Gato Barbieri
album
in pagina:
- Chapter
Three: Viva Emiliano
Zapata
- In
Search Of Mystery
- Live
In Buenos Ayres 1971
- El
Gato
- Togetherness
(with
Don Cherry)
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- Chapter Three: Viva Emiliano Zapata
(1975) Impulse impl 5065
1. Milonga Triste (S. Piana/H. Manzi) 4.57 -
2. Lluvia
Azul (G.
Barbieri) 7.39 - 3. El Sublime (G. Barbieri) 5.51 - 4. La Padrida (G. Barbieri) 4.43 - 5. Cuando Vuelva A Tu Lado (M. Grever/S. Adams) 5.27 -
6. Viva
Emiliano Zapata (G. Barbieri) 6.03
Musicians:
Gato Barbieri, Victor Paz, Bob McCoy, Randy Brecker, Alan
Rubin, Ray Alonge, Jimmy Buffington, Buddy Morrow, Alan
Ralph, Howard Johnson, Seldon Powell, Eddie Martinez,
George David, Paul Metzke, Ron Carter, Grady Tate, Ray
Armando, Luis Mangual, Ray Mantilla, Portinho, Chico
O'Farrill
Produced by Ed Michel
Recorded at Generation Sound Studios, New York City on
June 25 and 26 1974
Engineering by Tony May
- In Search Of Mystery
(1967) Cinevox sc 33.28 - vinile
1. In Search Of The Mystery
Michelle 15.35
- 2. Obsession
N° 2 Cinemateque 18.16
Musicians:
Gato Barbieri, Calo Scott, Sirone, Aka Norris Jones,
Bobby Kapp
Recorded on March 15, 1967 in New York City
Cover photo by Ray Ross
Retrospettiva
su Gato, nel suo primo periodo USA, non ancora
"Pampero", non ancora superstar. E' questa una
fase di transizione del sassofonista argentino, una
ricerca di identità stilistica che egli compie
avventurosamente, tra molte difficoltà nel clima acre e
tumultuoso della free music newyorkese.
Dal suo sassofono fuoriesce una lava sonora, torrida ed
esplodente che ricorda quella di Coltrane e di Pharoah
Sanders: non a caso quest'ultimo figura a fianco di Gato
in Symphony For Improvisers,
inciso nel '66 per la Blue Note. L'influenza free è
dunque ancora predominante, e Barbieri nello sforzo di
liberarsene esaspera fino alla paranoia l'urlo e il
furore, assai più "naturali" dei suoi illustri
modelli. Ma in un discorso sovraccarico di tensione dal
principio alla fine, si aprono brevi squarci cantabili,
liriche parentesi narrative (Michelle),
il cui colore non è già più soltanto afro-americano,
ma prelude al Gato più maturo e realizzato del finire
degli anni Sessanta, quello "latino" e
terzomondista dei suoi capolavori, Third
World, El Pampero,
Fenix, Bolivia,
ecc.
Un'energia devastante, una vitalità incontenibile, una
volontà di affermazione si sprigionano da queste
performances, che al loro apparire non convinsero che i
pochi addetti ai lavori (e forse neanche tutti ne furono
entusiasti) e che oggi, alla luce dei dischi di successo
degli ultimi anni, non si può che rimpiangere.
Pino
Candini da Musica Jazz n° 1 gennaio 1980
- Live In Buenos Ayres 1971
(1976) Oxford ox 3003 - vinile
1. Michelle 2° 7.57 - 2. Unknown 7.38 - 3. Latin America 8.21 - 4. Michelle 8.00
Musicians:
Gato Barbieri, Luis Smith, Nana Vasconcelos
- El Gato
(1975) Flying Dutchman bdl 1-1147 - vinile
1. El Gato (O. Nelson) 12.45 - 2. El Parana (G. Barbieri) 8.57 - 3. Merceditas (G. Barbieri) 9.04 - 4. Vidala Triste (Gato & Michelle
Barbieri) 5.30 - 5. Ninos (G. Barbieri) 7.14
Musicians:
Gato Barbieri, Hank Jones, David Spinozza, Romeo Penque,
Phil Bodner, Danny Bank, Airto Moreira, Mtume, Lonnie Liston
Smith, John Abercrombie, J.E. Jenny Clark, Pretty Purdie,
Stanley Clark, Moulay Ali Hafid
Produced by Bob Thiele
Engineering by Tony May
Cover photo by Chuck Stewart
- Togetherness
with Don Cherry
(1977) Start 40.25 - vinile
1. First Movement 5.08 - 2. Second Movement 5.25 - 3. Third Movement 9.41 - 4. Fourth Movement 12.07 - 5. Fifth Movement 9.41
Musicians:
Gato Barbieri, Don Cherry, Charlhans Berger, J.F.
Jenny Clark, Aldo Romano
Recorded in Paris on April 1965
Togetherness
(dall'avverbio together: in compagnia, in accordo,
simultaneamente, nello stesso luogo - secondo il
dizionario Webster) è il termine coniato e scelto da Don
Cherry per presentare la musica raccolta in due nastri
magnetici incisi a Parigi nella primavera e nell'estate
1965.
Togetherness è dunque
l'agire insieme, realizzando quella "spiritual
unity" che intitola un noto microsolco di Albert
Ayler. E' non solo l'esprimersi in una dei membri di un
gruppo, in quella reale socialità e comunicabilità
degli uomini del jazz, ma anche il contatto con tutti i
musicisti che li hanno impressionati, i maestri che hanno
avuto per compagni o quelli che li hanno preceduti (nelle
note di copertina di Ghost Of Past,
dedicato ai grandi morti del jazz, Sonny Simmons
scriveva: <<Quando suoniamo, è con loro che
comunichiamo).
Togetherness non è una suite nè una blowing session: la
divisione di movimenti è di comodo, non ha nulla a che
fare con la struttura di un'opera. Corrisponde soltanto
alle pause dei solisti fra una performance e l'altra.
Nello stesso tempo però i brani hanno una loro unità e
discendenza e in un certo modo sono la continuazione
l'uno dell'altro.
Ogni movimento raccoglie più composizioni dovute ad
Ornette Coleman, Albert Ayler, Dollar Brand e allo stesso
Cherry. C'è poi il lato sudamericano del disco (il
quinto movimento apre per esempio con insistenza, la
bossa nova di Carlos Jobin e Vinicius De Moraes e altrove
sono presenti musiche di Glauber Rocha il grande regista
brasiliano, autore di Deuse o Diablo Na Terra Do Sol che
sigla la presenza di Leandro "Gato" Barbieri,
argentino.
Con Gato Barbieri, Cherry ha raggiunto di nuovo
quell'intensa espressione bivocale che costituiva una dei
lati eccezionali del quartetto di Coleman. Mi viene in
mente quanto lo stesso Cherry dichiarò nel 1964 a LeRoy
Jones: <<Due musicisti sono sufficienti a formare
un gruppo. Se hanno forza e maturità, se non fanno che
una sola persona, allora gli altri li sentiranno e di
conseguenza regoleranno il suono e accorderanno le
voci". Gli altri sono in questo caso Charlehans
Berger, un vibrafonista tedesco che deriva più da Teddy
Charles che da Milt Jackson, il bassista Jenny Clark e il
batterista Aldo Romano, una ritmica che pulsa viva dietro
i fiati. Per Don e Gato, centri motori del gruppo, non si
può dire che una cosa: un'anima, due voci. Cornetta e
tenore si stanno addosso di continuo, senza mai perdersi,
sondandosi per ritrovare nel flusso solistico una forma
melodica comune su cui è possibile l'incontro, il
rilancio dell'improvvisazione. Per suonare in questo modo
occorre conoscersi, conoscere l'uno il ritmo e il suono
dell'altro, la riuscita musicale essendo possibile solo
in questa intesa senza smagliature. Conta
l'improvvisazione, e i temi, tutti memorabili, sono
tenuti a mente, proposti nell'attimo in cui divengono una
necessità espressiva.
Mario
Nicolao dalle note di copertina
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