Sun Ra
(1914 - 1993)



album in pagina:

- Other Voices, Other Blues



Pare che Sun Ra fosse arrivato sulla Terra a Birmingham, Alabama, intorno alla metà degli anni dieci, forse il 22 maggio 1914; certamente è da lì che è ripartito, il 30 maggio dello scorso anno, quando il suo fisico indebolito da vari infarti non ha retto allo spostamento che si era reso necessario per assicurargli le cure della famiglia. Se n'è andato in un momento in cui era ormai avviata la rivalutazione critica della sua figura: il professor Szwed di Yale sta per pubblicare una sua biografia, Goldime ha fatto uscire una discografia che si definisce completa e tutte le riviste del settore - anche quelle che non avevano mai accettato quella che veniva definita "paccottiglia spaziale" - gli hanno dedicato ampi e commossi "coccodrilli".

Il saturnologo Hartmut Geerken ha fatto seguire al suo Obductions Protokoll (Living with Sun Ra) una nuova opera, sorta di definitiva ricognizione del percorso terrestre di Ra: Omniverse Sun Ra, 220 pagine formato 'Lp con 10 saggi critici originali (firmati tra gli altri da Amiri Baraka, Robert Campbell e Chris Cutler); discografia illustrata con 190 dischi di cui sono riportate etichette e copertine; nastrografia, videografia, filmografia, foto originali di Val Wilmer....

Grazie a questa meritatissima rivalutazione critica, il materiale registrato disponibile per chi volesse avvicinarsi alla sua musica è rappresentativo e rilevante sia qualitativamente che quantitativamente, malgrado buchi e omissioni del resto inevitabile per un'opera di tali dimensioni, per larga parte edita artigianalmente sull'etichetta autogestita Saturn.

La disciplina musicale di Sun Ra comincia nella sua città naqtale sotto la guida di John T. Whatley, nato nel 1896 emorto nel 1971. Whatley fa parte di un gruppo di educatori musicali la cui attività si è svolta principalmente nell'ambito del sistema formativo, ma che hanno mantenuto una notevole originalità nei metodi e sopratutto una notevole capacità di parlare ai giovani dei quartieri neri. Tra essi, il più famoso è Captain Walter Dyett, principale bandmaster in Chicago per oltre quarant'anni, docente e organizzatore di orchestre alla Wendell Phillips High School e poi alla DuSable (dal 1935 al 1969) dove ha iniziato generazioni di musicisti, da Jhonny Griffin a Anthony Braxton, oltre ai membri dell'Arkestra Pat Patrick, John Gilmore e Ronnie Boykins. Whatley, è una figura rimasta nell'oscurità, ma ha avuto un ruolo importantissimo nella formazione di numerosi musicisti afroamericani, tra cui Jo Jones, Erskine Hawkins, Teddy Hill.

Egli è rimasto sempre in Alabama, dando istruzione a molti musicisti locali a facendo da punto di riferimento per l'intera comunità, oltre che per i musicisti di passaggio che si rivolgevano a lui per chiarimenti su ogni sorta di problemi. Questa parte della storia della musica afroamericana, ancora quasi tutta da studiare, è centrale per capire il lato organizzativo e comunitario delle orchestre di Sun Ra, da sempre sottoposte a una stretta disciplina.

Dice il leader: <<Tutti nel mondo stanno in una qualche prigione, ma loro sono in quella di Ra, che è la migliore>>. Una serie numerata di brani, circa una trentina, si chiama semplicemente Discipline ed è caratterizzata da un percorso politematico per i solisti analogo a quello di alcune composizioni di Mingus.

Dopo il trasferimento a Chicago, Ra compie esperienze professionali in tutti i settori della vita musicale cui poteva accedere un musicista nero: Club DeLisa, riviste musicali, locali jazzistici, registrazioni di dischi jazz, blues, vocale, da ballo e arriva a importanti ingaggi, come quello con Fletcher Henderson alla fine degli anni '40: nel repertorio dei suoi gruppi troveremo poi composizioni hendersoniane come
King Porter Stomp. La sua prima incisione risale al 1948, in un gruppo chiamato Dukes Of Swing e guidato dal contrabassista Eugene Wright, noto sopratutto per la successiva militanza nel quartetto di Brubeck. In questo gruppo incontra alcuni dei musicisti che faranno parte delle sue prime orchestre, come il trombettista Hobart Dotson e il sassofonista e flautista Yuseef Lateef, un altro personaggio estremamente interessante sul piano culturale e per la sua funzione didattica.

Vengono successivamente ingaggiati con il violinista Stuff Smith e con Coleman Hawkins. Quando anni dopo la baronessa Pannonica De Koenigswater fece reincontrare Ra e Hawkins, il sassofonista ricordò di aver chiesto a Sun Ra il suo arrangiamento di
I'll Remember April, e di non essere mai riuscito a suonarlo, unica volta in tutta la sua carriera.

Alla metà degli anni '50 Ra guida un suo trio, che poi viene espanso a quartetto con l'ingresso del sax tenore John Gilmore, proveniente dall'orchestra di Earl Hines (una formazione analoga si ascolta in due brani dell'Lp
Holiday For Soul Dance, ripubblicato in cd dalla Evidence, in genere datato fine anni '70 ma probabilmente registrato dieci anni prima); il gruppo viene via via accresciuto fino a diventare una vera e propria big band, e al 1956 datano le prime registrazioni ufficiali come leader, per la Transition. Subito dopo il fallimento della Transition, vista la difficoltà di assicurarsi sufficienti possibilità di incidere, Sun Ra fonda una delle prime etichette autogestite, la Saturn (talvolta El Saturn, sui dischi), su cui appaiono anche nastri dei primi anni '50 (tra cui uno con Stuff Smith, pubblicato sull'Lp Deep Purple e poi Dreams Come True, oggi disponibile su un cd della Evidence).

In queste registrazioni Sun Ra è già un compositore completo e un bandleader innovativo: i suoi brani comprendono passaggi armonici arditi che costringono il solista a spingersi in zone non usuali per lo strumento e gli impediscono di rifugiarsi in clichè improvvisativi; le strutture dei brani rivelano stretti collegamenti con le composizioni di Tadd Dameron e anticipano Mingus, particolarmente per le influenze di musicisti europei come Richard Strauss e Bela Bartok. I talenti di cui si circonda formano un gruppo impressionante: John Gilmore al tenore, Marshall Allen all'alto, Ronnie Boykins al basso, Julian Priester al trombone, Pat Patrick al baritono... la carriera di ciuascuno di essi andrebbe analizzata separatamente per comprendere qualche concentrato di energia creativa Ra andasse costruendo. La documentazione di questo periodo era introvabile, dispersa su vari Saturn e le loro riedizioni Impulse, fino a quando l'etichetta Evidence ha avviato un programma di completa riedizione su cd del catalogo Saturn che ha prodotto finora quindici titoli, in maggioranza registrati tra il 1955 e il 1960. prima del trasferimento a New York.
Molto difficile dare una scala di priorità; la produzione Saturn è concepita come una serie di fogli di diario, che documentano lo sviluppo quasi giornaliero delle varie formazioni dell'Arkestra; una foresta in cui ciascuno deve trovare la propria strada. (...)

Francesco Martinelli da Musiche primavera/estate 1994


- Other Voices, Other Blues
(1978) Horo hdp 23 24 - vinile

1. Springtime An Summer Idyll 13.21 - 2. One Day In Rome 5.24 - 3. Bridge On The Ninth Dimension 14.25 - 4. Along The Tiber 4.04 - 5. Sun, Sky And Wind 6.30 - 6. Rebellion 12.17 - 7. Constellation 9.15 - 8. The Mistery Of Being 10.20

Musicians:
Sun Ra, John Gilmore, Michael Ray, Luqman Ali


Produced by Alfonso Sinesio
Recorded in Rome on January 8, 13, 1978
Engineering by Cicci Santucci
Cover by Antonio Ortolan

Ciò che fa di questo album una rara e appassionante esperienza musicale è l'opportunità offertaci di ascoltare Sun Ra e tre dotati musicisti all'apice della loro arte. Difatti, è spettacolo omune assistere alle esibizioni di Sun Ra con la sua Solar Arkestra: un grande numero di musicisti, cinque o sei percussionisti, ed inoltre ballerini, cantanti ed altri esecutori. Un'esplorazione lavica di suoni, affascinante - questo si! -, ma che troppo tende ad occultare le radici jazzistiche della musica di Sun Ra.
Questo album doppio, invece, è solo musica e ci rivela, come mai era accaduto in altre incisioni di Sun Ra, la creatività improvvisativa di questa originale forza musicale. Peraltro, le stesse composizioni acquisiscono maggiore immediatezza e capacità di penetrazione attraverso il modulo del quartetto, specie se tale quartetto è così denso di risorse creative come il gruppo che ci è qui dato ascoltare. Doveva essere una seduta di incisione di un paio di giorni, circa: ma le circostanze si sono dimostrate così congeniali al leader e pianista che il tutto è durato ben di più. E voi stessi, ascoltando, vi renderete conto come l'entusiasmo dei musicisti non sia mai venuto a mancare. Una di quelle speciali occasioni nella storia del jazz, dunque, quando tutto sembrava convergere - il gruppo, lo stato d'animo dei musicisti - nella realizzazione di un disco profondamente soddisfacente.
Il vitale pianismo di Sun Ra e la brillante, multicolore opera percussiva di Luqman Ali non sono i soli motivi della bellezza di questa incisione, che annovera anche il lavoro di altri due straordinari musicisti: il tenorsassofonista John Gilmore, sebbene grandemente ammirato da altri musicisti, non ha mai ricevuto il pieno riconoscimento che la sua arte merita, così fantasiosa, densa di vigore e, sopratutto, di fortisssimo swing. Quest'album inizia un'opera di riparazione nei suoi riguardi, perchè mai Gilmore era stato udito esprimersi attraverso assoli così esuberanti e aggressivamente poderosi. Originario del Mississipi, Gilmore è con Sun Ra dal 1956 (E' necessario far notare che la Solar Arkestra così com'è una band è altrettanto una vera e propria "famiglia", e molti dei musicisti che la compongono ne fanno parte da lungo tempo. Gilmore, tra parentesi, vi è apparso anche come batterista nella turbinosa sezione di percussioni).
Sonny Rollins e John Coltrane risaltano tra le influenze subite da Gilmore, ma lo stesso Coltrane già ebbe ad indicare in Gilmore una delle proprie influenze.
IL ventiquattrenne trombettista Michael Ray è senz'altro una delle scoperte nel jazz degli ultimi dieci anni. La sua tecnica è prodigiosa, ma egli non ne fa uso a scopo esibizionistico; Ray è un improvvisatore profondamente emotivo, capace di un amplissimo spettro di nuances e, nonostante la sua giovane età, possiede un dominio completo del linguaggio jazzistico. Circa un anno fa Sun Ra ascoltò Ray in un contesto rock e ne fece parte della famiglia dell'Arkestra. Nel suo stile si riscontrano tracce di Clifford Brown, Woody Shaw e Charles Tolliver, che sono tra i suoi musicisti prediletti. Comunque, una volta che questo album sia stato pubblicato, non ho dubbi che Ray stesso inizierà ad influenzare altri musicisti.
Dalle prime battute di
Springtime An Summer Idyll la natura particolare di questo quartetto diviene chiara: vi sono le intricate linee della percussione; l'incisivo dramma di Michael Ray (ascoltate la sua entrata); e l'autorità totale di John Gilmore, che esalta, esorta, canta e continuamente domina con il proprio strumento. Ed infine, Sun Ra, una presenza sempre incoraggiante.
One Day In Rome è un tema brillante dove ognuno sviluppa trame armoniche e melodiche, e dove è di estremo interesse quell'occasionale ricordarci, da parte di Sun Ra, che spesso nel jazz il piano è stato uno strumento percussivo. E così emergono, ogni tanto, somiglianze che, per accenti e contrasti, ci fanno ricordare in parte di Ellington, Monk e Cecil Taylor.
Bridge On The Ninth Dimension inizia con alcuni voli riflessivi e lirici innalzati dal fantasioso lavoro di Sun Ra alle tastiere. Mentre esso si accresce in intensità, Gilmore e Ray intervengono attraverso il dialogo impostato tramite l'uso a spirale di vere e proprie affermazioni "urlate" che portano ad un autentico climax sonoro. (anni fa, infatti, vi fu un documentario che giustamente indicava nell'Urlo Del Jazz uno degli elementi principali di tale forma musicale. Un urlo che richiama alla mente il "life-force" di George Bernard Shaw).
Dopo l'esuberante
Along The Tiber, vi è un'introduzione rapsodica del piano a Sun, Sky And Wind, seguita dall'aggressivamente lucido, netto ed emotivo assolo di Michael Ray. Gilmore è denso sia nell'intonazione che nella costruzione delle proprie frasi, ed offre continui motivi di interesse in tutto il suo lavoro. Non va dimenticato, inoltre, l'arioso intervento di Sun Ra, libero finalmente di esprimersi "all'aperto", lungi dall'affollata ed esuberante teatralità dell'Arkestra. Rebellion si apre con un'affermazione aggressiva e ci offre un acuto saggio improvvisativo di Ray, un altro logico e bruciante momento di Gilmore e un intenso dialogo tra i due fiati. Iniziando con un'appropriata atmosfera interrogativa, di ricerca. The Mistery Of Being cresce gradualmente di intensità ed è interessante notare che sia Gilmore che Ray, anche nel produrre suoni misteriosi attraverso l'uso del registro acuto che si rivelano più come vere e proprie costellazioni di sensazioni che di note, mantengono sempre uno straordinario controllo. Questa non è musica affidata al caso. I musicisti sanno ciò che fanno durante tutto l'arco della loro creatività.
Un senso di spazio, alfine, pervade
Constellation, una composizione che riporta alla mente alcune affermazioni di Sun Ra: <<Io dipingo affreschi nell'infinito con la mia musica...>>. <<La musica intergalattica riguarda la musica delle galassie. Essa riguarda il pensiero e i viaggi intergalattici, per cui è veramente al di là del regno del futuro, verso i valichi dell'impossibile. Eppure essa esiste, come ci dimostra l'astronomia>>.
Non che Sun Ra sia sempre cosmico. Spesso e volentoeri egli tende verso verità basilari, tradizionali. In questa seduta d'incisione, per esempio, egli trovò in un angolo dello studio un pianoforte verticale abbandonato, vecchio. Provandolo, rimase così entusiasta del suono da abbandonare completamente il pianoforte a coda per utilizzare il modesto, così terrestre verticale. Difatti, pur se visionario, Sun Ra è sopratutto un musicista di jazz profondamente legato alla tradizione e tali qualità - emozionalità diretta, forte swing, inventività organica - sono quelle che più chiaramente emergono attraverso questa storica incisione del Quartetto di Sun Ra.
Nat Hentoff dalle note di copertina