Pierrot
Lunaire
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Gudrum
Questa formazione romana nasce su
impulso di Chiocchio e Caporaletti, ai quali si unisce in seguito
Stalteri, anch'egli con studi classici alle spalle. L'esordio non
risente molto del background colto dei tre musicisti, anzi è proprio la
semplicità dei pezzi uno dei punti di forza del loro disco.
Complessivamente si tratta di una musica piacevole e originale, di
grande efficacia, costruita su atmosfere rilassate e con un massiccio
utilizzo di chitarre acustiche e pianoforte. Degna di menzione è anche
la voce di Stalteri, che si fa notare per la sua particolare
espressività.
Nel 1976, quando Caporaletti lascia il posto al soprano gallese
Jacqueline Darby, cambia anche l'impostazione musicale del gruppo, che
vira bruscamente verso la musica d'avanguardia.
Gudrun,
secondo album del gruppo, pubblicato dopo varie vicissitudini, è un
lavoro molto ambizioso ma anche molto difficile per il pubblico del
rock, il uale avrà forse problemi a terminare l'ascolto anche solo degli
undici minuti e mezzo iniziali, che danno il titolo all'album. Spicca
anche la curiosa rivisitazione di
Plaisir D'Amour, nella cui seconda
parte è possibile ravvisare tracce di quella che oggi si definisce
"world music".
Alessandro Gaboli
e Giovanni Ottone
da Progressive Italiano
ed. Giunti
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- Gudrun
(1977) It ERC-32008 - cd
1. Gudrun 11.23 - 2. Dietro Il Silenzio 2.37 - 3. Plaisir d'Amour 4.43 - 4. Gallia 2.07 - 5. Giovane Madre 3.46 - 6. Sonde In Profondità 3.35 - 7. Morella 5.01 - 8. Mein Armer Italiener 5.26
Musicisti:
Arturo Stalteri, Gaio Chiocchio, Jacqueline
Darby, Massimo Buzzi
Produzione: Pierrot Lunaire
Tecnico del Suono: Enzo Martella
Secondo album per i
Pierrot Lunaire del compianto Gaio Chiocchio e Arturo Stalteri,
registrato tra la fine del 1975 e la prima metà del 1976 è anche
l'ultimo capitolo per questa formazione avanguardistica italiana.
Originariamente l'uscita di questo album era prevista per il settembre
del '76, ma la Vista (il marchio più sperimentale della RCA),
pubblicò solo il 45 giri contenente Plaisir d'Amour e Giovane
Madre.
Gudrun rimase perciò nel cassetto per un anno intero (uscirà
nel 1977 per la IT).
La formazione del gruppo nel frattempo era cambiata: Vincenzo
Caporaletti aveva lasciato il complesso (in seguito approderà al
jazz) e gli era subentrato il soprano gallese Jaqueline Darby, Gudrun
contiene brani molto diversi l'uno dall'altro, scanditi dallo
scatto di un apparecchio fotografico (ogni composizione rappresenta
infatti un'istantanea sonoro).
Non manca, anche in questo caso, il tributo di Gaio ad Edgar Allan
Poe, costituito da Morella (dall'omonimo racconto), mentre
Jacqueline è protagonista, con Gallia, di un omaggio atonale
alla sua terra.
Nonostante la varietà delle ambientazioni sonore, l'album si muove in
un ambito unificante, teso a rappresentare la contrapposizione tra la
calda luce dell'amore e l'oscuro delirio della guerra. Gudrun
è frutto di un grande lavoro di insieme: i brani furono scritti quasi
interamente a quattro mani da Gaio Chiocchio e Arturo Stalteri, con
forte coesione.
Il disco venne registrato da Enzo Martella, che diede un importante
contributo al risultato finale; assistito da Raffaele Cricchi (anche
egli purtroppo come Gaio, tristemente scomparso). Per la realizzazione
di Gudrun, fu addirittura costruito appositamente un
oscillatore, il waltsynth.
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