Barbara Rubin
album
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The
Shadows Playground
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- The Shadows Playground
(2020) disco autogestito
1. Endless Hope
- 2. Seven - 3. La Maddalena
- 4. Clouds - 5. Sunrise Promenade
- 6. The Shadows Playground
- 7. Sleeping Violin
- 8. La Ballaa Degli Angeli
- 9. Helen's Word
Musicians:
Barbara Rubin, Andrea Giolo, Veronica Fasanelli
Produced by Barbara Rubin
Recorded at Neraluce Stusio
Engineering by Barbara Rubin
Cover photos by Simona Sottocornola
Rigore nella composizione. Rigore nell'architettuta melodica del brano.
Estetica del suono. Estetica del romanticismo. Estetica dei testi.
Estetica della narrazione. Estetica della poesia, Estetica
dell'interiorità (eidos).
Questo “campo da gioco delle ombre”
immaginario, metafora della vita composto da nove tracce di cui tre
completamente strumentali (Sunrise Promenade, Sleeping Violin,
La Ballata Degli Angeli) è un disco “rinascimentale” intenso come
summa della rinascita interiore dell’autrice, dove le ombre delle sue
esperienze assumono forma musicale e poetica in composizioni catartiche
delle propria esistenza. Per tutti noi, tornare indietro a dove eravamo,
è sempre stata una lezione persa. Andare avanti invece, è un’esperienza
verso l’ignoto, e andremo con sicurezza verso l’ignoto, se confidiamo
nelle nostre risorse.
Poche note di pianoforte e una voce sussurrante proveniente da lontano
ci introducono nel disco. Endless Hope (Speranza Infinita) si
sviluppa poi come una sorta di altalena che, come l’autunno fa con la
Natura, ci porta a momenti di interiorità, a ritrovarci con noi stessi.
L’autrice si guarda intorno, cerca soluzioni, si pone domande cercando
risposte.
E così la speranza riesce a renderci capaci, in una minima frazione di
tempo, di prendere coscienza. Non per ieri ma per adesso e domani. E
potremmo portare questo anche oltre, ossia: quando abbiamo un contesto
che ci offre questa capacità nel presente andiamo verso il futuro in un
modo più determinato. Tutti noi siamo manifestazioni della vita, puri in
essenza e conteniamo l’ingrediente più potente che esista al mondo: il
potere di crescere.
In Seven (Sette – numero magico delle discipline cabalistiche)
ecco l’innalzarsi della rinascita. Il negativo delle esperienze della
vita si trasforma in positivo, il buio in luce, come dice nel frammento
iniziale del brano: “Ogni notte piangevo per la mia vecchia vita/Ma ora
queste lacrime diventano gocce di sole/Sette volte mi hai tradita,
fratello/ Sette bugie, con ognuna di loro/mi hai regalato Vita/Sette
volte …”. Il pianoforte che “sonorizza” queste parole sgorgano da una
felicità ritrovata, adagiandosi poi serenamente su grandi spazi sonori.
Un lieve “filo” di synth chiude il brano per indicare che si è sulla
strada giusta per andare avanti.
La terza traccia dell’album dal titolo La Maddalena è il gioiello
dell’album. Barbara Rubin leggendo i vangeli apocrifi viene colpita
dalla figura di questa donna spesso descritta, dai vangeli ufficiali,
come donna di facili costumi mentre, nelle versioni ritenute apocrife
dalla chiesa, era l’apostolo migliore se non la moglie del Cristo
stesso. Dunque un canto d’amore ricco si sentimento e di tenerezza. Il
brano viene eseguito in duetto con la voce calda di Andrea Giolo che,
durante lo scorrere del disco, troviamo in vari brani nei backing vocals.
Il pianoforte iniziale della Rubin preannuncia sguardi d’amore tra i due
personaggi per dare poi un’apertura all’aria del tema, quando il Cristo
invita la Maddalena ad appoggiare la testa sulla sue spalle per farsi
carico del suo dolore a cui sarebbe andata incontro da lì a poco.
Un altro canto d’amore, forse idealizzato, lo troviamo in Clouds:
“Guardando le nuvole/posso vedere chiaramente il tuo volto/l’ombra dei
tuoi capelli/circondata dal sole…”. Un testo di grande intensità emotiva
che rasenta la visione, un’esteriorizzazione di alto e pregevole gusto
romantico. E’ evidente, in questa lirica, come il passato diventi una
luce che aiuta a vedere che cosa stia succedendo nel presente.
Le liriche non adombrano affatto l’aspetto compositivo. Esse non sono
canzoni o ballads, ma vivono nel contesto musicale in sinergia con
l’arrangiamento.
Infatti Barbara Rubin inizia l’attività musicale iscrivendosi alla
classe di violino del M° Fabio Biondi presso il Conservatorio Statale di
Musica “A. Vivaldi” di Alessandria, diplomandosi poi al Conservatorio di
Piacenza nel 1998 e tutt’ora insegna Violino e Assieme Archi presso la
Civica Scuola di Musica di Mortara (PV), presso l'Associazione
“Tetracordo” di Mede (PV), come docente di Canto e Musica d'Insieme, e
presso l'Istituto Comprensivo della stessa città, come esperto di
Musica.
Ed ecco allora che con la quinta traccia dell’album (Sunrise
Promenade) entriamo nell’aspetto più profondamente musicale e
compositivo dell’autrice. Una manciata di minuti bastano per comprendere
quanto detto. Un tocco delicato al pianoforte si completa con
l’inserimento degli archi che scandiscono arie dal sapore
classicheggiante. Lo stesso accade per Sleeping Violin che ci
guida in uno spazio interiore senza parole, senza un bisbiglio. Anche
La Ballata degli Angeli, è un’apologia al violino e al pianoforte.
Queste tre tracce strumentali sono inspirate dalla lettura della novella
Heresy della giovane scrittrice Hais Timur.
The Shadows Playground, traccia che intitola l’album, è una
profonda riflessione sul sentimento dell’amore. Il susseguirsi tra
dolore, speranza, gioia e visione di un futuro insieme a qualcuno che si
ama. Trovo magnifico l’ultimo verso del testo che dice: “L’amore è qui/e
tu mi hai mostrato come/le lacrime possano essere l’unica strada
sicura/per scappare via dalla tempesta/una tempesta accecante/e tu sei
là/dove l’unico raggio di sole brilla …”.
Quando ascoltai per la prima volta The Playground Shadows di
Barbara Rubin, rimasi estremamente stupefatto per vari motivi di mia
risonanza interiore, e tra tutti questi motivi mi chiesi anche se avesse
avuto senso, su queste architetture melodiche così raffinate, cantare
tali liriche in italiano. La risposta fu subito no (sono pochi gli
artisti che ci son riusciti). Queste liriche andavano benissimo cantate
in lingua inglese. La nostra lingua, oltre ad essere ricca di accenti
che di conseguenza spesso irrigidiscono la musicalità della parola in
certe espressioni sonore, nasce da altre forme musicali quali la
romanza, la canzone d’amore “sanremese” e un certo cantautorato
esistenzialista post-sessantottista.
Per me è stata una grande sorpresa ascoltare questo cd (autoprodotto e
pubblicato anche in vinile), è uno di quei dischi che mi hanno incantato
fin dalle prime note e che cela, per un attento e sensibile ascoltatore,
delizie sonore e narrative. Esploriamo The Shadows Playground
della Rubin con sensibilità. Questa compositrice e polistrumentista
indipendente lombarda merita molta attenzione, quell’attenzione che
spesso porgiamo a un musicista di fama internazionale, a volte solo per
il mito che lo circonda.
Continua a guardarti intorno, Barbara, troverai là fuori la zona giusta
cercando te stessa oltre l’orizzonte di un campo da gioco delle ombre
della nostra esistenza. Le ombre sono l'interfaccia della luce. Esse ti
fanno comprendere e vedere cose che la luce non può mostrarti. Perché
noi siamo manifestazioni della vita, e ci è stato donato il
meraviglioso regalo di uno spirito interiore.
Oscar Piaggerella da Mat2020.com febbraio 2021
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