The Residents
album
in pagina:
- Meet
The Residents
- The Third Reich'n Roll
- Fingerprince
-Wormwood
- Stars
And Hanks Forever
- Title
In Limbo
(with
Renaldo and The Loaf)
- Eskimo
- Commercial
Album
- The
Tunes Of Two Cities
- George
And James
- Intermission
- Not
Avaible
- The
King And Eye
- God
In Three Persons
- Cube-E
- Demons
Dance
Alone
- WB:RMX
- Gingerbread
Man
-
Have A Bad Day
-
Whatever Happened To
Vileness Fats ?
-
Roadworms
-
The Census Taker
-
Our Tired, Our Poor, Our Huddled
Masses
-
Duck Stab ! / Buster And Glen
-
Animal Lover
-
Tweedless!
-
The River Of Crime
-
The King & Eye: RMX
-
Freak Show
-
Ten Little Piggies
-
The Ughs!
-
Lonely Teenager
-
Coochie Brake
-
Mush-Room
-
The Bunny Boy
-
Marching To The See!
-
Shadowland
-
Hit The Road Jack
-
Kaw-Liga
collaborano
in:
- Escape From Noise
(Negativland)
-
Greener Postures
- Chewing Hides The Sound
(Snakefinger)
"The
Residents"
articolo di controcultura dedicato alla musica
Terzocchio Anno XXI - Giugno 1995
n° 2 (75 - 78)
di Cristina Belloni
L'altra
faccia dell'America
Mentre nella seriosa New York si consumavano i nuovi riti mediologici
nell'ipotesi mercantile dell'inespressionismo warholiano e della sua
scuola, sulla sponda opposta, quella californiana di Frisco, attorno
agli inizi degli anni '70, si assiste al proliferare di performances e
spettacoli dagli strampalati e inconsueti nomi, interpretati
indossando costumi cavallereschi o estremamente fantasiosi. Sono i così
detti Bay Area Dadaist, artisti operanti sopratutto nelle strade, che
ricercano nel non-senso e nello spettacolo dell'assurdo e del
grottesco, lo spirito di rivolta sociale e di crescita delle coscienze
che aveva caratterizzato in Europa lo sviluppo della concezione
dadaistica e cui esplicitamente si riferiscono.
A questi gruppi e ad altri art-group canadesi che si muovevano sulla
stessa linea come il General Idea (e a questo
proposito vale la pena ricordare la canditatura alla carica di sindaco
di di Vancouver nel 1974, di Vincet Trasov, nelle vesti di Mr Peanut,
cioè in costume da nocciolina americana, con tanto di cilindro e
bastone), faceva capo la rivista d'avanguardia File.
Ed è proprio su File che troviamo inserito nel 1974
un flexi-disc dei The Residents, contemente alcuni
brani del loro primo album: Meet
the Residents.
Della controcultura americana sia attuale, sia riferita ai decenni
appena trascorsi, abbiamo solo poche e sporadiche notizie. Un po'
espressa estemporaneamente e fuori dai grandi canali divulgativi, un
po' per il suo non prestarsi ideologico e di fatto alla
commercializzazione del prodotto, fatta eccezione forse e in misura
circoscritta, per la parte più strettamente musicale.
Il fenomeno Residents è un fenomeno a tutto tondo.
Non riguarda solamente l'aspetto musicale, notevolissimo di per sè,
ma abbraccia globalmente ogni esperienza della produzione artistica:
dalla grafica al fumetto, alle scenografie, al teatro, ai video che
oggi fanno parte della collezione permanente del Museum of Modern Art
di New York. Il tutto attuato con grande gusto ironico e scanzonato
verso i miti ufficiali e con l'intento quasi naturale di fondere la
semplicità casuale, il freak, l'impegno intellettuale e il kitsch di
tipica impronta americana. Ogni loro lavoro rappresenta un
concept-work ben definito ed a se stante.
Dei quattro personaggi componenti il gruppo e di tutto il loro staff
(grafici, registi, tecnici del suono, etc) non è dato sapere molto.
Volutamente sconosciute sono le loro identità che rimangono nascoste
dietro i costumi di scena, dietro ai grandi "globi oculari"
in frak, la loro divisa ufficiale, o dietro a pseudonimi irriverenti e
sempre diversi.
Già nel primo album ufficiale del '74 Meet
the Residents,
edito per la Cryptic Corporation, etichetta Ralph, la loro veste
satirica è ben evidente. L'obiettivo è quello di parafrasare, in
termini sarcastici ed ironici, i "padri" della musica pop: i
Beatles e lo starsistem che da loro ha avuto inizio. La copertina
realizzata da Pore No Graphics (nome occasionale del
grafico che varierà di volta in volta) riporta sul retro la copertina
di un noto disco dei Beatles con i loro volti in penombra, ritoccati
in maniera beffarda. Nel frontale, in uno stile vagamente fumettistico
alla Lichtenstein, compaiono i quattro personaggi con teste di animali
marini e i loro nomi sono: Paul Mc Crowfish, John Crawfish, Geroge
Crowfish e naturalmente Ringo Starfish.
Atonalità e manipolazione di suoni e voci, l'uso di qualsiasi
strumento e invenzione di nuovi strumenti, ricerche musicali
disparate: dalla disarmonia alla citazione, dalle distorsioni alle
nenie infantili senza tuttavia produrre della musica assordante,
accompagnando con testi non-sense, cantilenanti e "acidi",
per creare una coerente linea di movimento che sviluppa a suo modo
organicamente e senza alcun compromesso di ordine commerciale una
personalità stilistica ed una caratterizzazione ideologica non solo
incisive ma anche e soprattutto positivamente oltre lo stallo
esistenziale-psicologico che avvolge l'arte americana dell'epoca.
L'immaginazione più irriverente che ama il rischio per il rischio,
nel gruppo che gioca con la società, si contrappone alla banalità
idealizzata del singolo self-made-man che si difende dalla paura, dai
rischi della società.
Sempre nel 1974 incidono Not
Avaible (Ralph
RR174) che verrà però stampato quattro anni più tardi. Disco
fondamentale della loro storia in quanto li farà conoscere ad un
pubblico più vasto. Il grafico qui assume il nome di Pore
Know Graphics e la copertina, sempre sconcertante per gli
accostamenti cromatici e soggettuali, sembra una sorta di fumetto
neo-primitivo. Si pensa che all'identità del grafico corrisponda in
realtà il lavoro creativo di uno o più componenti del gruppo stesso.
Lo studio della grafica, dell'impostazione dei piani, delle sequenze
si rivela parte fondamentale anche nelle scelte scenografiche dei
concerti, dei lavori teatrali e dei video.
1976: ha inizio la maturità musicale dei The Residents che producono
in quell'anno The
Third Reich'n Roll.
Disco ai limiti dell'udibile composto con nastri preregistrati di
rumori riferiti alla seconda Guerra Mondiale. Discorsi del Fuhrer
sovraincisi a noti brani di Elvis Presley, dei Beatles e dei Rolling
Stones; il tutto condito con loro interventi umoristici ed
elettronici. Una testimonianza filmica dei "live" del disco
si ha nel video Video
Voodoo del 1977.
La copertina esalta ironicamente la positività ariana. Una ulteriore
singolarità di The
Third Reich'n Roll sono
le cinquanta versioni diverse in cui è stato edito: un esempio unico
di elusione e di aggiramento della serialità tipica del prodotto
discografico e della distribuzione massificata. Esiste però un
rarissimo cofanetto in legno che le raccoglie tutte; edito in tiratura
limitata è considerato in America un vero e proprio "disco
d'artista".
Seguirà subito dopo Fingerprince
(Ralph 1276), performance tenuta nel giugno del '76 a Berkley,
California. Questo disco vede per la prima volta la collaborazione di
altri musicisti dell'ambito come Snakefinger, la cantante Zeibak ed
altri. Sempre nello stesso anno esce Duck
Stab!/Buster Glen!
(Ralph RR0278) dove Pore No Graphics si esibisce in ulteriori
accostamenti di colore e immagini che abbiano un effetto sicuramente
"stridente" su chi le guardi.
L'anno successivo, il 1979, il gruppo viene notato internazionalmente
ed iniziano le collaborazioni con musicisti di ricerca del vecchio
continente. Nasce così l'idea di realizzare Eskimo
(Ralph ESC 7906) con la partecipazione di Chir Cutler, percussionista
degli Henry Cow e sociologo-politologo inglese e del tastierista
americano, facente parte dell'ambito di Frank Zappa: Don Preston. Eskimo
vuole essere una una citazione antropologica e culturale delle
tradizioni tramandate oralmente dalle tribù del Circolo Artico, della
Groenlandia, della Lapponia e di tutta la regione polare. Di questo
"glaciale" disco (nelle note di copertina se ne consiglia
l'ascolto accanto ad un calorifero o avvolti da una coperta) Cutler
scrive che esso è: <<...la più antipositiva e anticritica
delle loro tragedie simbolico-musicali>>, ma pure sottolinea
come i The Residents <<...esorcizzano la paura meccanizzando
l'orrore, ...torturando la futilità della disco-halls con
l'instaurarsi di una danza macabra e inorganica... controllando infine
il circuito generazionale umano appellandosi alla trasparente
conseguenza dell'artificial-life...>>.
E' qui che il quartetto assume definitivamente
l'immagine-travestimento degli orwelliani globi oculari in frak; e
abbandonando il vezzo di bambini terribili dai fini solo dissacratori,
affrontano una più profonda indagine nelle sfere antropologice
sotterranee. Del disco esiste anche una versione picture-disc, dove i
quattro "big-eyes" compaiono ritratti nella baia di San
Francisco direttamente sul vinile.
Dall'Inghilterra giungono anche, incuriositi dal fenomeno Residents,
Fred Frith, grande sperimentatore di suoni e anch'egli uno dei
componenti chiave degli Henry Cow, Robert Wyatt, il
"venerabile" di Canterbury e Don Jackovich. Con loro prende
corpo Commercial
Album (1980
Celluloid 5298 07): un album musicale in cui sono incisi quaranta
commenti musicali per altrettanti spots pubblicitari televisivi dalla
durata di un minuto ciascuno. La doppia lettura dell'immagine di
copertina dall'alto verso il basso e dal basso verso l'alto,
realizzata sempre dal nostro Pore Know Graphics (altre volte sarà
semplicemente Pornographic), ribadisce gli intenti
"sovrapposti" o fra le righe dell'operazione.
E' in questo momento che il lavoro artistico dei The Residents
incomincia ad interessare gli addetti ai lavori in campo non solo
musicale ma più propriamente dell'arte dell'arte intesa come
componente interattiva delle discipline creative. Alla fine degli anni
'70, durante una conferenza alla Galleria Peccolo di Livorno, Germano
Celant, allora già conosciuto internazionalmente, ma sempre attento
ai nuovi linguaggi, invece di parlare o leggere una relazione, fece
sentire agli intervenuti un disco dai suoni inusuali di uno
sconosciuto gruppo californiano: i The Residents.
Tra visivo e
sonoro
Con la
crisi delle avanguardie post concettuali alla fine degli anni '70, le
istituzioni artistiche, museali ed intellettuali si orientano o
vengono pilotate verso un ritorno alla "pittura", costruendo
sul gusto dei nuovi-ricchi una facile, confortante restaurazione che
accomuna l'esperienza artistica della presunta "elite"
creativa alle più materiali esigenze del <<quadro -come-
investimento>> ed alla massificazione ed omogeneizzazione del
prodotto intellettuale che risponda a connotazioni di facile
interpretazione, sull'incalzante onda dei linguaggi media.
Le tendenze individualistiche dei The Residents, espressa come abbiamo
constatato, non solo musicalmente ma elaborando codici appartenenti
alla totalità dell'espressione artistica, la loro volontà di
non-conformismo, li porta ad assumere atteggiamenti sempre più
improntati alla ricerca di singolarità che lascino spazio allo
piazzamento, all'ironia ed alla diversificazione personale anche in
chi ne fruisca. Nel 1981 dalla loro maestria drammatico narrativa,
nasce l'dea della Trilogia della Talpa,
originariamente edita dalla Cryptic Record e oggi ristampata in CD
dalla Esd (80272) dove si narrano storie di calamità naturali,
conflizzi raziali, visioni di culture diverse e problematiche
esistenziali; il tutto condito con incastri di voci e sperimentazioni
sonore. Il secondo atto della trilogia, The
Tunes of Two Cities (1982
Ralph RZ 8202), gioca proprio sulla parola "differenze",
sulla contrapposizione e la spaccatura tra due concezioni opposte del
mondo. La prima parte infatti rielaborando brani jazz anni Trenta, ne
stravolge la struttura musicale ponendo l'accento ed anzi calcando sul
facile consumo d'ascolto e sul processo di costituzione del gusto
musicale generalizzato attuato già allora dal nascente mercato
discografico.
La seconda parte ha quasi il sapore di un intervento filosofico, più
vicina musicalmente all'anima sonora del gruppo che qui ribadisce
l'importanza delle scelte individuali, difficili certo, ma auspicabili
per la crescita dell'umana natura. La critica musicale più illuminata
ha considerato all'epoca questo secondo album della trilogia come una
delle opere migliori della produzione americana, soprattutto per il
senso ludico nei confronti dello sperimentalismo elettronico e per la
stesura letteraria delle storie fantastiche di cui l'album narra.
Un discorso particolare merita la produzione lirica del gruppo, il suo
volto letterario. Se sono d'obbligo i riferimenti al nonsense ed ai
doppi significati di scrittori come Lear e Carroll, altrettanto
importanti sono i contributi attinti dalla poesia surreale e
simbolista, dalla patafisica di Jerry, persino alla tradizione
umoristica americana: da Mark Twain a Woody Allen.
Le copertine dei due album sono totalmente differenti. Acida la prima,
con disegni in bianco e nero sintetici e spigolosi, che ricordano
incisioni espressioniste; giocosa la seconda con un grosso puzappo
obeso, tondeggiante quale protagonista.
Sempre nel 1982 esce Intermission
con una copertina "splatter" fatta di iterazioni
fotografiche in cui compare una bocca martoriata dagli stuzzicadenti
infilzati nelle gengive (l'ironico riferimento a Warhol è evidente).
De breve ma interessante disco, verrà specificato non essere la terza
parte della "trilogia" di cui peraltro si perderanno le
tracce, anche se molti pensano di individuarla in Title
in Limbo (1983
Ralph RR/8351), che però si discosta dall'acidità dei primi due
dischi, approfondendo l'aspetto, per così dire, poetico del gruppo.
Il Mole Show,
la performance tratta dalla trilogia è una sorta di irrisione
grottesca al rock teatrale, agli scenari psichedelici, ai fumi
colorati, alla magniloquenza romantica e al kitsch della
rappresentazione del rock. Le scenografie, i costumi e le maschere
fanno oggi parte delle opere custodite al Museo d'Arte Contemporanea
di Los Angeles.
L'altra grande performances della maturità (1988), God
in Three Persons,
scritta come piece teatrale, narra delle vicende di un cow boy e di
due gemelli siamesi, mistici dal sesso mutante. Una parafrasi
sull'eterno duello tra il bene e il male che pur coinvolge altri
aspetti dei temi fondamentali della letteratura americana come
religione, sesso, senso di colpa. Di God
in Three Person
esistono versioni in CD-video, DAT etc. Nelle edizioni discografiche (Riko
RCD 10045) verrano stampati solo i brani strumentali.
Pur essendo un gruppo di rottura, di impostazione socialmente
rivoluzionaria e non rinunciando mai ( anche se negli ultimi tempi,
quando qualcuno sostiene la ripetività e managerialità dei loro
"giochi") alla posizione di crescita individuale come
formula per cambiare la società, i The Residents non si iscrivono però
ai margini del mondo consumistico americano. Del rapporto del gruppo
con il mercato e con la grande distribuzione Gary Panter, loro
collaboratore dell'epoca, scriverà nel RozzTox Manifesto:
<<Per necessità dobbiamo autosostenerci. I mass media sono più
forti dei media artistici. I canali estetici devono infiltrare i
canali popolari... Noi stiamo costruendo un movimento artistico
fondato sugli affari... La saturazione del mercato è stata raggiunta
nei '60 e lo sappiamo bene tutti. Le Belle Arti estetiche sono di
utilità sempre minore... Se vuoi una media migliore costruiscitene
uno... Siamo nati capitalisti e produttori di beni e servizi
alternativi...>> (da Feature Mist 1982).
Del resto in questa sottile contraddizione, reale o apparente che sia,
nella ricerca ed ottenimento del "successo" inteso non solo
come riconoscimento dei valori propugnati ma anche come personale
punto di arrivo, è sintetizzato pragmaticamente e senza troppe
ipocrisie, il processo di scambio culturale, di contrapposizione e di
compromessi che avviene tra vecchio e nuovo, tra le ascendenze e le
discendenze (Vico direbbe corsi e ricorsi) che inevitabilmente
coinvolgono ogni espressione ed esperienza della natura umana.
Nella nostra epoca di veloce consumo, di miti e ideologie e di lento
cambiamento esistenziale e comportamentale, dove l'uso dei sistemi di
comunicazione è fondamentale, la scelta stravolgente dei The
Residents è riuscita a "passare" tra i "normali
prodotti dell'industria discografica" proprio grazie ad una
fantasiosa quanto disinibita "guerriglia di informazioni"
condotta proprio sullo stesso campo dei media tradizionali con scoops
casuali o voluti, come il sequestro della copertina anti-Beatles, la
censura di quella con Hitler, le voci dell'esistenza di una presunta
Corporazione Criptica o di un "quinto Residents" scoparso
nel 1972, chiara allusione al quinto Beatle Stu Suttcliffe morto
realmente nel 1962.
Nel 1982, decennale della Ralph Records, la casa discografica
indipendente che pubblica e sostiene le operazioni Residents,
celebrato con la produzione di speciali pasticche contro il mal di
testa "commemorativo", segna anche l'inizio di una profonda
crisi che investe in generale tutte le piccole case discografiche
indipendenti che non riescono di fatto a competere con le possibilità
distributive e pubblicitarie delle grandi etichette. Da questo momento
in poi la Ralph Records comincerà un discorso musicale più vicino al
gusto del grosso pubblico, fatto che allontanerà, anche se non
subito, il gruppo californiano dalla casa discografica e che porterà
al definitivo fallimento dell'etichetta nel 1985.
Gli ultimi lavori incisi dai The Residents per la Ralph Records sono The
Big Bubble, George
and James disco
che apre un ambizioso progetto di rivisitazione dei compositori più
rappresentativi della musica americana, e Whatever
Happened to Vileness Fats?
(Ralph
RZ8452) che nasce come colonna sonora del primo, incompleto progetto
teatrale nel 1972, per successivamente divenire un video televisivo
per l'infanzia (?).
La creatività del quartetto e del suo entourage in ambito teatrale,
negli impianti scenografici, nella espressività dei costumi
simbolici, surreali, nell'uso delle luci e naturalmente dei suoni ed
anche nella puntuale costruzione narrativa che peraltro ritroviamo
anche nei lavori discografici, va in questo periodo sempre più
raffinandosi, ma resta il mezzo video ad essere il miglior vettore
della bizzarra filosofia Residents. La cultura
cinematografica-televisiva fa parte del patrimonio storico del gruppo.
Nelle One Minute Movies del 1980, più volte
premiate, troviamo precisi riferimenti e parodie dal cinema
underground americano, ai cartoni animati della Warner Bros, alle
prime prove cinematografiche futuriste; mentre Earth VS Flying
Saucers del 1985 è il primo di una serie di video sulla
rivisitazione con interventi di computer grafica e debita
sonorizzazione, di vecchi films di cassetta o series televisive.
Dopo il distacco dalla Ralph Records i The Residents tra l'altro,
mettono in atto il loro grande progetto discografico (ancora in corso,
si prevede sino al 2001!), quello di realizzare la American
Composer Series,
una serie di incisioni dedicate ad almeno 20 grandi artisti
compositori americani rivisitati secondo "l'estetica del
mostruoso" tipica del gruppo. Di cui George
and James,
riferito a Gershwin e a James Brown, è stato il primo disco.
Sull'onda di questo progetto nel 1990 si ha l'ultimo tour europeo del
quartetto che purtroppo toccherà solo l'Olanda e la Spagna e che
porterà all'incisione del live Cube-E
The History of American Music in 3 E-Z Pieces.
La storia
recente dei The Residents è scritta su CD-ROM, video CD, capaci di
raccogliere più compiutamente tutte le anime espressive del gruppo,
come la sola incisione discografica, naturalmente, non può fare. Ciò
comporta però una tecnologia di lettura ancora alla portata di pochi
e l'ulteriore difficoltà nel reperimento dei lavori.
L'alchimia sghemba e genialoide della "costa occidentale"
pur rivestendosi delle tecnologie più avanzate e cavalcando il
business resta tuttavia quasi nascosta, da cercare, come a voler
ribadire la reale esistenza della fantomatica "corporazione
criptica" di cui si vociferava agli inizi degli anni '80.
(N.d.A) Si ringrazia in particolar modo la "follia
auditiva" di Oscar Piaggerella, direttore della
Galleria d'Arte Sono-Visiva Fluxia di Chiavari (Ge)
per il materiale gentilmente concesso e le informazioni trasmesse
verbalmente per la stesura di questo articolo.
(Il
discorso che segue è frammentario. Per necessità,
perchè frammentario è anche il discorso stesso dei
Residents, e perchè qualcosa di quella musica può
essere colto soltanto per accostamenti tangenziali, senza
sperare di arrivare al nocciolo della questione. Nocciolo
che, oltretutto, può benissimo non esistere).
Musica inclassificabile. E' tutto quello che si può dire
dei Residents. Non canzoni, non avanguardia, non adesioni
a correnti. Difficile anche trovare dei referenti, di
qualsiasi genere.
Filosofia di base: la critica al rock. Che è critica
alla musica canonica, alle sue regole, alla sua
distribuzione, al commercio, in senso più lato a tutti i
regolamenti della società americana (o tendente
all'americano). Critica traversale, però, non
contrapposta, condotta con tecniche di caricatura ed
esasperazione dei vari caratteri del rock: canzone,
ritmo, armonia, refrain; ma anche immagine-mito della
rock-star, classifiche, pubblicità; e poi produzione,
registrazione, concerti. Molte tecniche erano già
presenti nel primo Eno. Ma qui sono più drastiche,
violente; portate alle conseguenze estreme. E lo
smontaggio spietato del rock smonta anche,
indirettamente, più di un "modus vivendi".
Si potrebbe definire "tecnica della
deformità". Canzoni che sono deformi proprio
perchè rimandano costantemente a dei modelli,, e li
negano introducendo elementi inaccettabili: distorsioni,
stonature, dissonanze, ritmi accelerati e spezzati o
rallentati, suoni di disturbo. Antecedenti: Frank Zappa,
con riferimento particolare a We're Only In It For
The Money.
E' la deformità, Hyeronimus Bosh trascinato nel rock,
che spiazza definitivamente l'orecchio acclimatato al
rock. E sfiora il sublime nella versione fuori tono del
finale di Hey
Jude,
condita di un pulitissimo assolo chitarristico e -
miscuglio diabolico - degli urletti di Sympathy For The
Devil.
Satira. Satira feroce, miscela di luoghi comuni con
dissonanze; ogni dato acquisito ridiscusso e reso
mostruoso con largo uso di tecniche. Prendere il bello,
ovvero il "bello" del luogo comune, è
trasformarlo in brutto. Ma in un brutto che non può più
ritornare al luogo comune.
Ogni suono che esce dai loro dischi è inesorabilmente
falso. Sono tutte, dalla prima all'ultima, sonorità
artificiali. Come a testimoniare la falsità del rock e
della sua riproduzione discografica. Operazione
facilitata dal largo apporto tecnologico e dalla mancanza
di qualsiasi verifica del vivo.
Nel loro desiderio di destrutturazione totale di quello
che era il rock, i Residents non esitano di fronte al
"grand-guignol. The Third Reich'n Roll è una perfetta rassegna di
mostruosità musicali, di vecchi "hit"
masticati, semidigeriti e rivomitati nelle orecchie
dell'incauto ascoltatore. Residuano le note tematiche, i
testi, ma riconoscibili soltanto dopo un attento esame.
Se The
Third Reich'n Roll è
tutto dichiaratamente composto di frammenti altrui, si
può dire che non esiste disco dei Residents che non
riprenda stilemi e frasi "tout court" da altra
musica, preferibilmente se musica di consumo vasto e
facile. L'operazione è centrata sullo scontato: il rock
in Meet
The Residents, The
Third Reich'n Roll e Duck Stab, la musica cinematografica
in Not
Avaible, la musica "etnologica" in Eskimo, lo short pubblicitario in Commercial Album.
Le opere, le prime sopratutto, sembrano la "pars
destruens" di una qualche filosofia nichilista. Come
se mancasse ai Residents la forza della costruzione,
quella recuperata persino dai critici serrati Zappa e
Eno. L'opera dei Residents è un esempio/limite di arte
cui necessita un referente: è impossibile per chi non
conosca modi, tempi e filosofie del rock americano,
ascoltare convenientemente The Third Reich'n
Roll.
L'idea (dichiarata) è semplice: eliminare completamente
il fattore immagine pubblica. Quindi niente concerti,
niente fotografie, neppure pubblicità dei nomi. Nessuno
può sapere chi sono i Residents: pertanto il processo
perverso di "rock stardom" la prepotenza
dell'immagine ecc., dovrebbe essere eliminato. In
realtà, l'operazione, squisitamente pubblicitaria,
produce perversamente gli effetti opposti. L'identità
segreta dei Residents diventa oggetto di appassionate
speculazioni e innumerevoli teorie. Tutti gli aficionados
del rock irregolare sanno che i Residents "hanni
identità segreta", e a volte nemmeno si preoccupano
di quale possa essere la loro musica. I Residents, ultimo
e definitivo paradosso, sono il gruppo d'immagine più
caratterizzata dei primissimi anni '80.
Incredibile, come si è detto, la mole delle
speculazioni. La base era costante: se i Residents
mantengono l'identità segreta, vuol dire che sono
personaggi famosi, e che hanno dei motivi per non farsi
riconoscere. E' chiaro che, per chiunque viva in una
società centrata sullo spettacolo, scusa, ma secondo te
l'americano medio sente (o si interessa dei) Residents?
(N.d.B), chi ha la possibilità di diventare famoso e la
rifiuta deve avere per forza dei motivi
"irrinunciabili".
Ci sono, in effetti, notizie e note di copertina. Ma il
loro primo scopo è generare una totale
"confusione". Accanto ad un'inverosimile storia
del gruppo, sempre più complicata man mano che le
didascalie si susseguono, i Residents forniscono
incontrollabili notizie sulle composizioni e prime
edizioni dei dischi. Così Meet The Residents
sarebbe
stato composto intorno al 1970, pubblicato per la prima
volta nel 1974 (in edizione fantasma), e infine
ripubblicato nel '77. E così per gli altri albums: The Thrid Reich'n
Roll
risalirebbe al '74/75, come anche la prima parte di Fingerprince, mentre la seconda sarebbe
la musica di un balletto, composta nel '72 ma registrato
alla fine del '79. In questa ridda, in quest'eccesso dio
notizie, i Residents riescono a intricare il loro
pubblico/bersaglio. E', ancora una volta, una perfetta
operazione pubblicitaria.
L'altra tecnica (quella di Not Avaible o della seconda parte di Fingerprince) è denominata "train
of consciousness". E' una tecnica insieme sintetica
e distruttiva. Più che comporre musiche, i Residents
creano (o riprendono) frammenti musicali, inserendoli gli
uni negli altri a mosaico. Un procedimento che ricorda la
dissolvenza incrociata cinematografica.
Tutto l'apparato-Residents, in fondo, è espressione di
una rinuncia. Una rinuncia all'utopia, che era stata il
motore, più o meno in buona fede, di tutto il rock
tradizionale, creatore di mondi illusori ma gratificanti
per il pubblico giovanile. Se i Residents creano mondi,
li creano inabitabili: troppo veri per essere belli. I
Residents, in un certo senso, sono (per il rock) l'ultima
frontiera. Anche se molti altri gruppi, in passato, sono
stati l'ultima frontiera. I Residents portano le loro
critiche all'estremo, negano "en bloc"
l'estetica del rock and roll. A meno che, ancora una
volta, attraverso la negoziazione il rock, non ne esca
rinforzato. Semplice cosmesi o rifondazione radicale?
<<Molti si chiedono chi sono i Residents, pensando,
credo, a qualche personaggio noto. Io li ho conosciuti, e
posso garantire che sono semplicemente dei giovani
americani intelligenti, con un gran gusto della
pubblicità>> (Fred Frith)
Anche i particolari tecnici contribuiscono all'oscurità:
non è nota una qualche distribuzione dei ruoli
strumentali tra i Residents. Non esiste uno stile
definibile, e naturalmente la complessa
produzione/controllo dei suoni rende ogni particolare
stilistico imprecisabile, persino le voci sono sempre
filtrate. (Quindi, se per ipotesi i Residents volessero
suonare o cantare sotto altra veste, nessuno sarebbe in
grado di riconoscerli).
Al controllo del suono ed al controllo dell'immagine non
poteva non associarsi anche il controllo del mezzo
finanziario: necessario, del resto, a dei musicisti che
programmaticamente rifiutano il contatto diretto con un
qualsiasi pubblico. Ecco quindi improvvisa la nascita di
una casa discografica, la Ralph Records, che è
praticamente tutt'uno con i Residents. Associata ad una
fantomatica edizione musicale, dal nome rivelatore di
Pale Pachiderm Music, e ad una compagnia madre misteriosa
anche di nome, la Cryptic Corporation. Se aggiungiamo al
novero lo studio grafico dove Pore No Graphics, risulta
che i Residents sono in grado di controllare i
"suoni" da essi prodotti, dal momento in cui
entrano nel registratore fino a quello in cui escono dal
negozio di dischi. Impresa, questa, che può essere letta
in due modi opposti: nell'epoca dei mass media e della
riproducibilità industriale di qualunque messaggio,
l'unico modo di ottenere una qualche forma di libertà
sta nel controllo personale della produzione e
distribuzione (ovviamente industriale) della propria
opera; ancora di più se si opera, più o meno
tangenzialmente, nel campo del rock, quindi di un'arte
che necessita, per una stessa struttura, di essere
inserita in un mercato.
Ma c'è anche il lato speculazione: l'azione dei
Residents è un'opera di squisita essenza pubblicitaria.
Grazie a tutto il complesso di atteggiamenti messo in
atto, i Residents hanno raggiunto in pochissimi anni, dal
1977 all'80, un mercato che è si di stretta èlite, ma
anche di estensione mondiale. I Residents forniscono
così una personalissima soluzione alla dicotomia base
del rock.
Dove gran parte di questa musica era morta d'inedia (e
nel nucleo rientrano in fondo anche irregolari massimi
come i Fugs), tentando di mantenersi critica e
contemporaneamente di assicurarsi un mercato, i Residents
scelgono il salto di qualità: farsi essi stessi
industria, intervenire direttamente su media e mercato.
Operazione ambiziosa, forse destinata alla sconfitta, a
trasformare i Residents stessi in operatori
dell'industria del divertimento. Che, purtroppo, molto
spesso ingloba anche gran parte della più raffinata
industria culturale.
I Residents sono (forse lanciano, ma non è certo) un
avvertimento. Non si può esistere fuori da un mercato,
quindi anche per criticarlo bisogna farsi mercato. E non
nascondono i rischi; come dice una delle celebri
"Buy Or Die Innersleeves: << Grazie a tutti
voi, consumatori della Terra-dei-comparatori, la Ralph
Records sta rapidamente diventando l'etichetta
più/spiffy/mai vista sulla faccia della terra. Tenete
occhi (e orecchie) aperti, e forse ci vedrete diventare
ricchi e famosi, e fare dischi incredibilmente mediocri,
come quelli delle vere case discografiche...>>.
I Residents ultimi, meno ermetici ed esclusivi, sembrano
preoccuparsi come mai in passato di comunicare con gli
ascoltatori. Il che li conduce non solo a produrre musica
più scorrevole, addirittura amabile, ma anche a venire
allo scoperto come concertisti, e a svelare - almeno in
parte - le connotazioni e i riferimenti degli albums.
Così la Mole
Trilogy (di cui esistono le prime due parti, Mark Of The Mole e The Tunes Of Two
Cities,
oltre alla breve Intermission) concreta con inusitata
chiarezza la metafora della talpa, affidandosi a
sonorità integralmente elettroniche, a voci
distortissime, a schemi melodici elementari fino al
primitivismo.
The
Tunes Of Two Cities si
propone senza sforzo come l'opera migliore dei Residents
recenti. Integralmente composta di "canzoni",
ovvero brani veri e ben identificati, alterna rifacimenti
come sempre graffianti della musica "evergreen"
americana al tribalismo elettronico della musica delle
talpe. E il contrasto si crea tra una musica di
"buoni sentimenti", per quanto denaturata e
quella a suo modo solenne e sacrale, imperscrutabile,
"dell'altra" società, delle talpe. Metafora
neanche troppo faticosa di un "underground"
scomparso, ma sotto sotto sempre vagheggiato
dall'enigmatico gruppo (che, dopo tutto, è nato e vive a
San Francisco). Non si sarebbe mai pensato, in tempi
neanche tanto lontani, di dover parlare di Residents
concertisti. Eppure è accaduto: i Residents hanno
intrappreso persino un "tour" mondiale. A modo
loro, s'intende, tant'è vero che l'identità dei quattro
membri del gruppo vero e proprio è oggi segreta quanto
ieri; ma i Residents si sono offerti al rapporto
cannibalico con un pubblico vero, e anche con un buon
risultato, rivelandosi show-men a tutto tondo. The Mole Show era naturalmente imperniato
sulla mitologia delle talpe; altrettanto ovvio il metodo
multimediale, con scenografie, ballerine, persino un tal
Penn Jillette a far da presentatore in smoking blu,
mentre i Residents, apparsi in frac e bulbi oculari,
stavano sullo sfondo a suonare dietro un paravento. Pochi
hanno colto, però, la sottile polemica con certo
multimedialismo d'oggi: con intelligenza somma, i
Residents hanno rinunciato ai video elettronici in favore
di semplici scene di cartone. Niente tecnologia a poco
prezzo, niente elettronicismo becero: i Residents sono
culturalmente molto al di là di qualsiasi imitatore.
Il momento più sconcertante di tutto il Mole Show è
senz'altro il finale. I Residents (sempre
impenetrabilmente mimetizzati) in prima fila a suonare la
"loro" Satisfaction (massacrata, devastata,
filtrata, agonizzante, inascoltabile), con la gente
felice che ballava come fosse in discoteca. Un modo
d'entrare nella più vieta industria spettacolare, e
contemporaneamente mantenersene beffardamente al di
fuori. Congratulazioni.
C'è anche, in questo nuovo modo di porsi, una diversa
attenzione per la stampa. Penn Jillette,
pseudopresentatore dello show, era anche autorizzato a
rilasciare interviste per conto dei Residents? Peccato
che, alla fine, le sue risposte risultassero sempre
formule dubitative, del tipo: <<Non posso escludere
che i Residents intendessero...>> <<Si, credo
si possa dire che i Residents...>> <<Certo,
può darsi che volessero dire questo; ma naturalmente è
solo la mia opinione personale...>>.
Paolo
Bertrando
da Buscadero n° 39 luglio/agosto 1984
|
- Meet The Residents
(1974) Ralph Records RR0677 - vinile
1. Boots - 2. Numb Erone - 3. Guylum Bardot - 4. Breath And Lenght - 5. Consuelo's Departure - 6. Smelly Tongues - 7. Rest Aria - 8. Skratz - 9. Spotted Into Bean - 10. Infant Tango - 11. Seasoned Greetings - 12. N-ER-GEE (Crisis Blues)
Musicians:
Paul McCrawfish, John Crawfish, George Crawfish, Ringo
Starfish
Produced by The Residents
Cover art by Pore Know Graphics
Fra tutti gli album della stravagante collezione
Residents, questo primo ha un suo fascino speciale. Non
è forse il più riuscito, anche perchè all'epoca i
misteriosi musicisti (parole loro) "sapevano a
stento tenere in mano gli strumenti"; ma è l'inizio
del mito, la buffa inquietante palla di fuoco che a un
certo punto solcò i cieli del rock lasciando a bocca
aperta.
Eè rimasto nell'immaginario collettivo il fatto che i
Residents non abbiano mai avuto un'identità e solo vaghe
indicazioni geografiche (Louisiana, poi California). Ma
trattasi di folklore. Quel che davvero importa è il loro
modo di fare musica, fin da questo amatoriale esordio
"prodotto a casa, con nastri e strumenti da
rigattiere": un pioneristico taglia-incolla di suoni
incoerenti, un forsennato zapping sulla TV della mente
saltando da scampoli di musical a detriti rock &
roll, da zappismi alla Lumpy Gravy
a recuperi pseudo-etnici un'accanita masticazione che
rende irriconoscibili gli "originali" trattati,
come Boots di Lee
Hazlewood e Nobody But
Me degli Human Beinz.
I Residents giocano ma, come poi confermeranno affidando
la loro arte, vogliono anche denunciare. Uno dei (rari)
studiosi, Andrew Jones, la metterà così: " Il pop
è più che oppio per le masse, è un Leviatano globale,
un affare da milioni di dollari con tentacolari
compromessi che presuppone che tu ti metta comodo,
rilassato, a comperare".
Il montaggio/rimontaggio dei Residents è un modo di
rompere l'incantesimo, di svelare il trucco: ecco come
suona davvero la pop music, ammirate smorfie e rughe
sotto il cerone.
Meet The Residents
uscì il 1° aprile 1974 in un'edizione di 850 dischi
oggi ricercatissima; in copertina, una mostruosa parodia
di Meet The Beatles.
Venne rimasterizzato e riedito tre anni dopo, eliminando
7 minuti e cambiando la veste grafica senza rinunciare
alla deformazione dei Fab: Paul, John e George erano
diventati gamberi, Ringo una stella di mare.
Riccardo
Bertoncelli da Musiche di Repubblica n° 296 - 13
settembre 2001
- The Third Reich'n Roll
(1974) Ralph Records RR 1075 - vinile
1. Swastikas
On Parade - 2. Hitler Was A Vegetarian
Musicians:
The Residents, Zeibak, Peggy Honeydew, Gary Beserkley
Produced by The Residents
Cover art by Pore Know Graphics
Anche Adolph Hitler finisce nel
mirino dei californiani, in un album che aspira forse al musical
postmoderno: due lunghe suite, Swastikas On Parade e Hitler
Was A Vegetarian, con plagi e taglia-incolla dal vecchio ordine
musicale disordinati e sconnessi.
"Il primo concept album dei Residents", secondo l'orgogliosa
affermazione dei protagonisti.
Simone Arcagni
da New Wave, ed. Giunti
- Fingerprince
(1979) Ralph Records RR 1276 - vinile
1. You
Yes Yes Yes 3.00 - 2. Home Hage Conversation
2.03 - 3. Godsong 3.41 - 4. March
De La Winni '58 - 5. Bossy 1.00 - 6. Boo
Who? 2.48 - 7. Tourniquet Of Roses 3.15 -
8. You Yes Yes Yes Again 2.38 - 9. Six
Things Cycle 17.48
Musicians:
The Residents, Snakefinger, D. Jackovich, A. Dekbar, T. Logan, Zeiback
Produced by The Residents
Cover art by Pore No Graphics
Un'antologia di brani del primo
periodo voluta dalla band per rivelare i diversi aspetti della sua
personalità. La prima facciata è composta di otto brani in cui i
Residents si cimentano con la forma canzone breve, dagli 1 ai 3
minuti; la seonda è invece la colonna sonora di un balletto (un solo
brano, Six Things To A Cycle) che spiega il gusto del gruppo
per lunghi flussi sonori e quello che, non senza ironia, viene
definito dai protaginisti come "train of consciousness".
Nel disco fa la sua prima apparizione il chitarrista Philip Lithman,
in arte "Snakefinger", già esponente di spicco della scena
pub britannica e da qui in avanti, fino alla prematura morte,
importante fiancheggiatore della band.
Intanto continua l'attività più puramente dissacratoria dei più
noti standard pop, come nel caso dei 45 giri Satisfaction (1976)
e The Beatles Play The Residents And The Residents Play The Beatles
(1977).
Simone Arcagni da
New Wave, ed. Giunti
- Wormwood
(1998) EuroRalph Records 5483 - cd
1.
In The
Beginning 2.57
- 2. Fire
Fall 3.34
- 3. They
Are The Meat 2.40
- 4.
Melancholy Clumps 1.43 - 5. How To Get A Head 4.05 - 6. Cain And Abel 3.34 - 7. Mr. Misery 2.19 - 8. Tent Peg In The Temple 2.54 - 9. God's Magic Finger 2.41 - 10. Spilling The Seed 2.44 - 11. Dinah And The Unclean Skin 3.12 - 12. Bothsheba Bathes 2.52 - 13. Bridgedroom Of Blood 4.57 - 14. Hanging By His Hair 2.33 - 15. The Seven Ugly Cows 2.34 - 16. Burn Baby Burn 2.58 - 17. Kill Him! 2.39 - 18. I Hote Heaven 2.50 - 19. Judos Saves 3.55 - 20. Revelation 5.38
Musicians:
The Residents,Diana Alden, Laurie Amat, Wayne Doba, Carla
Fabrizio, Linda Goldstein, Molly Harvey
Produced by The Residents
Cover art by Pore Know Graphics
- Stars & Hank Forever
(1986) Torso 33022 - vinile
1. Hey Good Lookin' - 2. Six More Miles - 3. Kaw-Liga - 4. Ramblin' Man - 5. Jambalaya - 6. Sousaside
a) Nobles
Of The Mystic Shrine - b) The Stars And Stripes Forever -
c) El Capitain - d) The Liberty Bell - e) Semper Fidelis
- f) The Washington Post
Musicians:
The Residents, Snakefinger
Produced by The Residents
Cover art by Pore No Graphics
(...) I
Residents avrebbero senz'altro figurato meglio in questa
scaletta, e in posizione più elevata, con la rilettura
iconoclasta di "hits sixities" in Third
Reich'n Roll o con le registrazioni
pseudo-etnologiche di Eskimo.
Ho preferito però penalizzarli un pochino per la
stanchezza creativa di queste ultime stagioni, rivolgendo
l'attenzione alla produzione più recente. The
Big Bubble del 1985 (quarto capitolo
della trilogia della Talpa) ha toccato i minimi storici
in quanto a (mancanza di) ispirazione musicale: molto
ingegnoso dal punto di vista concettuale, col suo
presentarci un "record-withnin-the-record"
suonato da una band dell'immaginaria Chubsville, l'album
ha solo alcuni sprazzi di originalità nei brani cantati
nella proibita lingua Mohelmot, vocalese
infantil-grottesco di inconfondibile gusto Raphiano.
I Residents hanno ormai standarizzato un sound a base di
Emulator e vocette strascicate: un Muppet Show per
bambini cresciuti, sempre divertente ma sempre un po'
uguale a se stesso. La loro immagine è stata oltretutto
inflazionata da una qualità di live, picture, video,
singoli e albums prodotti negli ultimi due anni.
Le cose migliorano con Stars & Hank
Forever, sia per quanto riguarda la
reperibilità europea del lavoro (la licenza Ralph è
rilevata dall'olandese Torso Records) che per il
rinvigorito dinamismo sonoro dell'album. Secondo capitolo
di una "American Composer Series"
ambiziosamente proiettata verso l'anno 2000 (dieci o
forse più 'Lp, già edito il Vol. I cob Gershwin e James
Brown, in arrivo Dylan, Scott Joplin, Beefheart e via
dicendo), il disco è uno "spoof" sottile e
rispettoso di autori sinceramente amati dai Residents.
Non sono covers queste, bensì "music about music:
pensate ad un regista che fa un film che tratta del
girare un film". Il country dell'indimenticabile
Hank Williams è restituito dai quattro "Bulbi
Oculari" in una veste moderna che non è solo
make-up elettronico, ma isola e commenta con puntuale
ironia il vero spirito delle incisioni originali. Hey
Good Lookin'
si avvale della slide guitar di Mr. Snakefinger, Kaw-Liga
assume un sapore disco-vodoo, e non può mancare la
famosa Jambalaya,
trasformata da esuberante ballad da taverna in una
melodia crepuscolare e rarefatta. Le marce militari di
John Philip Sousa, il compositore preso preso in esame
nella facciata B, sono invece tessute assieme in un'unica
suite che ha l'andamento di una vera parata, un ricco
campionario di "Americana" in confezione
telematica: ascolte le majorettes, il pubblico, lo
sventolare delle bandierine....
Anche se per la stampa hanno preso il fascino della
novità, i Residents sono uno dei pochi gruppi che hanno
saputo fornire l'elettronica di un'anima, usarla senza
esserne usati. Con qualche ideuzza e strumento
anticonvenzionale in più, sono pronti a tornare ai fasti
di un passato recente.
Vittore
Baroni
da Rockerilla n° 78 febbraio 1987
- Title In Limbo
with Renaldo And The Loaf
(1983) Ralph Records rr 8351- vinile
1. Intro:Version - 2. The Shoe Salesman - 3. Crashing - 4. Monkey And Bunny - 5. Mahogany Wood - 6. Sitting On The Sand - 7. Africa Tree - 8. Woman's Weapon - 9. Horizontal Logic - 10. The Sailor Song - 11. Extra: Version
Musicians:
The Residents, Renaldo And The Loaf, Snakefinger, Nessie Lessons
Produced by The Residents
Cover art by Pore Know Graphics
Un paio di
anni fa la Ralph Records, presa come tante piccole
etichette nel vortice della crisi discografica, sembrava
essere sul punto di chiudere i battenti. Invece ecco che
sul finire dell'83, e a seguito di un lungo tour mondiale
dei Residents, riprende l'attività con un nuovo
recapito, un nuovo logo (quello appunto di New
Ralph") e una nuova serie di uscite dei suoi
sempreverdi Snakefinger, Tuxedomoon, Fred Frith, e
naturalmente Residents e Renaldo And The Loaf, stavolta
assieme in un solo 'Lp.
Il duo britannico, approfittando di una vacanza
californiana, nella scorsa estate ha raggiunto i quattro
Residents per dar vita ad un estemporaneo supergruppo: la
fusione di intenti e ispirazione è talmente riuscita e
totale da rendere impossibile e inutile distinguere i
meriti di ciascuna formazione.
Il risultato è un lavoro molto omogeneo, non certo una
sorpresa per chi ha dimestichezza con il non-sense sound
dei due gruppi, ma senz'altro più apprezzabile dei loro
dischi precedenti anche da un pubblico di neofiti. Rock?
Pop? Folk? Nursery Rhytmes? Pur usufruendo di tutti i
canali espressivi di una qualsiasi rock band, i Residents
non possono essere certo etichettati con facilità: i
loro video fanno pensare ad una versione per adulti del
"Muppet Show" di Jim Henson, i testi sono
filastrocche infantili con frequenti risvolti surreali e
macabro-grotteschi, la musica è un'esplorazione ludica
di spartiti tradizionali e futuribili (un brano
memorabile il Walter Westinghouse
incluso in una compilation della Recommemded Records).
Iniziato il loro viaggio cripto-musicale parodiando in
modo volutamente sgradevole e ostico la
"carineria" dei Beatles, i Residents hanno poi
continuato a sfornare album-concept, allo stesso tempo
elaborando uno stile personale e unico. In questo disco i
singoli brani non hanno più bisogno di cornici
operistiche o concettuali, di parodiare la musica
eschimese o i commercials radiofonici, sono finalmente
delle songs da ascoltare e godere prescindendo dalla
"teoria dell'oscurità", dall'immagine e dalle
bizzare trovate dei loro creatori (per la cronaca, l'Lp
ha ben cinque titoli diversi: Turtle In
Lima, Tidal In Lumbar,
Tattle In Logo...).
The Shoe Salesman e Monkey
And Bunny sono deliziose favolette con
un garbo umoristico per il paradossale che non sarebbe
dispiaciuto a Edward Lear, assieme a Mahagany
Wood possono essere considerate dei
classici in assoluto della discografia Ralphiana, un
segno della maturità per questa compagine di poeti
dell'effimero, con risvolti melanconici che ampiano e
inspessiscono la gamma di toni impiegati.
Il violino e la chitarra retrò di Snakefinger, la dolce
voce di Nessie Lessons, il kazoo e il mandolino, queste e
altre piacevolezze le lasciamo scoprire a chi vorrà
avvicinarsi ancora o per la prima volta al teatrino di
questi divertenti cantastorie elettronici.
Vittore
Baroni
da Rockerilla n° 43 marzo 1984
- Eskimo
(1979) Ralph Records esk 7906 - vinile
1. The Walrus Hunt - 2. Birth - 3. Artici Hysteria - 4. The Angry Angakok - 5. A Spirit Steals A Child - 6. The Festival Of Death - 7. Epilogue
Musicians:
The Residents, Chris Cutler, Don Preston
Produced by The Residents
Cover art by Poor No Graphics
Eskimo
è il sesto capitolo emostatico-musicale
dellapparato The Residents; risonanze cervicali,
cori eterei, voci interrate, synth anestetico, iniezione
cataclismica di prescrizioni ipodermiche. Si è così
inclini a classificare Eskimo
quale la più antipositiva ed anticritica delle tragedie
simbolico-musicali dei The Residents, un organismo
paranoico-cellulare che non finisce mai di stupire con il
suo linguaggio escrescente e illustrante, con morbosa
aderenza, la segreta mutazione della simulazione
elettrica/azione terapeutica vigente nellattuale
sistema economico-sociale.
I The Residents riescono a filmare paesaggi intrinsechi
allesterno della giungla di cemento; esorcizzano la
paura meccanizzando lorrore, erotizzano gli arti di
un automa con unennesima perversione domestica,
torturano la futilità delle disco-halls con
linstaurarsi di una danza macabra ed inorganica,
controllando infine, il circuito generazionale umano
appellandosi alla trasparente conseguenza
dellartificial-life.
Allargando lorizzonte, bisogna aggiungere che a
segnare un grosso punto a favore dei The Residents
concorre la constatazione che anche nella sfera
dellindagine sotterraneo/antropologica la loro
personale indipendenza si è esplicata in modo
particolarmente significativo lasciando, con la
realizzazione di Eskimo, una profonda ed intelligente
impronta.
In questo scenario di distese glaciali è opportuno
citare A Spirit Steals A Child.
È lora tragica, pur innegabilmente palpitante e
presente, in cui tutto è lontano e nebuloso, come se
provenisse da remote, ignorate scaturigini; soverchiati
da retaggi inesplicabili, i quattro The Residents
distendono un tappeto variopinto sotto i loro passi
obbliqui, intorno allagonia più amaliante, affetta
da tare ereditarie in cui pullulano germi della follia
abortiva.Mutazione per una continuità.
Maurizio
Bianchi da
Rockerilla n° 1 gennaio 1980
- Commercial Album
(1980) Ralph Records 529807 - vinile
1. Easter Woman - 2. Perfect Love - 3. Picnic Boy - 4. End Of Home - 5. Amber - 6. Japanese Watercolor - 7. Secrets - 8. Die In Terror - 9. Red Rider - 10. My Second Wife - 11. Floyd - 12. Suburban Bathers - 13. Diples And Toes - 14. The nameless Souls - 15. Love Leaks Out - 16. Act Of Being Polite - 17. Medicine Man - 18. Tragic Bells - 19. Loss Of Innocence - 20. The Simple Song - 21. Ups And Downs - 22. Possessions - 23. Give It To Someone Else - 24. Phantom - 25. Less Not More - 26. My Work Is So Behind - 27. Birds In The Trees - 28. Handful Of Desire - 29. Moisture - 30. Love Is... - 31. Trobled Man - 32. La La - 33. Loneliness - 34. Nice Old Man - 35. The Talk Of Creatures - 36. Fingertips - 37. In Between Dreams - 38. Margaret Freeman - 39. The Coming Of The Crow - 40. When We Were Young
Musicians:
The Residents, Fred Frith, Chris Cutler, Snakefinger, Don Jackovic, Sandy
Sandwich, Robert Wyatt
Produced by The Residents
Cover art by Pore Know Graphics
Definire in parole
la nuova pazzia dei The Residents non è
compito semplice. Quaranta brani nel breve spazio di due
sides, venti e venti, un minuto di durata ciascuno, sono
il testo del nuovo messaggio pubblicitario dei quattro di
San Francisco.
Perchè Commercial Album:
forse alienati dalla pubblicità di massa che angustia i
cittadini americani in TV, al cinema, per i boulevards
brulicanti di persone, i The Residents hanno pensato bene
di fare il verso a loro modo agli spots pubblicitari,
agli slogans che, nello spazio di un minuto riescono a
dire tutto, ad infatuare la testa del telespettatore
oppresso da questi brevi messaggi commerciali. Ecco
perchè il titolo Commercial Album;
anche la musica si fa più duttile, più ascoltabile, le
voci femminili, una novità nella filosofia dei The
Residents.
I The Residents sono ancora una volta lo specchio della
genialità, dellironia soffusa, della ribellione
violenta sotto quellimmagine candida ed innocua;
non serve scrollare la testa, dire sono pazzi, la mente
dei The Residents non cambierà mai.
Un disco pieno di fleshes che, sulle note di copertina,
non risparmia i commenti ironici. Determinante la
partecipazione di Chris Cutler e Fred Frith. (...)
Fabio
Nosotti da
Rockerilla n° 10 gennaio 1981
- The Tunes Of Two Cities
(1982) Ralph Records rz 8202 - vinile
1. Serenade For Missy - 2. A Make Of Jigsaws - 3. Mousetrap - 4. Gof Of Darkness - 5. Smack Your Lips (Clap Your Teeth) - 6. Praise For The Curse - 7. The Secret Seed - 8. Smokebeams - 9. Mourning The Undead - 10. Song Of The Wild - 11. The Evil Disposer - 12. Happy Home (Except from Act II of Innisfere)
Musicians:
The Residents, Snakefinger, Norman Salant, Nessie
Lessons
Produced by The Residents
Cover art by Poorknow Graphics
Ecco che i
pazzi Residents continuano con il secondo atto la
trilogia che iniziarono con Mark Of The
Mole, continuano con questo The
Tunes Of Two Cities e concluderanno in
un prossimo futuro con il terzo 'Lp.
Mentre Mark Of he Mole
raccontava la storia della società, The
Tunes Of Two Cities narra di due
culture differenti, mettendo l'accento proprio sul potere
della parola "differenza". A brani alternati, i
Residents danno proprio un'immagine di contrapposizione,
di spaccatura tra due modi diversi di pensare e vedere,
tra la cultura e la civiltà normali e quella rarefatta e
rivoluzionaria del mondo Residents.
Serenade For Missy, Mousetrap,
Smack Your Lips, Smoke
Beams, Song Of The
Wild, Happy Home,
rappresentano il mondo normale, con immagini musicali
molto prensili e consumabili, ispirate a modelli di jazz
anni '30 e poi stravolte come d'uso; A
Maze Of Jigsaws, God
Of Darkness, Praise
For The Curse, Secret
Seed, Mourning The
Undead, The Evil
Disposer, sono invece la parte più
astratta e filosofica, più vicina, musicalmente,
all'anima sonora dei Residents.
L'operazione di The Tunes Of Two Cities
pare molto riuscita ed è da considerare una delle opere
migliori di questo gruppo astruso e sognatore che si
diverte a giocare con lo sperimentalismo seguendo sempre
un filo logico preciso e raccontando storie
fantascientifiche. Naturalmente, non manca
all'appuntamento il più grande amico dei Residents:
Snakefinger.
Fabio
Nosotti da Buscadero n° 16 maggio 1982
- George And James
(1984) Korova Records 240 434 - vinile
George Side:
1. Rapsody In Blue - 2. I Got Rhythm - 3. Summer Time
James Side:
1. Live At The Apollo*
a) I'll Go
Crazy - b) Try Me - c) Think - d) I Don't MInd - e) Lost
Someone - f) Please, Please, Please - g) Night Train
Musicians:
The Residents
*The audience on James portrayed bu the "Mole
Show" audience in Utrecht, Holland
Produced by The Residents
Cover art by Pore Know Graphics
Evidentemente
estenuati dall'impegno di portare a termine la ponderosa
"Mole Trilogy", i Residents insistono a ludere
l'obbligo a rischio d'assumersene altri anche maggiori.
Quello della "American Composers Series", per
dire è addirittura titanico.
"Questa serie sarà incisa durante gli ultimi 16
anni del XX secolo. Mentre ogni disco sarà pubblicato al
suo completamento, l'opera nel suo complesso non sarà
disponibile prima del 2001, e conterrà lavori di non
meno che venti compositori": il progetto, come si
vede, non manca di grandeur. I compositori scelti per
principarne l'attuazione sono indubbiamente americani e,
ciascuno a suo modo, rappresentativi: James Brown e
George Gershwin; che vengono, ed era inevitabile,
trattati alla luce di quell'estetica del mostruoso che
resta la massima intuizione dei Residents.
Il lato intitolato a James Brown è la
"replica" di un celebre album del 1962, Live
At The Apollo,
il primo "live" della storia discografica. Per
ricreare la voce famosa della "sex machine" i
Residents abbassano elettronicamente il timbro vocale
d'un cantante/cavia, guarnendola poi di echi sovrapposti
che la trasformano in sinistra parodia. La musica di
fondo è ovviamente elettronica, con giusto inserimento
di dissonanze e andamento emotivamente impassibile, in
micidiale contrasto con la vociaccia cupa del cantante e
le urla della folla (che ad un attento ascolto si
rivelano per brevi grida accuratamente loopizzate).
Eppure, a confronto con altri rifacimenti residenteschi,
questo mal regge il paragone, apparendo piuttosto fiacco
ed enfiato.
E' che i Residents hanno tenuto da parte il genio per
sfogarlo tutto nel lato Gershwin. Che apre su una
magistrale versione della Rapsody In
Blue, in cui le armonie non sono
totalmente stravolte come sarebbe fin troppo logico, ma
in gran parte mantenute, scollando però i vari piani
della musica con una vera e propria operazione anatomica.
La sensuale scorrevolezza dell'originale resta così come
ghiacciata, colorandosi di tinte estraniate e
inquietanti. Non inferiori sono le versioni I've
Got Rhythm e Summertime
(sopratutto): che nel loro resistere a ogni tentazione di
luogo comune si rivelano versioni estremamente rispettose
della vera statura dell'autore. Gershwin si è rifatto,
smontato e rimontato, ma perlomeno strappato a tutto il
contesto di "folklore anni '30" in cui è stato
quasi sempre relegato.
Paolo
Bertrando da Buscadero n° 39 luglio-agosto 1984
- Intermission
(1982) Ralph Records rz 8252 - vinile
1. Light Out (prelude) 5.50 - 2. Shorty's Laments (intermission) 6.43 - 3. The Moles Are Coming (intermission) 3.20 - 4. Would We Be Alive? (intermission) 5.36 - 5. The New Hymn (recessional) 4.18
Musicians:
The Residents
Produced by The Residents
Cover art by Pore Know Graphics
"Questa
non è la terza parte della Show Mole Trilogy",
recita l'avvertimento sul retro di copertina. Al che i
seguaci dei Residents non sanno se disperarsi per aver
atteso tutto questo tempo invano o se sorridere deliziati
per questa nuova irresistibile beffa, che ha il pregio di
regalare un insperato fuori programma. Solo un vero
cult-group può permettersi di gabbare impunemente i
propri fans. Comunque sia, questo Intermission
va preso per quel che è, e cioè uno
"stuzzichino" in attesa di più lauti pasti, un
intermezzo tutt'altro che gratuito e disimpegnato tra il
secondo e il terzo atto della trilogia.
Aggettivi come "geniale", "unico",
"inquitante", sono già stati sprecati in
passato per elogiare i Residents, "moderno mito
consacrato" con pochi termini di paragone.
Il fatto è che ogni nuovo lavoro di questa band
californiana rende superflua ogni recensione: quello dei
Residents è un universo a sè stante di cui ogni disco
è una particolare "veduta", e l'unica cosa da
fare è accettare il gioco e lasciarsi trasportare, con
tutti i rischi del caso. Quello che è certo è che con i
Residents siamo davvero "dopo la fine del
mondo", e che questa è sicuramente musica
"negativa", e della più pericolsa.
I più fedeli cultori di mia conosenza dicono che con Intermission
ci troviamo dalle parti di Fingerprince,
e notano un accolcimento, una insolita ascoltabilità del
prodotto. Sia ben chiaro, non è certo
"easy-listening" e gli ignari stiano molto
attenti a maneggiare simili pezzi di vinile. Ma qualche
concessione c'è e chi vuole tentare il fatidico
approccio farà bene a cogliere la palla al balzo: di
rado i Residents sono stati più accessibili.
Nella confusione ci scappa anche qualche capolavoro (New
Hymn e The Moles Are
Coming. Quanto alle voci di una
imminente tournèe italiana sarà bene non farsi troppe
illusioni: i Residents tengono troppo al loro alone di
mistero per darci in pasto in un sol boccone tutti i loro
segreti. Per ora godiamoci questo Intermission
e attendiamo speranzosi di veder smentite queste
previsioni.
Antonio
Curtoni da Buscadero n° 24 marzo 1983
- Not Avaible
(1978) Ralph
Records rr 1174 - vinile
1. Edweena - 2. The Making Of A Soul - 3. Ship's A Going Down - 4. Never Know Question - 5. Epilogue
Musicians:
The Residents
Produced by The Residents
Cover art by Pore Know Graphics
Sebbene uscito nel 1978, contiene
materiale del primissimo periodo e anche all'ascolto riesce affine a Meet
The Residents, anche se con tratti meno estroversi, più criptici.
Il ritardo di pubblicazione è dovuto a una scelta precisa del gruppo,
in base alla sua conclamata "teoria dell'oscurità"; secondo
questa provocatoria tesi, è necessario preservare la purezza
dell'autore negando al pubblico la possibilità di fruire delle sue
opere.
Simone Arcagni
da New Wave, ed. Giunti
- The King And Eye
(1989) Ralph Records 33137 - vinile
1. Blue Suede Shoes - 2. The Baby King I - 3. Don't Be Cruel - 4. Heartbreack Hotel - 5. All Shook Up - 6. Return To Sender - 7. The Baby King II - 8. Teddy Bear - 9. Devil In Disguise - 10. Stuck On You - 11. Big Hunk O'Love - 12. A Fool Suck As I - 13. The baby King III - 14. Littler Sister - 15. His Latest Flame - 16. Burning Love - 17. Viva Las Vegas - 18. The Baby King IV - 19. Love Me Tender - 20. The Baby King V - 21. Hound Dog
Musicians:
The Residents, Laurie Amat, Bruce Anderson
Produced by The Residents
Cover art by Pornographics
- God In Three Persons
(1988) Rikodisc rcd 10045 - cd
1. Main Title 3.38 - 2. Hard And Tenderly 3.44 - 3. The Thing About Then 3.25 - 4.Theirearly Years 2.43 - 5. Loss Of Aloved One 3.10 - 6. The Touch 2.08 - 7. The Service I 2.51 - 8. The Service II 1.28 - 9. Confused By What I Felt
Inside 5.37
- 10. Kiss
Of Flesh 9.25
- 11. Pain
And Pleasure 2.00
Musicians:
The Residents, Laurie Amat, Richard Mariott
Produced by The Residents
Cover art by Pornographics
- Cube-E
(1990) Torso Records 33169 - vinile
Buckaroo Blues Side
1. From The Plains To Mexico - 2. The Theme From Buckaroo
Blues - 3. The Stempede - 4. The Trail Dance - 5. Bury Me Not - 6. Cowboy Walts - 7. Saddle Sores - 8. The Theme From Buckaroo
Blues (reprise)
Black Barry Side
9. The Gospel Truth - 10. Shortin' Bread - 11. Black Barry - 12. Fourty-Four - 13. Engine 44 - 14. New Orleans - 15. Vodoo Queen - 16. What Am I Gonna Do - 17. Organism
The Baby King Side
18. Ober - 19. The Baby King I - 20. Don't Be Cruel - 21. Devil In Disguise - 22. Burning Love
Epilogue
23. Teddy Bear - 24. Love Me Tender - 25. The baby King XI - 26. Hound Dog/Out
Musicians:
The Residents
Produced by The Residents
Recorded live at Het Muzicktheater, Amsterdam, Nederland
March 6, 1990 and The Arena, Valencia, Spain March 29,
1990
Engineering by Tony Janssen
- Demons Dance Alone
(2002) Euroralph cd 027 - cd
1. Tongues 1.55 - 2. Mr. Wonderful 3.47 - 3. The Weatherman 3.03 - 4. Ghost Child 2.53 - 5. Caring 3.47 - 6. Honey Beer 4.11 - 7. The Car Thief 3.56 - 8. Neediness 4.08 - 9. Thundering Skies 2.51 - 10. Mickey Macaroni 2.41 - 11. Betty's Body 3.28 - 12. My Brother Paul 3.04 - 13. Baja 2.29 - 14. - The Beekeper's Daughter 2.50 - 15. Wolverines 2.45 - 16. Make Me Moo 2.51 - 17. Demons Dance Alone 3.43
Musicians:
The Residents, Molly Harvey, Isabelle Barbier, Carla
Fabrizio, Nolan Cook, Toby Dammit, Desmond Shea
Produced by The Residents
Cover art by PoreKnow Graphics
Un artwork
minaccioso introduce il nuovo lavoro dei Residents,
raffigurante il tipico occhio sanguinante e sovrapposto
alla figura di un demone circondato da una serie di pugni
rivolti verso il basso.
Che i Residents siano da decenni ormai creatori di
immagini quanto mai cupe e ossessive non è più un
mistero ma in questo caso ci sembra che l'intero lavoro
sia venato di un senso di smarrimento e solitudine totale
mai raggiunto prima, o che comunque era sempre stato
controbilanciato da una buona dose di sense of humor
(noir) che rendeva l'atmosfera grottesca, distante e mai
così disperata.
Nato in occasione del trentennale del gruppo ed elaborato
in seguito all'11 settembre 2001, Demons
Dance Alone ripropone tematiche ed
immagini care alla misteriosa entità californiana
presentando ancora una volta un baraccone di personaggi
improbabili, ai margini dell'immaginazione comune. Un
album godibilissimo con i suoi intrecci di tastiere e
chitarre, tra coretti dementi e melodie sbilenche (Mr.
Wonderful), tra voci strozzate di
bambini (Ghost Child),
aperture melodiche trascinanti (My
Brother Paul) e cantilene inquietanti (Caring).
Colpisce nei testi la continua richiesta d'amore, d'aiuto
e d'attenzione, il senso di perdita che pervade
l'atmosfera. Non diranno nulla di nuovo i Residents con
quest'album ma rimangono sempre maestri incontrastati nel
raccontare le loro storie a metà, attirandoci proprio
verso tutto quello che non è detto ed è lasciato alla
nostra immaginazione (sopratutto ai nostri incubi),
inghiottendoci nel loro universo deforme.
Daniela
Cascella da Blow Up n° 55 dicembre 2002
- WB: RMX
(2004) EuroRalph 033 - cd
1. The Mad Sawmill Of
Copenhagen, Germany - 2. Baby Skeletons And Dogs - 3. Bop Bop (shoobop bop) - 4. A Merican Egg - 5. Oh Mommy Oh Daddy - 6. Peace And Love - 7. Christmas Morning Foto - 8. Maggie's Farm - 9. SnotAnd Faces Live At The
Grunt Festival -
10. Sweet
Meat - 11.
Ohm Is
Where The Art Is - 12. Sell American - 13. Love Theme From A Major
Motion Picture -
14. Pie In
The Sky -
15. Art,
The White Elephant
Musicians:
The Residents
Produced by The Cryptic Corporation
Originally recordings 1971
La grossa
novità per i Residents è il recente accordo stretto con
la Mute, che darà i suoi primi frutti ad Halloween (!).
Sempre prolifici sul fronte discografico, i nostri hanno
intanto licenziato due distinti progetti di remix. Il
più importante - seppur dubitiamo che l'eco possa uscire
fuori della cerchia dei fan - è il "restauro"
del celeberrimo ma finora mai udito Warner
Brother Album, cioè il seminale nastro
inviato nel '71 agli uffici della Warner Bros e da questi
respinto indirizzato "ai residenti", dando
avvio ad una delle più longeve leggende del pop. Seppur
decisamente attualizzato nei ritmi e digitalmente
"cammuffato", non si fatica a scorgere sotto le
nuove manipolazioni degli "Occhi" una grezza e
ingenua versione del tribale teatrino che ha reso così
alieni e piacevolmente "inascoltabili" i primi
dischi del gruppo.
Al confronto di questo mitico "numero 1",
appare un divertimento quasi routine il pur competente
lavoro compiuto dal dj tedesco Paralyzer sull'album di
covers presleyane dell'89: nulla di esageratamente
club-friendly, nulla di ulteriormente bizzarro, bensì
solo un solido e diretto lifting elettro-ritmico per
"modernizzare" una scelta rimescolata dei brani
originali.
Vittore
Baroni da Rumore n° 150 luglio-agosto 2004
- Gingerbread Man
(1994) EuroRalph 2129 - cd
1. The
Weaver - 2. The Dying Oilman - 3. The
Confused Transsexual - 4. The Sold-Out Artist
- 5. The Ascetic - 6. The Old
Soldier - 7. The Aging Musician - 8. The
Butcher - 9. The Old Woman - 10. Ginger's
Lament
Musicians:
The Residents, Laurie Amat, Diana Alden, Todd Rudgren, Molly Harvey,
Isabelle Barbieri
Produced by The Residents
Cover art by Pore No Graffix
- Have A Bad Day
(1996) EuroRalph 4 - cd
1. Bad
Day On The Midway 1.59 - 2. Dagmar, The Dog
Woman 3.30 - 3. I Ain't Seen No Rats 3.30
- 4. Tears Of The Taxman 2.50 - 5. God's
Teardrops 5.14 - 6. The Seven Tattoos 3.17
- 7. The Marvels Of Mayhem 3.38 - 8. Lottie
The Human Log 4.38 - 9. Ugly Liberation
6.15 - 10. Daddy's Poems 6.15 - 11. The
Red Head Of Death 3.48 - 12. Timmy 3.05
Musicians:
The Residents, Molly Harvey, Sharon Ludtke, Diana Alden, John Sanborn,
Mark Morgan
Produced by The Residents
Cover art by Leigh Barbier
- Whatever Happened To Vileness Fats ?
(1984) Torso 204 - cd
1. Whatever
Happened To Vileness Fats 4.09 - 2. Atomic
Shopping Carts 2.06 - 3. Adventures Of A
Troubled Heart 3.13 - 4. Search For The Short
Man 1.23 - 5. The Importance Of Evergreen
6.09 - 6. Broccoli And Saxophone 2.24 - 7. Eloise
1.15 - 8. Disguised As Meat 3.02 - 9. Thoughts
Busily Betraying 1.50 - 10. Lord, It's Lonely
1.31 - 11. The Knife Fight 8.55
Musicians:
The Residents
Produced by The Residents
Cover art by Pore No Graphics
- Roadworms
(2000) Euroralph 023
1. Un-American
Band 2.58 - 2. How To Get A Head 5.21 -
3. Hanging By His Hair 3.28 - 4. God's
Magic Finger 3.19 - 5. Tent Peg In The Temple
4.09 - 6. Fire Fall 5.35 - 7. Cain
And Abel 4.17 - 8. Dinah And The Unclean
4.04 - 9. Abraham 6.45 - 10. Burn
Baby Burn 3.40 - 11. Judas Saves 8.51
Musicians:
The Residents, Mr. Skull, Molly Harvey
Produced by The Residents
Recorded at SFB Sendesaal Studio, Berlin on July 7th 1999
Engineering by Tony Janssen
Cover art by Pore No Graphics
- The Census Taker
original motion picture
soundtrack
(1985) Episode ed 21 - vinile
1. Creeping
Dread - 2. The Census Taker - 3. Talk
- 4. End Of Home - 5. Emotional
Music - 6. Secret Seed - 7. Easter
Woman/Simple Song - 8. Hellno - 9. Where
Is She - 10. Innocence Decayed - 11. Romanian/Nice
Old Man - 12. Margaret Freeman - 13. Lights
Out/Where Is She - 14. Passing The Bottle
- 15. The Census Taker Return
Musicians:
The Residents
Produced by The Residents
- Our Tired, Our Poor, Our Huddled Masses
(1997) EuroRalph 017 - cd
Washington cd
(Album History 1996-1981)
1. Have
A Bad Day Concentrate - 2. Hunters Concentrate
- 3. The Gingerbread Man - 4. Six
Amber Things - 5. He Also Serves - 6. Ship
Of Fools - 7. Freak Show Concentrate - 8.
Cube E Concentrate - 9. God In 3
Persons Concentrate - 10. The Mole Trilogy
Concentrate
Lincoln cd
(Album History 1980-1972)
1. Easter Woman
- 2. Amber
- 3. Red Rider
- 4. Floyd
- 5. The Nameless Soul
- 6. Love Leaks Out
- 7. The Simple Song
- 8. Moisture
- 9. Loneliness
- 10. When We Were Young
- 11. Eskimo Concentrate
- 12. Costantinople
- 13. Blue Rosebuds
- 14. Lizard Lady
- 15. Hello Skinny
- 16. Fingerprince Concentrate
- 17. The Third Reich'n Roll Concentrate
- 18. Not Avaible Concentrate
- 19. Meet The Residents Concentrate
- 20. Aircraft Damage
Jefferson cd
(Single History 1972-1997)
1. Jambalaya
- 2. Don't Be Cruel
- 3. From The Plains To Mexico
- 4. Double Shot
- 5. Harry The Head
- 6. Don't
- 7. The Gingerbread Man
- 8. Kawliga
- 9. Where Is She?
- 10. Jailhouse Rock
- 11. This Is A Man's World - 12. Jingle Bells
- 13. Satisfaction
- 14. Loser=Weed
- 15. Earth Vs Flying Saucers
- 16. The Beatles Plays The esidents And The
Residents Plays The Beatles: Beyond The Valley Of A Day In The Life
- 17. The Beatles Plays The Residents And The
Residents Play The Beatles: Flying
- 18. For Elsie
- 19. Teddy Bear
- 20. Surrender
- 21. Hit The Road Jack
Roosevelt cd
(History Mistery)
1. Tryin' To Beat It
- 2. Siren Song
- 3. Ugly Beauty
- 4. Anganok
- 5. Teddy
- 6. I Tried To Cry
- 7. The Cry Of A Crow
- 8. Struggle
- 9. Spaghetti Sunda
- 10. Love Me
- 11. Hallowed Be Thy Ween
- 12. America
Musicians:
The Residents
Produced by The Residents
Cover art by Pore Know Graphics
- Duck Stab ! / Buster And Glen
(1978) Ralph Records RR 0278 - vinile
1. Costantinople
- 2. Sinister Exaggerator - 3. The
Booker Tease - 4. Blue Rosebuds - 5. Laughing
Song - 6. Bach Is Dead - 7. Elvis
And His Boo - 8. Lizard Lady - 9. Semolina
- 10. Birthday Boy - 11. Weight-Lifting
Lulu - 12. Kraffy Cheese - 13. Hello
Skinny - 14. The Electrocutioner
Musicians:
The Residents,
Snakefinger
Produced by The Residents
Cover art by Pore No Graphics
Si tratta del 7" ep Duck Stab,
uscito uscito agli inizi dell'anno, contenente autentici piccoli
capolavori di riscrittura pop, come Bach Is Dead, Elvis And
His Boss e Contantinople.
In questo 'lp viene integrato con materiali inediti.
Simone Arcagni
da New Wave ed. Giunti
- Animal Lover
(2005) Cryptic 470724 - cd
1. On
The Way (To Oklaoma) 4.06 - 2.
Olive And Gray 4.07 - 3.
What Have My Chickens Done Now? 4.24
- 4. Two Lips 2.43
- 5. Mr. Bee's Bumble 3.28
- 6. Inner Space 4.15
- 7. Dead Men 3.25
- 8. My Window 5.20
- 9. Ingrid's Oily Tongue 1.55
- 10. Mother No More 3.19
- 11. Dreaming Of An Anthill (Teeming)
2.23 - 12. Elmer's Song 4.34
- 13. The Monkey Man 4.01
- 14. The Whispering Boys 4.27
- 15. Burn My Bones 6.19
Musicians:
The Residents, Molly Harvey, Carla Fabrizio, Nolan Cook, Greg "FIP"
Kelly, Chris Grady, Annie Reynolds, Kalonica McQuesten, Jen Tait,
Cynthia Vazquez, Eric Oberthaler, R. Bhakti Klein, Isabelle Barbier
Produced by The Residents
- Tweedles !
(2006) Mute - cd
1. Dreams
3.50 - 2.
Almost Perfect 4.04 - 3.
Mark Of The Male 2.14 - 4.
Life 3.35 - 5.
Isolation 4.17 - 6.
Stop Signs 6.04 - 7.
Elevation 4.51 - 8.
Forgiveness 1.29 - 9.
Insincere 2.06 - 10.
The Perfect Lover 3.30 - 11.
Brown Cow 5.18 - 12.
Sometimes 3.07 - 13.
Ungly (At The End) 3.19 - 14.
Keep Talkin' 3.47 - 15.
Shame On Me 6.45 - 16.
Susie Smiles 2.36
Musicians:
The Residents, Carla Fabrizio, Nolan Cook, Gerri Lawlor, Film
Orchestra of Budapest
Produced by The Residents
- The River Of Crime
(2006) Cordless col 39 - cd
1. The
Kid Who Collected Crimes - 2.
Gator Hater - 3.
Misdelivered Mummy - 4.
The Beards - 5.
Termites From Formosa
Musicians:
The Residents
Produced by The Residents
- The King & Eye: RMX
(2003) EuroRalph cd 031 - cd
1. Baby
King 1 '25 - 2.
Viva Las Vegas 4.57 - 3.
Jailhouse Rock 3.05 - 4.
Surrender 4.19 - 5.
Devil In Disguise 2.46 - 6.
Heartbreak Hotel 2.40 - 7.
Big Hank'o Love 3.00 - 8.
Little Sister 3.25 - 9.
Stuck On You 2.06 - 10.
Burning Love 3.18 - 11.
All Shook Up 3.03 - 12.
Don't Be Cruel 3.46 - 13.
Don't 2.18 - 14.
A Fool Such As I 3.38 - 15.
Can't Help Falling In Love 2.58
Musicians:
The Residents, Bruce Anderson, Laurie Amat
Produced by The Residents
Recorded at Little Bear Studios
Cover art by Pore Know Graphics
- Freak Show
(1990) Torso 33183 - vinile
1. Eveyone Comes To The Freak Show
- 2. Harry The Head -
3. Herman The Human Mole -
4. Wanda The Worm Woman -
5. Jack The Boneless Boy -
6. Benny The Bouncing Bump -
7. Mickey The Mimbling Midget -
8. Lillie? -
9. Nobody Laughs When They Leave
Musicians:
The Residents, Diane Alden, Laurie Amat, Tony Janssen
Produced by The Residents
Engineering by Tony Janssen and The Residents
Cover art by Pour No Graphics
- Ten Little Piggies
(2009) Cryptic mvda 4924 - cd
1. Semolina
- 2. The Voice Of Midnight
- 3. Title - 4. Sad Saint John
- 5. Tweedless
- 6. In The Dark
- 7. Laughing Song
- 8. The Unseen Sister
- 9. Hades - 10. Credits - 11. My Brother's Skin
- 12. The Graveyard
- 13. Talking Light
- 14. Blood On The Bunny
Musicians:
The Residents, Carla Fabrizio, N. Cook, J. Brody
Produced by Residents
- The Ughs!
(2009) Cryptic mvda 4922 - cd
1. The Ughs!
- 2. The Dancing Duck
- 3. Floating Down The Nile
(part 2) - 4. Squeaky Wheels
- 5. The Lonely Lotus
- 6. Rendering The Bacon
- 7. The Horns Of Haynesville
- 8. The Wondering Jew
- 9. Charlie Chan
- 10. In The Dark
Musicians:
The Residents, Carla Fabrizio, N. Cook
Produced by Residents
- Lonely Teenager
(2011) Cryptic -cd
1. Six More Miles
- 2. My Window
- 3. The Unceen Sister
- 4. The Lizard Law
- 5. The Sleepwalker
- 6. The Old Woman
- 7. Boxer Of Armageddon
- 8. Talking Light
Musicians:
The Residents, N. Cook, G. Lawlor
Produced by The Residents
Recorded on St. Thomas
- Coochie Brake
(2011) Cryptic mvds5294a -cd
1. Theater Of Shadows
- 2. The Noche Called My Nomrbe
- 3. Gotta Believe
- 4. Rot Of Ages
- 5. Ourside The Fence
- 6. Tied To A Cactus
- 7. Crocodile Tears
- 8. Dead Man On The Floor
- 9. Runaway
- 10. Bitter Biter
- 11. Please Don't Go
Musicians:
The Residents, Nolan Cooke, M Villalobos
Produced by The Residents
Recorded between the summer of 2010 and 2011
Cover art by Sammi Selmo
- Mush-Room
(2013) Cryptic mvd6074a - cd
1.
Musical Chairs In 3/4
- 2. Sticks
And Logs - 3.
Dung Beetles At Work - 4.
Broken Brake - 5.
Yellow Marrow - 6.
When The Wealthy Were Wise - 7.
Song For Grace - 8.
Between A Rock And A Hard Space - 9.
The Birth Of Mush Room - 10.
The Dream I Almost Remeber - 11.
Only Room For One More Mush
Musicians:
The Residents
Produced by The Residents
Cover art by Poor Know Graphics
- The Bunny Boy
(2008) Santa Dog mvda4775 -cd
1. Boxies Of Armageddon
2.09 - 2. Rabbit Habbit
2.12 - 3. I'm Not Crazy
2.36 - 4. Pictures From A Little Girl
2.27 - 5. What If It's True?
2.30 - 6. Fever Dreams
1.35 - 7. Butcher Shop
2.32 - 8. I Like Black
2.21 - 9. Secret Room
3.17 - 10. My Nigerian Friens
1.57 - 11. It Was Me
1.57 - 12. Golden Guy
2.20 - 13. The Bunny Boy
2.22 - 14. Blood On The Bunny
2.11 - 15. I Killed Him
2.13 - 16. The Dark Man
2.31 - 17. Secret Message
2.36 - 18. Patmos 2.28 - 19. The Black Behind
4.42
Musicians:
The Residents, Carla Fabrizio, Nolan Cook, Joshua Raoul Brody
Produced by The Residents
- Marching To The See!
(2014) Cryptic mvd6472a - cd
1. Loser=Weed/Picnic In The Jungle
(mashup) - 2. Baby Sister
- 3. Give It To Someone Else
- 4. Jelly Jack: The Boneless Boy
- 5. Teddy
- 6. The Monkey Man
- 7. Struggle
- 8. Mr. Lonely/The Man In The Dark Sedam
(mushup) - 9. Honey Bear
- 10. The Black Behind
- 11. Marching To The Sea/Intermission
(mashup) - 12. Dead Wood
Musicians:
The Residents, Randy Chuck
Produced by The Residents
Recorded live at Amsterdam Muziekgebouw Aan Hel Ij on may 20, 2013
Amsterdam
Engineering by Holland Studio
- Shadowland
(2014) Cryptic mvd6981a -cd
1. Freaver Dream - 2. Golden Guy - 3. Herman
The Human Mole - 4. Harry The Head - 5. Benny The Bouncing Bump - 6.
Judas Saves - 7. Blue Rosebuds - 8. Weightlifting Lulu - 9. Betty's Body
- 10. Caring - 11. Mickey Macaroni - 12. Is He Really Bringing Roses? -
13. Melon Collie Lassie - 14. Hard And Tenderly - 15. Ship Of Fools -
15. Mourning Glories - 16. Forty-Four
Musicians:
Residents, Nolan Cook
Produced by The Cruptic Corporation
Recorded on May 10, 2014 at Nantes, France
Cover photo by Creeping Mac Kroki
-
Hit The Road Jack
(1987) Torso 12032 - vinile
1. Hit The Road Jack
5.50 - 2. Hit The Road Jack
4.00 - 3. Excerpt From "For Elsie"
2.04
Musicians:
The Residents, Laurie Amat, Jeanette Sartain, Olan Jones
Produced by The Residents
Cover art by Pore No Graphics
-
Kaw-Liga
(1986) Torso 12022 - vinile
1. Kaw-Liga
(praire mix) 9.28 - 2. Kaw-Liga
(org.version) 4.53 - 3. Kaw-Liga
(horror mix)2.06
Musicians:
The Residents
Produced by The Residents
Cover art by Pore No Graphics
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