Edmondo Romano
album
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Missive Archetipe
- Sonno Eliso
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- Sifr
(Motus Laevus)
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Missive Archetipe
(2014) Felmay fy 7042 - cd
1. Petali Di Carne - 2. Parabola - 3. Carme - 4. Ahava - 5. Dato Al Mondo - 6. Ninna Nanna - 7. Il Giardino Degli Animali Eterni
- 8. Di Questo Amore Morite - 9. Diluvio - 10. Questa Terra - 11. Vestire La Tua Pelle - 12. Missive Archetipe
Musicians:
Edmondo Romano, Gianfranco Di Franco, Max Di Carlo, Marco Fadda,
Riccardo Barbera, Arturo
Stalteri, Elena Carrara, Fabio Vernizzi, Vittoria Palumbo,
Redouane Amir, Kim Schiffo, Marco Beasley, Simona Fasano, Lina Sastri,
Laura Curino, Alessandra Ravizza, Roberto Piga, Alessandra Dalla Barba,
Gabriele Imparato
Produced by Edmondo Romano
Engineering by Edmondo Romano
Recorded at Eden Stusio, Genoa
Cover art by Edmondo Romano
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Sonno Eliso
(2012) Felmay esp 030 - cd
1. Sonno Eliso (Elysium Sleep) - 2. Canto Per Lei (Theme Of Her) -
3. Preghiera (Prayer) - 4. Corpo (Body) 5. Fiato (Breathe) - 6. Intercessione /Intercession) -
7. Rilucente (Shinubg) - 8. Canto Di Lui (Theme Of Him) - 9. Nadi (Nadi) - 10. Trasfigurazione (Transfiguration)
- 11. Risucchio (Spiral) - 12. Intelletto (Mind)
Musicians:
Edmondo Romano, Mario Arcari, Alessio Pisani, Roberto Piga, Kim
Schiffo, Fabio Vernizzi, Riccardo Barbera, Ares Tavolazzi, Marco Fadda,
Elias Nardi, Daniele Bicego, Luca Montagliani
Produced by Edmondo Romano
Engineering by Edmondo Romano
Recorded at Eden Stusio, Genoa, Studio Zerodieci, Genoa and Apollo
Studio, Genoa
Cover art by Edmondo Romano and Simona Fasano
Il teatro è un’espressione artistica
antichissima legata al Mito e al Rito, i quali scaturiscono dalla
culla della nostra civiltà occidentale, ossia l’Antica Grecia. Infatti
il termine etimologico di teatro deriva dal verbo theàomai: guardare,
osservare. Come in tutte le forme d’arte, anche il teatro è strettamente
legato all’interazione comunicativa tra gli elementi che lo compongono:
attore e pubblico. Entrambi hanno una funzione primaria, necessaria
all’esistenza del fatto teatrale. L’attore rappresenta un “corpo in
movimento” con precise finalità espressive nel contesto della scena. Lo
spettatore invece è il fruitore ed è partecipe all’avvenimento e
condiziona emotivamente l’andamento dell’espressività dell’evento
artistico. Con il passare del tempo, nell’evoluzione dell’uomo, anche
questa forma artistica ha avuto il suo sviluppo in stili diversi: dal
teatro antico, al teatro detto tradizionale, al teatro contemporaneo. Il
cinema spesso ne è stato influenzato e se ne è appropriato facendo
trasposizioni di pieces teatrali più o meno
riuscite.
Anche la musica ha contribuito a
caratterizzare il teatro. La musica incidentale, o più comunemente detta
musica di scena, contribuisce a vivificare emotivamente lo spettacolo.
Infatti l’azione scenica viene caratterizzata da una stretta interazione
tra recitazione e musica. Nel caso della musica composta per il teatro,
questa interviene sempre, o quasi, senza interferire sugli sviluppi
della vicenda a cui si assiste, commentando o sovrapponendosi alla
recitazione, oppure intercalando le scene. Non si può parlare di stili
musicali nell’ambito teatrale in quanto, essendo l’apporto sonoro
funzionale al susseguirsi delle scene stesse, le definizioni
diventerebbero “imprecise”. In questo senso il discorso sul rapporto
tra musica e teatro e molto difficile e complesso da affrontare
nonostante la storia ci abbia offerto grandi esempi nel settore.
Gradirei citare, come esempio, le collaborazioni tra Kurt Weil e Bertold
Brecht anche se il rischio è quello di finire di parlare di “teatro
musicale”.
Sono molti i
musicisti che hanno intrapreso questo rapporto peculiare ottenendo
grandi risultati e successo, sia nel teatro, che nel cinema che nel
balletto. In questo contesto la figura di Edmondo Romano assume un
ruolo del tutto personale e originale.
Nato in una famiglia di artisti (padre scrittore e madre pittrice),
Edmondo Romano cresce respirando le arti della musica e del teatro visto
anche che i suoi genitori gestivano una Compagnia Teatrale a Genova
dagli inizi degli anni ’70 fino alla fine degli anni ‘90:la Compagnia
della Bottega dell’Arte. Così, fin dall’infanzia, questo musicista e
compositore genovese, inizia a coltivare l’amore verso la musica, il
teatro e gli strumenti tradizionali e che, come vedremo in seguito, ne
acquisterà moltissimi e li suonerà. Strumenti a fiato provenienti da
tutto il mondo e in particolare quelli di cultura mediterranea e
mediorientale. Lui stesso ama autodefinirsi un polifiatista. Di
conseguenza questo percorso tra scena e suono, per Romano diviene
naturale e spontaneo, al punto che, da adulto fonda nel 2006, insieme a
Simona Fasano, la Compagnia del Teatro Nudo.
In teatro la musica rafforza la scena e quest’ultima si nutre di
immagini. In teatro la musica è un tappeto sonoro con cui gli attori
intersecano le loro azioni. Ma ad Edmondo Romano ciò non basta. Il
musicista genovese, spesso, essendo anche regista, si esibisce sul palco
per prendere parte attivamente ed “appropriarsi” un po’ delle arti degli
altri sincronizzandosi con loro.
Cito volutamente solo alcune delle innumerevoli collaborazioni e
progetti sia teatrali che puramente musicali, a cui Edmondo Romano ha
partecipato nel corso della sua carriera musicale: Luna Quart, Avartra,
Ancient Veil, Cabit, Piccola Banda di Cornamuse, Orchestra Bailam, Rebis,
Picchio Del Pozzo, Finisterre, Motus Laevus, ecc. Ha suonato e composto
numerose colonne sonore cinematografiche (in collaborazione con Pivio e
Aldo De Scalzi) musicato reading poetici per Adonis, Fernanda Pivano,
Mario Macario, Maurizio Maggiani, Don Andrea Gallo, Ugo Volli,
Sesbastiano Lo Monaco, Dario Vergassola, Aldo Ottobrino, Mario Macario,
Carla Peiroleiro, Laura Sicignano, Enrico Campanati, Paola Bigatto,
Quelli lì, Claudio Pozzani, Vanni Valenza, Emanuele Conte, Igor
Chierici, La Compagnia del Suq, Chicco Alcozer, Amedeo Romeo,
Michelangelo Pulci & Alessandro Bianchi
dello staff di
Buldozzer, Enrique Balbontin per Colorado Cafè. Ha composto musiche per
teatro (Teatro Nudo, Laura Curino, Lina Sastri, Teatro Cargo, Teatro
della Tosse, Teatro Archivolto, Stabile di Catania) e televisione,
esibendosi con numerosi musicisti in Italia, Europa, Asia, Sud America,
condividendo palco ed esperienza discografica con Vittorio De Scalzi,
Mauro Pagani, Picchio dal Pozzo, Mario Arcari, Ares Tavolazzi, Antonio
Marangolo, Ingrid Chavez, Yo Yo Mundi, Armando Corsi, Tony Esposito,
John Hackett,
Cristiano De Andrè, Aldo Tagliapietra, New Trolls, PFM,
Renanera, Lino Vairetti, Clive Bunker, Beppe Barra, Gino Paoli, Alberto
Fortis, Marco Beasley, Marco Fadda, Elias Nardi, Max Manfredi, Arup
Kanti Das, Filippo Gambetta, Maurizio Martinotti, Stephane Casalta,
Franco Lucà, Roberta Alloisio, Federico Sirianni, Gnu Quartet, Rebis,
Luca Falomi,Birkin Tree, Liguriani, Gianfranco De Franco, Edward Neill,
Loris Lombardo, Tina Omerzo.
Vorrei invece soffermarmi più approfonditamente sull’analisi delle due
incisioni uscite suo nome: Sonno Eliso e Missive Archetipe.
A mio parere questi due dischi rispecchiano a pieno la vocazione
teatrale della ricerca sonora di questo autore.
Con una splendida fotografia in copertina, nel 2012 esce Sonno Eliso
edito dalla Felmay. A primo impatto nell’ascolto di queste tredici
tracce, pure a me è successo, come sottolinea nelle note di copertina
Paolo Fresu, di venir colpito dal suono. Quel sound costruito con
impeccabile composizione che ci trasporta in “immagini soggettive” come
se dentro noi stessi si aprisse una palcoscenico dove tredici “scene” si
dipanano davanti ai nostri occhi. Ecco allora che l’amore verso il
teatro, in questo disco prende corpo.
Oltre alla peculiare partecipazione di Ares Tavolazzi (ex Area) al
contrabbasso in Preghiera, troviamo: Mario Arcari all’oboe,
Alessio Pisani alla tuba, Roberto Piga al violino e alla viola, Kim
Schiffo al violoncello, Fabio Vernizzi al pianoforte, Riccardo Barbera
al contrabbasso, Marco Fadda alle percussioni, Elias Nardi all’oud
(tipico strumento a corde mediorientale), Daniele Bicego al corno e Luca
Montagliani all’accordion. L’autore invece interviene, insieme ai
collaboratori al sassofono, al clarinetto, al duduk (flauto armeno in
legno di ciliegio), al whistle e al santur (strumento a corde percosse
iraniano diffuso in tutto il Medio Oriente).
Sonno
Eliso
(Elysium
Sleep) : “sonno” come una parentesi di alleggerimento della vita
quotidiana; “eliso” come portato via o come estasi paradisiaca. E’ un
concept album basato sulla dualità/complicità tra il maschile e il
femminile. Il disco suddiviso in due parti, esplora ritmi dispari per
impersonare la parte femminile, mentre la parte maschile viene
strutturata su ritmi pari. Dunque il fulcro tematico è l’incontro che
avviene solamente nel brano di chiusura: “Risonanza (Resonance)”.
L’album si apre con il brano omonimo il quale, dopo un lunga
introduzione intimistica e poetica si conclude poi in una danza ipnotica
dal sapore mediterraneo. Cultura musicale all’autore molto cara. La
bellezza della femminilità viene espressa nella seconda traccia: “Canto
Di Lei (Theme Of Her)”, dove Roberto Piga al violino illustra in
maniera magistrale nell’esecuzione della composizione stessa, la
dolcezza e la generosità di quel mondo, per noi maschi, così distante e
al contempo così vicino e complementare. Dopo l’emotività e la
spiritualità di Canto di Lei e Preghiera, Edmondo Romano
decanta, nella quarta traccia “Corpo (Body)”, l’aspetto
dell’appropriazione dello spazio della carne, del corpo in movimento. La
materia diventa danza ricca di sensualità e gioia di vivere. Segue “Fiato
(Breathe)”: delicatezza e malinconia decantate dal protagonismo del
duduk armeno e dagli archi in sottofondo. “Fiato” rappresenta anche la
vita generata dal femminile. A conclusione della parte femminile
troviamo “Intercessione (Intercession)” dove il pianoforte di
Fabio Vernizzi e gli archi di Roberto Piga avvolgono in un’atmosfera di
sublime dolcezza.
Con la settima traccia ”Rilucente (Shining)” inizia la seconda
parte di questo concept album dedicata alle “scene musicali” del
maschile per dare spazio a “Canto Di Lui (Theme Of Him)”,
basate, come dicevo, su tempi pari. Nella prima, grazie alle percussioni
di Marco Fadda e gli archi Roberto Piga, i fiati di Romano sono come un
sogno che riemerge da perdute verità sonore, come in passato fece la
Third Ear Band di Glen Sweeny: atmosfere arcane. La seconda invece
narra, descrive, romanza musicalmente il maschile. Leggerissimi tocchi
di pianoforte introducono in Nadi che ci avvolge come se fosse
quasi un’intimissima ninna nanna in cui non mancano profondissimi
paesaggi sonori di rara bellezza. Il solitario assolo di fiati del
musicista, malinconico e medio orientaleggiante aleggia libero
nell’innocenza dell’aria in “Trasfigurazione (Transfiguration)”:
appunto la trasfigurazione che si manifesta a noi. Ritroviamo il fascino
della descrizione sonora come “scena” in “Risucchio (Spiral)” per
concludersi in una descrizione volutamente astratta della scena. Qui la
dualità torna sotto altra forma ma questa volta non di concetto ma di
composizione nella partitura. A lasciarci attoniti davanti a tanta
bellezza sonora è “Intelletto (Mind)” che chiude così questo
pregevolissimo lavoro.
Sempre per la Felmay nel 2014 esce il
secondo lavoro a nome solista: Missive Archetipe. La formazione
dell’ensamble si amplia. Si unisce in Petali Di Carne, Ninna
Nanna, Dilivio e Missive Archetipe il pianista, ex
Pierrot Lunaire, Arturo Stalteri. Si aggiunge anche il contributo dei
vocalist: Marco Bearsley, Simona Fasano, Lina Sastri, Laura Curino,
Alesandra Ravizza, i quali daranno un’enorme apporto alle composizioni
di Romano. Entrano alla tuba Redouane Amir e all’oboe Vittoria Palumbo e
Elena Carrara. Si inseriscono la tromba di Max Di Carlo e Gianfranco Di
Franco al flauto e al clarinetto.
Anche Missive Archetipe è un pregevolissimo concept album basato
sul verbo poetico, il racconto, e comunque sulla parola: dalle origini
ai giorni nostri. Quindi la comunicazione.
Nella scienza della Neurolinguistica, iniziata con Milton H. Erickson e
ampliata da Richard Bandler, John Grindler e altri ancora, è stato
scientificamente appurato che la parola genera immagina fra gli
interlocutori. Ovviamente il teatro fa un abbondante uso della parola,
proprio per “sottolineare” al meglio l’immagine della scena. Missive
Archetipe, nonostante i brani siano strutturati strumentalmente,
intimistici, o comunque lirici, tuttavia restano legati all’immagine
attraverso la poesia di Catullo in Carne, terza traccia del cd,
all’evocazione di una ninna nanna tradizionale (sesta traccia)
sviluppata poi musicalmente. In un recitato da un testo di Jalal al-Din
Rumie, supportato da un profondo tappeto sonoro, si snoda l’ottava
traccia: “Di Questo Amore Morite”. “Vestire La Tua Pelle”
è un omaggio, tratto da Useless Knowledge, alle poesie di Charlotte
Delbo, scrittrice francese nota soprattutto per le sue memorie di
prigionia ad Auschwitz.
Strettamente collegato a Sonno Eliso, anche in questo disco
l’autore fa uso, non solo di strumenti a fiato come il sassofono
soprano, i vari tipi di clarinetti ma anche di ulteriori strumenti
etnici come il chalumeau (strumento a fiato a canna cilindrica e ancia
singola), low whistle e hiss.
Il riverbero teatrale amalgama tutta la composizione,
creando un eloquio compositivo tra suoni, parole e tensione narrativa.
Un fluido interporsi di interazioni armoniche costruiscono l’insieme
dell’azione, per dare corpo all’idea.
Ritengo Sonno Eliso e Missive Archetipe di Edmondo Romano,
due lavori “imponenti” ; e quando asserisco ciò, non mi riferisco a
grandezze fisiche o a dimensioni gigantesche, ma semplicemente alla
chiarezza di idee, di intenti e di realizzazione.
Oscar Piaggerella da Mat2020 ottobre2020
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