Stormy Six
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Clichè
Quello
che abbiamo diviso con gli Stormy Six è stato proprio
questo, il leninismo e i fumetti, ed è perciò che ci
sono così cari e li sentiamo così vicini. Nessun altro
gruppo "rock progressivo" qui da noi è stato
capace di tanto, giacchè quanto a leninismo (e cioè
impegno politico reale e non solamente demagogico e
declamatorio) il panorama ha sempre offerto quasi nulla,
e quanto ai fumetti (e cioè un'attività creativa e
ludica ad un tempo) peggio che mai, visto che, dal gruppo
di quartiere fino al più celebrati divi del genere i
tratti salienti sono sempre stati una grossa propensione
a prendersi sul serio e una scarsissima consapevolezza di
quel che si faceva.
In questo paese gli Stormy Six sono cresciuti e cambiati
dalla metà degli anni sessanta all'inizio degli ottanta
assieme ai vari pubbici che li hanno ascoltati, dal beat
ingenuo di Oggi
Piango
fino a quel Reparto
Novità dove già si annusava il mefitico odore
dell'epopea "anniottanta", ci si chiedeva
"cosa danno" e si intuiva che "non si sa
dove stare". Per fare un esempio stupido ma chiaro
sarebbe come immaginare che gli Small Faces, attraverso
gli anni, fossero diventati gli Henry Cow, e l'evidente
assurdità di tale trasformazione rende lampante la
peculiarità del tragitto compiuto dagli Stormi Six. Dal
beat al country rock, dalla canzone popolare politica
alle prime ricerche di un linguaggio originale, alla
fondazione dell'Orchestra e ai lavori più complessi, da Un Biglietto Del
Tram
in poi, è un percorso che nessun altro gruppo ha
compiuto e che sopratutto è stato portato a termine con
consapevolezza e con maturità, imparando di volta in
volta dalla propria pratica, di musicisti e di militanti,
senza mai sentirsi arrivati, star ancorchè
"alternative".
Dire che gli Stormi Six sono stati il più importante
gruppo progressive italiano è affermazione banale
(dovremmo forse chiederci se non siano stati l'unico,
assieme ai compagni di cordata Picchio Dal Pozzo e Mamma
Non Piangere) ma anche paradossale, visto che ben altri
sono i nomi consegnati agli annali, magari quelli di chi
scimmiottava senza ritegno modelli d'importazione o
quelli di chi alternava "all'impegno" altri,
più lucrosi, "campi di battaglia".
A parte Giovanna marini, che fa peraltro un altro
mestiere, non ci viene in mente nessuna voce di critico
che si sia occupata del loro lavoro, e questo ci pare
significativo dei limiti anche della migliore critica
rock del nostro paese, che magari apprezzava Henry Cow,
Gong o Hatfield And The North ma che è stata assai
disattenta di fronte a musicisti italiani che si
muovevano in quell'ottica, e - ancor più dalla fine dei
settanta in poi, più o meno in coincidenza con la
nascita di Rock in Opposition - ha tralasciato di
occuparsi anche dei gruppi d'oltralpe, ammaliata da
altre, più invitanti sirene, prima l'ambient, poi il
"funk intelettuale", e poi tutto il resto.
Ciò che rimane, allora - a parte i dischi che sono
davvero "underground" fino ad una insperata
ristampa -, ciò che ci rimane, dicevamo, è la storia di
un'esperienza politica e culturale importante che, a
dispetto delle difficoltà del presente, crediamo abbia
germinato anche in ambiti lontani dalle posizioni degli
Stormy Six e verso la quale, come avrete certo intuito,
dichiariamo volentieri il nostro debito.
Gian
Paolo Rognoli da Musiche
n° 15 estate 1994
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- Clichè
(1976) L'Orchestra olp 10010 - vinile
1. Dibattito 3.44 (F. Fabbri) - 2. Riflusso 1.25 (T. Leddi) - 3. Comizio A 2.08 (T. Leddi/C. De
Martini) - 4.
Picnic 4.47
(T. Leddi/C. De Martini) - 5. Leader '25 (F. Fabbri) - 6. Comizio B '36 (T. Leddi/C. De Martini)
- 7.
Tafferuglio 5.41
(T. Leddi/C. De Martini) - 8. L'Escluso 1.41 (T. Leddi/C. De
Martini) - 9.
Banchetto E Rissa 5.06 (F. Fabbri) - 10. Comizio C '47 (T. Leddi/C. De Martini)
- 11.
Salotto 1.27
(F. Fabbri) - 12. Inchiesta TV 3.11 (L. Piscicelli) - 13. Tutta Una Serie Di Questioni
'31 (F.
Fabbri) - 14.
Il Nostro Tempo E' Scaduto 1.35 (F. Fabbri)- 15. 1789 (F. Fabbri) 3.48
Musicians:
Claudio De Martini, Franco Fabbri, Umberto Fiori, Tommaso
Leddi, Luca Piscicelli, Antonio Zanuso, Guido Mazzon,
Tony Rusconi, Raffaele Trevisani, Hugh Eredia, Leo Dosso
Produced by Stormy Six
Recorded at Ariston Studios, S. Giuliano Milanese on 20,
21, 22 July and September 20 1976
Engineering by Lino Costriotta
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