gysi ben ricordava dall'esperienza nei Sonic Renegades di Hans Reichel, e che risultò decisiva nell'operare quelle transizioni cui progetto tendeva in modo latente fin dall'inizio.
Una di esse crediamo contemplasse quella forma-canzone mai in secondo piano nelle attenzioni di Cutler -nemmeno quello odierno, che oltre a nuovi duetti con Rose, con Frith e con Hodgkinson annuncia un album di canzoni con Blegvad e Greaves a seguito del capitolo Songs Between Cities And Waterholes con Sten Standell appena dato alle stampe- cui ora fa splendido ricorso Vanishing Point, con voci e ritmi che parlano accorta lingua rock disposta a rapidi sconfinamenti in birberie e festosità di strada, lasciando ciascuna assunzione mobile e percettibile nei cambi di tempo e di ambientazione.
Se episodio più lineare appare Axis, punteggiato da un tamburino militaresco su cui si affacciano corde acustiche, austere distorsioni ed una fisarmonica che sembra evocare i dolenti timbri di uillean pipes irlandesi, altrove non si risparmiano affatto folgori e strepiti, irruzioni di sassofoni presi da singulti zorniani (It Might Be Better) e tamburi infervorati da scabrose deflagrazioni (Afterture), riff chitarristici passionali quali potrebbero risonare in androni Apocalyspo-Bar (Qu'est Tu Fais?) e ripetute intrusioni nelle frequenze radio a scovar bugie nella propaganda di regime (Radio) o a ridicolizzare clamori calcistici, che in Opening suonano in modo non troppo dissimile alle ovazioni tributate al gruppo dai mille astanti dell'ultimo concerto romano.
Vivissima l'interpretazione vocale della Denio, anche quando deve misurarsi con i serrati enigmi e le irrinunciabili figure simboliche della scrittura cutleriana -tesa a scutare i rapporti di senso tra persone e cose divorate dalla loro stessa apparenza (Crystal Palace) in un mortificante divenire quotidiano che le conduce al rifiuto ed all'inganno, se non al vuoto d'espressione (Objects)- immessa fin dalle prime battute in un'immagine sonora particolarmente briosa di cui non sembra azzardato attribuire responsabilità ampia a Bob Drake, curatore delle fasi cruciali di missaggio, ospite fugace in O Pastor ed ora membro del gruppo a tutti gli effetti.
Sergio Amadori da Musiche n° 15 primavera/estate 1994