Stewart Copeland
album
in pagina:
- Rumble
Fish
collabora
in:
- So
(Peter
Gabriel)
- Their Greatest Hits
- Zenyatta Mondatta
- Every Breath You Take
(Police)
- Alice
- Blood Money
(Tom Waits)
Stewart Copeland, batterista, muove i primi passi nel
1975 in Inghilterra con i Curved Air, fondando poi nel 1977 il primo
nucleo dei Police con Sting e Henry Padovani.
Il suo esordio solista, sotto lo pseudonimo di Klark Kent, è del 1980
con Klark Kent, seguito tre annipiù tardi da
Rumble Fish, prima di una fortunta serie di colonne sonore. Nel
1985, già conclusa l'avventura Police, a seguito di un viaggio in
Africa, pubblica The Rhythmatyst, lavoro di world music visto da dietro i tamburi. Nel
1989, con il bassista jazz Stanley Clark e la cantante Deborah Holland,
dà vita al progetto Animal Logic, pubblicando
Animal Logic, cui segue due anni più tardi
Animal Logic II. Sempre nel 1989 compone un'opera teatrale-musicale,
Holy Blood And Crescent Moon, cui segue nel 1993
Horse Opera.
Continua anche nell'attività di composizione di colonne sonore per il
cinema, che trova in Rapa Nui e Four Days In September i migliori risultati. Assieme a Trey Anastasio (Phish)
e Les Claypool (Primus) dà quindi vita al progetto Oyesterhead che
realizza The Grand Pecking Order, prima di partecipare, al posto di John Densmore, a una
reunion dei Doors il 6 settembre 2002.
Orchestrally, registrato nel corso di alcuni concerti italiani, è
una eterogenea passerella delle tante tentazioni di Copeland, tra
stralci di colonne sonore e folk free form. Sempre in Italia, Copeland
nel frattempo partecipa al festival La Notte Della Taranta, esperienza
dalla quale viene tratto un disco live. Nel 2006, presenta un
documentario da lui realizzato, dal titolo Everyone Stares: The Police
Inside Out, e prende parte in veste di attore alla serie televisiva
prodotta dalla BBC Just The Two Of Us. Nel 2008 è protagonista di un
trionfale tour mondiale con i Police.
da Enciclopedia del Rock ed. Arcana
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- Rumble Fish
original
motion picture soundtracks
(1983) AM amlh 64983 - vinile
1. Don't Box Me In 4.36 - 2. Tulsa Tango 3.45 - 3. Our Mother Alive 4.13 - 4. Party At Someone Else's
Place 2.32
- 5. Biff
Gets Stomped By Rusty James 2.22 - 6. Brothers On Wheels 4.08 - 7. West Tulsa Story 4.00 - 8. Tulsa Rags 1.33 - 9. Father On The Stairs 3.01 - 10. Hostile Bridge To Benny 1.52 - 11. Your Mother Is Not Crazy 2.48 - 12. Personal Midget/Cain's
Ballroom 5.54
- 13. Motorboy's
Fate 2.06
Musicians:
Stewart Copeland, Mel Martin, Stan Friedman, Buell
Neidlinger, Art Kramble, Lory Westin, Pavel Strings,
Stanard Ridgway
Recorded at Très Virgos, San Rafael
Engineering by Robin Yeager
Cover illustration by Hot Weather Films
L'unico
motivo per cui "recensisco" questo lavoro di
Stewart Copeland (colonna sonora del film di Francis Ford
Coppola interpretato da Matt Dilllon) che altrimenti non
avrei forse neppure ascoltato. è piuttosto singolare: il
brano iniziale Don't Box Me In
è infatti il prodotto di un inedito sodalizio fra il
batterista dei Police e Stanard Ridgway, voce e leader
dei Wall of Voodoo. Inutile, credo, soffermarmi
ulteriormente sul gruppo autore di Dark
Continent e Call Of
The West, il cui improvviso (e inatteso)
scioglimento ha gettato nello sconforto il sottoscritto e
buona parte dei miei più fedeli lettori; utile, invece,
parlare un po' di questo Don't Box Me In,
primo parto vinilico del geniale Stanard: bene, la
canzone è frutto di uno strano accostamento fra una base
ritmica di derivazione Police soffusa e pulsante e la
voce meravigliosa di Stanard, che si cimenta anche in
alcuni passaggi al synth di chiaro sapore Wall of Voodoo
ed in qualche strepitoso assolo di armonica. Il tutto per
un risultato conclusivo indubbiamente originale, e, in
definitiva, di grande bellezza.
Sul resto dell'album, invece, non c'è molto da dire;
Copeland è un professionista delle percussioni, e si
rivela anche abile nel conferire ai vari episodi effetti
strumentali di contorno che li differenziano dallo "stile"
Police (del quale, comunque, si avvertono continue
influenze); si tratta, in ogni modo, di musica da "background",
ben strutturata e probabilmente adatta alla pellicola di
Coppola, ma inevitabilmente poco incisiva come lavoro a sè.
So bene che il mio è un giudizio di parte (...)
Federico
Guglielmi da Mucchio Selvaggio n° 72 genniao 1984
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