Ryuichi Sakamoto



album in pagina

- Esperanto
-
Merry Christmas Mr. Lawrence
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The Handmaid's Tale
-
Left Handed Dream
-
Coda
-
Beauty
-
B2 Unit
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Thousand Knifes Of Ryuichi
  Sakamoto

-
Neo Geo
-
The End Of Asia
-
Gohatto
- Chasm
- Sala Santa Cecilia
(with Christian Fennesz)



collabora in:

- Hope In A Darkened Heart
 
(Virginia Astley)


- Broadcasting From Home
  (Penguin Cafè Orchestra)

- Brilliant Tree
- Dead Bees On A Cake

- Secrets Of Behhive
  (David Sylvian)

- Neuromantic
  (Yukihiro Takahashi)

- Rice Music
  (Masami Tsuchiya)

- After Service
- BGM
- Technodelic
- Yellow Magic Orchestra

  (Yellow Magic Orch.)

- Lights In The Dark
- Quadr + Chromies
- Sahara Blue

- Strong Current
- The Arch

  (Hector Zazou)



Tastierista-prodigio della Yellow Magic Orchestra, quindi compositore di ambiziose opere multimediali e di colonne sonore da Oscar. Tutto questo (e molto altro ancora) è Ryuichi Sakamoto, pioniere delle contaminazioni tra musica tradizionale d'Oriente e avanguardie elettroniche occidentali

Ryuichi Sakamoto è uno dei grandi pionieri delle contaminazioni tra musica tradizionale d'Oriente e avanguardie elettroniche occidentali. Pochi come lui sono riusciti a spaziare tra generi diversi senza perdere la propria bussola artistica: dal pop alla dance, dall'ambient alla bossa nova, dall'etnica alla classica. "In testa, ho una specie di mappa culturale, che mi permette di trovare analogie tra mondi diversi - racconta - Per me, ad esempio, la musica pop giapponese suona come quella araba. E Bali è vicina a New York".

La sua forza creativa, scevra da compromessi, non ha mai cavalcato altresì le pulsioni intellettuali dei suoi contemporanei, conservando originalità e coerenza senza trasformarsi in cliché.

Tutto ciò è sintetizzato in una lunga serie di rimarchevoli melodie che sono diventate familiari perché appartenevano al nostro immaginario e riposavano nell’attesa che qualcuno le suonasse, la sua musica, a volte, ha lambito anche la superficialità e la inconsistenza ma solo perché questo era parte del progetto stesso.

Il fulcro centrale della sua opera resta il concetto (assimilato da Wayne Shorter) di fare della Duty Free Music, in altre parole una musica libera da doveri.

Ryuichi Sakamoto nasce a Nakano (Tokyo), in un Giappone ancora profondamente legato alle tradizioni e poco disposto ad aprirsi, anche nella musica, alle tendenze occidentali.

A tre anni, impara a suonare il piano e durante il liceo fa parte già di una band. Proprio in questo periodo i suoi principali interessi musicali si orientano verso i
Beatles, Beethoven e John Cage, nonché verso l'avanguardia più eterodossa, grazie anche agli studi compiuti presso l'Università d'Arte di Tokio. Dopo la laurea, il musicista di Tokyo fonda la Yellow Magic Orchestra, formazione dedita a sperimentazioni elettro-pop nel solco dell'iconografia futurista dei . Insieme a Sakamoto (tastiere) la formazione annovera Haruomi Hosono (già bassista degli Happy End), Yukihiro Takahashi (già batterista della Sadistic Mika Band).

Dopo l'omonimo album d'esordio, la band conquista un buon successo anche all'estero con
Solid State Survivor, con un sound in bilico tra synth-pop e techno-rock. Ma i dischi successivi non tengono fede alle promesse, virando verso un pop elettronico dai risvolti smaccatamente commerciali.

Nel frattempo il musicista giapponese realizza nel '78 il suo primo album solista,
Thousand Knives Of Asia, cui fa seguire due anni dopo B2 Unit (a cui collabora anche Andy Partridge degli XTC), due opere completamente diverse tra loro e che dimostrano subito il grande eclettismo di Sakamoto. Quando nel 1983 gli YMO si sciolgono, per il loro leader prosegue una brillante carriera solista, a partire dalle musiche del film di Nagisa Oshima Merry Christmas Mr. Lawrence, di cui Sakamoto è anche uno dei protagonisti insieme a David Bowie. Una colonna sonora realizzata in collaborazione con David Sylvian dei Japan e impreziosita dallo splendido singolo Forbidden Colours.

Illustrated Musical Encyclopedia, in cui il compositore di Tokyo fissa con chiarezza l'obiettivo di fondo della sua opera: la fusione fra musica occidentale e sensibilità orientale, realizzata attraverso brani raffinati, come Etude e Tibetan Dance, all'insegna di un jazz orchestrale, o in suite minimaliste, come Paradise Lost.

Il successivo
Neo Geo è uno dei suoi lavori più riusciti, grazie anche al contributo di Bill Laswell e di uno stuolo di collaboratori. Le sue radici etniche si compenetrano alla perfezione con la musica pop occidentale e i ritmi funky, fino ad accarezzare la world-music elettronica di Holger Czukay e Peter Gabriel. La title track mescola battiti funky e laceranti vocalizzi femminili in giapponese, Shogunade combina ritmi tribali ed effetti elettronici. Ottimi anche i brani strumentali, da Before Long ad After All, che lambiscono la new age, mentre la struggente melodia di Free Trading e la giocosa sinfonia di Parata sono ulteriori saggi (d'autore) di come sia possibile coniugare musica etnica d'avanguardia e pop elettronico.

Sakamoto viaggia attraverso i ritmi e le melodie, senza rinunciare al suo pianoforte raffinato e alle sue atmosfere estatiche, profumate d'Oriente. Negli anni, emerge come un compositore moderno, in grado di sfruttare al meglio le apparecchiature dello studio elettronico e di progettare scenari multimediali. La sua sterminata discografia spazia indifferentemente tra tentazioni di raffinato pop elettronico, classicheggianti colonne sonore e dischi di piano solo. I suoi album possono vantare una serie di collaborazioni prestigiose con artisti del valore di David Sylvian,
Iggy Pop, David Bowie, Youssou N'Dour, Thomas Dolby, David Byrne, Hector Zazou.

Ma non sempre i risultati sono stati all'altezza delle ambizioni.
Beauty (1990), ad esempio, è un disco tanto raffinato quanto velleitario. Heartbeat sembra un goffo tentativo di adeguarsi alla moda house del momento. Più efficace, semmai, l'incursione nell'hip-hop tentata nel 1994 con Sweet Revenge ("dolce vendetta"). Sakamoto spiegava così quel progetto: "Ha un'atmosfera sentimentale e malinconica. Ho voluto riportare nella musica pop la forma canzone, da troppo tempo dimenticata. Questa è la mia dolce vendetta". E aggiungeva: "L'hip-hop usa campionature prese dai pezzi degli anni '60 e '70 che non erano incisi bene rispetto alle registrazioni odierne. E lo stesso timbro hanno le colonne sonore dei vecchi film francesi. Io lo chiamo low-fi, bassa fedeltà. Oggi tutti cercano l'hi-fi. Ma io e i ragazzi dell'hip-hop preferiamo il low-fi ". Anticipava, così, un'attitudine retrò, oggi piuttosto in voga, come riprodurre in cd il fruscio tipico del vecchio vinile.

Negli anni, Sakamoto si specializza in colonne sonore. Quella per
L'ultimo Imperatore di Bernardo Bertolucci gli vale l'Oscar, ma sono da ricordare anche Il tè nel deserto (The Sheltering Sky) e Il piccolo Buddha (sempre per Bertolucci), oltre alle musiche per balletto di Esperanto (School). "Scrivere musiche per film, su commissione, è una cosa diversa - spiega - ma in realtà quando sei dentro il lavoro compositivo non sei più in grado di distinguere il motivo che c'è sotto. Devi riuscire, e questo è l'importante. Amo scrivere, e per questo forse scrivo molto. E' una sfida, ma piacevole, perché incorpora al suo interno anche la possibilità di studiare. E poi fortunatamente scrivo musica molto diversa, e questo mi aiuta a progredire". Un lavoro che Sakamoto svolge con certosina meticolosità, ispirandosi ai suoi compositori preferiti di musica per film: Ennio Morricone, Bernard Hammer e Antoine Duhamel, autore di diverse colonne sonore per le opere di Jean-Luc Godard.

Dopo la divagazione più "leggera" di
Smoochy, Sakamoto ripropone tutte le sue ambizioni di compositore in bilico tra classica e pop in Discord (1998), un'opera multimediale, che comprende anche un video e una connessione internet. L'ouverture di Grief mescola tradizione nipponica e musica sinfonica occidentale, e si snoda in un crescendo drammatico, tra rintocchi di campane, dissonanze e brezze elettroniche. Prayer è una soffice melodia per clarinetto, violini e pianoforte. Salvation è una suite orchestrale costruita sugli d'archi e su un sottofondo di melodie giapponesi. Ancora una volta Sakamoto riesce a intessere una tela di delicate cartilagini sonore che lega l'antico Giappone alle moderne avanguardie occidentali.

Un discorso proseguito nel 2000 con
Intimate. Nello stesso anno escono anche Cinemage (raccolta di temi di colonne sonore) e Back To The Basics, che contiene una serie di composizioni per solo piano. Il singolo Energy Flow, estratto dall'album, vende oltre un milione e mezzo di copie in patria, rimanendo al numero uno in classifica per diverse settimane e stabilendo un record per un brano di solo pianoforte. In questa fase, il compositore nipponico è affascinato dai suoni acustici, ma le nuove "release" di software musicali lo stanno già tentando verso un ritorno all'elettronica. Il suo "sogno nel cassetto", tuttavia, conduce ancora più lontano: "Farò la mia prima opera lirica - ha annunciato - Sarà molto poco convenzionale, multimediale, con cantanti e ballerini di scuole diverse".

Nel 2002 Sakamoto divorzia dalla moglie Akiko Yano, pianista e cantante giapponese con la quale ha avuto anche un lungo sodalizio artistico.

Sono anni di uscite a getto continuo, prevalentemente antologie, live e colonne sonore per cinema e tv. Degna di nota la raccolta 
Moto.Tronic (2003), che cerca di riassumere il meglio della sua lunga carriera, così come Piano Pieces (2004) che raccoglie le sue migliori partiture per piano.

La collaborazione con l'elettronica di
Alva Noto frutta due buoni dischi, Vrioon (2003) e Insen (2005).

Con il successivo
Chasm, Sakamoto si concede la prima uscita solista in chiave pop in sette anni, tornando a composizioni originali dopo i due album-tributo al maestro della bossa nova Antonio Carlos Jobim, pubblicati con Jacque e Paula Morelebaum a nome Morelenbaum2-Sakamoto.

Per l'occasione, attorno all'"Imperatore" di Tokyo si è costituito un cast stellare di ospiti: David Sylvian, MC Sniper, Sketch Show (membro degli YMO), Keigo Oyamada (aka Cornelius), Arto Lindsay, Carsten Nicolai (Noto), Amedeo Pace (
Blonde Redhead), solo per citarne alcuni. Manca però un'idea di sintesi capace di armonizzare efficacemente gli innumerevoli spunti musicali abbozzati. Lo spettro musicale, infatti, è vastissimo. E l'annunciata svolta "pop" è in realtà molto virtuale. Se ne possono cogliere i frutti soprattutto nella melodia iniziale di Undercooled (che è anche l'unica efficace del disco), un hip-hop impregnato d'essenze orientali affidato al rapper coreano MC. Sniper, e in quella World Citizen che rinnova lo storico sodalizio con David Sylvian in una fioca ballata piano/voce manipolata digitalmente (graziosa, ma lontana anni luce dalle vette celestiali di Forbidden Colours). La matrice etnica si fa più astratta, quasi stilizzata, affiorando nelle dozzine di voci dai differenti accenti che declamano frasi come "Is war as old as gravity?" in War & Peace (con testo di Lindsay) o nella bossa nova sintetica di Ngo/Bitmix, interpretata in brasiliano da Maucha Adnet.

Il resto è soprattutto un'esplorazione degli avamposti dell'elettronica contemporanea, dal
glitch all'ambient-music, filtrata dalla sensibilità "tradizionalista" e quasi mistica del compositore giapponese. Sakamoto sfida gli Autechre più rumorosi nei quattro minuti di distorsioni elettriche al calor bianco di Coro, gioca con loop
e glitcherie in "20 msec", campiona versi degli uccelli catturati dal vivo al lago Trukana in Only Love Can Conquer Hate. Saggi di sperimentalismo minimalista che però sconfinano nell'autoindulgenza. Suonano perciò liberatori quegli strumentali "classici" che riportano per un attimo al cuore più puro della Sakamoto-music, che siano la sonata per piano della title track o lo struggente tema per il videogame dei "Sette Samurai", quasi una piece di Satie trasfigurata in un gagaku.

I nuovi vestiti dell'Imperatore sono - al solito - scintillanti, ma stavolta non si abbinano al meglio. Inseguendo schizofrenicamente suoni e timbri, Sakamoto rischia di smarrire la chiave di quel sincretismo musicale che aveva sempre reso speciali le sue opere.

Dal sodalizio con l'altro guru dell'elettronica internazionale, Christian Fennesz, nata dopo un'esibizione insieme a Roma, presso la Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica, scaturisce un disco interessante come
Cendre (2007). La musica del compositore viennese, sì emozionale, ma nascosta, fornisce una scenografia sullo sfondo per l’intera durata, senza mai cedere a tentazioni di protagonismo. E allora salta all’orecchio il fare quasi invasivo di Sakamoto, abile ad inserirsi nel paesaggio con linee melodiche algide, o con brevi ma reiterati haiku
dall’intensa visionarietà Satie-ana.

Un contrasto che arriva a mediazione naturalmente, nonostante il processo di composizione abbia preso forma a distanza. Pare, infatti, fosse basato sullo scambio vicendevole di idee, bozze, spunti, poi sviluppati e rifiniti dall’uno o dall’altro, a seconda dei casi.

L'album sconta una certa monotematicità di fondo, resta però da apprezzare il sincretismo spinto dell’operazione, che trova proprio nel dettaglio la sua manifestazione più compiuta, in attimi fissati in fermo immagine, rubati allo scorrere dello spazio tempo. E’ l’estetica del digitale che trionfa nel
blue neon urbano, nella solitudine dell’animo, nell’essere alla ricerca di un qualcosa-indefinito. Un disco per sognare ad occhi aperti, ancora una volta.

Progettato, per esser poi soggetto di una serie di esibizioni
live acquistabili solo attraverso I-Tunes, Out Of Noise (2009) propone dodici pezzi strumentali che alternano minimalismo (Hibari), frammenti sperimentali (Tama), musica cinematica (Disko), realizzando un insieme sonoro di spettrale avvenenza. Il concetto di bellezza permea da sempre la musica di Sakamoto, che dopo averne decantato il lato più vigoroso in Beauty, ora sembra celebrarne il volto più scarno e poetico.

Hibari apre la sequenza con una struttura minimale non lascia tregua, la stessa rigidità sopraggiungerà solo nel finale Composition 0919, che ripresenta l’atonalità pianistica che caratterizzava le pagine più ostiche di Dischord

Incantevole
In The Red, una sognante e fluida edificazione di atmosfere elettroniche, tra voci e suoni ripetitivi che avvolgono la minimale struttura pianistica. Sakamoto realizza una serie di fantasiosi landscape sonori tra Budd e Bryars, con notevoli risultati in Disko e Ice, ma è Firewater la vera perla dell'album: suoni elettronici che si dileguano nell’angoscia dell’infinito.

Hwit e Still Life suggeriscono la malinconica scrittura delle sue migliori colonne sonore, ma lo fanno con suoni elettronici acri che regalano contorni inediti, Tama incrocia con gusto sonorità più sperimentali e Nostalgia accenna frammenti romantici che sono sublimati nella deliziosa To Stanford, dove il piano trascina la composizione verso un classicismo mai stucchevole.

Playing The Piano (2009) riconcilia il pubblico con l’immagine del Sakamoto più classico, ovvero l’abile e intenso pianista innamorato di Debussy, nonché il creatore di alcuni dei temi più suggestivi ed evocativi di musica per il cinema. Il compositore nipponico rilegge alcune delle pagine più note del suo repertorio senza fare un’operazione calligrafica, le note sono prosciugate dagli eccessi di lirismo per mostrare un’energia strutturale che resiste alla rilettura.

Merry Christmas Mr Lawrence, The Last Emperor e The Sheltering Sky amoreggiano con gli spazi della memoria dell’ascoltatore, ma senza esasperare il tono emotivo, il romanticismo si tramuta in carnalità e contemplazione, ogni piccola nota sembra sottolineare un tormento che non era percepibile nelle versioni originali. Sakamoto strappa le armonie per poi ricucirle, ridando luce a vecchie pagine ingiallite come Tibetan Dance e Thousand Knives. Altrove il colore lascio spazio al bianco e nero ricco di sfumature, con risultati deliziosi in “Amore” e Riot In Lagos.

Non c’è incertezza tra le trame sonore di
Playing The Piano, ma è una perfezione ricca di estro e imprevisti.

Claudio Fabretti

- Esperanto
(1985) Midi MIL 1007 - vinile

1. A Wongga Dance Song - 2. The "Dreaming" - 3. A Rain Song - 4. Dolphins - 5. A Human Tube - 6. Adelic Penguins - 7. A Carved Stone - 8. Ulu Watu

Musicians:
Ryuichi Sakamoto,
Arto Lindsay, Yas-Kaz

Produced by Ryuichi Sakamoto
Recorded and mixed at Onkio Haus
Engineering by Shigeru Takise

- Merry Christmas Mr. Lawrence
(1983) VirginV 2276 - vinile
original motion picture soundtrack

1. Merry Christmas, Mr. Lawrence 4.34 - 2. Batavia 1.18 - 3. Germination 1.47 - 4. A Heary Breakfast 1.21 - 5. Before The War 2.14 - 6. The Seed And The Sower 5.00 - 7. A Brief Encounter 2.23 - 8. Ride Ride Ride (Celliers' Brother's Song) 1.03 - 9. The Flight 1. 29 - 10. Father Christmas 2.00 - 11. Dismissed! '10 - 12. Assembly 2.16 - 13. Beyond Reason 2.01 - 14. Sowing The Seed 1.53 - 15. 23rd Psalm 2.00 - 16. Last Regrets 2.40 - 17. Ride Ride Ride (Reprise) 1.04 - 18. The Seed 1.02 - 19. Forbitten Colours 4.42

Musicians:
Ryuichi Sakamoto,
David Sylvian

Produced by Ryuichi Sakamoto
Recorded and mixed at Onkio Haus, Tokio
Engineering by Shinichi Tanaka, Seigen Ono, Ryuichi Sakamoto

(...)La dimensione della colonna sonora, familiare ad altri eminenti tastieristi elettronici come Brian Eno, Giorgio Moroder e quel romanticone di Vangelis, pare appositamente creata per mettere alla prova la fantasia e la padronanza di Riuichi Sakamoto. C’è inoltre, l’indimenticabile Forbitten Colours cantata da David Sylvian.
La quasi totalità del materiale presente su questo disco consiste di rapide pennellate elettroniche dalle piacevoli sfumature orientaleggianti e raffinatissime miniature di grande potenza evocativa e romantica.
Con una soundtracks di questo calibro,
Marry Christman, Mr, Lawrence non può che essere un capolavoro. Si consuglia caldamente l’acquisto del disco a tutti coloro che pensano di andare a vedere il film: sono infatte rare le occasioni in cui si può gustare una pellicola preziosa conoscendone già lo stupefacente complemento sonoro. Marry Christman, Mr. Lawrence si impone come una delle opere più convincenti del 1983 di Riuichi Sakamoto, insieme a Ralph Hutter e Florian Schneider, può certamente essere considerato come il musicista più poliedrico e creativo degli anni ‘80.

Alessandro Colavolo da Rockerilla n° 36 luglio/agosto 1983

- The Handmaid's Tale
original motion picture soundtrack
(1990) Cinecom
GNPS 8020 - vinile

1. Overture/Snow - 2. Prison Camp - 3. On The Bus - 4. Old Hundredth (Praise God From Whom All Blessing Flow) - 5. Nocturno - 6. Moira's Hand - 7. Red Veil - 8. Kate - 9. Rape And Rage - 10. The Kiss - 11. Pollution In City - 12. Moira Escape - 13. Rape - 14. Shall We Gather By The River - 15. Love In Nick's Room - 16. Amazing Grace - 17. My Daughter Is Alive - 18. Car Bomb - 19. Travesty - 20. Kate And Moira - 21. Hanging - 22. Particicution - 23. Finding The Knife - 24. Waiting For Murder - 25. Killing Commander - 26. Mayday - 27. Old Hundredth (Reprise)

Ryuichi Sakamoto solo

Produced by Ryuichi Sakamoto
Recorded and mixed at Larrabee Sound Studios, Sigma Sound Studios and Mayfair Studios
Engineering by Fernando Kral

Molto semplicisticamente si possono suddividere le colonne sonore, limitatamente alla parte musicale vera e propria, in due grandi categorie: quelle che “funzionano” anche su disco, staccate quindi da quel complesso insieme audiovisivo del quale costituiscono una delle tante dimensioni interne, e quelle che invece risultano indissolubilmente legate all’immagine, incapaci di una vita propria.
Nella distinzione non è implicito alcun giudizio di valore: una colonna sonora che appare scialba ed insignificante all’ascolto, può infatti rivelarsi perfettamente funzionale in seno al film per il quale è stata concepita. Ne risulta che nella categoria rientrano più spesso le colonne sonore composte con materiali presistenti, ma anche qualche opera originale.
The Handmaid’s Tale appartiene al secondo gruppo e deluderà chi, scordandosi di avere a che fare con musica per films, pretenderebbe da Riuichi Sakamoto qualcosa di vicino alle sue opere normali.
Frustante per l’ascoltatore potrebbe risultare l’estrema frammentazione del lavoro, composto da ben trenta episodi, la cui brevissima durata è di ostacolo ad uno sviluppo compiuto e soddisfacente delle idee compositive dell’autore. Sakamoto, sulla base di esigenze filmiche, opta per una serie di soluzioni espressive eterogenee,sopratutto a livello strumentale: si passa da un uso dell’orchestra abbastanza tradizionale a composizioni per solo pianoforte, ad intermezzi esclusivamente percussivi.
Un disco di Riuichi Sakamoto esclusivamente solo per collezionisti vista anche la sua rara reperibilità.
Alberto Rossini da Buscadero n° 106 1990

- Left Handed Dream
(1981) Plexus kmh 709226 - vinile

1. titolo in giapponese 4.01 - 2. titolo in giapponese 5.08 - 3. titolo in giapponese 4.20 - 4. The Garden Of Possies 5.36 - 5. Relachè 3.58 - 6. Tell'm To Me 4.30 - 7. Living In The Dark 5.17 - 8. Slat Dance 2.49 - 9. Venezia 4.43 - 10. titolo in giapponese 2.18 - 11. The Left Bank 4.22 - 12. The Arrangement 4.49 - 13. Just About Enough 4.35 - 14. Once A Lifetime 4.53

Musicians:
Ryuichi Sakamoto, Adrian Belew, Kiyohiko Semba, Robin Thompson,
Yukihiro Takahashi, Haruomi Hosono, Kaoru Sato, Satoshi Nakamura, Kenji Nakawara, Hedeki Marsutake

Produced by Ryuichi Sakamoto
Recorded at Studio A, Tokyo on July-August 1981
Cover photo by Masayoshi Sukita

- Coda
(1988) Midi 32 md - 1037 - cd

1. Merry Christmas Mr. Lawrence - 2. Batavia - 3. Germination - 4. A Heary Breakfast - 5. Before The War - 6. The Seed And The Sewer - 7. A Brief Encounter - 8. Ride Ride Ride - 9. The Fight - 10. Dismissed/Assembly - 11. Beyond Reason - 12. Sowing The Seed - 13. Last Regrets - 14. The Seed - 15. Japan - 16. Coda

Ryuichi Sakamoto solo

Produced by Ryuichi Sakamoto
Recorded at Onkio Haus and Studio A Tokio
Engineering by Shimichi Tanaka and Matsuo Koike
Cover photo by Tsuguya Inoue

- Beauty
(1989) Virgin vus 14 - vinile

1. You Do Me (R. Sakamoto/L. White/K. Crumpler) 5.02 - 2. Calling From Tokyo (R. Sakamoto/A. Lindsay) 4.25 - 3. A Rose (R. Sakamoto/A. Lindsay) 5.02 - 4. Asadoya Yunta (C. Miyaka/K. Hoschi) 4.31 - 5. We Love You (M. Jagger/K. Richards) 5.02 - 6. Diabaram (Y. N'Dour/R. Sakamoto) 4.12 - 7. Amore (R. Sakamoto/A. Lindsay) 4.50 - 8. Chinsagu No Hana (Traditional) 7.23

Musicians:
Ryuichi Sakamoto,
Arto Lindsay, Larry White, Kirk Crumpler, Jill Jones, Yoriko Ganeko, Kazemo Tawaki, Misako Koja, Alex Brown, Angel Rogers, Anita Sherman, Jeff Bova, Sly Dumbar, Pandit Dinesh, Brian Wilson, Youssou N'Dour, Nicky Holland, Nana Vasconcelos, Pino Palladino, Carlos Lomas, Dali Kimokond'Dala, Paco Ye, Sibiri Outtara, Seidou Outtara, Milton Cordona, Robert Wyatt, Mark Johnson, Mgatie Fall, Eddie Martinez

Produced by Ryuichi Sakamoto
Engineering by Jason Corsaro, Roger Moutenot, Mark Lynette, Kinji Yoshimo, Jinichi Yamazaki, John Herman, Gary Salomon, Michel White, Douglas Rose, Dan Gellert
Cover photo by. Albert Watson

- B-2 Unit
(1980) Alpha f 668.825 - vinile

1. Differencia 2.04 - 2. Thatness And Thereness 3.27 - 3. Participation Mystique 6.41 - 4. E-3A 4.45 - 5. Iconic Storage 4.43 - 6. Riot In Lagos 5.40 - 7. Not The 6 O'Clock News 5.02 - 8. The End Of Europa 4.57

Musicians:
Ryuichi Sakamoto, Andy Patridge, Tadashi Kumihara, Kenji Omura, Hidechi Matsutake

Produced by Ryuichi Sakamoto
Recorded at Studio A in Tokyo and Studio 80 and Air Studio, London
Engineering by Dennis Bovell, Steve Nye, Steve Chirchyard, Mitsuo Koike, Yasuhiko Terada, Rick Isbell, Renate Blavel and Ryuichi Sakamoto
Cover art by Tsuguya Inoue

- Thousand Knifes Of Ryuichi Sakamoto
(?) Plexus vr 22208 - vinile

1. Thousand Knifes - 2. Island Woods - 3. Grasshoppers - 4. Das Neue Japanische Elektronische Volkslied - 5. Plastic Bamboo - 6. The End Of Asia

Musicians:
Ryuichi Sakamoto, Harry Hosono, Motoya Hamaguchi, Kazumi Watanabe, Yuji Takahashi, Tatsuro Yamashita

Produced by Ryuichi Sakamoto
Recorded at Columbia Studio, Tokyo from Aprile 10 to 27 July 1978
Cover photo by Makoto Iida

- Neo Geo
(1987) CBS 460095 - vinile

1. Before Long (R. Sakamoto) 1.20 - 2. Neo Geo (R. Sakamoto/B. Laswell/Traditional) 5.05 - 3. Risky (R. Sakamoto/Bill Laswell) 5.25 - 4. Free Trading (Y. Nomi) 5.25 - 5. Shogunade (R. Sakamoto/B. Laswell) 4.33 - 6. Parata (R. Sakamoto) 4.18 - 7. Okinawa Song- Chin Nuku Juushii (S. Mita/Hiroshi) 5.15 - 8. After All (R. Sakamoto) 3.08

Musicians:
Ryuichi Sakamoto,
Bill Laswell, William Collins, Tony Williams, Sly Dumbar, David Van Tieghem, Harry Kubota, Emmett Chapman, Eddie Martinez, Jeff Bova, Clive Smith, Hiro Sugawara, Licia Hwong, Masa Sekijima, Iggy Pop, Yukio Tsuji, Yoriko Ganeko, Misako Koja, Kazumi Tamaki, Junemei Wu

Produced by Ryuichi Sakamoto and Bill Laswell
Recorded and mixed at The Power Station
Engineering by Robert Musso, Jason Corsaro, Tamotsu Yoshida, Kinji Yoshino, Howie Weinberg, Greg Calbi
Cover photo by Sachiko Kuru

- The End Of Asia
(1982) Better Days yf 7045 nd - vinile

1. Dance (R. Sakamoto) 2.34 - 2. Rondes (T. Susato) 3.05 - 3. Fa La La La (Anonimo) 1.56 - 4. Boku No Kalera (R. Sakamoto) 3.53 - 5. Instrumental Motet (Anonimo) 2.25 - 6. Grasshoppers (R. Sakamoto) 3.20 - 7. Pour Ce Se D'Amer (T. De Navarre) 5.56 - 8. The End Of Asia (R. Sakamoto) 4.36 - 9. A L'Entrada Del Ten Clar, Eya (Anonimo) 1.33 - 10. Istampitta: Isabella (Anonimo) 3.51 - 11. River (R. Sakamoto) 1.43

Musicians:
Ryuichi Sakamoto, Pak Kwan-Su, Tadahiko Nakamura, Keiko Morimoto, Kenjii Asami, Mamiko Hirai, Chie Matsui, Masako Hirao, Kodo Uesugi

Produced by Ryuichi Sakamoto
Recorded at Vega Hall, Takarazuka and Studio 2, Nippon Columbia, Tokyo
Engineering by Maso Hayashi

- Gohatto
original motion picture soundtrack
(1999) Milan 76688 - cd

1. Gohatto: Opening Theme 2.01 - 2. Souzaburoh 2.04 - 3. Taboos 2.09 - 4. In Bed 2.08 - 5. Execution 2.48 - 6. Match 3.56 - 7. Gate 2.09 - 8. Temple '49 - 9. Suggestion 2.07 - 10. Affair 2.48 - 11. Murder 6.17 - 12. Supper 7.14 - 13. Funeral 2.13 - 14. Persuasion 3.46 - 15. Prostitute 2.44 - 16. Assassination 1.22 - 17. Duty 1.38 - 18. Ugetsu 3.54 - 19. Killing 3.06 - 20. Gohatto: End Theme 5.00 - 21. Gohatto: Piano Version 4.32

Musicians:
Ryuichi Sakamoto,
Atsushi Ichinohe, Keiko Narita, Izumi Iijima, Masayuki Okamoto, Tamami Tuomo

Produced by Ryuichi Sakamoto
Recorded at Kab Studio, Victor Aoyama Studio, Bunkamura Studio, Tokyo
Engineering by Fernando Aponte

- Chasm
(2004) KA+B 02 - cd

1. Undercooled 4.32 - 2. Coro 4.05 - 3. War And Piece 5.31 - 4. Chasm 3.30 - 5. World Citizen-I Won't Be Disappointed/Looped Piano 6.03 - 6. Only Love Can Conquer Hate 9.46 - 7. Ngo/bitmix 5.10 - 8. Break With 4.35 - 9. +Pantonal 3.58 - 10. 20 MSEC. 5.32 - 11. Lamento 3.43 - 12. World Citizen/re-cycled 4.57 - 13. Song 4.29 - 14. Word 5.02 - 15. Seven Samurai-Ending Theme 5.40 

Musicians:
Ryuichi Sakamoto,
David Sylvian


Produced by Ryuichi Sakamoto

- Sala Santa Cecilia
with Christian Fennesz
(2004) Touch Tone 22 - cd

1. Untitled 19.00

Musicians:
Ryuichi Sakamoto,
Christian Fennesz

Produced by Ryuichi Sakamoto
Recorded at Auditorium Parco della Musica, Romaeuropa Festival, Rome on 28th November 2004
Engineering by Claudia Engelhart
Cover photo by Jon Wozencroft