Genesis



album in pagina:

- Trespass
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Nursery Crime
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Foxtrot
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Selling England By The Pound
-
The Lamb Lies Down On Broadway




collaborano in:

- Knebworth
  (AA.VV)




Canzone sofisticata e teatralità decadente, grazia ed istrionismo, caratterizzarono il romanticismo dei Genesis, nati nel 1966 da un'associazione di giovani cantautori del college esclusivo Charterhouse: il cantante Peter Gabriel, l'organista Tony Bank e il chitarrista Mike Rutherford.

Ispirato al folk e alle saghe bibliche, imbevuto di citazioni letterarie e ambientato in un medioevo fiabesco e mitologico, il loro mondo musicale offriva soltanto fragili melodie, che però la suggestiva coreografia degli spettacoli, gli accorti arrangiamenti del tastierista "classico" Banks e l'ambigua personalità del cantante-mimo Gabriel rendevano interessanti.

Trespass (1970) è l'album che codificò il loro stile. Brevi pièce melodrammatiche si susseguono senza discontinuità, come movimenti di un poema sinfonico, indulgendo in melodie orecchiabili, arrangiamenti preziosi e versi criptici; scorrono lievi e policrome, intessendo saghe epiche o fantasie mistiche che sembrano uscire dagli affreschi di Bruegel e dai volumi di Tolkien; Looking For Someone (tour-de-force classicheggiante di Banks, con l'effetto sinistro di un flauto in lontananza), White Mountain (la più incalzante, su una toccata barocca di organo), Vision Of Angels (salmo religioso con finale galattico), e sopratutto The Knife, la sonata "bachiana" che inventò una versione tragica e colta del music hall, che al ritornello programmatico può far seguire un marziale solfeggio di flauto e una jam di jazz-rock.

Pochi mesi dopo vennero assunti il chitarrista Steve Hackett e il batterista Phil Collins a completare una delle line-up più erudite del rock, ma la star rimase Gabriel, moderno trovatore di un nuovo medioevo allegorico e giullare spettacolare in linea con la tendenza glam dell'epoca.

Le ballate di
Nursery Crime (1971) accentuarono il carattere allegorico e descrittivo della loro musica, generando suite dinamiche, verbose e magniloquenti come The Return Of The Giant Hogweed e The Fountain Of Salmacis, vere e proprie colonne sonore per azioni sceniche, oppure canzoni-sketch per il loro teatrino di varietà (Harold The Barrel). Il copione è sempre lo stesso, debordante di immagini medioevali, di bestiari favolosi e di leggende mistiche. Gli arrangiamenti si sono rarefatti ulteriormente, come dimostra il loro capolavoro, The Musical Box, collage di cantilene popolari e di frammenti classici, con il tintinno incessante della chitarra a costruire l'atmosfera onirica e ad arrotolarsi nel riff barocco di "play my song", con i pomposi crescendo delle tastiere a creare la suspence drammatica, e con il finale di bisbigli e grida sulle note solenni di un organo da cattedrale.

L'abnorme compendio del periodo è
Supper's Ready (da Foxtrot, 1972), venti minuti di melodie enfatiche, di intermezzi classici (quello all'inizio per clavicembalo, flauto e violoncello), di progressioni ritmiche, di sketch da vaudeville, culminanti nell'immancabile finale reboante ed epico.

Ma la commercializzazione è ormai alle porte.
Watcher Of The Skyes (1972), cantilena nervosa ed esagitata, cristallizza lo stile che I Know What I Like (da Selling England By The Pound, 1973) trasforma in manierismo: il diktat di Banks è ora totale e li pone alla testa dei moderati del progressive rock. Portando alle estreme conseguenze la fusione di folk e psichedelia proposta dai King Crimson, e sostituendo il jazz-rock con il classicismo da conservatorio di Banks, i Genesis sono pervenuti a una nuova forma di pop song. Il loro melodismo forbito, pedante e cerebrale è la negazione del rock and roll sottoproletario, ma è l'ideale per gli intelettuali bohèmien che hanno preso il posto dei teppisti ai concerti rock. Vittime croniche di un'ossessione da musical toccheranno l'apice con le cento e più repliche dell'opera rock spirituale The Lamb Lies Down On Broadway (1974), il loro disco più funky e orecchiabile. Il seguito lo scettro del complesso sarebbe passato nelle mani di Phil Collins che ne avrebbe fatto un trio melodico (lui, Rutherford e Banks) da alta classifica e il sound, debitamente ripulito dalle atmosfere più drammatiche, avrebbe rivelato tutta la sua ambigua inconsistenza.

Sempre a metà strada fra King Crimson e Yes, si diversificavano da entrambi per l'uso di una strumentazione più accurata, ora umile al limite del folk, ora ricca al limite del sinfonismo.

Piero Scaruffi da:
Storia del Rock (Underground & Progressive 1967-1973)
1989 ed. Arcana


- Trespass
(1970) Charisma chc 12 - vinile

1. Looking For Someone
- 2. White Mountain - 3. Visions Of Angels - 4. Stagnation - 5. Dusk - 6. The Knife

Musicians:
Peter Gabriel, Anthony Phillips, Anthony Banks, Michael Rutherford, John Mayhew

Produced by John Anthony
Recorded at Trident Studio, London
Engineering by Robin Cable
Cover by Paul Whitehead

Nel 1970 esce il primo lavoro per la Charisma di Tony Stratton-Smith e finalmente possono materializzarsi le vere tendenze musicali del gruppo, libero dalle influenze nefaste di Jonathan King.
Trespass è un'opera abbastanza omogenea, con strutture rock fortemente cpntaminate da elementi tradizionali, medioevali e classicheggianti, il cui contenuto risulta perfettamente in sintonia con la copertina disegnata da Paul Whitehead. Le atmosfere sono sospese, rarefatte; talvolta oniriche; ora cupe e inquietanti. L'uso geniale delle chitarre (sei e dodici corde) da parte di Phillips e Rutherford, del flauto di Gabriel e dell'organo Hammond e del mellotron di Banks sono le caratteristiche dominanti di questo album.
I testi sono ancora naife (i nostri hanno solo vent'anni) ma le composizioni musicali mostrano già una direzione ben precisa. I sei brani che compongono il disco scorrono in un continuum crepuscolare e senza dubbio seducente; si procede da Looking For Someone,
White Mountain e Stagnation (tre brani certamente splendidi), passando per la pastoralità di Dusk ( uno dei pezzi della session di From Genesis, fortunatamente non incluso in quell'album) e Visions Of Angel, fino a raggiungere l'apiche con The Knife, non a caso uno dei brani immortali del gruppo. Bellissima musica senza tempo, difficile da assimilare, ma il giusto punto di partenza della storia.
Pubblicato nel nostro mercato su eticgetta Philips con un paio di anni di ritardo rispetto all'emissione inglese, presenta la copertina a busta chiusa e priva di inserti, e viene ristampato successivamente su etichetta Charisma con identico numero di catalogo. Da questo album non sono stati estratti singoli, ma un frammento di
White Mountain è presente su un rarissimo 7" promozionale, destinato alle orchestre, edito dalla Ariston.
da
Raro n° 150, dicembre 2003

- Nursery Crime
(1971) Charisma 6369 916 - vinile

1. The Musical Box
10.29 - 2. For Absent Friends 1.45 - 3. The Return Of The Giant Hogweed 8.11 - 4. Seven Stones 5.10 - 5. Harold The Barrell 3.01 - 6. Harlequin 2.54 - 7. The Fountain Of Salmacis 7.54

Musicians:
Peter Gabriel, Anthony Phillips, Anthony Banks, Michael Rutherford, Phil Collins, Steve Hackett

Produced by John Anthony
Recorded at Trident Studio, London
Engineering by Robin Cable
Cover by Paul Whitehead

L'ingresso nella band di Steve Hackett e Phil Collins al posto di Anthony Phillips e John Mayhew costituisce un momento decisivo nella storia del gruppo, momento che si concretizza con la pubblicazione di Nursery Cryme, uno dei manifesti del progressive rock.
Nursery Cryme alterna ritratti pastello in un ambiente vittoriano a suggestioni mitologiche, malinconiche ballate a momenti di sacro furore lirico-musicale. I testi dell'album e la copertina (ancora di Paul Whitehead) contribuiscono infine ad evidenziare il gruppo fra i principali ideatori ed esponenti del nuovo filone, espressione musicale del surrealismo.
L'album, ben più che una semplice opera di transizione, ha il pregio di delineare e definire il marchio di fabbrica del suono Genesis ed è presto considerato un vero capolavoro, grazie a gioielli come The Musical Box (la storia di "amore e morte" di Cynthia ed Henry), The Fountain Of Salmacis (ispirata dal mito di Ermafrodito), la fantastica The Return Of The Giant Hogweed e la fiabesca Seven Stones.

Il successo di vendite dell'album e le risposte entusuastiche al tour di supporto, sopratutto in Italia e Belgio, permettono al gruppo di salvarsi da un prematuro quanto immeritato scioglimento.
Anche questo disco viene pubblicato nel nostro paese con un certo ritardo rispetto all'Inghilterra. Come per Trespass (che in realtà segue
di qualche settimana la pubblicazione di Nursery Cryme che risulta dunque, a tutti gli effetti, il disco di esordio, stampato per l'Italia, su etichetta Phillips che è rapidamente sostituita dall'edizione Charisma; in entrambi le versioni è presente una busta interna contenente i testi.
Da
Raro n° 150 dicembre 2003

- Foxtrot
(1972) Virgin cascdx 7243 8 39779 - cd

1. Watcher The Sky
7.23 - 2. Time Table 4.46 - 3. Get 'Em Out By Friday 8.38 - 4. Can-Utility And The Coastliners 5.46 - 5. Horizons 1.40 - 6. Supper's Ready 22.58

Musicians:
Peter Gabriel, Anthony Phillips, Anthony Banks, Michael Rutherford, Phil Collins, Steve Hackett

Produced by David Hitchcock
Recorded at Island Studios, London
Engineering by John Burns
Cover by Paul Whitehead

Foxtrot, pubblicato nel 1972, esprime in maniera eccellente e definita la fantasia melodica e la capacità tecnica del gruppo (e forse anche il loro apice creativo come ensamble), mostrando contaminazioni fra i temi mistico-mitologici, gia accennati in Nursery Cryme, ed argomenti di attualità.
L'influenza compositiva di Banks continua a crescere e così, di pari passo, l'uso di diverse tastiere (il mellotron sopra a tutte) nei vari brani; non va comunque sottovalutata la tecnica di Hackett e Collins, abilmente nascosta in stili esecutivi solo apparentemente discreti.
Perno dell'opera è la prima (e unica) suite del gruppo, Supper's Ready, una vera pietra miliare; ma anche capolavori come Watcher The Skies (l'intro di mellotron è fra i più belli in assoluto della storia del rock progressivo), Get'em Out By Friday And Can-Utility And The Coastliners entrano di diritto nell'Olimpo dei pezzi più belli scritti dalla formazione inglese. I brani di Foxtrot danno inoltre a Gabriel lo spunto per maschere e travestimenti che caratterizzeranno le sue interpretazioni live, e trasformeranno i concerti del gruppo in vere e proprie rappresentazioni audio-visive proprio a partire dal tour che seguirà la pubblicazione di questo disco.
Per la prima volta la stampa italiana dell'Lp riproduce fedelmente quella britannica e presenta una copertina apribile, sempre dell'illustratore inglese Paul Whitehead.
Da
Raro n° 150, dicembre 2003

- Selling England By The Pound
(1973) Virgin cascdx 1074 - cd

1. Dancing With The Moonlit Knight
8.03 - 2. I Know What I Like (in your wardrobe) 4.09 - 3. Firth Of Fifth 9.37 - 4. More Fool Me 3.12 - 5. The Battle Of Epping Forest 11.44 - 6. After The Ordeal 4.15 - 7. The Cinema Show 11.09 - 8. Aisle Of Plenty 1.32

Musicians:
Peter Gabriel, Anthony Banks, Michael Rutherford, Phil Collins, Steve Hackett

Produced by John Burns and Genesis
Engineering by John Burns

Il 1973 vede la pubblicazione del disco che segna la raggiunta maturità dei Genesis, marca il periodo di massimo splendore della musica progressive (insieme a In The Court Of Crimson King, dei King Crimson, Close To The Edge degli Yes e all'omonimo lavoro di esordio degli Emerson, Lake & Palmer) e viene considerato fra le pietre miliari della musica rock: Selling England By The Pound.
Si tratta del lavoro più rappresentativo del gruppo, la cui bellezza resta inalterata davanti al trascorrere del tempo e in cui trionfano tutti gli elementi anticipati nelle opere precedenti della band. La pregevole impalcatura sonora, su cui si intersecano e si alternano suoni e melodie, in sottofondo e in evidenza, proietta l'ascoltatore in altre epoche, in un mondo di castelli, giardini, draghi e cavaglieri, cui i testi (sempre pieni di giochi di parole e riferimenti attuali) e la voce di Gabriel fanno da contraltare. La medioevale apertura di Dancing Whit The Moonlight Knight si evolve successivamente con graduali cambi di ritmo fino al progressivo intervento di tutti gli strumenti; seguono capolavori epici come Firth Of Fifth, The Battle Of Epping Forest e Cinema Show.
La tecnica compositiva ed esecutiva del gruppo mostra un'amalgama perfetta, tastiere, voce, flauto, synth, cori e chitarre si fondono a perfezione mentre basso e batteria segnano il tempo e si alternano a momenti di puro lirismo e ad assoli tanto virtuosi quanto armonicamente integrati nel tessuto dei brani. E' sempre il cuore a prevalere sulla tecnica, che non risultai mai fine a se stessa.
Considerata l'enorme popolarità dei Genesis in Italia e tenendo conto dell'importanza della comprensione dei testi al fine della completa godibilità dell'opera, in occasione della pubblicazione di Selling England By The Pound in Italia per la prima volta viene proposta la traduzione integrale delle liriche dell'album, a cura di Armando Gallo. I testi in italiano corredati da appropriate note esplicative dell'autore appaiono all'interno della copertina apribile, mentre l'originale inglese si trova sulla "inner sleeve". A rendere unica la stampa italiana contribuisce inoltre la presenza, sul retrocopertina, di una foto del gruppo in concerto al PalaEur di Roma.
Il singolo estratto, I Know What i Like/Twilight Alehouse, ricercatissimo anche l'inedita b-side, presenta inoltre una splendida cover paragonabile, in bellezza, a quella di Happy The Man.
Da
Raro n° 150, dicembre 2003

- The Lamb Lies Down On Broadway
(1974) Charisma 66441 226 - vinile

1. The Lamb Lies Down On Broadway
- 2. Fly On A Windshield - 3. Broadway Melody Of 1974 - 4. Cuckoo Coccon - 5. In The Cage - 6. The Grand Parade Of Lifeless Packraging - 7. Back In N.Y.C. - 8. Hairless Heart - 9. Counting Out Time - 10. Carpet Crawl - 11. The Chamber Of 32 Doors - 12. Lilywhite Lilith - 13. The Wating Room - 14. Anyway - 15. Here Comes The Supernatural Anaesthetist - 16. The Lamia - 17. Silent Sorrow In Empty Boats - 18. The Colony Of Slipperman - 19. The Arrival - 20. A Visit To The Doktor - 21. Raven - 22. Ravine - 23. The Light Dies On Broadway - 24. Riding The Scree - 25. It

Musicians:
Peter Gabriel, Anthony Banks, Brian Eno, Michael Rutherford, Phil Collins, Steve Hackett

Produced by John Burns and Genesis
Engineering by John Burns
Cover by Hypgnosis

E' il momento del concept album, della vera e propria opera rock.
Peter Gabriel partorisce nel 1974 la sua creatura: un viaggio allucinante nell'inferno metropolitano da creature da incubo. La storia consiste nella catarsi mistico/sessuale del protagonista, un teppista portoricano, che parte da New York, si realizza attraverso l'incontro con diversi personaggi e situazioni, che si conclude con la sua castrazione/redenzione.
Dallo splendido intro di piano "a mani incrociate" in poi, la saga di The Lamb Lies Down On Broadway si sviluppa in quasi due ore di pathos ininterrotto, una travolgente cascata di note e di parole, una fantastica avventura nel subconscio onirico di Gabriel, mirabilmente supportato dai compagni di viaggio.
Abbandonate le atmosfere "british" dei primi album, lo stile è più evoluto e impressionista, a volte rock, e non disdegna anche esperimenti elettronici ben lontani dai clichè Genesis. La voce di Gabriel è più intrigante che mai, il lavoro di Banks alle tastiere è mastodontico e sia Hachett che Collins e Rutherford hanno parti adeguatamente bilanciate nel progetto. Considerato nella sua interezza, sicuramente il capitolo più controverso del loro repertorio (si può solo amarlo o odiarlo, senza vie di mezzo), The Lamb Lies Down On Broadway rappresenta la massima espressione dei Genesis in assoluto, sia in termini di musica che di testi, di complessità di stage e di concerti dal vivo. Segna purtroppo anche la dicotomia fra la figura del leader e il resto del gruppo, che porterà inevitabilmente alla definitiva dipartita dell' "Arcangelo Gabriele".
Anche la versione originale di The Lamb Lies Down On Broadway presenta la traduzione in italiano sia dei testi delle canzoni che della lunga introduzione/spiegazione della storia di Peter Gabriel, sempre a cura di Armando Gallo; il tutto è presente su apposite buste interne gatefols, mentre i testi in inglese sono presenti dulle "inner sleeve" vere e proprie.
Da
Raro n° 150, dcembre 2003