Lucia Ianniello
album
in pagina
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Maintenant
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Live At Acuto
Jazz
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My One And Only Planet
Nell’ormai lungo percorso personale nell’ascolto, sovente ho dato
precedenza a quei musicisti dietro le quinte rispetto che alle grandi
star pubblicizzate su copertine patinate, promosse e sponsorizzate dalle
grandi majors discografiche. Spesso mi è capitato di imbattere in
incisioni di notevole interesse. Il mondo discografico, o meglio quello
musicale, è un immenso universo e seguirlo in maniera approfondita, oggi
più di prima, è assai difficile a causa dell’eccessiva produzione che
pervade i nostri giorni.
Da qualche decennio, dopo i trascorsi giovanili negli anni ’70 nel campo
del progressive (soprattutto il Canterbury Sound), della musica
elettronica, dell’ambient music, del kraut rock, new wave, mi sono
immerso nel jazz, sia americano prima che europeo dopo, tramite le
incisioni di Miles Davis, Keith Jarrett, Charlie Parker, Charlie Mingus,
Mike Westbrook, Kenny Wheeler. Sino ad arrivare ai più recenti nordici
scandinavi Lars Danielsson, Nils Petter Molvaer, Arve Henriksen e altri
ancora senza trascurare, ovviamente, visto che la Musica non ha confini
di stato, il jazz italiano.
Piacevoli amicizie con musicisti di questo ambito musicale, mi hanno
suggerito dischi di loro colleghi, in particolare modo l’ambito dei
jazzisti romani. Tante e innumerevoli sono state le sorprese. Una di
queste è stata Lucia Ianniello: trombettista e compositrice jazz,
salernitana di nascita ma romana di adozione. La sorpresa sta nel fatto
che finalmente mi sono imbattuto in una donna trombettista a capo di un
quartetto e di un quintetto jazz con cui realizza due stupefacenti
album: Maintenant
e un live registrato all’Acuto Jazz Festival all’interno della Chiesa
di San Sebastiano di Acuto (FR) nell’agosto del 2016 dal titolo Live
At Acuto Jazz. L’antico edificio sacro risalente al XII secolo e
conseguentemente affrescato nel XVI secolo, offre ai musicisti e al
pubblico un’acustica particolare.
Va subito detto che Lucia Ianniello
frequenta, in Conservatorio, tra le altre materie, tromba jazz con Aldo
Bassi e tromba classica con Francesco Del Monte; composizione, tecniche
di arrangiamento jazz e tecniche di strumentazione ed orchestrazione
con Marco Tiso e Roberto Spadoni. Consegue il Diploma Accademico di I
livello in Tromba con Francesco Del Monte e i Diplomi Accademici di I e
II livello in Jazz, con il massimo dei voti, presso il Conservatorio “L.
Refice” di Frosinone. Oltre a questi studi la sua carriera viene
cesellata da vari riconoscimenti provenienti dal mondo del jazz e da
pregevolissime recensioni di autorevoli critici musicali su giornali
specializzati nel settore. Il suo amore verso una coscienza civile e
l’improvvisazione jazz, la conducono ad uno studio approfondito sulla
Pan Afrikan Peoples Archestra (P.A.P.A) attraverso la figura del
trombonista, pianista, compositore e arrangiatore Horace Tapscott,
fondatore di un movimento culturale afro-americanoa Los Angeles nato
negli anni ’60 anche per rivendicare i diritti civili dei neri negli
USA.
Il lavoro d’esordio
Maintenant
(dal francese:”adesso”) è stato inciso tra giugno 2014 e marzo del 2015
al LUPA Studio di Roma. La formazione in questa incisione è in quartetto
dove troviamo, oltre a Lucia Ianniello alla tromba e al flicorno, Diana
Torti alla voce, Giuseppe La Spina alle chitarre e Paolo Tombolesi alle
tastiere, basso acustico e percussioni.
L’album si apre con il lungo brano omonimo su delicate note di
pianoforte e soffici percussioni per lasciare poi spazio alla tromba di
Lucia Ianniello. Ovviamente come estimatrice del movimento musicale
della Pan Afrikan Peoples Arkestra, non poteva mancare nell’album, un
pregevole omaggio a Horace Tapscott con
Ballad For Samuel.
Come terza traccia del cd, l’autrice ci propone una sua composizione dal
titolo
Our Summer:
le dissonanze dei fiati sono il fulcro di questo brevissimo brano di
quasi un minuto e mezzo che risplende di luce propria.
Desert Fairy Princess
e
Peyote Song No. III
sono due composizioni di Jesse Sharps, virtuoso sassofonista e
clarinettista jazz di Los Angeles anch’egli facente parte del movimento
sopra citato. La motivazione per cui la Ianniello inserisce anche questi
due brani la troviamo nelle note di copertina: “L’idea di registrare,
oltre alle mie composizioni originali, tre brani tratti dal repertorio
della Pan Afrikan Peoples Arkestra, parte da lontano, da quando mi ero
imbattuta nella musica, nell’opera e nella visione di Horace Tapscott
(1934-1999). Questo musicista, a partire dal 1961, impiegò tutte le sue
energie per dare la giusta rilevanza e dignità alla comunità
afro-americana di Los Angeles, ai progetti artistici e ai rapporti
umani, dando vita a una delle prime associazioni artistiche nere
composta da musicisti, pittori, poeti e ballerini. <<La nostra musica è
contributiva e non competitiva>> diceva, e io, grazie anche al lavoro di
Steven L. Isoardi, autore della bibliografia fondamentale su Tapscott e
sulla vita musicale negli anni d’oro di Central Avenue, ho avuto modo di
studiarlo e amarlo. Per me, che penso che prima della musica venga lo
sviluppo dell’identità umana e cerco un dialogo speciale con i musicisti
con cui collaboro, che tenga conto della qualità del rapporto
innanzitutto, il passo successivo è stato naturale”.
Other
e
Préliminaires Amoureux
sono composizioni della nostra trombettista. Sicily invece è
stata composta dal chitarrista Giuseppe La Spina il quale morì durante
il lavoro di registrazione di questo meraviglioso disco. Per Lucia
Ianniello era doveroso ricordarlo attraverso una delle sue più belle
composizioni inedite.
In
Maintenant
è sorprendente la totale assenza della batteria, e questo ne fa una
peculiarità assai rara. Come è altrettanto sorprendente che fin dal
primo ascolto troviamo impronte lasciate dalla storia del jazz nord
europeo degli anni ’70 che diventano un linguaggio nuovo per il jazz
stesso grazie alla creatività sensibile, raffinata ed eclettica
dell’autrice.
Come perle di una collana, i brani eseguiti dal vivo in
Live At Acuto Jazz,
si susseguono con una scorrevolezza assai preziosa per l’ascoltatore. In
questa formazione, anch’essa senza la presenza della batteria, vediamo
l’entrata di Andrea Polinelli al soprano e alto sax e al flauto. Oltre
all’autrice, restano nella formazione Paolo Tombolesi, Diana Torti con
la sua splendida voce e al basso elettrico subentra un’altra donna di
pregevole talento: Cristina Patrizi.
Come spesso accade nelle registrazioni dal vivo, troviamo brani già
incisi in studio. A firma Ianniello identifichiamo qui
Our Summer,
Other
e
Maintenant,
già presenti nel lavoro d’esordio. Ad un festival jazz ovviamente non
possono mancare tributi alle grandi colonne storiche di questa musica.
La trombettista ci ripropone brani di Horace Tascott e Jesse Sharps. La
traccia che chiude il cd è
Eternal Egypt Suite, part 4 (of four parts),
composta da Fuasi Abdul Khaliq.
L’interplay tra i musicisti è di notevole esecuzione grazie alla loro
esperienza di improvvisazione: stile ed eleganza.
Durante un’amichevole conversazione telefonica ho chiesto a Lucia se
avesse qualcosa in cantiere e, con il suo classico sorriso in
sottofondo nel suo parlare, mi ha risposto: “Il
lockdown ha bruscamente interrotto e sospeso un nuovo lavoro “Human
Race” in quartetto (Filiberto Palermini ai saxofoni, Paolo Tombolesi
alle tastiere e Alessandro Del Signore al contrabbasso) con il quale
avevamo già fissato concerti ahimè annullati. Con la sosta forzata, le
mie esigenze sono cambiate ed ecco una rinnovata voglia di scrivere, di
fare ricerca e registrare. Tornerò in studio il prossimo novembre in
Trio, e così il sodalizio artistico di lunga data con il pianista
Paolo Tombolesi sarà arricchito dalla chitarra di Roberto Cervi che
vanta collaborazioni con Jamaaladeen Tacuma e Calvin Weston (membri del
Prime Time di Ornette Coleman). Le musiche e un testo, originali,
riflettono i nostri sentimenti antirazzisti e il netto rifiuto di ogni
disumanizzazione. Infine, giacché i miei primi tre CD sono stati
volutamente drumless, questo inverno lavorerò ad un duo con l’eclettico
e visionario batterista Ivano Nardi”.
A me resta soltanto, in conclusione, di porgere a Lucia Ianniello un
cordiale saluto e un proficuo buon lavoro.
Oscar Piaggerella
da Mat 2020 dicembre 2020
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- Maintenant
(2015) Slam 566 - cd
1. Maintenant
11.19 - 2. Ballad For Samuel
4.15 - 3. Our Summer
1.24 - 4. Desert Fairy Princess
11.55 - 5. Other 3.23 - 6. Peyote Song No. III
13.28 - 7. Sicily 5.27 - 8. Pleliminaitires Amoureux
6.16
Musicians:
Lucia Ianniello, Diana Torti, Giuseppe La Spina, Paolo Tombolesi
Produced by SLAM
Recorded at Lupa Studio, Rome from July 2014 to March 2015
Engineering by Cecafumo
Cover photo by Stefano Giorgi
Maintement è il primo cd come bandleader di Lucia Ianniello,
trombettista di formazione jazzistica aperta a sperimentazioni in altri
ambiti musicali, anche attraverso l'ideazione di progetti
multidisciplinati.
Questo disco è un lavoro per immagini, ambienti e paesaggi sonori, un
po' visionario, con una ricerca particolare sulla melodia e sui timbri.
Le ampie aree di improvvisazione collettiva sono concepite come
stratificazioni di suoni con modalità contrappuntische.
Il quartetto proponoe una sonorità cameristica ottenuta,
nonostante una grande presenza di strumenti elettronici ed effetti,
anche grazie agli arrangiamenti della trombettista, caratterizzati
dall'assenza della batteria e dell'uso strumentale della voce senza
testo.
Ma la filosofia di fondo di questo lavoro si esprime, al di là degli
aspetti stilistici e formali, nel tentativo di privilegiare l'urgenza
espressiva e il rapporto umano tra i musicisti, lontano da qualsiasi
forma di compiacimento.
Geroge Haslam
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Live At Acuto Jazz
(2016) Slam 585 - cd
1. Our Summer
3.03 - 2. Peyote Song No. III
8.44 - 3. Other 5.21 - 4. Little Africa
7.07 - 5. Desesert Fairy Princess
12.12 - 6. Quagmire Manor At Five A.M.
7.54 - 7. Ballad For Samuel
6.50 - 8. Maintenat
8.50 - 9. Eternal Egypt Suite, Part 4
(of four parts) 8.36
Musicians:
Lucia Ianniello, Diana Torti, Paolo Tombolesi,
Andrea Polinelli, Cristina Patrizi
Produced by SLAM
Recorded in the Church of Saint Sebastian, Acuto (Fr), Italy in August
2016
Engineering by Cecafumo
Cover photo by Massimo De Dominicis
Live At Acuto Jazz è il secondo cd come bandleader di Lucia
Ianniello, pubblicato dalla nostra etichetta discografica a distanza di
un anno e mezzo da Maintent.
Questo disco chiude un cerchio che la trombettista traccia, con la sua
ricerca musicale, intorno alla figura di Horace Tapscott e della Pan
Afrikan Peoples Arkestra (P.A.P.A.); una ricerca che era partita
con il primo cd Maintenant. Si tratta di una registrazione live
realizzata in occasione del Festival Acuto Jazz (FR) Italia, in un sito
suggestivo: la Chiesa di San Sebastiano risale al XII secolo e
riccamente affrescata nel XVI secolo. E' un omaggio ai promotori e
soggetti chiave del vivace movimento della comunità afroamericana di Los
Angeles, che si è sviluppato negli ultimi quant'anni dello scorso
secolo.
Nel cd, oltre a tre brani originali, sono presenti brani del repertorio
della P.A.P.A., in particolare di Horace Tapscott e di Jesse Sharps,
Fuasi Abdul-Khaliq e Michael Session ai quali Tapscott delegava
spesso la direzione dell'Arkestra a partire dagli anni '70. Inoltre è
presente un brano di Linda Hill pianista e cantante, tra i fondatori e i
più attivi menbri del movimento di cui l'Arkestra era l'estensione
musicale collettiva.
Il quintetto effettua una rilettura originale di questo repertorio. Gli
arrangiamenti non prevedono la batteria e l'uso della voce, tramme che
per due brani che hanno un testo, è di tipo strumentale. Ampio spazio è
lasciato all'improvvisazione collettiva con una ricerca espressiva
riconducibile più a scelte di natura timbrica e melodica che a
compiacimenti di tipo virtuosistico.
George Haslam
- My
One And Only Planet
(2022) Freely frl 001 - cd
1. Over The Wind
5.08 - 2. Paolo's Interlude
1.33 - 3. New Drop
4.03 - 4. Mario's Interlude
1.36 - 5. Yellow Ladybug
3.49 - 6. Calvin's Interlude
3.23 - 7. Sea Swallow
5.51 - 8. Lucia's Interlude
1.30 - 9. Ocean On Fire
2.07 - 10. Roberto's Interlude
1.46 - 11. Forest Keepers
6.13
Musicians:
Lucia Ianniello, Paolo Tombolesi, Roberto Cervi, Mario Mazzenga, Grant
Calvin Weston
Recorded in Philadelphia (USA), Picinisco, Sora, Terracina and Acuto
(Italy) on 2021
Engineering by Roberto Cervi
La Storia ci
insegna che l’Umanità, nel suoi momenti ciclici più oscuri, ha spesso
trovato nella Scienza e nelle Arti un humus favorevole da cui far
emergere nuove invenzioni che hanno rivoluzionato il mondo; e le
espressioni artistiche, sia in pittura, scultura, teatro, danza, hanno
dato alla luce nuove tendenze, nuovi concetti filosofici e idee per il
loro svolgimento futuro, generando Conoscenza e Bellezza. Oggi viviamo
sotto la minaccia epocale dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento,
la guerra e, da due anni a questa parte, l’arrivo del Covid19. Proprio
nel 2021 cinque “bambini” (così si definiscono metaforicamente nelle
note di copertina) rimasti intrappolati nel periodo del lockdown,
decidono di giocare la musica a distanza. Sono cinque solitudini che si
stringono in un abbraccio collettivo, fortemente convinti che tessere
una rete di emozioni possa rafforzare maglie e nodi, come dei pescatori.
Nasce così “My One And Only Planet” che è un
meraviglioso lavoro collettivo dove vediamo Lucia Ianniello alla tromba,
Roberto Cervi alle chitarre, Paolo Tombolesi al piano e alle tastiere,
Mario Mazzenga al basso elettrico e Grant Calvin Weston, già batterista
di Ornette Coleman nel gruppo Prime Time e successivamente nei Lounge
Lizards di John Lurie e infine collaboratore di James Blood Ulmer.
Quindi si tratta di una co-produzione dei cinque musicisti coinvolti
che, nell’impossibilità di suonare insieme nello stesso luogo, hanno
ideato un’inedita modalità di lavoro. Le parti di batteria sono state le
prime a essere registrate a Philadelphia da Calvin, che le ha poi
inviate agli altri quattro musicisti residenti in Italia. Roberto Cervi,
ha curato anche gli aspetti tecnici. Lucia Ianniello, Paolo Tombolesi e
Mario Mazzenga si sono quindi avvicendati aggiungendo a turno le loro
esecuzioni, molto spesso improvvisate, in un ordine differente in ogni
brano. In questo modo ciascuno di loro ha avuto una diversa possibilità
di caratterizzare i brani proponendo agli altri idee musicali e percorsi
personali di ricerca. Con sorpresa ci troviamo dinanzi ad un risultato
che sembra il frutto di un’esecuzione live, i musicisti si inseguono in
uno stupefacente interplay. Durante una conversazione con Lucia
Ianniello, mi diceva che tutti loro sentivano l’esigenza di intervallare
i sei brani collettivi con un personale e più intimo sguardo. Ecco che
durante l’ascolto del disco troviamo alternanza di brani di forte
impatto sonoro con momenti solistici di carattere meditativo. L’idea di
base dei musicisti in questo “My One And Only Planet” viene
rivelata dai titoli stessi dell’album e dei brani: è la centralità della
questione ambientale nel dibattito politico, sociale e culturale. Nel
momento in cui tutti questi sconvolgimenti del pianeta mettono a
repentaglio il futuro dell’Uomo, l’esperienza della pandemia, ricordano
i musicisti, che nessuno si salva da solo, ma che c’è bisogno di una
presa di coscienza e di un lavoro di tutti i popoli della terra e
ancora, in Arte, una nuova concezione di dialogo tra il fare artistico.
“My One And Only Planet”, di fatto è una jam session (in questo
caso telematica): ossia una riunione di musicisti che si ritrovano per
una performance musicale senza aver nulla preordinato, solo
improvvisando. Il termine “jam session” deriva da “jamu”, “youruba”,
termine
proveniente
dall’Africa Occidentale che starebbe ad indicare “insieme in concerto” e
che nacque negli Anni Venti negli ambienti jazz. La jam session è un
ritrovo di musicisti, proprio appunto come in questo caso, che hanno
così l’opportunità di provare nuovo materiale musicale e mettere alla
prova la loro abilità di improvvisatori in confronto con altri
strumentisti. Le jam session sono un terreno fertile per l'incontro di
musicisti, lo scambio di idee, e sono quindi l'occasione dove sono nate
molte collaborazioni musicali come questa incisione dimostra.
Inciso in pieno periodo di pandemia nel 2021 in undici tracce, My One
And Only Planet, resta una tra e più belle uscite, in campo jazz
contemporaneo, di questo inizio 2022. Pregevole è anche la pubblicazione
in cd digipack della Freely Records in edizione limitata.
Oscar Piaggerella da: Lo Scrigno di Pandora, marzo 2022.
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