Denis Tomasini



album in pagina

- Moskow
- Maskofseduction I
- The Double
- Sequential Approach 272913
- Berlin
- St. Peterburg



Quella di Denis Tomasini è la storia di un musicista elettronico, un appartenente a quella strana razza di tastieristi "cantinari" come potrebbero essercene a bizzeffe nel sottobosco nazionale, impegnati da sempre a tradurre i propri sogni, le fantasie, le aspirazioni in SUONI.

Fedeli ad una propria linea e modus-vivendi, ad artigianali utilizzi della strumentazione elettronica, guidati dalla decisione di non farsi fagocitare dalla tecnologia, ma di assorbirla e plasmarla sulle proprie idee.

Forse il ritratto di Denis Tomasini non somiglierà poi molto ad altri colleghi "smanettatori", avezzi a ricalcare orme già note, clichè strasfruttati, affidando alle diavolerie dei sintetizzatori e ai programmi per compiuter il compito di comporre. No, no, con lui andiamo su altri binari. Le prospettive appaiono fin dai primi ascolti - estratti pescati in un mare di demo - poliedriche, multiformi, retaggio di  svariate esperienze artistiche.

Gli inizi jazz, da batterista-percussionista, gli amori jazz-rock, la new wave sperimentale, l'estraniazione elettronica sono le stazioni di un percorso istintuale, intrappreso col rischio, probabilmente calcolato, di imboccare vicoli ciechi o corridoi oscuri ed interminabili, mutuando angosce di derivazione urbana. Dirigendo sempre e comunque il pensiero verso lontanissime mete.

Nella vita dell'artista gradese, un posto importante è occupato dalla grafica, coltivata dai tempi dell'Istituto Statale d'Arte e della breve esperienza al DAMS di Bologna; le arti visive perneano l'opera di Tomasini, e sfociano nella realizzazione di performance multimediali. Risalgono ai primi anni Ottanta le prime manipolazioni fotografiche, le prime mostre di fotografia e dipinti con sviluppi in ambiti vicini all'avanguardia (...).

I riconoscimenti e le citazioni avvengono su cataloghi e pubblicazioni specializzate italiane ed estere.

Con tale curriculum va da sè che i cimenti musicali di Tomasini non possono disgiungersi dal mondo delle arti visive, dalle sue suggestioni, immediate o nascoste, delle quali tuttavia l'artista farà un uso parsimonioso, prediligendo per le copertine dei suoi lavori immagini manipolate e difficilmente riconoscibili, scarne ed essenziali al limite del neutro.

La copertina bianca del cd
Milky Way (1999) ne è un esempio: minimalismi grafici per sonorità arrampicate in una concatenazione di brani-visuali astratte. Elettronica che sciama come una cometa nel buio immoto dell'Universo, partiture vaganti che vorresti fermare, dilatare e che invece ti trapassano con la loro brevità quasi a simboleggiare l'impossibilità di stabilire dei contatti col suolo. Nugoli di appunti sonori si susseguono in fugaci selezioni, spesso tortuosamente in disputa tra rarefatte costruzioni pseudo-melodiche e malinconie digitali; la titolazione si allunga: ogni minuto, ogni secondo dell'album deve tramettere un suo significato. Qualche forzatura nelle prescelte tinte plumbee non toglie il senso dell'arcano che conduce in molteplici direzioni con momenti da briido, effetti a scomparsa o a discesa, sommessi intercalari percussivi e accenni ritmici, rumorismi di sottofondo. Una tastiera che compare in solitudine fa parte di un gioco di sospensioni, di paure improvvise, di mutazioni e centrifughe frutto di imprevedibili logiche spaziali. Siamo ad un ambient sottoposto a processi di decantazione, spogliato di ogni retorica elettroncia.
I flussi sonori che escono dai suoi cd sono castelli di ghiaccio, diagrammi e tracciati astronomici, stati di coscienza alterati, manti impenetrabili.

Ma facciamo un salto nel passato, alle origini della strada intrapresa da Tomasini. Nel '75 si avvicina alle percussioni, versanti della classica-sinfonica e del jazz-swing; di un paio d'anni più tardi gli approcci rock e il ruolo di batterista con il gruppo progressivo-elettronico Mizar (imparentato con i milanesi Quasar) e conseguente attività concertistica in ambito regionale. Lo studio del free-jazz e della musica progressiva, quindi del suono industrial dei primi Ottanta si traducono in collaborazioni con diversi musicisti attivi nelle periferie sperimentali della new wave. La ricerca si muove tra acustica ed elettronica, con i primi passi di "art music" e computer-art, abbinati alla nascita della Galleria d'Arte The Talon, da lui stesso fondata nell'85. Grado, 1988: suona come supporter di Steve Brown dei Tuxedomoon, in tournèe in Italia ("Il suono risultò troppo all'avanguardia per essere capito dal pubblico" commenta lapidario Denis, riguardo la propria performance live), poi si dedica alla Land Art e ai progetti di sculture sonore, partecipando così al festivel All Frontiers di Gorizia. Inizia la realizzazione di filmati di concezione Ambient/Alternativa: i video a tuttoggi realizzati in VHS vanno dai 60 minuti di
Ritual dell'87 ai 180' di Rotografie-Vortografie-Roulettes ('98); tra essi l'interessante Waiting Room (senza audio) proiettato nelle sale dell'Aereoporto Internazionale FVG di Ronchi dei Legionari (Go) sede dell'omonima esposizione fotografica.

L'attività musicale prosegue con un live per nastro magnetico a commento di una mostra sui filtri polarizzatori al Castello di S. Giusto in Trieste (1990), con la partecipazione ad una rassegna di gruppi sperimentali a Codroipo (Ud), il cui video riscuote un buon successo ad un festival alternativo svoltosi a Berlino, e con un concerto per nastri e chitarra presso il collettivo culturale udinese Usmis. Il 1992 vede Denis suonare come spalla ai newyorkesi Fish & Roses, tirandola più in lungo del previsto (ma questa volta il pubblico gradisce), e quindi il temporaneo ritiro dalle scene per approfondire la conoscenza del computer, applicato ai propri intendimenti di musica ambient e contemporanea.

L'esilio volontario (?) termina nel 1998 con la presenza alla rassegna contemporanea Umetnost di un suo video con musica interattiva e con lunghe sessioni in studio per raccogliere e selezionare la grande mole di registrazioni eseguite in tanti anni di ricerca. Praticamente impossibile citare tutti i demo su nastro e poi su cd-r che costituiscono la discografia del nostro, basti dire che, escluse le prime incisioni ormai disperse/irrecuperabili/distrutte (anni 1975-1982), i primi tapes c-90 che documentano la sua musica risalgono al 1983/84. Da allora una lunga serie e recordable cd, un archivio audio che stuzzica ed incuriosisce gli appassionati di elettronica con titoli quali
This Uncertain Life, Tzara Waltz, Music On A Eastern Border (loop-tape), Third Ambient Generation, Paleobotany, Poesie Dadaiste, Art/Color/Unconscious, Black Hole, ecc.

Esempio dell'idea di fusione immagini-suono è il soundtrack
Koestler Akumu, progetto per un video sulle percezioni extrasensoriali mai realizzato, del quale ci resta la musica, 53 minuti spezzettati in ben 31 micro-tracks galleggianti in gelo galattico, elaborato da sintetizzatori alieni. Come in Milky Way, anche in queste composizioni si avvertono messaggi criptati dal Cosmo pervenire in mezzo a rallentamenti e accelerazioni di elettronica minimale, cambi di marcia dalla ritmica quasi assente, la drum-machine è una pallida eco da un'altra dimensione. Fasi metalliche e rumore di fusioni nucleari emergono dal nulla alternandosi ad un senso di vuoto che, pur se incapsulato su brevi durate, può stordire ed ammaliare senza preavviso! La colonna sonora si dipana tra provini di laboratorio, vetrina di suoni e contorcimenti di sintesi di non facile assimilazione, tuttavia la scansione delle atmosfere e l'intelligente successione a suspense catturano punti a favore ed invitano al riascolto.

Dove la predisposizione è in partenza necessaria, quasi indispensabile, è nel doppio cd
The Double, monumentale esternazione delle capacità di Tomasini nell'anno 2000. La copertina è completamente nera, per impedire deconcentrazioni rispetto al contenuto audio, il buio cosmico con sovraimpressi i soli titoli dei brani (altra sfilza chilometrica) e dalle poche note nel pieghevole: l'attenzione a ciò che esce dallo stereo deve essere massima ed incondizionata. almeno questa è l'impressione immediata trasmessa dall'album! Disc I (68' 49"): i movimenti scivolano al rallentatore, scandagliano psichiche vastità per mezzo di synth industrialeggianti; siamo su funzioni basali, l'essenziale comanda le operazioni, modulate su stasi circolari. L'ambient stratiforme descrive cerebrali landscapes e desolazioni urbane. L'oscurità regna sovrana, ancorata su basi molto fredde e solcata da palpabili tensioni. La materia sonora si muove leggermente di più del Disc II (73' 55"), portato a seguire disegni stellari, con luci intermittenti che tracciano traiettorie di speranza dentro sistemi elettronici ancora non compiutamente realizzati, talvolta attorcigliati su sè stessi come l'interpretazione di un buco nero e di galassie che implodono... Sicuramente due ore e passa di ascolto difficile, ma assolutamente non privo di un fascino che definirei pioneristico. L'iscrizione, lapidaria - "ad infinitum" -  scelta dall'autore a mò di sottotitolo, conferma che l'approccio a The Double non può avvevire distrattamente o a livelli superficiali... Psiconauti all'erta!

Last Floor, uscito all'inizio del 2001 per l'etichetta indipendente Aura Records, mantiene sostanzialmente le suddette impostazioni, la musica si sviluppa per linee orizzontali, tesa verso copioni ignoti. Questa volta la grafica di copertina si presenta insolitamente accattivante, fotogrammi astratti dai cromatismi intensi.

In una sorta di limbo tecnologico vagano spore sonore sottolineate da un sordo rombare, intersecanti come un mosaico o una serie di scatole cinesi, anche per effetto dei numerosi reprise delle selezioni guida, ponti di congiunzione con i precedenti lavori. Nell'assenza di sequenze e ritmiche, ancora occultate o relegate a elementi di sfondo, le atmosfere si fanno subliminali, si frazionano fra stupori cosmici e ansia di comunicazione; l'autore traccia la sua filosofia compositiva portata alla distillazione del suono elettronico. L'impatto acustico olofonico, o perlomeno una stereofonia fatta di vibrazioni distribuite con magistrali alternanze su canale destro - canale sinistro, restituisce geometrie complesse, passaggi di nebulose, sfide e indefinibili solitudini digitali.

Ancora una volta soluzioni estreme Electronic Music priva di camellature o inutili decorazioni, medium usato per provocare piuttosto che compiacere, navicella con la barra a dritta verso praterie cibernetiche, non certo alla ricerca di approdi facili.

Appare quasi un paradosso che l'autore sia nato (nel 1964) e viva a Grado, cittadina balneare dell'Alto Adriatico, soprannominata nei dèpliant turistici "L'Isola d'Oro", rinomata già ai tempi dell'Impero Austro-Ungarico, adagiata tra morbide spiagge e una laguna incantevole. Forse è proprio nelle regioni del nord, nella mittelaeurpa asburgica che vanno ricercati gli ideali di base, le visioni, che Tomasini ha riversato nella sua fluviale creazione di musica e immagini, tutt'altro che di ispirazione solare e mediterranea (...).

Gianni Rorato


- Moskow
(?) cd-r autogestito

1. - 2. - 3. - 4. - 5. - 6. - 7. - 8. - 9. - 10. - 11. - 12. - 13. - 14. - 15. - 16.

Denis Tomasini solo

Produced by Denis Tomasini
Cover art by Denis Tomasini





- Maskofseduction I
(2002) cd-r autogestito

1. - ADV98 1.12 - 2. ADV98 1.40 - 3. AIM98 1.20 - 4. CAT98 2.10 - 5. CAT98 1.21 - 6. AMA98 2.20 - 7. AMA98 5.34 - 8. KOL98 '35 - 9. KOL98 1.10 - 10. KOL98 1.45 - 11. ROD98 2.07 - 12. BOT99 4.52 - 13. BOT99 2.14 - 14. SCI99 3.18 - 15. CRY99 5.08 - 16. GOL99 4.13 - 17. DEC99 3.57 - 18. DOBOO 1.46 - 19. LASOO 1.11 - 20. LASOO 1.26 - 21. SEAOO 2.58 - 22. WOOOO 3.55 - 23. REFOO 1.58 - 24. REFOO 1.16 - 25. LANOI 2.01

Denis Tomasini solo

Produced by Denis Tomasini
Cover art by Denis Tomasini

- The Double
(?) cd-r autogestito

1. Growth 1.29 - 2. Charge 1.52 - 3. Crisis 2.37 - 4. Cristallization 2.17 - 5. Subject 1.18 - 6. Adverse 1.39 - 7. Collapse 1.49 - 8. Precaution 1.24 - 9. Cruelty 2.17 - 10. Bloody 1.47 - 11. Worship 2.40 - 12. Plurality 2.18 - 13. Darkly 1.50 - 14. Look-After 1.29 - 15. Damage 1.10 - 16. Inefficency 1.19 - 17. Debilitating 1.16 - 18. Owe 1.54 - 19. Duty 1.22 - 20. Weakness 2.37 - 21. Bring-Oneself 1.27 - 22. Decline 2.31 - 23. Delation 1.31 - 24. Proxy 1.50 - 25. Disppointement 2.44 - 26. Demagogy 2.54 - 27. Demerit 2.24 - 28. Demoralize 2.59 - 29. Ready Cash 1.45 - 30. Density 2.51 - 31. Inwardly 2.20 - 32. Disapproval 2.07 - 33. Conditions 1.22 - 34. Deprecative 1.10 - 35. Desensibilization 1.22 - 36. Wake 1.31 - 37. Demerit 2.03 - 38. Diacritic 1.16 - 39. Diametrically 1.51 - 40. Detriment 1.20 - 41. Defensive 1.43 - 42. Fault 1.44 - 43. Mistrust 1.18 - 44.  Suspicion 1.50 - 45. Dwell 3.00 - 46. Disownment '42 - 47. Discord '31 - 48. Complete '42 - 49. Coesist 1.53 - 50. Reap 1.17 - 51. Gap 1.53 - 52. Accessory 2.17 - 53. Concussion 1.43 - 54. Sympatetic 6.14 - 55. Comply 1.43 - 56. Striken '48 - 57. Compromissing 2.27 - 58. Hope 2.20 - 59. Secret 1.59 - 60. Win 1.43 - 61. Self-Preservation 1.27 - 62. Esteem 1.11 - 63. Custom 1.12 - 64. Reserved 1.44 - 65. Simultaneous 1.58 - 66. Restrain 2.10 - 67. Contingengy 1.19 - 68. Constrast  2.35 - 69. Contrite 1.49 - 70. Self-Defeating 3.47 - 71. Convenience 1.34 - 72. Correlative 2.38 - 73. Grind 2.24 - 74. Costitutive 3.01


Denis Tomasini solo

Produced by Denis Tomasini
Cover art by Denis Tomasini

- Sequential Approach 272913
(2003) cd-r autogestito

cd 1
1a. - 2b. - 3c. - 4d. - 5e. - 6f. - 7g. - 8h. - 9j. - 10k. - 11i. - 12l. - 13m. - 14n. - 15o. - 16p. - 17q


cd 2
1a. - 2b. - 3c. - 4d. - 5e. - 6f. - 7g. - 8h. - 9j. - 10k. - 11i. - 12l. - 13m. - 14n. - 15o. - 16p. - 17q - 18r

Denis Tomasini solo

Produced by Denis Tomasini
Recorded on January 27,28,29 2003
Cover art by Denis Tomasini

- Berlin
(?) cd-r autogestito

1. - 2. - 3. - 4. - 5. - 6. - 7. - 8. - 9. - 10. - 11. - 12. - 13. - 14. - 15. - 16. - 17. - 18. - 19.


Denis Tomasini solo

Produced by Denis Tomasini
Cover art by Denis Tomasini




- St. Peterburg
(2003) cd-r autogestito

1. - 2. - 3. - 4. - 5. - 6. - 7. - 8. - 9. - 10. - 11. - 12. - 13. - 14. - 15. - 16. - 17. - 18. - 19.


Denis Tomasini solo

Produced by Denis Tomasini
Recorded in Juny/Luly 2003
Cover art by Denis Tomasini