This Heat



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- This Heat
- Deceit



I This Heat hanno iniziato a lavorare sul loro primo album nel febbraio del 1976, e hanno terminato nel settembre del 1978. Era già pronto da un anno, quando è uscito. Tutti i ritardi vanno addebitati a dispute finanziarie, relative a chi possedesse i nastri, chi doveva pagarli, chi li avrebbe pubblicati. I This Heat erano partiti dall'ottimo proposito di concedere la licenza del disco a chi avesse anticipato diecimila sterline per l'allestimento di un piccolo studio permanente, che consentisse loro di registrare nei modi e nei tempi desiderati, e di mantenere il controllo sulle registrazioni. Una scelta perfetta per un gruppo come il loro, per cui il suono, l'esperiemtno e la composizione collettiva sono così importanti. Ricordo che la Virgin "spese" ventimila sterline per i tre dischi degli Henry Cow (una spesa teorica, visto che la mano destra/casa discografica pagava la mano sinistra/studio) - una cifra che ci sarebbe bastata per costruire uno studio del tutto adeguato ai nostri bisogni, liberandoci così da tutte le pressioni soffocanti delle scadenze e dalla necessità di lavorare in ambienti estranei, con apparecchiature che non avremmo mai avuto il tempo di imparare a usare bene, e via dicendo.

Il nocciolo della questione è che per gruppi come noi - e This Heat in particolare - lo studio è di per sè uno strumento, piuttosto che una sofisticata apparecchiatura di documentazione atta a perpetuare determinate esecuzioni. Se lo scopo fosse solo questo, la registrazione dal vivo sarebbe meno costosa e più adeguata. Gli attuali studi di registrazione si prestano a divenire parte integrante del fare musica - non colorazioni ed effetti, ma vera e propria materia strutturale. Non c'è nè il tempo nè lo spazio per approfondire qui e ora questo aspetto; basti dire che nel ventesimo secolo (come aveva compreso fino in fondo Edgar Varèse, fra gli altri) c'è stato in musica un ritorno di interesse - preciso e specifico - per il suono in sè, un interesse legato indissolubilmente allo sviluppo della registrazione come forma di memoria musicale: la registrazione soppianta il mezzo essenzialmente "visivo" della notazione scritta, che ha dominato la musica a partire dal quindicesimo secolo. Va detto inoltre che questo nuovo potenziale compositivo non è stato ancora sfruttato, neppure all'interno dello stesso medium della registrazione. E' vero che fino ad un certo punto alcuni compositori hanno studiato l'acustica e l'elettronica come materiali compositivi, e hanno prodotto opere "concrete" ed elettroniche - servendosi in genere di apparecchiature fornite dagli studi radiofonici nazionali. In entrambi i casi si doveva sicuramente ricorrere alla manipolazione meccanica del nastro (taglio e montaggio, alterazione della velocità e/o del senso di scorrimento, ecc) e alla trasformazione elettronica del suono (filtrazione, modulazione, gating, inversione dinamica, ecc), ma al centro della musica c'era ancora l'esecuzione e la registrazione "naturalistica", che rimaneva quindi essenzialmente documentaria. Qualsiasi altro uso dello studio è stato sperimentato assai poco.

Ciò nonostante, la tecnologia necessaria già esistente, e chiede a gran voce ulteriori sviluppi. Una richiesta che vede nel "gruppo rock" il miglior candidato a soddisfarla. Lo studio è lo strumento ideale per la composizione di gruppo, e il gruppo rock è la formazione che adotta più di chiunque altro questa metodologia (e, se è facile ammettere la scarsità di risultati in tale ambito, dovrebbe essere altrettanto evidente la natura più culturale che tecnica del problema).

Occorre a questo punto precisare che i This Heat, pubblicando l'album d'esordio, non sono riusciti nel loro intento. Non è il caso addentrarsi ora nei motivi, che vanno comunque ricercati fra le trame contorte dell'industria musicale. In ogni caso, quanto meno il disco è uscito - alla fine. Dunque, fino a qui la teoria; e la pratica?

Effettivamente i This Heat compongono collettivamente e lavorano regolarmente sul nastro. Arrivano anzi ad usare nastri preregistrati anche durante i concerti, facendoli entrare a pieno titolo nella loro musica. Per loro il suono registrato è materiale compositivo concreto, e quindi, necessariamente, fa parte del pezzo, come una specie di capitale musicale: suoni accumulati nel tempo man mano che li producevano, per poi farne fruttare il "valore" musicale, utilizzandoli e trasformandoli nell'ambito del lavoro musicale attuale. Un'improvvisazione del passato, ad esempio, può entrare a far parte di una composizione nel presente; una particolare registrazione del passato, anzichè limitarsi a funzionare da modello per le esecuzioni successive, può essere usata integralmente. Ovviamente, tutto ciò può comportare un progresso solo se esiste una relazione particolare con lo strumento e con la musica; la si deve poter "ri-comporre", e quindi trasformare. Ed è una strada che solo i musicisti possono percorrere fino in fondo.

Tali procedimenti sono intrinseci alla produzione discografica. I This Heat si sono serviti sia di materiale preregistrato (anche frammenti di concerti) che di esecuzioni "dal vivo" in studio, costruendo la composizione nello studio - e attraverso di esso. <<Non uso il suono im modo impressionistico, come facevano i pittori impressionisti con i colori. Nella mia musica i suoni sono parte integrante della struttura>> (Edgar Varèse).

Nello studio in particolare, lasostanza della musica non è più limitata alle note e all'armonia, perchè il suono rende egualmente significative altre componenti, come ad esempio il timbro e la dinamica. Siamo cresciuti ascoltando musica omofonica (dove cioè una singola melodia si muove su uno sfrondo armonico) e ora dovremmo imparare a sentire in modo diverso, per poi poter apprezzare tutti i nuovi materiali di cui può essere fatta la musica. Il trono dell'omofonia vacilla quando note e armonie debbono cedere lo scettro a timbri e dinamiche. "Sfondo" e "primo piano" tendono all'uguaglianza, ogni suono al suo regno. La musica inizia ad essere fatta di relazioni timbriche e dinamiche in uno spazio "aritmico", la sequenzialità del tempo è sempre meno ovvia.

Tutto ciò trova un riscontro nella musica dei This Heat; riescono a ricavare, come fa Varèse, la melodia dal timbro, cioè a investire del ruolo melodico le variazioni e successioni timbriche, mentre le note o sono irrilevanti o restano le stesse. Lo stesso accade con la dinamica, che può fungere da melodia, o da ritmo. Di conseguenza, dal suono complessivo affiorano caratteri distinti, che guidano l'attenzione dell'ascoltatore e tornano ad immergersi quando la funzione di "linea principale" viene assunta da altri elementi. Spesso i suoni si trovano in equilibrio, lasciando così la scelta all'ascoltatore. Si è costretti ad ascoltare ciò che effettivamente accade: non si può più imboccare distrattamente la comoda scorciatoia omofonica.

Le conseguenze sono molteplici: le percussioni (una batteria, nel nostro caso) possono divenire uno strumento melodico e allo stesso modo la chitarra può naturalmente trasformarsi in strumento percussivo, lasciando alla batteria il ruolo solista; una variazione di altezza può trascendere per importanza le note da essa coinvolte; una successione di "eventi" può fungere da ritmo o melodia, e così via. Tutte pratiche, si badi bene, che i This Heat non adottano nell'ambito della musica colta contemporanea, bensì in quello del rock e e della forma-canzone. Anche da questo dipende la loro modernità: dall'estraneità all'establishment "dell'Arte".
<<La sostanza della musica del futuro sarà una processione di suoni organizzati. Qualsiasi suono dell'umana esperienza>> (Edgar Varèse).

Da quanto detto sinora non si deve necessariamente dedurre che questo sia un disco rivoluzionario; i This Heat non sono ancora arrivati a tanto, ma non di meno sono all'avanguardia del rock, e indispensabili a chiunque voglia stare al passo con l'evoluzione della musica tutta, senza che per ciò la loro musica cessi di essere anche un piacere: si ascolti in particolare la struttura di
Horizontal Hold, il preludio a Twilight Furniture e tutta The Fall Of Saigon ( compreso lo straordinario assolo di chitarra). Fareste bene a procuravelo.

Chris Cutler
traduzione e adattamento di
Alessandro Achilli e Andrea Landini
da Musiche n° 13 estate 1992


- This Heat
(1979) Piano This 1 b- vinile

1. Test Card - 2. Horizontal Hold - 3. Not Waving - 4. Water - 5. Twilight Furniture - 6. 24 Track Loop - 7. Diet Of Worms - 8. Music Like Escaping Gas - 9. Rainforest - 10. The Fall Of Saigon - 11. Testcard

Musicians:
Charles Bullen, Charles Hayward, Gereth Williams

Produced by This Heat

This Heat (Piano, 1979), in forma di suite senza fratture, e` un album esemplare di elettronica inventiva, di atonalita` spigliata, di musica rumoristica rigorosa e radicale, un'opera austera nella quale la strumentazione viene mischiata da loop e overdub secondo le tecniche piu` avanzate di produzione, ma che riesce a trasformare tutte le spigolosita` in attrazioni. Il loro metodo e` un ibrido di free jazz e di nastri elettronici: musica industriale (l'esercito di robot di 24 Track Loop, i martelli pneumatici di Horizontal Hold, uno dei brani piu` arditi, subliminale i sibili subsonici di Diet Worms, impressionista l'incubo teutonico di Rain Forest ed l'etnica Water, con cimbali, gong, corni tibetani, e il balletto cinese di Twilight Furniture fanno da contorno al brano chiave, Fall Of Saigon, marziale e ipnotico mantra per monaci buddisti sferzato da distorsioni psichedeliche. Il tutto in un'atmosfera agghiacciante, che piega il dadaismo di Cage alle tinte piu` fosche dell'espressionismo.
Piero Scaruffi

- Deceit
(1980) Rough - vinile

1. Sleep - 2. Paper Hats - 3. Triumph - 4. S.P.Q.R. - 5. Cenotaph - 6. Shrink Wrap - 7. Radio Prague - 8. Make Shift Swahli - 9. Indipendence - 10. A New Kind Of Water

Musicians:
Charles Bullen, Charles Hayward, Gereth Williams, Martin Rederick, Peter Bullen, Phil Clarke

Produced by This Heat

L'interesse volto alle vibrazioni più arcane, riconducibile alle descrizioni gotiche del minimalismo elettronico che ebbe per vertice la fredda intensità degli schemi di The Fall Of Saigon, inverte le tendenze nella ricerca dei caratteri.
Deceit apre a dimensioni tangibili e concrete della comunicazione con una gamma di suoni più composta, ispirata ai moduli di Cabaret Voltaire, King Crimson, ma con un tocco autonomo di magica suggestione forte del bagaglio tecnico dei musicisti: Charles Bullen (voce, chitarra, clarinetto, batteria, tapes), Charles Hayward (voce, batteria, tastiere, chitarra, basso, tapes), Gareth Williams (voce, basso e tastiere).
Dall'impervio terreno del passato, cosparso di scritture radicali, This Heat avanza ora in spazi che offrono espressioni proprie della sfera rock attraverso un percorso sincretico che coniuga le ottuse radici astratte con gli artefizi elettrici e la calma intelettuale del mondo post-punk.
La cover del disco schematizza i piani bellici di una guerra nucleare Usa-URSS sotto la sagoma di un fungo atomico: "Quando l'attacco aereo sarà in atto le sirene suoneranno note crescenti e calanti. Il preavviso sarà trasmesso anche dalle stazioni radio".
Il viaggio antinucleare di This Heat include saggi di melodia, attenzioni esotiche, canti sensuali a la Robert Wyatt, danze schizoidi per chitarra, radiazioni funk, ticchettio di orologi, improvvisazioni e gentili nature ariose.
Beppe Badino da Rockerilla n° 18 novembre 1981