Orb
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-
Pomme
Fritz
- Orbus
Terrarum
-
Orblivion
Non piacerà forse ai puristi
l'inclusione degli Orb in un manuale di psichedelia ma la loro musica
è l'ideale aggiornamento dell'eredità lisetgica e un simbolico punto
di convergenza del rock dei tre decenni precedenti, dalla psichedelia
attraverso il progressive e la musica ambientale fino al techno dub.
Alex Paterson vanta una lunga esperienza nella scena inglese degli
'80, prima come roadie per i Killing Joke, poi discoragrafico alla EG,
sviluppando nel tempo idee tra il punk e la musica ambientale di Eno.
Con i ventitrè minuti del singolo A
Huge Ever Growing Pulsating Brain That Rules Fron The Centre Of
The Ultraworld (1989),
Paterson e i suoi Orb posano una delle pietre angolari della musica
ambient house.
Dal primo vero album, Adventures
Beyond The Ultraworld,
Paterson e compagni (c'è anche Steve Hillage) effettuano una
peculiare escursione nella musica degli anni '90, tra elettronica e
space rock, synth e campionatori, dub e ambient ma anche suggestioni
acido-psichedeliche: per alcuni è una curiosa mutazione cibernetica
dei Pink Floyd, per altri il punto focale di tutte le contaminazioni
della musica moderna.
Cesare Rizzi
da Psichedelia
ed. Giunti
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- Pomme Fritz
(1994) Island 1 524013 - cd
1. Pomme Fritz (Meat 'N Veg) 9.04 - 2. More Gills Less Fishcakes 8.05 - 3. We're Pastie To Be Grill You
7.17 - 4. Bang 'Er 'N Chips 7.47 - 5. Alles Ist Schoen 7.17 - 6. Immortal Logness 2.03
Musicians:
Lx Paterson, Andy Hughes, Thomas Fehlman
Produced by Orb and Fehlman
Recorded in Berlin and London 193/94
Engineering by Kris Weston and Andy Hughes
Cover by Madark
Nel 1994 esce anche un nuovo lavoro a nome Orb, si chiama
Pomme Fritz ed è
considerato un mini CD data la sua durata di quarantun
minuti (una volta il tempo standard di un normale Long
Playing).
Registrato a Berlino e Londra tra il '93 e il '94, Pomme
Fritz è sempre frutto del sodalizio di
Paterson e "Trash" con Thomas Fehlman ed è
erroneamente considerato un episodio minore degli Orb,
forse a causa della sua durata ridotta o forse per
un'aurea burlona che lo avvolge per via dei titoli
scherzosi. Invece è il lavoro degli Orb musicalmente
più complesso; i sei brani, magari inconsapevolmente, si
ispirano più a certe correnti classiche contemporanee
che al rock elettronico e riescono benissimo a
dispiegarsi in durate medie ridotte a sette-otto minuti.
L'apertura, affidata a l'omonima Pomme
Fritz, è una sorta di
rumba-da-un-altro- sistema-solare ed è forse l'episodio
più accessibile, visto che altrove l'uso di voci
registrate richiama i giochi cageani con le frequenze
radio, l'atonalità regna sovrana e la forma compositiva
e sempre assai frastagliata. Esemplare è We're
Patie To Be Grill You il terzo brano
basato su rielaborazioni elettroniche di voci campionate
che ricorda assai da vicino lo Steve Reich di
composizioni come Come Out Differet
Train.
Le divagazioni di Pomme Fritz,
comunque ben riuscite, srvono probabilmente d'esercizio
alla preparazione di Orbus Terrarum,
il primo maxi-album in studio dai tempi di U.F.
Orb uscito lo scorso anno.
Che ci sia l'intenzione di dare un seguito all'altezza di
quel capolavoro lo si capisce subito dalla presentazione
anche di un'edizione limitata di lusso con box cartonato
e dalla lunghezza dei brani che in metà dei casi ritorna
sul quanto d'ora.
La musica, atemporale e amelodica, vuole invece essere
l'ideale punto d'arrivo delle scenografie di suoni
assemblate sul Cd precedente e su FFWD,
ma invece di animarle finisce per appiattirsi su una
ambient music statica e massiccia, assai intrigante
nell'attimo stesso dell'ascolto ma che lascia poche
tracce emozionali quando i contatori digitali del CD
player sono tornati sullo zero.
Antonello
Antonelli da World Music n° 21 aprile 1996
- Orbus Terrarum
(1995) Island CIDX 8037 - cd
1.
Valley - 2. Plateu - 3. Oxbow Lakes - 4. Montage D'Or - 5. White River Junction - 6. Occidental - 7. Slug Dun
Musicians:
Lx Paterson, Andy Hughes, Thomas Fehlman
Produced by Orb and Fehlman
Recorded in Berlin and London 193/94
Engineering by Kris Weston and Andy Hughes
Cover by Madark
Orbus
Terrarum non è ancora una tappa
definitiva dell'opera degli Orb, è un album
interlocutorio e di ricerca verso nuove fonti ispirative,
magari "nobili" come suggerisce una certa vena
sinfonica presente un po' in tutti i brani e chiaramente
manifesta nella versione per archi campionati in Oxbow
Lakes su Cd single. O come mostra la
lunga Slug Dub
costruita sul campionamento dell'organo di Calipso
Freelimo, un pezzo di Miles Davis dal
suo album del 1974 Get Up With It,
una delle "colonne d'Ercole" per il passaggio
dal jazz all'ambient.
I pregi di questo disco, dalle volute musicali gentili e
appena barocche, sono invece da ricercarsi in uno
scandagliamento della tecnica dub con risultati
sopraffini e sopratutto nella ricerca di nuove forme
compositive basate sulla stratificazione sempre più
fitta e ad incastro di imponenti muraglie sonore.
Antonello
Antonelli da World Music n° 21 aprile 1996
- Orblivion
(1997) Island cid 8055/524 - cd
1. Delta Mk II 6.30 - 2. Ubiquity 6.23 - 3. Asylum 5.23 - 4. Bedovin 4.25 - 5. Molten Love 6.41 - 6. Pi 1.10 - 7. S.A.L.T. 8.15 - 8. Tokygene 5.00 - 9. Log Of Deadwood 1.30 - 10. Secrets 5.40 - 11. Passing Of Time 9.27 - 12. 72 '6
Musicians:
Lx Paterson, Andy Hughes, Thomas Fehlman
Produced by Orb
Engineering by Andy Hughes
Cover by Madark
Le
sperimentazioni cacofoniche degli elettronici Orb
ripartono proprio dal titolo di questo nuovo album che,
gioco di parole a parte, ci riporta alla parola chiave di
oblio. E' infatti quello stato di dimenticanza totale, di
assenza di ogni canone musicale, che domina il mondo di
questi hippies del duemila.
L'approcio cerebrale di Eno, i ritmi elettronici dei Pink
Floyd o dei Tangerine Dream riespressi e rielaborati nei
primi lavori dei pionieri dell'ambient in registrazioni
che esprimono un approcio visivo del suono, inteso come
trasposizione dei rumori quatidiani: un viaggio
audio-visivo laddove il reale si congiunge con il
virtuale.
Con queste parole si potrebbero riassumere gli otto anni
di questi "tecnici del suono" con l'hobby
dell'alchimia, Con Orblivion
eccoli esplorare nuovi confini proponendo un modello meno
rumoristico e più propenso alla creazione di veri e
bropri brani. Il suono si fa più conpatto in stile
drum'n'bass.
Il marchio Orb rimane comunque distinguibile nei respiri
di melodie incompiute e suoni alieni, attraversando in
più percorsi etnici (Bedouin)
e rock. S.A.L.T. è
l'apice della visione apocalittica insita in tutta la
produzione Orb.
Qui sono campionate le parole di Johnny - protagonista
del lavoro nichilista Naked di
Mike Leigh - tratte dal "Libro delle
Rivelazioni" con varie teorie su di una probabile
fine del mondo.
Tensioni di pre-millennio? Certo, è che Alex Patterson
ed Andy Hughes credono che il mondo stia arrivando ad un
gran cambiamento.
Sara
Rovera da Buscadero n° 178 marzo 1997
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