Marc Johnson
album
in pagina:
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Second
Sign
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- The Third Quartet
(John Abercrombie)
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(Riuichi Sakamoto)
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(Ralph Towner)
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- Second Sign
(1987) ECM 1351 - cd
1. Crossing The Corpus Callosum (M. Johnson) 8.24 - 2. Small Hands (B. Frisell) 6.40 - 3. Sweet Soul (P. Eskine) 7.27 - 4. Twister (J. Scofield) 4.47 - 5. Thrill Seekers (J. Scofield) 8.33 - 6. Prayer Beads (M. Johnson) 3.53 - 7. 1951 (B. Frisell) 5.01 - 8. Hymn For Her (M. Johnson) 6.38
Musicians:
Marc Johnson, Bill Frisell, John Scofield, Peter
Erskine
Produced by Manfred Eicher
Recorded at Raimbow Studio, Olso on March 1987
Engineering by Jan Erin Kongshaug
Cover photo by Dieter Rehm
Secondo
album di un quartetto nato quasi per caso, ma poi
consolidato da un'intensa attività concertistica: i Bass
Desires sono stati ideati dal bravo contrabassista Marc
Johnson e si avvalgono della travolgente spinta
batteristica di Peter Eskine, ma il fulcro della
formazione è il contrasto-simbiosi fra le chitarre di
John Scofield e Bill Frisell.
Rispetto all'ottimo esordio dell'anno scorso (sempre su
etichetta ECM) l'abbinamento fra i due stili
chitarristici è risolto ancor meglio, le tentazioni di
prolissità soliste sono evitate in favore di una
compattezza poliedrica, le composizioni sono tutte
originali studiate apposta per l'occasione, formate a
turno dai quattro componenti. I brani armonicamente più
ricchi e imprevedibili sono scritti da Frisell, con una
vena lirica astratta poggiata sul terreno
dell'elettricità (1951
e la sognante Small Hands).
Nei suoi spartiti Scofield riesce a ottenere soluzioni
ritmiche irresistibili, sia stuzzicando la ferocia dello
swing acido (Thrill Seekers),
sia giocando con naturalezza su schemi rock & roll
filtrati dall'eleganza jazzistica (Twister
è uno sketch inaspettatamente divertente).
I quattro riescono a rielaborare anche il blues con un
tocco molto personale, come testimonia Sweet
Soul firmata da Erskine, una bella
ballad sensuale di lieve sapore jarrettiano dosata con
sottigliezze d'alta classe. Sono proprio le composizioni
del leader a mostrare i punti deboli: Crossing
The Corpus Callosum dopo l'inizio
folgorante si smarrisce in effettitismi divaricati, che
man mano perdono efficacia in un finale sfuocato; Hymn
For Her è una ballata dolcissima ma
piuttosto tradizionale, riscattata dalla superba
performance di Scofield.
Malgrado Frisell possegga uno stile obliquo progressista
e ricco di trovate straordinarie, come l'assolo
triangolare di 1951
(nei concerti era lui il vero eroe), in questo disco
Scofield appare particolarmente in forma ed emotivamente
partecipe; la carta vincente è comunque la mutua
interazione fra due strateghi cos' diversi, che riescono
a sovrapporsi senza pestarsi i piedi, confermando un
tandem molto efficace e per nulla superfluo.
Massimo
Bracco da Buscadero n° 76 dicembre 1987
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