The Edge



album in pagina:

- Captive



collabora in

- Undark One Strange Familiar
  (Russsel Mills)


- Boy
- How To Dismantle An Atomic Bomb
- No Line On The Horizon
- October
- Pop
- Ruttle And Hum
- Sidney In Flames
- The Joshua Tree
- The Unforgettable Fire
- Under A Blood Red Sky
- Wide Awake In America
- Zooropa

  (U2)



- Captive
original motion picture soundtracks
with
Michael Brook
(1986) Virgin Records cdv 2401

1. Rovena's Theme - 2. Heroine - 3. One Foot In Heaven - 4. The Strange Party - 5. Hiro's Theme I - 6. Drift - 7. The Dream Theme - 8. Djinn - 9. Island - 10. Hiro's Theme II

Musicians:
The Edge,
Michael Brook, Larry Mullen, Lesley Bishop, Sinead O'Connor

Produced by Michael Brook
Engineering by Kevin Moloney and Pearse Dunne

(...)Edge ha scritto la musica di questo lavoro, estremizzando i contenuti estetici e tecnici di The Unforgettable Fire e, a parte Heroin, singolo destinato a sicuro successo, cantato dall'ex In Tua Nua e Waterboy fluttuante Sinead O'Connor (con Larry Mullen alla batteria), la musica è veramente qualcosa di molto sospeso: Michael Brook, amico di Edge conosciuto attraverso Eno e Lanois, ha suonato tutti gli stumenti con chitarrista, anche se di chitarristico per il vero c'è ben poco.
Assoluta chicca è l'apertura di
Rowena's Theme, che si avvicina molto alle atmosfere di The Wall (si, quello dei Pink Floyd), nei momenti acustici. One Foot In Heaven è un brano a metà tra gli ultimi U2 e i Talking Head più sperimentali, dove Michael Brook mette a buon frutto gli insegnamenti di Jon Hassell (la chitarra "infinita") e una ritmica ottimamente sostenuta. The Strange Party è un'insinuante melodia con evidenti riffs di ritocco molto molto vicini al suono che ha reso il chitarrista degli U2 famoso: poche note alte, sostenute con una reazione continua tra ciò che esce dall'amplifacote e l'inpulso creativo di chi le suona. Bellissima l'atmosfera rarefatta ed esoterica di Hiro's Theme, molto originale nell'intreccio sospeso in continuum tra chitarra e tastiere.
Carattere predominante dell'album è una semplicità espositiva che non nega voli pindarici alla fantasia anche se a tratti dopo un alto volo ci si trova a dover restare sospesi nel vuoto per un po' prima di ritrovare la rotta. E' importante vedere questo lavoro con la giusta ottica e cioè capire che
Captive non è più decisivo di tanto nel giudizio dell'opera globale degli U2 ma è anci un utile e chiarificatore strumento di comprensione per i conservatori che nell'ultimo disco della band avevano visto un "tradimento".
Citazioni particolari per
Rowena's Theme e Drift che sono due momenti acustici in grado di donare all'inconsueto mondo musicale di David Evans sfacettature inedite al grande pubblico e, col senno di poi, una chiave di lettura per l'enorme potenziale che Edge ancora cela nelle nicchie nascoste della sua fantasia - il che ovviamente ci fa pensare subito a quale avvenimento sarà il prossimo capitolo U2, in uscita a fine inverno/inizio primavera. Per il momento Captive (che non è assolutamente un riempitivo, ma che anzi ha costretto Edge a superlavoro tra U2 e dettagli finali prima dell'uscita del disco) è un'ottimo strumento di meditazione, musica pura scaturita dalla fantasia di uno dei massimi esponenti musicali del nostro tempo, capace di sbalordire da solo o con gli U2, dal vivo o in studio.
Davide Sapienza da Buscadero n° 64 novembre 1986

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