Frank Zappa
(1940 - 1993)



album in pagina:

- Freak Out!
- Absolutely Free
-
Uncle Meat
-
Burnt Weeny Sandwich
-
Weasels Ripped My Flesh
-
Hot Rats
- Crusing Ruben And The Jets
- Guitar
- Jazz From Hell
- Joe's Garage act I, II and III
-
The London Symphony Orchestra
  Vol. 1

- The London Symphony Orchestra
  Vol. 2

- The Yellow Shark
- The Grand Wazoo
- Chunga's Revenge
- Sheik Yerbouti
- Fillmore East-June 1971
- Does Humor Belong In Music?
- Zoot Allures
- A Live In New York
- Studio Tan
- Orchestral Favorites
- 200 Motels
- Sleep Dirt
- Apostrophè
- The Man From Utopia
- Over-nite Sensation
- Them Or Us
- One Size Fits All
- Civilization Phase III
- Son Of Cheep Thrills
- The Lost Episodes
- Tinsel Town Rebellion
- Trance-Fusion
- Imaginary Diseases
- Bongo Fury (with Captain Beefheart)
- Lather
- Lumpy Gravy
- Freaks & Mothers
- Thing Fish
- Broadway The Hard Way

- Shut Up'n Play Yer Guitar
- Playground Psychotics

- The Best Band You Never Heard
  In Your Life
- You Are What You Is
- Roxy & Elsewhere


collabora in:

- King Kong
  (Jean Luc Ponty)

Francis Vincent Zappa, oriundo greco-siciliano del Maryland (nato nel 1940), si traferì a dieci anni con la famiglia in California, ai margini del deserto di  Mojave. Crebbe nella zona e si diplomò, nel 1958, all'Antelope Valley High School. Dinamitardo a sei anni, batterista a dodici, compositore per complesso da camera a quindici, Zappa bruciò le tappe della creatività, dimostrando fin da piccolo un'insolita irriverente vitalità. La sua formazione musicale si compì nei ranghi di un complessino scolastico, denominato Blackouts, che giocava a riproporre quei classici del rhythm and blues che, al di là della professata ammirazione per musicisti contemporanei come Varese e Cage, rappresentavano le sue vere basi musicali. In quanto ad educazione accademica di teoria musicale, i sei mesi di college del 1959 sono tutto ciò che ebbe.

Sbarcò in seguito il lunario suonando nei bar, musicando spot per le televisioni locali (al 1962 risale la sua primissima registrazione) e componendo colonne sonore per films di serie B, fra i quali The World's Greatest Sinner e Run Home Slow. Comparve anche in un varietà televisivo esibendosi in un "concerto per bicicletta". Con i proventi di tali multiformi attività, Zappa manteneva il complesso scaturito dai Blackouts, che di volta in volta veniva ristrutturato e cambiava nome. Il loro repertorio era ancora orientato ai generi neri, con molto ritmo e larga base melodica, più o meno lo stile commercializzato dai gruppi vocali bianchi del periodo.

 Nel 1963 riuscì ad aprire uno studio di registrazione a Cucamonga, che divenne la base per un'attività più meditata (e dove registrò il primo 45 giri).

Le amicizie del ventitrenne Zappa andavano dalla Magic Band di Donald Van Vliet ai Soul Giants di Ray Collins, Roy Estrada e Jimmy Carl Black, tutti talentuosi dilettanti del rhythm and blues, ed altri musicisti freak della zona, tipo Kim Fowley e Van Dyke Parks. Allettato dal denaro, si prestò anche per un nastro pornografico, e come conseguenza, colto sul fatto dalla locale "buon costume" dovette scontare dieci giorni di carcere. Per pagare la cauzione della ragazza coinvolta nel film, lui e Collins scrissero il doo-wop Memories Of El Monte e lo vendettero ai Penguins. Da quel fattaccio Zappa trasse l'ispirazione per organizzare una banda professionistica, Mothers Of Invention, con i tre leaders dei Soul Giants e il chitarrista Elliot Ingber della Magic Band; e calò su Los Angeles.

Dai covi della controcultura freak le Mothers passarono nel 1966 al Whiskey A-Go-Go, dove si associarono al manager Herb Cohen e al consulente Carl Orestes Franzoni, oscuri figuri del Sunset Strip. Mentre Zappa intrigava per la registrazione del primo disco, Cohen allestiva il primo spettacolo musicale freak di Los Angeles, il "Great Underground Art Masked Ball And Orgy" (abbreviato in GUAMBO), che si rappresentò in estate, e Franzoni radunava un balletto, denominato Mother's Auxiliaries, con l'intento di completare scenograficamente l'esibizione delle Mother regolari.

Nell'agosto 1966 uscì finalmente
Freak Out, il primo capolavoro della discografia zappiana, il primo album doppio del rock, il primo album concept, il primo lavoro "orchestrato, arrangiato e condotto" da un musicista rock, eccetera. Le lungh beghe con i discografici, spaventati dalle idee del complesso, erano state vinte quando Zappa e Cohen avevano dimostrato l'alto grado di vendibilità di quella musica, innovativa e insolita quanto si vuole, diretta sì principalmente a un pubblico di intelettuali sbandati, ma anche avvincente per la bizzarria e comicità, per brio e scioltezza. L'uscita del disco e il concomitante GUAMBO attirarono l'attenzione dei mass media più sensibili, suscitando polemiche di natura musicale (pro e contro il folk-rock) e non (pro e contro il flower power).

La preistoria musicale di Frank Zappa contiene i germi delle sue cartteristiche future.

Il lavoro per gli spot televisivi e la pratica dilettantistica del rhythm and blues forniscono a Zappa le particelle sonore con cui cementerà la sua materia. La composizione di colonne sonore mette in luce due sue segrete aspirazioni: quella di direttore d'orchestra e quella di uomo di cinema; manifesta la prima vocazione per il grande ensemble con tutto l'arsenale d'archi, fiati e percussioni; e rivela una predilizione morbosa per la macchina da presa, che gli farà concepire diverse sceneggiature filmiche, per lo più fallite.

Lo studio di Cucamonga è il diretto antecedente delle sue diverse etichette discografiche: la Frank Zappa Music, la Bizarre, la Straight, la Discreet e la Zappa Records; prove inconfutabili di una spiccata tendenza imprenditoriale, di una certa megalomania, e dell'orgogliosa presuntuosa determinazione di vendere da sè la propria musica e la propria immagine.

La condanna per oscenità è l'avvisaglia della personale campagna immorale contro il perbenismo, condotta senza tregua in tutti i suoi dischi e attraverso le dichiarazioni pubbliche. La frequentazione degli ambienti freak colloca questa lotta clandestina in un più ampio programma di critica della società americana, e spiega anche il carattere ironico dei testi. La polemica sui testi di Zappa riguarda da un lato il suo atteggiamento di scherno nei confronti del flower power, del quale individua subito l'ambiguità qualunquista e l'indole infida di passeggera moda californiana, e dall'altra l'atteggiamento di sufficienza nei confronti dell'impegno politico più diretto. Zappa rifiuta il ruolo di contestatore o di ideologo e il Movement lo accusa di compromessi con il Sistema, con il businnes in particolare in un rapporto di amore e odio che incancrenirà col tempo.

Le Mother's Auxiliaries esemplificano la concezione zappiana dell'esibizione dal vivo. Ogni brano è in realtà un piccolo sketch che abbisogna di una adeguata scenografia (costumi e azione), qualcosa che sta a metà strada fra il cabaret e il commercial televisivo. Anche Zappa, come l'underground newyorkese, comprende subito l'importanza che la musica sia anche spettacolo, ma il suo approccio è sul fronte parodistico. Cohen è l'immagine vivente della perfetta organizzazione dell'industria zappiana, a dispetto dell'apparenza anarchica e improvvisata.

I numerosi complessini fondati e sciolti dal giovane Zappa sono il primo sintomo della malattia che divamperà in tutta la sua crisi durante la maturità, cioè la produzione elefantiaca, l'inesaurubile verve compositiva (non sempre sorretta da un'adeguata ispirazione) della quale i dischi ufficiali rappresentano appena una frazione e come conseguenza della quale prolifera da vent'anni un florido mercato di registrazioni clandestine, di bootleg sovente all'altezza delle opere garantite dal marchio di fabbrica. Ad ogni concerto Zappa dispensa succulenti inediti che per motivi misteriosi (forse soltanto per non inflazionare il mercato) non originano altrettanti dischi ufficiali (e ciò nonostante questi ultimi siano sempre stati numerosi e frequenti).

La passione per la musica di Edgar Varese è la traccia più importante della giovinezza di Zappa. La fedeltà dichiarata all'inventore della musica rumoristica e al critico ironico della prima era industriale costituisce la base scolastica dell'arte totale di Zappa; come anche, e non in minor misura, le tecniche di sovrapposizione di diverse linee melodiche, e in generale il sinfonismo caotico, di Charles Ives. Come Zappa stesso ha detto: "La mia opera comprende ogni possibile mezzo di comunicazione visuale: la consapevolezza di chi vi partecipa (pubblico incluso), tutte le mancanze percettive, Dio la Grande Nota (materia prima dell'architettura universale), e altro ancora. La nostra è un'arte speciale, in uno spazio negato ai sognatori".

Piero Scaruffi da:
Storia del Rock (Underground & Progressive 1967-1973)
1989 ed. Arcana


- Freak Out!
(1965) Zappa zap 1 - cd

1. Hungry Freaks, Daddy 3.27 - 2. I Ain't Got No Heart 2.30 - 3. Who Are The Brain Police? 3.22 - 4. Go Cry On Somebody Else's Shoulder 3.31 - 5. Motherly Love 2.45 - 6. How Could I Be Such A Fool 2.12 - 7. Wowie Zowie 2.45 - 8. You Didn't Try To Call Me 3.17 - 9. Any Way The Wind Blows 2.53 - 10. I'm Not Satisfied 2.37 - 11. You're Probably Wondering Why I'm Here 3.37 - 12. Trouble Every Day 6.16 - 13. Help I'm A Rock 8.37 - 14. The Return Of The Son Of Monster Magnet 12.17

Musicians
Frank Zappa,
Ray Collins, Jim Black, Roy Estrada, Elliot Ingber

Produced by Tom Wilson

Freak Out è dedicato allo "sballo", il processo (a detta del compositore) mediante il quale l'individuo si libera di un modo antiquato di pensare, di vestirsi e di comportarsi, ed esprime in modo creativo il suo rapporto con la comunità.
Tutto ciò è riportato, con dovizia di gag letterarie, sulla copertina del disco; vezzo questo che instaura una tradizione consolidata col tempo: quella di comunicare a mezzo appunto di  copertine con i propri fan sparsi per i cinque continenti, divulgando formazione, stato emotivo e accadimenti insoliti della troupe.
Dichiaratamente psichedelico quindi, il disco nasce all'insegna del collage dadaista, ma dietro l'immagine programmatica splende un luna park d'invenzioni eversive.
Gli strumenti utilizzati sono semplici e comuni, e tutto sommato i dettami del divertimento sonoro vengono rispettati per un'ora abbondante, con sicura maestria di armonie chitarristiche e vocali. L'intervento di Zappa nella melodia di consumo tradizionale comincia dall'esagerazione, fino all'esasperazione, degli elementi più corrivi, tipo i coretti fatiscenti presi un po' dal doo-wop un po' dal beat (le parti vocali di Ray Collins sono forse il tratto più distintivo del parodismo zappiano, sopratutto quando sono contrappuntate dai repellenti cavernosi grugniti del leader), tipo i testi da liceale medio idiota o da spot pubblicitario; e trionfa per genialità deviante nella folle girandola di eventi sonori, nel funambolismo perfetto che conduce da un tema al suo opposto senza intoppi, discontinuità o fratture armoniche, con la coerenza assurda che è solo dei pazzi e dei geni.
Il dadaismo viene superato dai brani suite del secondo disco: Help I'm A Rock e Return Of The Son Of Monster Magnet. Qu il collage astratto rimodella un'intera civiltà musicale. Spezzoni di rock, musica leggera, rumori, discorsi, commercial. arie da operetta, high school (la canzone sdolcinata per scolaresche di teenager deficienti), folk, blues, jazz, e due decenni di ritmi vengono inghiottiti in un unico brano senza scollature, sorta di immane buco nero sonoro.
Da un lato Zappa sostiene una visuale puramente artistica della sua opera collage: la composizione è, secondo lui, l'arte di raccogliere, accumulare, stipare, cose diverse; e l'imballaggio stesso fa parte dell'opera d'arte, le conferisce anzi un significato. Dall'altro pretende di fare della musica, non politica, ma sociologica: tutto l'insieme, musica e non, è un pretesto per catturare l'attenzione del pubblico e costringerlo ad ascoltare anche il messaggio /"choc terapeutico"), secondo un'idea che dai giullari medievali era giunta attraverso Brecht alle avanguardie artistiche degli anni Sessanta. Comunque sia si preannuncia una tecnica tipica di Zappa: fondere stereotipi della musica a cui vengono sovrapposti testi satirico-surreali mediante brevi declamazioni di carattere comico (le gag sonore). La pièce nel suo insieme è una specie di operetta rock, un continuum di minuscoli sketch teatro-musicali (pop-vaudeville).
La funzione di Zappa è quindi un misto di quelle del compositore, del direttore d'orchestra e del produttore. Come compositore predispone i motivi che si devono utilizzare, e poco importa se sono suoi o altrui, e stabilisce saldature e intermezzi. Come direttore d'orchestra seleziona gli strumentisti necessari per eseguire il brano (ciò dimensiona l'orchestra) e si assume la regia dell'esecuzione. Come produttore infine usa la sala di registrazione a m' di strumento aggiuntivo, e assai più potente degli altri. Zappa Stesso ammette che per la sua musica necessita di tecnici specializzati piuttosto che di strumentisti geniali. L'inventiva e l'indisciplina le concede soltanto a se stesso Dagli altri esige assoluta cieca obbedienza. Rigore e sintesi rivelano in Zappa un compositore di ascendenza europea. E la sua vicenda artistica si manterrà sempre alla luce e all'ombra delle contraddizioni di un californiano europeo.
Freak Out è il primo tentativo in cui sono abbozzate tutte queste soluzioni. Non è ancora un'opera matura, ma piuttosto un quaderno d'appunti denso di osservazioni ancora da elaborare. Zappa compie i suoi studi su melodia, armonia, ritmo, dissonanza, testi e strumentazione, eccellendo in tutte le materie, primo a concepire questi costrutti elementari della musica come entità che devono convergere simualtaneamente. L'arguzia bohemienne di Freak Out è anche la prima trasposizione in musica della Pop Art di Rosenquist, Wahrol, Dine e compagni. Come Wahrol assalta gli stereotipi della società consumista e i miti del divismo, Zappa dissacra i clichè della musica commerciale. e parodie in stile operetta (con le straordinarie imitazioni di Ray Collins) non sono quindi ostentazioni di un gratuito nichilimo dada. All'altro capo del disco si situano gli esperimenti di montaggio sonoro, paesaggi musicali in cui regna l'anarchia più totale, i quali si possono sempre ricondurre alle manipolazioni pop art di oggetti quotidiani (le diapositive sovrapposte di Rosenquist, le statue anonime di Segal, gli utensili deformati di Oldenburg). E' la realtà quotidiana della vita americana di massa: la metropoli opprimente, l'anonimato dell'individuo, il martellamento continuo dei mass media.
Venendo ai brani della prima parte, le filastrocche cantate dalle Mothers scorrono morbide e veloci su un impianto strumentale composito che a tratti parodia gli spot (I Ain't Got No Heart, Motherly Love), a tratti imita le orchestre e i cori di Broadway (How Cold I Be Such A Fool, con un commosso riff di tromba, You Didn't Try To Call Me), a tratti rifà il verso al doo.wop (Go Cry On Somebody Else's Shoulder), a tratti motteggia i gruppi vocali radiofonici (Any Way The Wind Blow, una satira di Dylan). Trouble Comin' Every Day, dedicato ai disordini di Watts, è un monologo in stile talking blues di sette minuti che rifà il verso ai folksingers di protesta, con un'armonica tutta fuori tempo.
In queste perfette parodie di stili stereotipati Zappa gigioneggia senza freni, forte di un humor sferzante come pochi nella storia della comicità americana. La perfezione formale viene raggiunta nei primi due capolavori del genere di canzone barocca e surreale che diventerà una specialità di Zappa: Wowie Zowie, un motivetto da vaudeville con tamburello e xilofono, e You're Probably Wondering Why I'm Here, con attacco epico di chitarra, grugnito "yeah", pernacchia trombettistica, coro demenziale e ritornello scemo.
Le due facciate di questo primo disco possono essere considerate come una lunga suite in più movimenti, tema la stupidità della società consumistica, pullulante di assoli bravi ma affilati di chitarra, di effetti sonori, di stacchi, di rumori, di vocalizzi idioti, di cambi di ritmo, di ritornelli per l'infanzia. Dove Zappa porta alle estreme conseguenze questa ideologia della dissezione è nel vortice improvviso di Who Are The Brain Police, ematoma psichedelico di una rete di lacero-contusioni melodiche. Dal canto loro l'orchestrina e il coretto di Hungry Freak Daddy sono l'archetipo della contaminazione simfonica (orchestra classica/orchestra leggera) che farà la fortuna del compositore.
Il mordente di una musica che aggredisce il bubblegum degli adolescenti, il beat melodico, il rock and roll bianco e tutto il repertorio serio e commerciale della civiltà musicale, senza discriminazioni d'epoca, di valore artistico e di etnia, ha dichiaratamente un fine politico. La critica degli adolescenti è la critica alla civiltà consumista capitalista imperialista razzista dell'Amerika, e viceversa. Zappa vede nelle nuove generazioni i militi più fedeli e disciplinati del regime, oppure, il che è lo stesso, vede in loro dei prodotti dell'industria di massa. Questa musica dai cento sapori non nasce soltanto grazie a un talento naturale di composizione, arrangiamento e direzione orchestrale; è frutto anche del caustico mondo del freak. Una simile mistura di genio e idiozia è la naturale emanazione dei travestimenti scolastici, delle feste goliardiche che allietano i pomeriggi dei liceali più mattacchioni e perversi. La musica di Zappa sarà sempre essenzialmente un travestimento.
Questo doppio disco d'esordio ha lo scopo dichiarato di mettere alla berlina tutta la musica precedente. Eè di fatto un manifesto rivoluzionario, non programmatico ma di sabotaggio diretto. La palingenesi musicale ha inizio dall'annientamento del passato e del presente. La mistura contiene ovviamente molto lievito psichedelico: lo "sballo" è permanente. Ma la componente fondamentale del disco è senz'altro l'abilità prodigiosa di Zappa nello scrivere canzoni, degna dei grandi autori di Tin Pan Alley. Un innato orecchio per la melodia gli permette di comporre motivetti a getto continuo. E' proprio questa demoniaca prolificità che gli consente poi il lusso di massacrare decine di probabili hit. Potrebbero diventare degli standars della musica leggera tanto I Ain't Got No Heart quanto How Could I Be Such A Fool, tanto Wowie Zowie quanto You Probably Wondering. Tutta di corsa, l'opera si snoda come un treno dell'assurdo. Zappa fa apposta ad accostare elementi fra di loro grottescamente incompatibili, per esempio nei toni ora epici ora drammatici, ora languidi ora incalzanti, ora petulanti ora imponenti, ma sistematicamente fuori posto. E' un vero teatrino dell'assurdo, con tutti quei vocini e quei vocioni sparsi sul palcoscenico in buffi costumi d'epoca a grandinar sproloqui sul pubblico che gremisce la sal.
Passando alla seconda parte, Help I'm A Rock è il primo incubo psicanalitico del greco-siciliano. Si apre con una nenia orientale, un'invocazione di muezzin, versi nonsense, una moltitudine di lamenti in tutte le lingue del mondo che dialogano senza capirsi, sostenute da una pulsazione monotona ossessiva e vagamente caraibica, in una Babele metà manicomio metà jungla. D'improvviso si viene catapultati in una sorta di Virgin Forest, con versi di animali e un orgasmo femminile in primo piano. Dopo un breve intermezzo di cool jazz pianistico si giunge al finale, un pezzo da camera per quartetto vocale al limite dei più audaci esperimenti con lo strumento voce (voci alte e voci basse, loop di nastri, swinganti schiocchi di dita, rumori a bocca aperta, controcanti deformi e nevrastenici).
 The Return Of The Son Of Monster Magnet è un balletto di dodici minuti che si apre con la figura enigmatica di Suzy Creemcheese, spettro senza volto che vagherà per secoli nei dischi di Zappa. La Danza rituale (il primo movimento) è un selvaggio rituale orgiastico con una forte percussività da giungla, dal quale si diramano cluster pianistici jazz, disturbi radio e rumori vocali. Il sabba magico degenera fra canti sinistri e battiti di mani, il ritmo accelera, le voci si accavallano dementi, il nastro emette mugolii ininteleggibili; sonagliere, versi di animali e l'orgasmo riemergono dal subconscio. La più grande danza tribale di tutti i tempi (e archetipo della disco music) si arresta nel secondo episodio della sacrilega cerimonia, il Nullis Pretii, in cui un gruppo di psicopatici in preda a gargarismi accennano un grottesco coro a cappella sul nome del fantasma Suzy: come evocata dall'altro mondo, compare una vocina petulante da strega bambina, in un gran finale che è uno sketch multiforme di sbagli al pianoforte e alle percussioni.
Il mostro che si aggira nella giungla metafisica di Zappa (paesaggio naturale delle saghe comico-sociali di eroi immaginari sadico-libertini come Suzy Creemcheese) è il vecchio mondo (musicale/politico), che Zappa stesso si accinge a lobotomizzare sul letto chirurgico della sua sala operatoria (discografica), come sull'altra costa stanno facendo i folletti maligni della Virgin Forest. Opera di influenza incalcolabile, Freak Out fa compiere alla forma rock una mutazione totale, assumendo come nuova base genetica gli effetti elettronici della psicadelia (che hanno deformato la melodia tradizionale), i testi "aperti" del folk-rock dylaniano (che ha emancipato il rock dai clichè della canzone amorosa), la sintassi di accumuli semantici della pop art e l'anarchismo deragliante dei freak.
Piero Scaruffi da Storia del Rock (Underground & Progressive 1967-1973) - 1989 ed. Arcana

- Absolutely Free
(1967) Ryko 10502 - cd

1. Plastic People 3.40 - 2. The Duke Of Prunes 2.12 - 3. Amnesia Vivace 1.01 - 4. The Duke Regains His Chops 1.45 - 5. Call Any Vegetable 2.19 - 6. Invocation And Ritual Dance Of The Young Pupkin 6.57 - 7. Soft-Cell Conclusion And Ending 1.40 - 8. America Drinks 1.52 - 9. Status Back Baby 2.52 - 10. Uncle Bernie's Farm 2.09 - 11. Son Of Suzy Creamcheese 1.33 - 12. Brown Shoes Don't Make It 7.26 - 13. America Drinks And Goes Home 2.43

Musicians
Frank Zappa,
Ray Collins, Jim Black, Roy Estrada, Billy Mundi, Bunk Gardner

Produced by Tom Wilson
Engineering by Ami Hadami
Cover photo by Alice Ochs

L'album eccitò l'ambiente underground e al suo autore vennero ovunque tributati onori da condottiero trionfatore. Memorabile l'affronto pubblico del Garrick Theatre di New York, con il pubblico scatenato da un'orgia di parodie antimilitariste.
Nel maggio del 1967 vide la luce il secondo album, Absolutely Free, con una formazione estesa comprendeva: Ray Collins (voce), Roy Estrada (basso), Jim Black (batteria e tromba), Don Preston (tastiere), Bunk Gardner (sassofono), Billy Mundi (percussioni), oltre a Jimmy Sherwood (con mansioni di road manager e tappabuchi) e alla groupie-mistero Suzy Creemcheese.
L'album faceva seguito alla trionfale trasferta al Greenwich Village, durante la quale era stato coniato il saluto distintivo di Zappa (Hello pigs of America!), che inevitabilmente apre l'opera. Era inoltre corredato da un libretto con i testi che, aggirando la censura (la quale aveva manomesso le parti cantate del disco per renderle incomprensibili), Zappa inviava a chi gliene faceva richiesta (pagando): il tutto, come sempre, spiegato in copertina.
Il disco è un condensato di Freak Out, realizzato con maggior maturità compositiva e una strumentazione più ampia, che nell'insieme vara la cruciale collaborazione con i musicisti d'estrazione jazzistica (il titolo stesso può essere interpretato come una sfida al free jazz).
Absolutely Free si apre con due celebri overture/manifesti programmatici: Plastic People, una satira vaudeville sul consumismo, con un delirio finale di percussioni e parlati, e The Duke Of Prunes, una sequenza di temi musicali ora operistici ora canzonettistici, con improvvisi isterismi ritmici. The Young Pumpkin chiude la prima facciata dando libero sfogo alla palese tentazione frustrata dei primi due pezzi: un tema puramente strumentale, con ritmo tribale, assoli di chitarra e improvvisazione di fiati e tastiere.
La seconda facciata costituisce di fatto una suite unica, celebrazione amara e maliziosa della "civiltà di plastica", bersaglio dichiarato dell'opera. E' una sequenza di temi minuscoli che si accavallano in modo fluido e per nulla sconnesso, nonostante cambi repentini di ritmo e di strumentazione. L'elemento conduttore è la voce, o, più sovente, il coro, mentre la musica sottolinea e rafforza. Si parte con America Drinks, dissonanze pianistiche a ritmo jazz, che si salda attraverso un intermezzo da circo nel ritornello imbecille di Status Back Baby, uno dei suoi più scatenati (con assolo di clarinetto jazz, incalzanti progressioni strumentali e fischietto); irrompe il coro da pub di Uncle Bernie's Farm, con vibrafono tintinnate e cadenza blues, e si è subito nel beat "yeah-yeah" di Son Of Suzy Creemcheese.
La frenesia narrativa raggiunge il culmine e la perfezione nel capolavoro del disco: Brown Shoes Don't Make It.
L'obiettivo è smascherare il falso pudore, l'ipocrisia perbenista e il moralismo bigotto della borghesia americana. E' una commedia che ha per protagonisti ragazzine sporcaccione e padri severi custodi del decoro sociale (e anche un po' perversi). In questo brano Zappa fa ricorso a tutte le sue conoscenze musicali, dalla musica da film alla dodecafonia, dall'operetta all'avanspettacolo, dal folk orientale alle filastrocche per bambini, dal free jazz al cabaret brechtiano, dalle bande paesane alle orchestre sinfoniche, dal ragtime al crooning romantico, dallo swing al country, dalle danze pellerossa alle colonne sonore, in un alternarsi grottesco di vocioni bassi e vocine isteriche: ogni frammento dura pochi secondi e sfrutta fino in fondo le possibilità comiche della citazione. Brown Shoes Don't Make It è il concentrato enciclopedico della musica colage di Zappa. Il finale è all'insegna dello slogan America Drinks And Goes Home, amaro apologo sull'idiozia di massa, con, in sottofondo, un grande magazzino affollato da acquirenti frettolosi e i registratori di cassa che ingurgitano denaro; un pianismo da night e un crooning rilassato accompagnano la cerimonia, e preparano l'orgia finale: un tributo al mito-denaro e alla folla delirante dà la morale conclusiva del disco.
Nel vortice supersonico di generi saccheggiati, nell'opulenza inventiva e nel brio scatenato dell'esecuzione, nella blasfema operazione di saldatura, si riconosce l'impronta del collage umoristico di Freak Out, ma con una cura per i particolari e una capacità di sintesi che mancava ancora nel primo disco. Absolutely Free è concepito
come un'operetta rock, con tanto di scene e libretto. Zappa riconosce in questa forma narrativo-musicale il mezzo ideale per convogliare la sua caustica parodia della società americana. La suite cardine costituisce a sua volta un horror show, per i toni sovraccarichi della rappresentazione, con truci scene di sesso e violenza ("L'affogherei nello sciroppo di cioccolata" proclama il padre integerrimo). I testi non si riferiscono ad avvenimenti dell'epoca, ma affrontano situazioni generali, che sono quasi sempre riconducibili ai temi della "progionia" (la manifestazione privata, sovente al limite della follia o dell'incubo kafkiano, del soffocamento) e del "supermercato" (la manifestazione pubblica, l'individuo che chiede asilo alla follia collettiva). Operetta, horror show... Absolutely Free non è soltanto musica totale: è anche arte totale. Dalla raccolta di canzoni delle prime due facciate di Freak Out e dall'astrattismo polimorfo delle seconde due Zappa secerne una forma d'arte poliedrica, "assolutamente libera".
Piero Scaruffi da Storia del Rock (Underground & Progressive 1967-1973) - 1989 ed. Arcana

- Uncle Meat
(1968) Reprise rep 64 005 - vinile

1. Uncle Meat (theme) 1.54 - 2. The Voice Of Cheese '27 - 3. Nine Types Of Industrial Pollution 5.56 - 4. Zolar Ckakl '57 - 5. Dog Breath, In The Year Of The Plague 5.51 - 6. The Legend Of The Golden Arches 1.24 - 7. Louie Louie 2.28 - 8. The Dog Breathe Variations 1.36 - 9. Sleeping In A Jar '49 - 10. Our Bizarre Relationship 1.05 - 11. The Uncle Meat Variations 4.40 - 12. Electric Aunt Jemina 1.53 - 13. Prelude To King Kong 3.24 - 14. God Bless America 1.22 - 15. A Pound For A Brown On The Bus 1.29 - 16. Ian Underwood Whips It Out 5.58 - 17. Mr. Green Genes 3.10 - 18. We Can Shoot You 1.48 - 19. The Air 2.57 - 20. Project X 4.47 - 21. Cruising For Burgers 2.19 - 22. King Kong Itself  '53 - 23. King Kong (part one) 1.15 - 24. King Kong (part two) 1.44 - 25. King Kong (part three) 6.17 - 26. King Kong (part four) '29 - 27. King Kong (part five) 7.22

Musicians
Frank Zappa,
Ray Collins, Jimmy Carl Black, Roy Estrada, Don Preston, Billy Mundi, Bunk Gardner, Ian Underwood, Art Tripp, Euclid James Shewood, Ruth Komanoff, Nelcy Walker

Produced by Frank Zappa
Cover by Cal Schenkel

L'opera fondamentale di raccordo fra il periodo collagistico e il periodo "bandistico" di Zappa è il doppio Uncle Meat del 1968. Originariamente concepito come colonna sonora di un film underground mai realizzato, si distingue come il più scientifico e completo dei dischi di Zappa. L'album, come il precedente, è prettamente strumentale, non disdegnando però qualche sortita in chiave di filastrocca. La produzione è curata a pennello (un salto di qualità enorme rispetto ai dischi della Verve) e la materia è organizzata, catalogata, secondo una concezione unitaria, e non collagistica, del brano musicale. La formazione stessa si aggiorna, incorporando il sassofonista Bunk Gardner e il pianista Don Preston, e Underwood ha ora modo di giganteggiare (tanto alle tastiere elettriche quanto al sax), mentre ha inizio il declino di Collins, vestigia vivente del parodismo che fu.
La forma fondamentale del disco è la "variazione". I brani principali si ripetono più volte nel disco e ogni apparizione consta a sua volta di ripetizioni a catena del ritornello base.
Il primo Uncle Meat è classicheggiante e dura due minuti, con la stessa frase proposta da: xilofono in tripudio bandistico, clarinetto arabo e clavicembalo solo; il secondo (senza tener conto di altri tre brani minuscoli dai titoli fuorvianti, che pure usano le stesse note) dura cinque minuti ed offre altre variazioni dello stesso tema: di timbro, di ritmo e di strumentazione (tastiere, fiati, percussioni e archi), perfino di etnia (una soprano giapponese interviene proditoriamente), spazzolando a rotta di collo un repertorio immane di strumenti guida e di possibilità interpretative (quando in realtà lo spartito consiste soltanto di poche note ripetute ad libitum). Si tratta di un virtuosismo a più stadi, di orchestrazione di montaggio, che indirettamente propone un modo di diverso di "comporre" musica (lo spartito è inessenziale), estensione ed esagerazione di una diffusa prassi jazzistica.
Culmine grottesco e geniale di questo concetto è King Kong, multiforme celebrazione del mostro hollywoodiano, che applica gli stessi principi a una struttura aperta (accettando l'improvvisazione) e più densa, dove gli strumenti poliglotti del complesso trovano posto tutti insieme, passandosi il ruolo guida di mano in mano (dai mugolii del basso di Estrada al liquido sciacquio del piano di Preston, dalle convulsioni gutturali del sax di Underwood agli striduli riverberi delle sue tastiere elettriche, dal crepitio stridente del sax elettrico di Gardner alle sue evoluzioni pirotecniche coi clarinetti, per finire in un secondo di trombette atonali da manicomio), mentre la sezione ritmica imprime un ritmo vertiginoso e ossessivo alla loro staffetta (ovvero al montaggio di Zappa).
Il preludio (tre minuti) e le variazioni (sei per un totale di diciassette minuti, l'intera quarta facciata) di questo tema aprono una pagina importante della carriera di Zappa. In essi si realizza per la prima volta l'aspirazione bandistica, il tentativo che era fallito in Lumpy Gravy. La giusta dimensione orchestrale è la banda, un incrocio fra un complesso rock, l'ensemble da camera, l'orchestra jazz e (perchè no?) la banda paesana.
King Kong in tutte le sue molteplici facce (come detto il tema viene ripreso più volte secondo diverse angolature: colta, swing, clownesca, ecc) è il manifesto della musica "totale". Un'altra categoria di brani importante ai fini della musica "totale" è rappresentata dai pezzi solo strumentali di soggetto "tecnologico", tutti più o meno diretti a scimmiottare la società delle macchine. Le atonalità più audaci si mescolano qui al kitsch più corrivo, dispiegando ancora una varietà infinita di colori e di "voci".
Particolarmente efficaci il disordine "varesiano" e poliritmico di Industrial Pollution  e l'incalzante finale di percussioni a fiati e a tastiera di Project X.
I capolavori sono Dog Breath, introdotto a un ritmo indemoniato dal rutto più famoso della storia della musica, e anch'esso con tutta una serie di variazioni sul tema praticamente infinite (per solfeggi, per soprano d'opera, per falsetto di Collins, per vocina di strada accelerata, per fiati e tastiere impazzite e sovraincise, per orchestrina da parco, clarinetto indiano), ed Electric Aunt Jemima, supremo stornello nonsense per il falsetto petulante di Collins. Ad essi si possono affiancare il solenne e pantagruelico Mr. Green Genes, altro tema storico, e The Air, il più classico dei doo-wop. Il suono ha raggiunto vertici di pulizia, ordine e razionalità anche qui. Impeccabili, minuziosi, esilaranti, l'apogeo dell'anacronismo scientifico di Zappa: con questi gioielli le Mothers si affermano come il più grande gruppo vocale di tutti i tempi (Zappa al basso, Collins e Estrada agli alti).
Jimmy Carl Black è un batterista supersonico, degno dei grandi jazzisti, ma è sopratutto la moltitudine di rumori di Art Tripp a colorare i ritmi. Underwood incanta con i timbri elettronici del suo organo, ora nevrotici ora da spiaggia, e con la varietà di tastiere (clavicembalo, celeste, piano elettrico). Lui e Gardner costituiscono anche una delle sezioni fiatistiche più geniali della musica, di nuovo per qualità e varietà di timbri. Nell'insieme la formazione è una macchina di arrangiamenti creativi.
I riempitivi, le minuzie apparentemente superflue (come l'esibizione scandalo di Louie Louie alla Royall Albert Hall), pullulano da una facciata all'altra. Così come imperversano gli sproloqui (dialoghi e monologhi) intercalati fra un brano e l'altro (immancabile quello di Suzy Creemcheese) e i pannelli strumentali (il clarinetto ornitologico di We Can Shoot You, per esempio), barzellette di un minuto senza parole. Da tutti trapela un umorismo discreto e salottiero, ben diverso da quello sboccato e sardonico (da strada) della trilogia psichedelica. Al giullare moralista si sostituisce un metafisico eretico, che indulge in confessioni autobiografiche, sedute psicanalitiche, scioglilingua, persino poesie.
In definitiva Uncle Meat segna la crescita delle Mothers come ensamble strumentale, è una riprova del talento di arrangiatore,, direttore d'orchestra e di compositore moderno del leader, e completa l'acquisizione di know.how jazzistico.
Frank Zappa ha già compiuto a questo punto una parabola significativa nella storia della musica americana.  La sua musica si colloca in pieno nella tradizione della cultura borghese del Nuovo Mondo che nel Novecento è venuta differenziandosi sia dalla cultura borghese europea sia da quella proletaria (o sottoproletaria) americana. E' una cultura che, dal punto di vista musicale, si è cibata di tenori italiani, di bande dell'Esercito della Salvezza, di pubblicità teleradiofonica, di colonne sonore dei film, di high school, di quartetti vocali neri, di musical di Broadway, di big band jazzistiche. E' nettissimo il contrasto fra questa cultura musicale e quella della borghesia europea, nutrita a base di classici (Bach, Beethoven, romantici) e di "canzoni". Ed è altrettanto evidente che Zappa è scresciuto al di fuori della cultura "bassa" americana: il country, il blues, il rock and roll (tutti generi nei nati nei sobborghi poveri o nelle campagne sono dialetti noti solo per "sentito dire", che raramente compaiono nei suoi deliqui).
Zappa si afferma come la figura più importante della musica nordamericana dai tempi di Ives, del quale prosegue e aggiorna l'opera, scavalcando con proditorio iato le esibizioni cageani (appartenenti in effetti più alla cultura europea).
Piero Scaruffi da Storia del Rock (Underground & Progressive 1967-1973) - 1989 ed. Arcana

- Burnt Weeny Sandwich
(1970) Reprise rep 64 024 - vinile

1. VPLJ (The Four Deuces) 3.02 - 2. Igor's Boogie, Phase One '40 - 3. Overture To A Holiday In Berlin 1.29 - 4. Theme From Burnt Weeney Sandwich 4.35 - 5. Igor's Boogie, Phase Two '35 - 6. Holiday In Berlin, Full Blown 6.27 - 7. Aybe Sea 2.45 - 8. Little House I Used To Live In 21.52 - 9. Valerie 3.15

Musicians
Frank Zappa,
Ian Underwood, Bunk Gardner, Motorhead Sherwood, Buzz Gardner, Roy Estrada, Jimmy Carl Black, Art Tripp, Don Preston, Ray Collins, Don "Sugar Cane" Harris, Lowell George

Produced by Frank Zappa
Cover by Cal Schenkel

Eppure nell'ottobre di quell'anno Zappa scioglie le Mothers, a causa della propria megalomania più che dell'insuccesso di pubblico. Postumo esce il loro ultimo splendido disco, Burnt Weeny Sandwich, una lunga cavalcata strumentale attraverso le lande di una fantasia sbrigliata che non si pone qui ambizioni programmatiche e non tenta sistemazioni definitive, ma trova invece la spontaneità e la grazia del vero genio.
Sulla prima facciata dominano Holiday In Berlin e il tema che intitola il disco, due suite strumentali intervallate da una ridda di variazioni e miniature a puntate, alla Uncle Meat. I due brani guida rimangono a metà strada fra il kitsch più volgare e la sperimentazione di Uncle Meat da un lato e il bandismo articolato e loquace di Hot Rats dall'altro. Pomposa e caricaturale in particolare l'atmosfera di Holiday In Berlin (nelle solite duemila trasformazioni a raffica), fusioni di modi kitsch e da circo che conferisce un'allegria straniante alla multiforme sequenza strumentale; mentre Burnt Weeny Sandwich ripropone il verboso chitarrismo proto-heavy zappiano in un più sgangherato contesto ritmico.
Sulla seconda facciata troneggiano i ventidue minuti di Little House I Lived In, con Don Preston al piano e Sugarcane Harris al violino. E' uno dei tre grandi brani strumentali del periodo, con King Kong e Music For Low Budget Orchestra, anticipato nella session delle Gumbo Variations. Dopo una lirica introduzione pianistica e una frenetica sarabanda orchestrale (nella quale spiccano i riff  fiatistico alla Archie Sheep, gli assoli devastanti della chitarra di Zappa e le maree tastieristiche di Underwood), il violino attacca un blues strascicato che cresce in progressione, sofferto e viscerale, si contorce, spasima, s'impenna, si distende in un lungo delirio sottolineato da un superbo accompagnamento al piano da Preston, il quale poco a poco prende il sopravvento e comincia a divagare esotico e swingante; il ritorno tiratissimo del violino, a ritmo forsennato, finisce in rantoli di acuta agonia; una sorta di scalmanata epilessia orchestrale domina la seconda parte, che consta di un vorticoso assolo di chitarra e di una carica finale di tastiere, sibilanti come organetti o carillon fatti girare a velocità folle (capolavoro e canto del cigno di Underwood, "l'orchestra"). Un tour-de-force di quattro grandi solisti (Harris, Preston, Underwood, Zappa) e della sezione ritmica (la doppia batteria di Tripp e Black), un capolavoro di perfezione stilistica, ma sopratutto un impeccabile "gioco di squadra" preparato dal capitano.
Tra l'altro da questo disco trapela un umore espressionista che va ad aggiungersi al catalogo delle rivisitazioni zappiane. Il gusto per grottesco e il clownesco (anche la grande suite è percorsa da linee di bandismo da circo), la stessa stridente contraddizione fra gioia esuberante e solitudine malinconica (resa in tutta la sua angosciante disumanità dagli assoli) tratteggiano un'atmosfera cupa, torbida e opprimente.
Piero Scaruffi da Storia del Rock (Underground & Progressive 1967-1973) - 1989 ed. Arcana

- Weasels Ripped My Flesh
(1970) Reprise rep 64 024 - vinile

1. Didja Get Any Onya 3.44 - 2. Directly From My Heart To You 5.17 - 3. Prelude To The Aftermoon Of A Sexually Aroused Gas Mask 3.55 - 4. Toads Of The Short Forest 4.48 - 5. Get A Little 2.35 - 6. Eric Dolphy Memorial Barbecue 6.53 - 7. Dwarf Nebula Processional March & Dwarf Nebula 2.12 - 8. My Guitar Wants To Kill Your Mama 3.35 - 9. Oh No 1.46 - 10. The Orange County Lamber Truck 3.18 - 11. Weasels Ripped My Flesh 2.05

Musicians
Frank Zappa,
Ian Underwood, Bunk Gardner, Motorhead Sherwood, Buzz Gardner, Roy Estrada, Jimmy Carl Black, Art Tripp, Don Preston, Ray Collins, Don "Sugar Cane" Harris, Lowell George

Produced by Frank Zappa
Cover by Cal Schenkel

Contiene materiale registrato dal vivo tra il 1967 e il 1969 e rappresenta il meglio di un progettato e, manco a dirlo, mai realizzato cofanetto di addirittura 12 'Lp che dovevano documentare ogni aspetto degli spettatori delle Mothers, The Eric Dolphy Memorial Barbecue è un omaggio al grande polistrumentista e compositore jazz attivo tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio dei Sessanta e che collaborò con musicisti del calibro di Ornette Coleman e Charles Mingus.
Marco Bazzoli da Frank Zappa ed. Auditorium 2003

- Hot Rats
(1969) Bizarre w 44078 - vinile

1. Peaches In Regalia 3.58 - 2. Willie The Pimp 9.25 - 3. Son Of Mr. Green Genes 8.58 - 4. Little Umbrella 3.09 - 5. The Gumbo Variations 12.55 - 6. It Must Be A Camel 5.18

Musicians
Frank Zappa,
Captain Beefheart, Sugar Cane Harris, Jean Luc Ponty, John Guerin, Paul Humphrey, Ron Selico, Max Bennett, Shuggy Otis, Ian Underwood

Produced by Frank Zappa
Recorded at August through September 1969 at Whitney Studios
Engineering by Dick Kunch

Pubblicato il 10 ottobre 1969,
Hot Rats (primo vero disco di Zappa senza Mothers Of Invention, se non contiamo le sperimentazioni di Lumpy Gravy del '67) è uno dei più equilibrati, geniali e pioneristici tentativi di far convivere stilemi rock con improvvisazione jazz, spirito avanguardistico e melodie classiche.
Sei le tracce presenti, tutte entrate nella leggenda: dal delizioso, eccentrico strumentale in apertura (la sontuosa
Peaches In Regalia, con forma melodica affascinante e arrangiamento orchestrale curato nel minimo dettaglio) alle debordanti jam della successiva Willie The Pinp (contrassegnata da un trascinante riff blues e dal canto al vetriolo di Captain Beefheart). Per poi passare alla dissacrante suite rock di Son Of Mr. Green Genes (una combinazione tra l'architettura acustica di Peaches In Regalia e le invenzioni di Willie The Pimp) sino allo scherzoazz di Little Umbrella (che precede di trent'anni le creazioni di Zorn, Frisell e compagni). La formidabile cavalcata jazz-rock The Gumbo Variations (16 minuti e 55 secondi impreziositi da un solo di violino di Sugar Cane Harris ai confini della realtà) introduce alle sofisticate melodie di It Must Be A Camel.
L'album è una chicca per intenditori veri. E consacra l'arte di Frank Zappa e il suo status di american composer.
Ezio Guaitamacchi da Jam n° 85 settembre 2002

- Cruising With Ruben And The Jets
(1968) Ryko rcd 10105 - cd

1. Cheap Thrills 2.37 - 2. Love Of My Life 3.07 - 3. How Could I Be Such A Fool 3.33 - 4. Deseri 2.07 - 5. I'm Not Satisfied 4.07 - 6. Jelly Roll Gum Drop 2.23 - 7. Anything 3.04 - 8. Later That Night 2.58 - 9. You Didn't Try To Call Me 3.57 - 10. Fountain Of Love 3.22 - 11. "No.No.No." 2.14 - 12. Anyway The Wind Blows 3.01 - 13. Stuff Up The Cracks 4.37

Musicians:
Frank Zappa, Ray Collins, Roy Estrada, Jommy Carl Black, Ian Underwood, Don Preston, Motorhead Sherwood, Bunk Gardner

Produced by Frank Zappa
Recorded at Apostolic Studio, New York
Engineering by Dick Kunch
Cover by Cal Shenkel

(...) Nel 1968, con tutti i ricolgimenti della nuova scena progressive-psichedelica, riproporre ballate sentimentali, semplici motivetti di "high-school rock" e cori in falsetto era un'evidente provocazione, nei confronti dei cultori delle tendenze più "in" così come dei programmatori radiofonici, che giudicavano improponibile lo stravagante stile "free-form" delle Mothers.
Cruising With Ruben And The Jets è quindi uno spoof con diverse vittime e destinatari, ma la misantropia dello Zio Frank non riesce a seppellire del tutto, sotto il carico di testi e arrangiamenti ridondanti cretineria adolescenziale, l'atto di amore verso la propria infanzia musicale. L'album è un patchwork di luoghi comuni 50's, tredici brani sulla lunghezza canonica dei tre minuti: si distinguono l'apporto vocale-compositivo di Ray Collins e alcune bizzarre idee di Zappa (perfino Igor Stravinsky, nascosto tra le righe). Negli anni a venire, Frank riesumerà spesso lo spirito di Cruising With Ruben And The Jets, senza però ripetere il trucco con la stessa concisione e mordacità, anzi scivolando sovente nello sberleffo fine a se stesso.
Il repertorio zappiano è ricco di album che posseggono qualità di spoof, da
We're Only It In For The Money (con la sua copertina censurata che impietosamente fa il verso a Sgt. Pepper) al 'Lp del 1984 dedicato alla musica del quasi-omonimo Francesco Zappa (1763-1788). Con solo l'imbarazzo della scelta, ho preferito infine la storia di Ruben Sano, dove si scopre che Frank Zappa, prima di diventare uno stakanovista critica-tutto, aveva anche un cuore.
Vittore Baroni da Rockerilla n° 78 febbraio 1987

- Guitar
(1988) Barking Pumpkin zappa 6 - vinile

1. Sexual Harassment In The Workplace 3.42 - 2. Republicans 5.08 - 3. Do Not Pass Go 3.37 - 4. That's Not Really Reggae 3.17 - 5. When No One Was No One 4.41 - 6. Once Again, Without The Net 3.58 - 7. Outside Now 5.29 - 8. Jim And Tammy's Upper Room 3.11 - 9. Were We Ever Really Safe In San Antonio? 2.50 - 10. That Ol'g Minor Thing Again 4.39 - 11. Move It Or Park It 5.43 - 12. Sunrise Redeemer 3.53 - 13. But Who Was Fulcanelli? 2.58 - 14. For Duane 3.25 - 15. Goa 4.46 - 16. Winos Do Not March 3.14 - 17. Systems Of Edges 5.32 - 18. Thing That Look Like Meet 6.55 - 19. Watermelon In Easter Hay 4.00

Musicians:
Frank Zappa, Ray White, Steve Vai, Tommy Mars, Bobby Martin, Ed Mann, Scott Thunes, Chad Wackerman, Ike Willis, Alan Zavod, Danny Walley, Warren Cucurullo, Peter Wolf, Arthur Barrow, Vinnie Colaiuta

Produced by Frank Zappa
Recorded live between 1979 and 1984

Potrebbe sembrare un peccato di narcisismo e autoindulgenza pubblicizzare un doppio album di assoli chitarristici, sopratutto dopo un analogo triplo di sette anni fa; ma si sa benissimo quanta stima Zappa abbia di se stesso, sia come strumentista sia come compositore.
Nel caso del precedente esperimento
Shut Up And Play si poteva godere anche di una certa varietà nelle soluzioni ritmiche e della curiosità di scoprire trip solisti di un genio arrabbiato; questo nuovo catalogo di viruosismi e divagazioni sfrenate restringe il target a studiosi dello strumento che vogliono imparare trucchi sulla sei corde o a maniaci della chitarra elettrica che ascolterebbero per ore i loro idoli assolare.
Il fatto è che Zappa in tempi recenti si è concesso fin troppo come chitarrista, dandoci una gran dose di assoli nel doppio
Them Or Us, nel citato compct live Does Humor Belong The Music oltre a You Can't Do That On Stage: in pratica il rischio inevitabile è di saturare l'ascoltatore comune e di ripetersi in contorsioni tecniche o compiacimenti onanistici.
Fatta questa premessa, precisiamo che gli accompagnatori (in particolare i batteristi Chad Wackerman e Vinnie Colaiuta) fanno salti mortali per variare le basi ritmiche e seguire le spirali di Frank; Zappa adotta fraseggi intricati, a metà tra scale arabe e accordi blues, con un sapiente uso delle sonorità distorte e delle svisate, dando l'idea di avvitarsi su se stesso e di sviscerare tutte le possibili pieghe nascoste in ogni accordo. Alcuni brani sono sezioni riconoscibili di canzoni zappiane ben note, come
Inca Roads, Outside Now e Trouble Every Day rese con dosaggi crescenti di cattiveria: l'ostinata Jim And Tammy's Room insistita su un unico accordo rammenta la ferocia devastante di Rat Tomago, Sexual Harassment In The Workplace è un bluesaccio trascinante, For Duane è un furioso omaggio al rock sudista.
Fra i momenti di atonalità sconvolta e inquitante segnaliamo
Republicans, la slegata Who Was Fulcanelli?, mentre Watermelon In Easter Hay è l'unico episodio di vera poesia elettrica.
La registrazione di tutte le quattro facciate è eccellente, l'album doppio è venduto al prezzo di un singolo, ma nonostante questi vantaggi temo che diciannove assoli di Zappa siano troppo per la maggior parte del pubblico medio.
Massimo Bracco da Buscadero n° 82 giugno 1988

- Jazz From Hell
(1986) Zappa zap 32 - cd

1. Night School 4.47 - 2. The Beltway Bandits 3.26 - 3. While You Were Art II 7.18 - 4. Jazz From Hell - 5. G-Spot Tornado 3.17 - 6. Damp Ankies - 7. St. Etienne 6.26 - 8. Massaggio Galore 2.31

Musicians:
Frank Zappa, Steve Vai, Ray White, Tommy Mars, Bobby Martin, Ed Mann, Scott Thunes, Chad Wackerman

Produced by Frank Zappa
Recorded at Umrk Public Relation
Engineering by Bob Stone
Cover photo by Greg Gorman

Il carattere gocentrico e solipista di Frank Zappa è ben noto. Musicista irritabile, Zappa sdegna il dialogo con colleghi e comprimari, spesso accusati di incompetenze e velletià; le sue composizioni, scritte fin nei minimi dettagli, non ammettono interventi creativi da parte dei gregari. Non c'è da stupirsi, quindi, che lo Zappa recente ami oltremodo l'esecuzione glaciale ma impeccabile del Synclavier, congegno senz'altro più fedele di qualsiasi imperfetto meccanismo umano.
In
Jazz From Hell l'uso del computer musicale è ormai generale, soltanto un pezzo è affidato all'antico formato-gruppo. E lo stratagemma permette all'esigente compositore finezze esecutive vertiginose, con una ricerca ritmica esasperata, in cui davvero sembra riecheggiare l'anima di Edgar Varese: i ritmi si frammentano, si polverizzano, in un proliferare di contrattempi che coinvolge tanto i suoni percussivi quanto quelli degli strumenti base. Ne nasce un movimento incessante, inquieto, cui si contrappongono gli ormai classici temi zappiani, sequenze di note dall'inconfondibile qualità algida e beffarda. E' un contrasto particolarmente stimolante nei brani più quieti, in cui il movimento ritmico è sotterraneo, quasi impalpabile. Ma l'opera giustifica il titolo sopratutto nei pezzi veloci, percussivi, come l'ottimo G-Spot Tornado, incastro ritmico da manuale.
Certo, se di "Jazz dell'Inferno" si tratta, è nato nell'ultimo girone, quello dove i peccatori (inclusi forse i musicisti che abusarono di computer) sono confitti nel ghiaccio. Perchè il Synclavier certo non dona calore alle creature zappiane, già di per sè non ribollenti nè viscerali. Ed è, questo eccesso di freddo, proprio frutto di un peccato capitale, la superbia, fin troppo praticata dall'orgoglioso Frank, che ha rinunciato a quel minimo d'elemento umano che avrebbe potuto fare di queste ricche composizioni dei veri capolavori. (Anche se gli va dato atto della massima coerenza: l'unico brano eseguito manualmente,
St. Etienne, è un assolo di chitarra di fattura magnifica, ma ancor più gelido dei brani elettronici).
Paolo Bertrando da Buscadero n° 66 gennaio 1987

- Joe's Garage (act I)
(1979) Zappa Records 9198.423 - vinile

1. The Central Scrutinizer 3.27 - 2. Joe's Garage 6.10 - 3. Catholic Girls 4.26 - 4. Crew Slut 5.51 - 5. Wet T-Shirt Nite 5.26 - 6. Toad-O Line 4.18 - 7. Why Does It Hurt When I Pee? 2.35 - 8. Lucille Has Messed My Mind Up 7.17

Musicians:
Frank Zappa, Warren Cucurullo, Denny Walley, Ike Willis, Peter Wolf, Tommy Mars, Arthur Barrow, Ed Mann, Vinnie Colaiuta, Jeff, Marginal Chagrin, Stumuk, Dale Bozzio, Al Malkin, Craig Steward

Produced by Frank Zappa
Recorded at Village Recorder "B" & Ken-Dun "D"
Engineering by Joe Chicarelli
Cover photo by Norm Seef

- Joe's Garage (act II & III)
(1979) Zappa Records 9198.508 - vinile

1. A Token Of My Extreme 5.28 - 2. Stick It Out 4.33 - 3. Sy Borg 8.50 - 4. Dong Work For Yuda 5.03 - 5. Keep It Greasey 8.22 - 6. Outside Now 5.52 - 7. He Used To Cut He Grass 8.34 - 8. Packard Goose 11.38 - 9. Watermelon In Easter Hay 10.00 - 10. A Little Green Rosetta 7.25

Musicians:
Frank Zappa, Warren Cuccurullo, Denny Walley, Ike Willis, Peter Wolf, Arthur Barrow, Ed Mann, Vinnie Colaiuta, Patrick O'Hearn

Produced by Frank Zappa
Recorded at Village Recorder "B" & Ken-Dun "D"
Engineering by Joe Chicarelli
Cover photo by Norm Seeff

Riccardo Bertoncelli ha coniato per questo triplo concept-album l'azzeccata definizione di "operetta rock": che ben coglie il carattere semiserio, ma sotto sotto ancora morbidamente ambizioso di tutta l'opera. I tre dischi molto rivelano dell'amore zappiano per l'eccesso, appena temperato dalla decisione di mettere in commercio dapprima l'Act I (in febbraio) quindi gli Act II & III in forma di album doppio (ottobre). Munito di un gruppo ormai amalgamato, con le idee sufficientemente chiare sulla direzione da imprimere alla musica. Zappa lascia che l'idea base di due canzonette (Catholic Girls e Joe's Garage) si dilati a dismisura, raggiungendo un'estensione di circa centoventi minuti.
La storia costruita a legittimazione dell'opera è beffarda e volutamente inconcludente, con la sua idea di una musica resa criminale come espediente per attuare la "criminalizzazione totale" della società, con i tanti personaggi mossi sulla scena come marionette. Ma Frank Zappa ha dalla sua il noto talento d'arrangiatore: Joe, Mary, Father O'Riley e il deus ex machina Central Scrutinizer sono saldamente radicati in un tessuto di rock vigoroso, con bell'ingranaggio di chitarre ritmiche, giusta mole di citazioni, il consueto gioco di marimbas e sopratutto l'intricata orchestrazione vocale. Vinnie Colaiuta, con i suoi tempi spezzati e nervosi, si candida come uno dei supremi batteristi zappiani, mentre il maestro stesso non di disdegna di imbracciare la chitarra e costruire assoli a conferma della vena ritrovata. Il più riuscito di questi resterà nascosto nella melodia ipertrofica, sapientemente contenuta, di
Watermelon In Easter Hay.
Quanto ai pezzi singoli, è da dire che, in un'opera che talvolta cede per necessità narrative, sono proprio le "stupid song" (di stupidità solo apparente) ad incantare:
Catholic Girls, con Zappa in persona a cantare in veste di basso, Sy Borg, e più di ogni altro A Little Green Rosetta, corale sardonico eppur solare, una sorta di grande giostra con substrato di ferrea disciplina armonica.
Paolo Bertrando da Mucchio Selvaggio n° 82 novembre 1984

- The London Symphony Orchestra Vol 1
(1983) Barking Pumpkin fw 38820 - vinile

1. Sad Jane 9.55 - 2. Pedro's Dowry 10.26 - 3. Envelopes 4.11 - 4. Mo'n Herb's Vocation 27.51

Musicians:
The Londom Symphony Orchestra conducted by Kent Nagano

Produced by Frank Zappa

Pubblicato in veste serissima, con copertina grigia e austera, è questo il primo lavoro di una serie di opere colte, da lungo tempo nell'archivio dei desideri zappiani. Per una volta, la parodia e persino - ma non sempre - l'ironia sono tralasciate in favore di un complesso gioco orchestrale. E l'orchestra non è una qualsiasi, ma la prestigiosa London Symphony Orchestra; diretta non da Zappa, com'era prevedibile, ma dal giovane e quotato Kent Nagano.
E' tutta musica tonale, secondo le dichiarate preferenze di Zappa, anche nei suoi momenti più impegnati. Ma nulla di simile a certe orripilazioni pseudosinfoniche offerte a suo tempo dal rock "classico" che fu. Questa è una costruzione musicale inappuntabile, intricata ma limpidissima nelle sue linee costitutive, orchestrata - dopo tutto - da un riconosciuto maestro arrangiatore. I ritmi scelti vanno da un tipico 6/8 jazzistico al 4/4 della disco fino a tempi quasi intrascrivibili; e la ricca mole di percussioni usata rimanda in parte al referente delle
Ionisation di Varese, in parte all'influenza evidente di Strawinsky: che è presente in ispirito in brani come Pedro's Dowry o nel secondo movimento di Mo Herb's Vacation.
L'ascolto iniziale è arduo, e il primo accostamento potrà sembrare letale; ma al secondo, e poi di seguito, si comprende come questa sia in fondo una quintessenza di musica zappiana.
E' eccessiva, mastodontica, con la sua orchestra di 102 elementi, ma nella sua assoluta, indicibile freddezza mostra senza compromessi la caratteristica saliente del compositore Zappa: la razionalità, la precisazione matematica dei nessi sonori. Chi poi non volesse operare confronti, non ha che da valutare da un lato l'orchestra burlesca, volutamente hollywoodiana, di
200 Motels, dall'altro quella più studiata, ma anche meno precisa, di Orchestral Favorites. Per non dire Lumpy Gravy; ma da quel monumento alla trasgressione più pura ci separa ormai l'abisso incolmabile di un quindicennio. Dopo tutto, questo è, oggi, il migliore degli Zappa possibili.
Paolo Bertrando da Mucchio Selvaggio n° 82 novembre 1984

- London Symphony Vol. 2
(1987) Zappa zap 5 - vinile

1. Bogus Pomp 24.32 - 2. Bob In Dancron 12.12 - 3. Strickly Genteel 6.53

Musicians
Chad Wackerman, Ed Mann, The London Symphony Orchestra conducted by Kent Nagano

Produced by Frank Zappa
Recorded at The Twickenham Film Studio, London on January 12, 13 and 14, 1983
Engineering by Mark Pinske
Cover photo by Mark Hanauer


- The Yellow Shark
(1993) Ryko rcd 40560 - cd

1. Intro 1.43 - 2. Dog Breath Variations 2.07 - 3. Uncle Meat 3.24 - 4. Outrage At Valdez 3.27 - 5. Times Beach II 7.31 - 6. III Revised 1.45 - 7. The Girl In The Magnesium Dress 4.33 - 8. Be-Bop Tango 3.43 - 9. Ruth Is Sleeping 5.56 - 10. None Of The Above 2.17 - 11. Pentagon Afternoon 2.28 - 12. Questi Cazzi Di Piccioni 3.03 - 13. Times Beach III 4.26 - 14. Food Gathering In Post-Industrial America, 1992 2.52 - 15. Welcome To The United States 6.39 - 16. Pound For A Brown 2.12 - 17. Exercise #4 1.37 - 18. Get Whitey 7.00 - 19. G-Spot Tornado 5.17

Musicians:
Frank Zappa,
Peter Rundel, Dietmar Wiesner, Catherine Milliken, Roland Diry, Wolfang Stryi, Veit Scholz, Franck Ollu, Stefan Dohr, William Formann, Michel Gross, Uwe Dierksen, Michael Svoboda, Daryl Smith, Herman Kretzschmar, Ueli Wiget, Rainer Romer, Rumi Ogawa-Helferich, Andreas Bottger, Detlef Tewes, Jurgen Ruck, Ellen Wegner, Mathias Tacke, Claudia Sack, Hillary Sturt, Friedmann Dahn, Thomas Fichter

Può essere forse opportuno sgombrare subito il campo da alcune delle molte inesattezze circolate in merito: non si tratta di un'opera teatral-musicale, nè di un ciclo inedito di musiche orchestrali e neanche, a ben guardare, di un progetto voluto in primo luogo da lui (neppure il titolo, sebbene riecheggi tanti zappisti d'annata, si deve a lui, come è diffusamente spiegato nell'ampia documentazione allegata al cd, per inciso, non è doppio, checchè ne dicano certi negozianti approfittando del cofantetto che lo racchiude).
Chi abbia letto le biografie o le autobiografie di Zappa ha idea dei suoi desideri e delle frustrazioni che gli hanno procurato le sue partiture orchestrali. Boulez ne diresse alcune (con moderata soddisfazione dell'autore: esecuzioni buone ma non del tutto accurate), altre orchestre furono pagate e dirette da Zappa per alcuni tentativi di registrazione (orchestrali interessati unicamente alle pause sindacali, autore abissalmente disperato). Si era giunti al punto di poter ascoltare corrette esecuzioni di quelle partiture solo dal synclavier, programmato da uno Zappa disilluso e scorbutico. Poi è arrivato l'Ensemble Modern, un gruppo di solisti giovani ma esperti costituitosi a Francoforte nel 1980 sotto l'egida della Junge Deutsche Philarmonie. Quell'inconsueta compagine, formata da diciotto musicisti che dirigono il gruppo collettivamente dal punto di vista sia artistico che gestionale (con l'aiuto, in quest'ambito, del menager Andreas Molich-Zebhauser), si sostiene da sè, dedicandosi all'estimento di programmi di musica rigorosamente contemporanea, lavorando quando possibile con i compositori e cercando di coltivare rapporti duraturi con i direttori più sensibili e interessanti. Le esigenze dei singoli progetti possono far fluttuare l'organico, che giunge a restringersi a quintetti o sestetti, oppure ad ampliarsi cooptando collaboratori esterni. Nel 1991, il gruppo chiede a Zappa una composizione orchestrale su grande scala ma il musicista non è interessato; ritentano, chiedendo genericamente nuova musica e portando questa volta con sè alcune incisioni proprie da sottoporre al giudizio del maestro, il quale ne rimane impressionato e accetta di lavorare con l'Ensemble, che nel luglio di quell'anno vola a Los Angeles a proprie spese e partecipa con lui a due settimane di prove, a cui i musicisti arrivano sistematicamente con due o tre ore di anticipo. C'è motivo di credere che Zappa, nonostante la scoza caustica, abbia pianto di gioia di fronte a tali prove di sincera e leale dedizione.
L'approccio "fatti, non parole" dell'Ensamble lo commuove al punto da farlo cedere alle richieste dei musicisti di affidare loro partiture originariamente concepite per il synclavier, che riteneva onestamente ineseguibili da interpreti umani. Come dice lo stesso Zappa riferendosi a G-Spot Tornado (brano in causa assieme a The Girl In The Magnesium Dress), il resto è storia.
Nel disco si ascolta una selezione tra diverse esecuzioni dal vivo dello stesso materiale, notevoli anche sotto l'aspetto della tecnica di riproduzione: gli strumenti, infatti, venivano amplificati, non tanto per guadagnare volume quanto per consentirne il missaggio sotto la direzione dell'autore e la diffusione acustica da sei punti diversi attorno alla sala. Gli spettatori sentivano la musica come seduti in mezzo all'orchestra, "circondati dal contrappunto", e qualcosa di tanto splendore rimane in effetti anche nel disco, nella nitidezza e pulizia delle diverse voci strumentali.
Musicalmente, l'album è un ampio inventario di tante tendenze zappiane, dalle più note alle più sorprendenti. Zappa ama citarsi ed ecco varie reminescenze dagli anni sessanta (Dog Breath Variations/Uncle Meat, Pound For A Brown On The Bus/Exercise #4) adattate per quell'organico con l'aiuto, nell'orchestrazione, di Ali N. Askin, con risultati francamente esaltanti (analogamente a quanto accade con le musiche di Nacarrow). C'è poi una vena più inedita: uno Zappa cameristico ermetico, naturalmente sempre molto difficile da eseguire ma anche molto astratto nel linguaggio musicale, concepito per piccoli organici quasi tradizionali, in cui la regolarità ritmica dei fraseggi si perde quasi totalmente: quintetto di fiati (Times Beach II & III), duo pianistico (Ruth Is Slepping) e quintetto d'archi (III Revised, None Of The Above e Questi Cazzi Di Piccione, il cui titolo viene chiarito dalla traduzione che ne dà Zappa nel suo commento : These Fucking Pigeons, con riferimento allo strato di guano che secondo l'autore è forse la causa del progressivo affondamento di Venezia). Alcuni brani più propriamente orchestrali (Outrage At Valdez, Get Whitey) mostrano poi una tendenza melanconica inusuale ma molto godibile. Lo Zappa che graffia, utilizzando le capacità di recitazione e improvvisazione degli strumentisti, brilla in due brani composti per l'occasione e da lui stesso diretti (negli altri,  c'è sul podio un membro dell'Ensamble, il violinista Peter Rundel): Food Gathering In Post-Industrial America, 1992 e Welcome To The United States, in cui un tono apocalittico di base si coniuga con un commento divertito affidato sia alla parte parlata sia (sopratutto) all'uso di suoni e frammenti musicali "evocativi" (che suscitano una grande ilarità nel pubblico). Davvero storica la conclusione: una rilettura fantastica della frenetica G-Spot Tornado, originariamente apparsa in versione elettronica in Jazz From Hell, che scatena un applauso finale entusiastico e interminabile.
The Yellow Shark è quindi un gioiello della discrografia dello Zappa orchestrale (non diciamo dello Zappa "serio" perchè non avrebbe alcun senso: nel disco ci sono momenti di umorismo sfrenato, e la serietà musicale di Zappa, intesa come rigore d'ispirazione e capacità compositiva, non è mai dipesa dagli organici per cui scriveva) ed è anche uno splendido modo di chiudere una carriera discografica: con la stima e l'affetto degli esecutori che si manifestano nella sede più cruciale, cioè il momento stesso di fare musica. C'è da sperare che Zappa ne sia stato soddisfatto (quanto meno moderatamente: perchè qualche inesatezza, come lui stesso dice nelle note con qualche tipica perversità, c'è anche qui).
Andrea Landini da Musiche n° 16, Autunno 1994

- The Grand Wazoo

(1972) Ryko rcd 10517 - cd

1. For Calvin 6.05 - 2. Grand Wazoo 13.24 - 3. Cletus Awreetus Awrightus 2.55 - 4. Eat That Question 6.41 - 5. Blessed Relief 8.00

Musicians
Frank Zappa,
Sal Marquez, Janet Neville Ferguson, Mike Altshul, Earl Dumler, Tony Ortega, Joanne Caldwell McNabb, Johnny Rotella, Fred Jackson, Malcolm McNabb, Bill Byers, Ernie Tack, Bob Zimmitti, Alan Esters, Don Preston, Tony Duran, Erroenius, Aynsley Dumbar, Ernie Watts, Ken Shroyder, George Duke, Joel Peskin

Produced by Frank Zappa
Recorded at Paramount Studios, Hollywood
Engineering by Kerry McNabb
Cover by Cal Schenkel

Continua il viaggio nel jazz, questa volta con una vera big band di oltre venti elementi. Solo il primo brano, For Calvin (And Hits Next Two Hitch-Hikers) dedicato a Cal Schenkel, è cantato. Il resto è inteso come commento alla leggenda dell'imperatore Cletus Awreetus-Awright a capo di un esercito di musicisti disoccupati, come viene raccontato nelle note di copertina. Ogni lunedì questi combattono contro i Mediocri, i cui eserciti vedono una grande preponderanza di vocalisti sugli strumenti e i bollettini delle battaglie sono le classifiche della settimana.
Curiosità: il bassista chiamato Erroneus nei crediti di questo e del disco precedente è in realtà Alex Dmochowski, che non poteva apparire col proprio nome per motivi burocratici. Un gioiello.
Marco Bazzoli da Frank Zappa ed. Auditorium 2003

- Chunga's Revenge
(1970) Zappa Records cdzap 23 - cd

1. Transylvania Boogie 5.01 - 2. Road Ladies 4.11 - 3. Twenty Small Cigars 2.17 - 4. The Nancy And Mary Music 9.30 - 5. Tell Me You Love Me 2.43 - 6. Would You Go All The Way? 2.30 - 7. Chunga's Revenge 6.16 - 8. The Clap 1.24 - 9. Rudy Wants To Buy Yez A Drink 2.45 - 10. Sharleena 4.07

Musicians
Frank Zappa,
Ian Underwood, Max bennett, Aynsley Dumbar, John Guerin, George Duke, Jeff Simmons, Sugar Cane Harris

Produced by Frank Zappa
Recorded at The Record Plant, Hollywood, Trident Studios, London, T.T.G. Inc., Hollywood, Whitney Studios, Glendale and track 4 recorded live at Tyrone Guthrie Theater in Minneapolis, Minnesota
Engineering by Dick Kunc, Stan Agol, Roy Baker and Bruce Margolis
Cover by Cal Schenkel

- Sheik Yerbouti
(1979) Rykodisc rcd 10528 - cd

1. I Have Been In You 3.33 - 2. Flakes 6.41 - 3. Broken Hearts Are For Assholes 3.42 - 4. I'm So Cute 3.09 - 5. Jones Crusher 2.49 - 6. What Ever Happened To All The Fun In The World '33 - 7. Rat Tomago 5.17 - 8. Wait A Minute '31 - 9. Bobby Brown Goes Down 2.48 - 10. Rubber Shirt 3.43 - 11. The Sheik Yerbouti Tango 3.58 - 12. Baby Snakes 1.50 - 13. Tryin' To Grow A Chin 3.32 - 14. City Of Tiny Lites 5.31 - 15. Dancin' Fool 3.43 - 16. Jewish Princess 3.16 - 17. Wild Lover 4.09 - 18. Yo' Mama 12.36

Musicians
Frank Zappa,
Adrian Belew, Tommy Mars, Peter Wolf, Patrick O'Hearn, Terry Bozzio, Ed Mann, David Ocker, Napoleon M. Brock, Andre Lewis, Randy Thornton, Davey Moire

Produced by Frank Zappa
Recorded live at The Odeon Hammersmith, London, The Palladium, New York City and Deutschland Halle, Berlin
Cover photo by Lynn Goldsmith

Le registrazioni dal vivo risalgono al 1977-78, ma sono qui arricchite da abbondanti sovraincisioni in studio. Da segnalare I Have Been In You, gustosa parodia di "I'm In You" di Peter Framton, Jewish Princess che con il suo elenco delle pratiche sessuali normalmente attribuite alle ragazze ebree si attira le ire della Lega Anti-diffamazione Ebraica, il bellissimo assolo di chitarra in Yo' Mama e le facili Bobby Brown e Dancin' Fool, che ebbero fortuna anche come singoli. Il titolo parafrasa ironicamente un brano che ebbe successo in quel periodo nelle discoteche, Shake Your Booty, dei KC & The Sunshine Band. In assoluto, per ammissione dello stesso Frank Zappa, è il disco più venduto e conosciuto della sua produzione.
Marco Bazzoli da Frank Zappa ed. Auditorium (2003)

- Fillmore East-June 1971
(1971) Reprise rs 0322 - vinile

1. Little House I Used To Live In 4.58 - 2. The Mud Shark 5.16 - 3. What Kind Of Girl Do You Think We Are? 4.51 - 4. Bwana Dik 2.27 - 5. Latex Solar Beef 4.22 - 6. Willie The Pimp (part one) 2.50 - 7. Willie The Pimp (part two) 1.54 - 8. Do You Like My New Car? 7.49 - 9. Happy Together 2.57 - 10. Lomesome Electric Turkey 2.34 - 11. Peaches In Regalia 3.22 - 12. Tears Began To Fall 3.50

Musicians
Frank Zappa,
Mark Volman, Howard Kaylan, Ian Underwood, Aynsley Dumbar, Vim Pons, Bob Harris, Don Preston

Produced by Frank Zappa
Recorded at Fillmore East on June 1971
Engineering by Barry Keane
Cover by Cal Schenkel

- Does Humor Belong In Music?
(1995) Ryko rcd 10548 - cd

1. Zoot Allures 5.26 - 2. Tinsel-Town Rebellion 4.43 - 3. Trouble Every Day 5.31 - 4. Penguin In Bondage 6.44 - 5. Hot-Plate Heaven At The Green Hotel 6.42 - 6. What's New In Baltimore? 4.47 - 7. Cock-Suckers' Ball 1.05 - 8. WPLJ 1.30 - 9. Let's Move To Cleveland 16.43 - 10. Whippin' Post 8.23

Musicians
Frank Zappa,
Ray White, Ike Willis, Bobby Martin, Alan Zavod, Scott Thunes, Chad Wackerman, Dweezil Zappa

Produced by Frank Zappa
Engineering by Mark Pinske and Thom Ehle
Cover art by Cal Schenkel

Apparentabile all'omonimo video registrato dal vivo nel tour del 1984, anche se le rispettive scalette non coincidono perfettamente. Ha la meglio il lato umoristico, anche se non mancano belle esecuzioni di brani strumentali con grandi assoli di chitarra, come Zoot Allures, What's New In Baltimora? e la lunga Let's Move In Cleveland, composta con registrazioni tratte da quattro diversi concerti e con interventi solisti di Alan Zavod alle tastiere e Chad Wakerman alla batteria.
Marco Bazzoli da Frank Zappa ed. Auditorium (2003)

- Zoot Allures
(1976) Warner Bros. w 56298 - vinile

1. Wind Up Workin' In A Gas Station 2.35 - 2. Black Napkins 4.18 - 3. The Torture Never Stop 9.52 - 4. Ms. Pinky 3.49 - 5. Find Her Finer 4.22 - 6. Friendly Little Finger 4.19 - 7. Wonderful Wind 3.05 - 8. Zoot Allures 4.15 - 9. Disco Boy 5.28

Musicians
Frank Zappa,
Terry Bozzio, Davey Moire, Andre Lewis, Roy Estrada, Napoleon Murphy Brock, Ruth Underwood, Donnie Vielt, Ruben Ladron De Guevara, Lu Ann Neil, Dane Parlato, Sparkie Parker

Produced by Frank Zappa
Recorded at Record Plant, Los Angeles
Engineering by Michael Braunstein and Davey Moire
Cover photo by Gary Heery

Un album quasi interamente registrato in studio, ad eccezione dello strumentale Black Napkins registrato live in Giappone, che vede Frank Zappa suonare in quasi tutti i brani, oltre alla chitarra, anche il basso, le tastiere e i sintetizzatori. Terry Bozzio suona la batteria in tutti i brani e per il resto la formazione varia.
Da segnalare la prima delle numerose versioni incise di The Tortune Never Stop. Curiosità: il titolo pare derivato dalla sconcia espressione francese "zut alors", i caratteri Kanji sulla parte posteriore della copertina si pronunciano in giapponese "faranku zappa" e quelli grafici sulla parte anteriore "zappa".
Marco Bazzoli da Frank Zappa ed. Auditorium (2003)

- A Live In New York
(1977) Discreet w 44203 - vinile

1. Titties And Beer 6.28 - 2. I Promise Not To Come In Your Mouth 3.33 - 3. Punky's Whips 10.59 - 4. Sofà 3.00 - 5. Manx Needs Woman 1.39 - 6. The Black Page Drum Solo 4.06 - 7. Big Leg Emma 2.17 - 8. The Black Page Part Two 5.43 - 9. Honey, Don't You Want A Man Like Me? 4.17 - 10. The Illinois Enema Bandit 12.47 - 11. The Purple Lagoon 18.00

Musicians
Frank Zappa,
Ray White, Eddie Jobson, Patrick O'Near, Terry Bozzio, Ruth Underwood, Don Pardo, David Samuels, Randy Brecker, Mike Brecker, Lou Marini, Ronnie Cuber, Tom Malone, John Bergamo, Ed Mann, Lou Ann Neil, Rex Bogue, Claus Wiedelmann

Produced by Frank Zappa
Recorded live at The Feld Forum at Halloween and The Palladium on New York City, 1977
Cover photo by Dweezil Zappa

Registrato durante la settimana tra Natale e Capodanno del 1976 al Palladium di New York, è la prima materializzazione in forma di vinile di parte del materiale in origine destinato al cofanetto di quattro 'Lp Lather, pubblicato postumo.
La ricca sezione di fiati (Randy e Mike Brecker, Lou Marini, Ronnie Cuber e Tom Malone) si esprime al meglio nella lunga The Purple Laggon e nei numerosi strumentali. Apre l'album
la famosa Titties And Beer che vede Terry Bozzio recitare la parte del diavolo e la divertente The Illinois Enema Bandit narrata da Don Pardo e ispirata alle gesta di Michael Kanyon, che per dieci anni terrorizzò le studentesse dell'Università dell'Illinois abusando di loro con una pompetta di clistere. Punky's Whips apparve solo su alcune copie del disco a causa della censura imposta dalla Warner Bros.
La foto di copertina è opera di Dweezil Zappa, mentre le restanti sono di Gail.
Marco Bazzoli da Frank Zappa ed, Auditorium (2003)

- Studio Tan
(1978) Discreet w 59210 - vinile

1. Greggery Peccary 20.40 - 2. Let Me Take You To The Beach 2.44 - 3. Revised Music For Guitar And Low Budget Orchestra 7.36 - 4. Redunzl 8.12

Produced by Frank Zappa

The Adventures Of Greggary Peccary, che occupa da sola il primo lato del vinile, nacque nel 1968 come piccola suite per flauto e venne poi ampliata dalla Grand Wazoo Orchestra; qui la troviamo dotata di un surreale e filosofico testo. I fans hanno avanzato le più svariate ipotesi sul significato del titolo del bellissimo strumentale RDNZL: quella prevalente è che fosse un acronimo derivato dalle marce del cambio automatico di certe auto americane (Reverse, Drive, Neutral, 2, Low), ma Gail ha spiegato in un'intervista, che si tratta solo del suo nomignolo derivante dall'inconscio tra "redundant" (rindondante) e Rapunzel (l'equivalente americano di Raperonzolo, il personaggio delle fiabe) da cui "Randunzel" al quale sono poi state Tolte le vocali.
Marco Bazzoli da Frank Zappa ed. Auditorium (2003)


- Orchestral Favorites
(1979) Descreet w 59212 - vinile

1. Strickly Genteel 7.04 - 2. Pedro's Dowry 7.42 - 3. Naval Aviation In Art 1.23 - 4. Duke Of Prunes 4.20 - 5. Bogus Pomp 13.29

Produced by Frank Zappa

Solo musica orchestrale in questo breve disco. Le registrazioni risalgono al settembre 1975. L'orchestra di 37 elementi è diretta da Michael Zearott.
Oltre a Strictly Genteel, anche Bogus Pomp è riconducibile all'album 200 Motels, poichè alcuni dei brani che lo compongono vennero eseguiti la prima volta nel 1968 e sviluppati nella colonna sonora di 200 Motels. Molto interessante, benchè di ascolto ben più impegnativo, Pedro's Dowry.
Marco Bazzoli da Frank Zappa ed. Auditorium (2003)

- 200 Motels
original motion picture soundtrack
(1971) Bizarre val 224034 - vinile

1. Semi Fraudolent/Direct From Hollywood Overture 1.59 - 2. Mistery Roach 2.33 - 3. Dance Of The Rock And Roll Interviewers '48 - 4. This Town Is A Sealed Tuna Sandwich '56 - 5. Tuna Fish Promenade 2.30 - 6. Dance Of he Just Plains Folk 4.39 - 7. This Town Is A Sealed Tuna Sandwich II '59 - 8. The Sealed Tuna Bolero 1.40 - 9. Lonesone Cowboy Burt 3.51 - 10. Touring Can Make You Crazy 2.53 - 11. Would You Like A Snack? 1.23 - 12. Redneck Eats 3.03 - 13. Centerville 2.31 - 14. She Painted Up Her Face 1.42 - 15. Janet's Big Dance Number 1.18 - 16. Half And Dozen Provocative quats 1.57 - 17. Mysterioso '48 - 18. Shove It Right In 2.32 - 19. Lucy's Seduction Of A Bored Violinist And Postule 4.00 - 20. I'm Stearling The Towels 2.14 - 21. Dental Hygeine Dilemma 5.12 - 22. Does This Kind Of Life Look Interesting To You? 3.00 - 23. Daddy, Daddy, Daddy 3.11 - 24. Penis Dimension 4.35 - 25. What Will This Evening Bring Me This Morning 3.27 - 26. A Nun Suit Painted On Some Old Boxes 1.09 - 27. Magic Fingers 3.55 - 28. Motorhead's Midnight Ranch 1.30 - 29. Dew On The newts We Got 1.10 - 30. The Lad Searches The Night For His Newts '41 - 31. The Girl Wants To Fix His Some Broth 1.10 - 32. The Girl's Dream '55 - 33. Little Green Scratchy Sweaters And Courduroy Ponce 1.01 - 34. Strickly Genteel 11.09

Musicians
Frank Zappa,
Mark Volman, Howard Kaylan, Ian Underwood, Aynsley Dumbar, George Duke, Martin Lickert, Jimmy Carl Black, Ruth Underwood, Jim Pons

Produced by Frank Zappa
Cover by Cal Schenkel

Oltre alla Mother Of Inventions, suonano la Royal Philarmonic Orchestra condotta da Elgar Howarth, il coro Top Score Singers condotto da David Van Asch e il Classical Ensamble sotto la supervisione di John Williams.
E' la colonna sonora dell'omonimo film, anche se la scaletta non coincide in modo puntuale. Le parti per orchestra si configuarano come una parodia delle musiche da film, ma non mancano brani propriamente rock.
Da riascoltare più volte per apprezzarne la complessità compositiva. Il brano migliore è senza dubbio Strickly Genteel, più volte ripreso in seguito come strumentale. Nella ristampa su CD, tra le bonus tracks, ci sono anche quattro spot radiofonici, mentre il trailer del film si trova in un'apposita traccia leggibile con il computer.
Marco Bazzoli da Frank Zappa, ed. Auditorium (2003)

- Sleep Dirt
(1979) Discreet w 59911 - vinile

1. Filthy Habit 7.33 - 2. Flambay 5.01 - 3. Spider Of Destiny 2.54 - 4. Regyptian Strut 4.15 - 5. Time Is Money 2.53 - 6. Sleep Dirt 3.20 - 7. The Ocean Is The Ultimate Solution 13.20

Produced by Frank Zappa
Cover by Gary Panter

Tre dei brani ui raccolti, Flambay, Spider Of Destiny e Time Is Money, risalgono a un progetto di commedia musicale scritto nel 1972 e dal titolo provvisorio di Hunchentoot, parodia dei telefilm di fantascienza anni Cinquanta con tanto di eroina sexy.
Nella ristampa su CD Zappa vi sovrappose le parti cantate da Thana Harris. Per il resto protagonista è la chitarra, nel duetto intimista fra le chitarre acustiche di Frank Zappa e James Youman che dà il titolo all'album e nei tredici minuti trascinanti di The Ocean Is The Ultimate Solution.
Marco Bazzoli da Frank Zappa, ed. Auditorium (2003)

- Apostrophè
(1974) Discreet dis 59 201 - vinile

1. Don't Eat The Yellow Snow 2.06 - 2. Nanook Rubs It 4.37 - 3. St. Alfonzo's Pancake Breakfast 1.52 - 4. Father O'Blivion 2.18 - 5. Cosmik Debris 4.10 - 6. Excentrifugal Forz 1.31 - 7. Apostrophè 5.53 - 8. Uncle Remus 2.54 - 9. Stink-Foot 6.35

Musicians
Frank Zappa, Jim Gordon, Johnny Guerin, Aynsley Dumbar, Ralph Humphrey, Jack Bruce, Erroneus, Tom Fowler, George Duke, Sugar Cane Harris,
Jean-Luc Ponty, Ruth Underwood, Ian Underwood, Napoleon Murphy Brok, Sal Marquez, Bruce Fowler

Produced by Frank Zappa
Recorded at Electric Lady, N.Y.C., Bolic, Inglewood and Paramount, Hollywood
Enginnering by Steve Desper, Terry Dunavan, Barry Keene, Bob Hughes and Kerry McNabb
Cover photo by Emerson-Loew

Le surreali avventure del ragazzo eschimese Nanook, ispirate al celebre film di Robert Flaherty "Nanook Of The North" del 1922, vengono narrate nei primi quattro brani. Bello il contributo di George Duke che firma insieme a Frank Zappa l'antirazzista Uncle Remus.
Musicalmente assimilabile al precedente (Over-Nite Sensation) e ugualmente accusato di essere commerciale segna il primo grosso successo di vendite giungendo nei top delle classifiche americane. Nel 1996 questo disco e One Size Fits All, sono stati pubblicati in edizione limitata e numerata su CD placcati in oro 24 carati nella serie AU20 della Rykodisc. I dischi di questa serie sono stati rimasterizzati convertendo gli originali analogici in master digitali con risoluzione a 20 bit che conferisce al suono un a purezza davvero unica.
Marco Bazzoli da Frank Zappa ed. Auditorium (2003)

-The Man From Utopia
(1983) Zappa rcd 10538 - cd

1. Cocaine Decisions 3.53 - 2. Sex 3.43 - 3. Tink Walks Amok 3.38 - 4. The Radio Is Broken 5.51 - 5. We Are Not Alone 3.18 - 6. The Dangerous Kitchen 2.51 - 7. The Man From Utopia Meets Mary Lou 3.22 - 8. Stick Together 3.18 - 9. The Jazz Discharge Party Hats 4.28 - 10. Luigi And The Wise Guys 3.24 - 11. Maggio 2.35

Musicians
Frank Zappa, Steve Vai, Ray White, Roy Estrada, Bob Harris, Ike Willis, Bobby Martin, Tommy Mars, Arthur "Tink" Barrow, Ed Mann, Scott Thunes, Chad Wackerman, Vinnie Colaiuta, Craig "Twister" Steward, Dick Fegy, Marty Krystall

Produced by Tom Wilson
Engineering by Bob Stone, Mark Pinske and Dave Jerdan
Cover by Tanino Liberatore

- Over-nite Sensation
(1973) Discreet k 41000 - vinile

1. Camarillo Brillo 4.01 - 2. I'm The Slime 3.35 - 3. Dirty Love 3.00 - 4. Fifty-Fifty 6.08 - 5. Zomby Woof 5.11 - 6. Dinah-Moe Humm 6.05 - 7. Montana 6.37

Musicians
Frank Zappa, Ian Underwood, Ruth Underwood, Tom Fowler, Bruce Fowler, Sal Marquez, George Duke,
Jean Luc Ponty

Produced by Frank Zappa
Recorded at Boltic Sound Whitney Paramount
Engineering by Barry Keene, Terry Dunavan, Fred Borkgren and Steve Desper
Cover art by Cal Shenkel

- Them Or Us
(1984) Rykodisc rcd 10543 - cd

1. The Closer You Are 2.55 - 2. In France 3.30 - 3. Ya Hozna 6.26 - 4. Sharleena 4.33 - 5. Sinister Foorwear II 8.39 - 6. Truck Driver Divorce 8.59 - 7. Stevie's Spanking 5.23 - 8. Baby, Take Your Teeh Out 1.54 - 9. Marque-Son's Chicken 7.33 - 10. Planet Of My Dreams 1.37 - 11. Be In My Video 3.39 - 12. Them Or Us 5.23 - 13. Frogs With Dirty Little Lips 2.42 - 14. Whippin' Post 7.32

Musicians
Frank Zappa, Ray White, Ike Willis, Bobby Martin, Tommy Mars, Arthur Barrow, Chad Wackerman, Jonny Watson, Napoleon Murphy Brock, Moon Zappa, George Duke, Steve Vai, Dweezil Zappa, Ed Mann, Scott Thunes, Bob Harris, Thana Harrys, Patrick O'Near, Brad Cole, Roy Estrada

Produced by Frank Zappa
Engineered by Mark Pinske and Bob Stone
Cover painting by Donald Roller

- One Size Fits All
(1975) Ryko rcd 10521 - cd

1. Inca Raods 8.45 - 2. Can't Afford No Shoes 2.38 - 3. Sofa N° 1 2.39 - 4. Po-Jama People 7.39 - 5. Florentine Pogen 5.27 - 6. Evelyn, A Modified Dog 1.04 - 7. San Ber'dino 5.57 - 8. Andy 6.04 - 9. Sofa N° 2 2.41

Musicians
Frank Zappa, George Duke, Napoleon Murphy Brock, Chester Thompson, Tom Flower, Ruth Underwood, James Youman, Johnny Watson, Bloodshot Rollin' Red

Produced by Frank Zappa
Engineering by Kerry McNab and Gary O'Jukka
Recorded at The Record Plant L.A., betwwen December 1974 and April 1975
Cover by Cal Schenkel

- Civilization Phase III
(1994) Zappa cddzap 56 - cd

1. This Is Phaze III - 2. Put A Motor In Yourself - 3. Oh-Umm - 4. They Made Me Eat It - 5. Reagan At Bitburg - 6. A Very Nice Body - 7. Navanax - 8. How The Pigs' Music Works - 9. Xmas Values - 10. Dark Water! - 11. Amnerika - 12. Have You Ever Heard Their Band? - 13. Religious Superstition - 14. Saliva Can Only Take So Much - 15. Buffalo Voice - 16. Someplace Else Righ Now - 17. Get A Life - 18. A Kayak - 19. I Wish Motorhead Would Come Back - 20. Secular Humanism - 21. Attack! Attack! Attack! - 22. I Was In A Drum - 23. A Different Octave - 24. This Ain't CNN - 25. The Pigs' Music - 26. A Pig With Wings - 27. This Is All Wrong - 28. Hot And Putrid - 29. Flowing Insidede-Out - 30. I Had A Dream About That - 31. Gross Man - 32. A Tunnel Into Muck - 33. Why Not? - 34. Put A Little Motor In Em - 35. You're Just Insultin' Me, Aren't You! - 36. Cold Light Generation - 37. Dio Fa - 38. That Would Be The End Of That - 39. Beat The Reaper - 40. Waffenspiel

Musicians
Frank Zappa, Dietmar Weisner, Catherine Milliken, Roland Diry, Wolfang Stryi, Veit Scholz, William Formann, Michael Gross, Franck Ollu, Stefan Dohr, Uwe Dierksen, Michael Svoboda, Daryl Smith, Friedemann Dahn, Thomas Fichter, Peter Rundel, Mathias Tacke, Hilary Stuart, Detlef Tewes, Jurgen Ruck, Ueli Wiget, Hermann Kretzschmarr, Rumi Ogawa-Helferich, Rainer Romer, Andreas Bottger

Produced by Frank Zappa

Il primo titolo postumo. Musica in gran parte eseguita al synclavier con alcuni interventi, nella seconda parte, dell'Ensamble Modern condotto dallo stesso Frank Zappa. La Phaze III del titolo fa riferimento a due album remoti: sulla copertina di Lumpy Gravy (1967) si legge "Is This Phaze 2 Of: We're Only In It For The Money?" e su quest'ultimo (1968): "Is This Phase One Of Lumpy Gravy".
Grazie a moderne teconologie di editing Frank Zappa recupera alcuni vecchi dialoghi improvvisati, registrati nel 1967 e parzialmente già utilizzati in Lumpy Gravy, li unisce a nuovi dialoghi registrati nel 1991 e li inserisce tra i brani strumentali di questa che è la sua opera più ambiziosa. E' concepita come colonna sonora di uno spettacolo di danza e patomima dettagliatamente descritta con tanto di particolari sull'uso delle luci e sulla scenografia nel ricco libretto allegato. La trama, grosso modo, è imperniata sui dialoghi surreali di alcuni gruppi di persone che vivono all'interno di un grande pianoforte nel quale discorrono su argomenti quali motori, maiali, pony, acqua scura, nazionalismo, musica ecc, mentre all'esterno il mondo corre verso l'autodistruzione idolatrando falsi dei, degradando l'ambiente e giocando alla guerra.
Su tutti spicca il brano in sei movimenti intitolato N-Lite, una vera miniera di idee e suoni sorprendentemente organizzati. Frank Zappa ha lavorato a questo progetto in diverse fasi lungo gli ultimi dieci anni della sua vita e da molti è considerato il suo vero capolavoro.
Marco Bazzoli da Frank Zappa ed. Auditorium (2003)

- Son Of Cheep Thrills
(1999) Ryko rcd 10581 - cd

1. WPJT 2.52 - 2. Twenthy Small Cigars 2.17 - 3. The Legend Of The Golden Arches 3.27 - 4. Ya Hozna 6.26 - 5. It Just Might Be A One-Shot Deal 4.16 - 6. Love Of My Life (live version) 2.15 - 7. Disco Boy (live soundtrack version) 3.51 - 8. Night School 4.47 - 9. Sinister Footwear 2nd mvt (live version) - 10. The Idiot Bastard Son (live version) 2.34 - 11. What's New In Baltimore? 5.20

Musicians
Frank Zappa, Arthur Barrow, Adrian Belew, Max Bennett, Jimmy Carl Black, Terry Bozzio, Napoleon Murphy Brock, Paul Carman, Ray Collins, Vinnie Colaiuta, Warren Cucurullo, George Duke, Aynsley Dumbar, Tony Duran, Erroneus, Roy Estrada, Janet Ferguson-Hof, Brice Fowler, Tom Fowler, Walt Fowler, Bunk Gardner, John Guerin, Bob Harris, Mike Keneally, "Sneaky Pete" Kleinow, Bobby Martin, Ed Mann, Tommy Mars, Sal Marquez, Kurt McKettrick, Patrick O'Hearn, Don Preston, Euclid James "Motorhead Sherwood" , Jeff Simmons, Chester Thompson, Scott Thunes, Artie Tripp, Ian Underwood, Ruth Underwood, Steve Vai, Chad Wackerman, Danny Waley, Ray White, Albert Wing, Ike Willis, Peter Wolf, Moon Zappa

Produced by Frank Zappa
Cover by Cal Schenkel

- The Lost Episodes

(1996) Ryko rcd 40573 - cd

1. The Blackouts '22 - 2. Lost In A Whirlpool 2.46 - 3. Ronnie Sings? 1.05 - 4. Kenny's Booger Story '33 - 5. Ronnie's Booger Story 1.16 - 6. Mount St. Mary's Concert Excerpt 2.28 - 7. Take Your Clothes Off When You Dance 3.51 - 8. Tiger Raoch 2.20 - 9. Run Home Slow Theme 1.25 - 10. Fountain Of Love 2.08 - 11. Run Home Cues, #2 '28 - 12. Any Way The Wind Blows 2.14 - 13. Run Home Cues, #3 '11 - 14. Charva 1.59 - 15. The Dick Kunc Story '46 - 16. Wedding Dress Song 1.14 - 17. Handsome Cabin Boy 1.21 - 18. Cops And Buns 2.36 - 19. The Big Squeeze '43 - 20. I'm A Band Leader 1.14 - 21. Alley Cat 2.47 - 22. The Grand Wazoo 2.12 - 23. Wonderful Wino 2.47 - 24. Kung Fu 1.06 - 25. RDNZL 3.49 - 26. Basement Music #1 3.46 - 27. Inca Roads 3.42 - 28. Lil' Clanton Shuffle 4.47 - 29. I Don't Wonna Get Drafted 3.24 - 30. Sharleena 11.54

Musicians
Frank Zappa, Terry Wimbley, Elwood Jr. Madeo, Wayne Lyles, Bobby Zappa,
Captain Beefheart, Ronnie Williams, Kenny Williams, Chuck Grove, Caronga Ward, Tony Rodriguez, Chuck Foster, Danny Helferin, Janschi, Vic Morteson, Ray Collins, Art Tripp, Roy Estrada, Don Preston, Jimmy Carl Black, Dick Barrer, Winged Eel Fingerling, Drumbo, George Duke, Ricky Lancelotti, Erroneous, Aynsley Dumbar, Ian Underwood, Bruce Fowler, Sal Marquez, Ruth Underwood, Tom Fowler, Chester Thompson, Ralph Humphrey, Jean-Luc Ponty, Sugar "Cane" Harris, John Guerin, Tommy Mars, Arthur Barrow, Vinnie Colaiuta, Terry Bozzio, Dale Bozzio, Ray White, Ike Willis, Max Bennett

Produced by Frank Zappa
Cover by Gabor Csupo

I trenta titoli raccolti in questo disco risalgono per la gran parte ai primi anni dell'attività musicale zappiana e coprono un lasso di tempo che va dal 1958 al 1972, a parte due piccole disgressioni che datano 1979 (il missaggio originale di I Don't Wanna Get Drafted) e 1992 (un brano al synclavier aggiunto alla voce recitante di Captain Beefheart in The Grand Wazoo. Rappresentano un documento storico, autobiografico, ma sono da intendere sopratutto come un omaggio ai primi collaboratori di Frank Zappa. Troviamo per esempio un breve dialogo tra i componenti del suo primissimo gruppo, The Blackouts; Captain Beefheart compare in ben cinque brani inediti, il più sorprendente dei quali è l'improvvisata Tiger Roach. Il tema della sua prima colonna sonora, Run Home Slow, e un estratto dalla prima esecuzione della sua musica orchestrale, Mounth St. Mary's Concert Excerpt, si alternano alle prime versioni di doo-woop poi più volte ripresi come Anyway The Wind Blows e l'immancabile Shaerleena. Interessanti anche i brani alla loro prima registrazione ancora privi di testo come Inca Roads e Take Your Children Off When You Dance che nel 1961 suonava come un vero e proprio pezzo jazz.
Nel libretto accluso Rip Rense ricostruisce il contesto storico di ogni registrazione avvalendosi anche dell'aiuto di alcuni testimoni e dello stesso Frank Zappa. Anche se ogni brano ha un preciso motivo d'interesse, voglio almeno segnalarne ancora uno: la curiosissima The Big Sqeeze, che vinse un premionel 1967 come migliore musica scritta per spot pubblicitario, fu composta per realizzare uno sciroppo contro la tosse.
La copertina è opera dell'animatore di origine ungherese Gabor Csupo, autore di Duckman, che conobbe Frank Zappa tramite Matt Groening col quale collaborava all'animazione dei cartoni animati The Simpson.
Marco Bazzoli da Frank Zappa ed. Auditoriul (2003)

- Tinsel Town Rebellion

(1981) Ryko rcd 10532 - cd

1. Fine Girl 3.29 - 2. Easy Meat 9.19 - 3. For The Young Sophisticate 2.36 - 4. Love Of My Life 2.15 - 5. I Ain't Got No Heart 1.59 - 6. Panty Rap 4.35 - 7. Tell Me You Love Me 2.07 - 8. Now You See It-Now You Don't 5.01 - 9. Dance Contest 3.00 - 10. The Blue Light 5.26 - 11. Tinsel Town Rebellion 4.35 - 12. Pick Me, I'm Clean 5.00 - 13. Bamboozled By Love 5.46 - 14. Brown Shoes Don't Make It 7.14 - 15. Peaches III 4.56

Musicians
Frank Zappa, Ike Willis, Ray White, Steve Vai, Warren Cucurullo, Denny Walley, Tommy Mars, Peter Wolf, Bob Harris. Ed Mann, Arthur Barrow, Patrick O'Hearn, Vinnie Colaiuta, David Logeman, Greg Cowan

Produced by Frank Zappa

- Trance-Fusion

(?) Zappa Record zr 2002 - cd

1. Chunga's Revenge 7.01 - 2. Bowling On Charen 5.03 - 3. Good Lobna 1.39 - 4. A Cold Dark Matter 3.31 - 5. Butter Or Cannons 3.24 - 6. Ask Dr. Stupid 3.20 - 7. Scratch And Sniff 3.56 - 8. Trance-Fusion 4.19 - 9. Gorgo 2.41 - 10. Diplodocus 3.22 - 11. Soul Polka 3.17 - 12. For Giuseppe Franco 3.48 - 13. After Dinner Smoker 4.45 - 14. Light Is All That Matters 3.46 - 15. Finding Higgs' Boson 3.41 - 16. Bavarian Sunset 4.00

Musicians
Frank Zappa, Mike Keneally, Bobby Martin, Ed Mann, Walt Fowler, Bruce Fowler, Paul Carmen, Albert Wing, Kurt McGettrick, Scott Thunes, Chad Wackerman, Ray White, Ike Willis, Allan Zavod, Warren Cucurullo, Denny Walley, Tommy Mars, Peter Wolf, Vinnie Colaiuta, Adrian Belew, Patrick O'Hearn, Terry Bozzio

Produced by Frank Zappa
Recorded live in London on 1988, New York City on 1977 and 1984, Menphis on 1984, Allentown on 1988, Eppelheim on 1979, Brighton on 1988, Stuttgart on 1988, Stockholm on 1988, Providence on 1984, Seattle on 1984, Genova on 1988, Wein on 1988, Munich on 1988
Engineering by Kerry McNabb, Mick Glossop, Mark Pinske and Bob Stone

- Imaginary Diseases

(2004) Zappa Record zr 20001 - cd

1. Oddients 1.13 - 2. Rollo 3.21 - 3. Been To Kansas City In A Minoe 10.15 - 4. Farther O'Blivion 16.02 - 5. D.C. Boogie 13.27 - 6. Imaginary Diseases 9.45 - 7. Montreal 9.11

Musicians
Frank Zappa, Malcolm McNabb, Gary Barone, Tom Malone, Earl Dumler, Glenn Ferris, Bruce Fowler, Tony Duran, Dave Parlato, Jim Gordon

Produced by Frank Zappa
Recorded live in Montreal on 1972, Philadelphia on 1972, Kansas City on 1972, Washington on 1972, Waterbury on 1972
Cover by Tracy Veal

- Bongo Fury

(1975) Discreet w 59209 - vinile

1. Debra Kadabra 3.54 - 2. Carolina Hard-Core Ecstasy 6.02 - 3. Sam With The Showing Scalp Flat Top 2.50 - 4. Poofter's Froth Wyoming Plans Ahead 3.06 - 5. 200 Years Old 4.34 - 6. Cucamonga 2.24 - 7. Advance Romance 11.20 - 8. Man With The Woman Head - 9. Muffin Man 5.37

Musicians
Frank Zappa,
Captain Beefheart, George Duke, Napoleon Murphy Brock, Bruce Fowler, Denny Walley, Terry Bozzio, Chester Thompson

Produced by Frank Zappa
Recorded live in concert at Armadillo World Headquarters, Austin, Texas on May 20th and 21th 1975
Engineering by Kerry McNabb, Mike Braunstein, Kelly Kotera, Mike Stone, Davey Moire and Frank Hubach
Cover photo by John Williams

- Lather

(1996) Ryko rcd 10574 - cd

1. Re-gyptian Strut 4.36 - 2. Naval Aviation In Art? 1.32 - 3. A Little Green Rosetta 2.48 - 4. Duck Duck Goose 3.01 - 5. Down In De Dew 2.57 - 6. For The Young Sophisticate 3.14 - 7. Tryin' To Grow A Chin 3.26 - 8. Broken Hearts Are For Assholes 4.40 - 9. The Legend Of The Illinois Enema Bandits 12.41 - 10. Lemme Take You To The Beach 2.46 - 11. Revised Music For Guitar And Low Budget Orchestra 7.36 - 12. RDNZL 8.14 - 13. Honey, Don't You Want A Man Like Me? 4.56 - 14. The Black Page #1 1.57 - 15. Big Leg Emma 2.11 - 16. Punky's Whips 11.06 - 17. Flambè 2.05 - 18. The Purple Lagoon 16.20 - 19. Pedro's Dowry 7.45 - 20. Lather 3.50 - 21. Spider Of Destiny 2.40 - 22. Duke Of Orchestral Prunes 4.21 - 23. Filthy Habits 7.12 - 24. Titties 'n Beer 5.23 - 25. The Ocean Is The Ultimate Solution 8.31 - 26. The Adventures Of Greggary Peccary 20.56 - 27. Regyptian Strut 4.42 - 28. Leather Goods 6.01 - 29. Revenge Of The Knick Peaple 2.25 - 30. Time Is Money 3.04

Musicians
Frank Zappa, George Duke, Bruce Fowler, James "Bird Legs" Youman, Ruth Underwood, Chester Thompson, Dave Parlato, Terry Bozzio, Emil Richards, Andre Lewis, Roy Estrada, Ray White, Eddie Jobson, Patrick O'Hearn, Jim Gordon, Tom Fowler, Ralph Humphrey, Ricky Lancellotti, David Samuels, Randy Brecker, Mike Brecker, Lou Marini, Ronnie Cuber, Tom Malone, Don Pardo, Davey Moire, Max Bennett, Don Brewer, Chad Wackerman


Produced by Frank Zappa
Cover by Dweezil Zappa

- Lumpy Gravy

(1967) Ryko rcd 10504 - cd

1. The Way I See It, Barry - 2. Duodenum - 3. Oh No - 4. Bit Of Nostalgia - 5. It's From Kansas - 6. Bored Out 90 Over - 7. Almost Chinese - 8. Switching Girls - 9. Oh No Again - 10. At The Gas Station - 11. Another Pickup - 12. I Don't Know If I Can Go Through This Again - 13. Very Distraughtening - 14. White Ugliness - 15. Amen - 16. Just One More Time - 17. A Vicious Circle - 18. King Kong - 19. Drums Are Too Noisy - 20. Kangaroos - 21. Envelops The Bats Tub - 22. Take Your Clothes Off

Musicians:
Frank Zappa, Paul Smith, Mike Lang, Lincoln Mayorga, Pete Jolly, Johnny Guerin, Frankie Capp, Shelly Manne, Emil Richards, Gene Estes, Alan Estes, Victor Feldman, Ted Nash,Jules Jacob, John Rotella, Bunk Gardner, Don Christilieb, Gene Cipriano, Arthur Maebe, Vincent De Rosa, Richard Parisi, Jimmy Zitto, Kenneth Shroyder, Jim Haynes, Tommy Tedesco, Tony Rizzi, Al Viola, Dennis Budimer, Bob West, John Balkin, Jimmy Bond, Lyle Ritts, Chuck Berghofer, Alexander Koltun, Tibor Zelig, Ralph Schaeffer, Bernard Kundell, William Kurasch, James Getzoff, Philip Goldberg, Leonard Selic, Arnold Belnick, Leonard Malarsky, Harold Ayres, Jerome J. Reisler, Harry Hyams, Joseph DiFiore, Jerome A. Kessler, Raymond J. Kelly, Joseph Saxon, Jessa Ehrlich, Harold G. Bemko

- Freaks & Mothers

(1991) Foo-EEE r2 70539 - cd

1. Happy Together - 2. Wino Man With Dr. John Routine - 3. Concentration Moon - 4. Pallidan Routine - 5. Call Any Vegetable - 6. Little House I Used To Live In - 7. Mudshark Variations - 8. Holiday In Berlin - 9. Sleeping In A Jar - 10. Cruising For Burgers

Musicians:
Frank Zappa, Mark Volman, Howard Kaylan, Jeff Simmons, Aynsley Dumbar, Gerge Duke, Ian Underwood

Recorded live at Fillmore East, N.Y. on 1970
Produced by Swinging Pig

- Thing Fish

(1994) Ryko 10544 - cd

1. Prologue 2.56 - 2. The Mammy Nuns 3.31 - 3. Harry And Rhonda 3.36 - 4. Galoot Up-Date 5.27 - 5. The "Torchum" Never Stop 10.32 - 6. That Evil Prince 1.17 - 7. You Are What You Is 4.31 - 8. Mudd Club 3.17 - 9. The Meek Shall Inherit Nothing 3.14 - 10.Clowns On Velvet 1.51 - 11. Harry As A Boy 2.34 - 12. He's So Gay 2.44 - 13. The Massive Improve'lence 5.07 - 14. Artificial Rhonda 3.31 - 15. The Crab-Grass Baby 3.47 - 16. The White Boy Troubles 3.34 - 17. No Not Now 5.49 - 18. Briefcase Boogie 4.10 - 19. Brown Moses 3.01 - 20. Wistful Wit A Fist-Full 4.00 - 21. Drop Dead 7.56 - 22. Won Ton On 4.17

Musicians
Frank Zappa, Ike Willis, Terry Bozzio, Dale Bozzio, Napoleon Murphy Brock, Bob Harris, Johnny "Guitar" Watson, Ray White

Produced by Frank Zappa

E' la registrazione integrale del musical off-off-Broadway completamente ideato e scritto da Frank Zappa, ma mai realizzato in teatro. Protagonista Ike Willis nelle sembianze di Thing Fish, un personaggio con la testa di patata e la bocca da papero che storpia in modo grottesco le parole, e due ignari spettatori, Henry e Rhonda interpretati da Terry e Dale Bozzio.
Le musiche sono costituite da brani già noti (proveniente sopratutto dall'album You Are What You Is nonchè da Tilseltown Rebellion, ma riveduti e adattati nei testi, oltre ad alcuni inediti. Vi sono anche tutti i dialoghi e le parti narrate dal protagonista, cosa che rende l'ascolto un po' tedioso, nonostante tutti i testi sono pubblicati nel libretto accluso, per un ascoltatore che non possa cogliere tutti i riferimenti ironici al mondo dello spettacolo americano. Il nome del protagonista è la storpiatura di King Fish, uno dei personaggi principali di uno show televisivo e radiofonico americano (Amos'n' Andy) e numerosi sono i riferimenti a quella serie. E' praticamente impossibile cercare di riassumere in poche righe la successione degli eventi, l'apparizione di molti eroi delle saghe zappiane e le tematiche presenti nello spettacolo che si offre come una parodia dei classici di Broadway: dalle teorie sulle origini colpose dell'AIDS, al sistema carcerario, i predicatori televisivi, i profumi, il femminismo e molti altri.
Tra i nuovi brani spicca He's So Gay, Curioso il brano che chiude l'opera: si intitola Won Ton On, e non è altro che il rovesciamento di No Not Now, inclusa nell'album Ship Arriving Late.
Marco Bazzoli da Frank Zappa ed. Auditrorium (2003)

- Broadway The Hard Way

(1989) Zappa zap 14 - vinile

1. Elvis Was Just Left The Building 2.24 - 2. Planet Of The Baritone Woman 2.48 - 3. Any Kind Of Pain 5.42 - 4. Jesus Thinks You're A Jerk 9.15 - 5. Dickie's Such An Asshole 6.37 - 6. When The Lie's So Big 3.38 - 7. Rhymin' Man 3.51 - 8. Promiscuous 2.03 - 9. The Untouchables 3.05

Musicians
Frank Zappa, Ike Willis, Mike Keneally, Bobby Martin, Ed Mann, Walt Fowler, Bruce Fowler, Paul Carman, Albert Wing, Kurt McGettrick, Scott Thunes, Chad Wackerman, Eric Buxton

Produced by Frank Zappa
Recorded live during the 1988 World Tour
Engineering by Bob Stone and Harry Andronis
Cover photo by Lynn Goldsmith

Primo disco contenente materiale registrato durante l'ultimo tour, nel 1988, e caratterizzato da una eccellente band con una strepitosa sezione di fiati (Walt e Bruce Fowler, Paul Carman, Albert Wing e Kurt McGettrick). Per la maggior parte si tratta di brani inediti orientati alla satira politica e sociale, come Elvis Has Just Left The Building, ironicamente dedicata alle migliaia di persone che credono che Elvis Presley sia ancora in vita. Anche se due interessanti riprese disponibili solo nella versione CD che aggiunge ben otto brani al vinile: lo standard jazz Stolen Moments di Oliver Nelson con bell'assolo di Walt Fowler alla tromba, e Murder By Numbers canata da Sting ospite improvvisato a un concerto.
Marco Bazzoli da Frank Zappa ed. Auditorium (2003)

- Shut Up'n Play Yer Guitar

(1981) CBS 66368 - vinile

1. Five Five Five 2.31 - 2. Hog Heaven 2.44 - 3. Shut Up'n Play Yer Guitar 5.30 - 4. While You Were Out 5.53 - 5. Treacherous Cretins 5.26 - 6. Heavy Duty Judy 4.35 - 7. Soup'n Old Clothes 7.40 - 8. Variations On The Carlos Santana Secret Chord Progression 3.52 - 9. Gee, I Like Your Pants 2.30 - 10. Canarsie 5.55 - 11. Ship Ahoy 5.11 - 12. Deathless Horsie 6.10 - 13. Shut Up'n Yer Guitar Some More 6.42 - 14. Pink Napkins 4.32 - 15. Beat It With Your First 1.55 - 16. Return Of The Son Of Shut Up'n Play Yer Guitar 8.17 - 17. Pinocchio's Furniture 2.02 - 18. Why Johnny Can't Read 4.30 - 19. Stucco Homes 9.09 - 20. Canard Du Jour 9.55

Musicians
Frank Zappa, Warren Cucurullo, Denny Walley, Ike Willis, Tommy Mars, Peter Wolf, Arthur Barrow, Ed Mann, Vinnie Colaiuta, Steve Vai, Ray White, Bob Harris

Produced by Frank Zappa
Cover photo by John Livzey

- Playground Psychotics

(1992) Ryko rcd 1057/58 - cd

1. Here Comes The Gear, Lads 1.00 - 2. The Living Garbage Truck 1.20 - 3. A Typical Sound Check 1.18 - 4. This Is Neat '23 - 5. The Motel Lobby 1.21 - 6. Getting Stewed '55 - 7. The Motel Room '29 - 8. Don't Take Me Down 1.11 - 9. The Dressing Room '24 - 10. Learning "Penis Dimenension" 2.02 - 11. "You There, With The Hard On" '24 - 12. Zanti Serenade 2.40 - 13. Divan 1.46 - 14. Sleeping In A Jar 1.30 - 15. Don't Eat There 2.26 - 16. Brixton Still Life 2.59 - 17. Super Grease 1.39 - 18. Wonderful Wino 4.52 - 19. Sharleena 4.23 - 20. Crusin For Burgors 2.53 - 21. Diptheria Blues 6.19 - 22. Well 4.43 - 23. Say Please '57 - 24. Aaawk 2.59 - 25. Scumbag 5.53 - 26. A Small Eternity With Yoko Ono 6.06 - 27. Beer Shampoo 1.38 - 28. Champagne Lecture 4.29 - 29. Childish Perversions 1.31 - 30. Playground Psychotics 1.08 - 31. The Mudshark Interview 2.39 - 32. There's No Lust In The Jazz '55 - 33. Botulism On The Hoof '47 - 34. You Got Your Armies '10 - 35. The Spew King '24 - 36. I'm Doomed '24 - 37. Status Back Baby 2.49 - 38. The London Cab Tape 1.24 - 39.Concentration Moon (part one) 1.20 - 40. The Sanzini Brothers 1.33 - 41. It's A Good Thing We Get Paid To Do This 2.45 - 42. Concentration Moon (part two) 2.04 - 43. Mom & Dad 3.09 - 44. Intro To Music For Low Budget Orchestra 1.39 - 45. Billy The Mountain 30.26 - 46. He's Watching Us 1.21 - 47. If You're Not A Professional Actor '22 - 48. He's Right '15 - 49. Going For The Money '12 - 50. Jeff Quits 1.33 - 51. A Bunch Of Adventures '55 - 52. Martin Lichert's Story '39 - 53. A Great Guy '30 - 54. Bad Acting '10 - 55. The Worst Reviews '20 - 56. A Version Of Himself 1.02 - 57. I Couled Be A Star Now '36

Musicians
Frank Zappa, Mark Volman, Howard Kaylan, Jeff Simmons, Ansley Dumbar, Martin Lickert, Jim Pons, Don Preston, Ian Underwood, Bob Harris

Produced by Frank Zappa

 - The Best Band You Never Heard In Your Life

 (1991) Rykodisc 19653/4 - cd
 
 
1. Heavy Duty Judy 6.04 - 2. Ring Of Fire 2.00 - 3. Cosmik Debris 4.32 - 4. Find Her Finer 2.42 - 5. Who Needs The Peace Corps? 2.48 - 6. I Left My Heart In San Francisco '36 - 7. Zomby Woof 5.41 - 8. Zoot Allures 7.07 - 9. Mr. Green Geneses 3.48 - 10. Florentine Poen 7.11 - 11. Andy 5.51 - 12. Inca Roads 8.10 - 13. Sofa#1 2.49 - 14. Purple Haze 2.27 - 15. Sunshine Of Your Love 2.30 - 16. Let's Move To Cleveland 5.51 - 17. When Irish Eyes Are Smiling '48 - 18. "Goodfather Part II" Theme '30 - 19. A Few Moments With Brother A. West 4.00 - 20. The Torture Never Stop (part one) 5.10 - 21. Theme From "Bonanza" '28 - 22. Lonesome Cowboy Burt (swaggart version) 4.54 - 23. The Torture Never Stp (part two) 10.47 - 24. More Trouble Every Day (swaggard version) 5.05 - 25. The Eric Dolphy Memorial Barbecue 6.18 - 26. Stairway To Heaven 9.19
 
 
Musicians
Frank Zappa, Ike Willis, Mike Keneally, Bobby Martin, Ed Mann, Walt Fowler, Bruce Fowler, Paul Carman, Albert Wing, Kurt McGettrick, Scott Thunes, Chad Wackerman
 
Produced by Frank Zappa
Engineering by Bob Stone
Cover art by Cal Schenkel

- You Are What You Is

(1981) Ryko 10536 - cd

1. Teen-age Wind 3.01 - 2. Harder Than Your Husband 2.28 - 3. Doreen 4.44 - 4. Goblin Girl 4.06 - 5. Theme From The 3rd Movement Of Sinister Footwear 3.31 - 6. Society Pages 2.26 - 7. I'm A Beatiful Guy 1.56 - 8. Beauty Knows No Pain 3.01 - 9. Charlie's Enormous Mouth 3.36 - 10. Any Downers? 2.08 - 11. Conehead 4.18 - 12. You Are What You Is 4.23 - 13. Mudd Club 3.11 - 14. The Meek Shall Inherit Nothing 3.10 - 15. Dumb All Over 4.03 - 16. Heavenly Bank Account 3.44 - 17. Suicide Chump 2.49 - 18. Jumbo Go Away 3.43 - 19. If Only She Woulds 3.47 - 20. Drafted Again 3.06

Musicians
Frank Zappa, Ike Willis, Ray White, Bob Harris, Steve Vai, Tommy Mars, Arthur Barrow, Ed Mann, David Ocker, Motorhead Sherwood, Denny Walley, David Logeman, Craig "Twister" Stewart

Produced by Frank Zappa
Recorded at UMRK Studio on 1981
Cover photo by John Livzey


- Roxy & Elsewhere

(1974) Wea 69201 - vinile

1. Preamble 1.24 - 2. Penguin In Bondage 5.24 - 3. Pygmy Twylyte 3.22 - 4. Dummy Up 5.03 - 5. Preamble '54 - 6. Village Of The Sun 3.24 - 7. Echidna's Art (Of You) 3.54 - 8. Don't You Ever Wash That Thing? 9.47 - 9. Preamble 2.10 - 10. Cheepnis 4.22 - 11. Son Of Orange County 5.55 - 12. More Trouble Every Day 6.08 - 13. Preamble 1.25 - 14. Be-Bop Tango (Of The Old Jazzmen's Church) 15.23

Musicians
Frank Zappa, George Duke, Tom Fowler, Ruth Underwood, Jeff Simmons, Don Preston, Bruce Fowler, Napoleon Murphy Brock, Ralph Humphrey, Chester Thompson

Produced by Frank Zappa
Cover photo by Sherwin Tilton