Tuxedomoon
album in pagina:
-
Desire
- Half-Mute
- You
- Suite
En Sous-Sol
- Pinheads
On The Move
- Vapor
Trails
-
No Tears
-
Short Stories
collaborano
in:
- Piece For Nothing
(AAVV)
Un
quarto di secolo, dunque, per i Tuxedommon, anche se poi
il cuore della loro vicenda e anci quasi tutta batte nei
primi dieci anni di un percorso seminato di ostacoli e
intuizioni che risultano tuttora abbacinanti. Decennio
che potrebbe essere ancora dimezzato prendendone solo la
parte 1977-'82. E si potrebbe enucleare ulteriormente e
individuare un duro nocciolo compreso fra il debutto
adulto Half
Mute,
una faccenda del 1980, e il doppio mix Suite En Soul-Sol, che usciva nell'82 in
esclusiva mondiale per i tipi della bolognese Italian
Records. Ne resterebbe comunque a sufficienza per
ritagliare uno spazio importante per la formazione
californiana nella storia di quel rock che si definiva
"avant" fin quando non si decise di chiamarlo
"post". Nella storia del rock e basta, quel
rock cui stavano succedento tante splendide cose in
quegli anni ma poche splendide quanto i Tuxedomoon.
Steven Brown, Blaine Leslie Reininger e Peter Dachert, in
arte Principle, approfittavano di una favorevole
congiuntura con scampoli di romanticismo e un'avanguardia
fuori dalle accademie ma delle accademie conscie,
disossamenti proto-world ed elettronica casalinga,
cameristica, pulsioni e pulsazioni disco e gangsta-jazz
in a "Blade Runner (che ancora non si era visti)
style. Non si era mai ascoltata una musica così.
Europei d'adozione fin dai primi Ottanta, quando si
stabilirono a Rotterdam, i tre principali Tuxedo -
diversi altri, vedrete, li hanno nel tempo accompagnati -
sono oggi cittadini del mondo: Brown risiede a Città del
Messico, Reininger ad Atene, Principle è tornato nella
natia New York. Il che rende loro alquanto difficoltoso
provare insieme, c'è da supporre. Si continua a dirli
californiani per forza di abitudine, ma il primo è
nativo di Chicago e il secondo di Pueblo, Colorado.
Considerati gli interessi condivisi per teatro, cinema e
musica d'avanguardia, di poco passato il giro di boa dei
Settanta non avrebbero potuto conoscersi e piacersi che
nella fricchettona Frisco, laddove vent'anni prima la
poesia beat aveva dimostrato, con Burroughs e in anticipo
su Laurie Anderson, che "language is a virus from
outer space" e un decennio dopo l'Estate dell'Amore
aveva germinato bocciuoli di sogni all'LSD e multicolori
visioni di un mondo migliore possibile. E difatti lì si
conobbero e si piacquero, ma non tutti e tre subito.
Dapprima Blaine e Steven. L'uno dopo aver suonato,
ragazzino, garage nei garage aveva cominciato a
vagheggiare un nuovo genere di complesso rock, disposto
al commento a un fluire di immagini e alla
rappresentazione teatrale. L'altro aveva vinto,
diciottenne, un prestigioso premio per la regia di un
film amatoriale. L'uno aveva un posto dove suonare,
l'altro una buona strumentazione, come scoprirono
frequentando il medesimo corso di musica elettronica.
Provavano a scrivere qualcosa a quattro mani e ne veniva
fuori l'oscura Litebulb
Overkill, passo quasi da bolero cui un insistito
violino dona accorata ossessività. Abbastanza
soddisfatti, si battezzavano pomposamente (accorceranno
per fortuna subito) Tuxedomoon New Music Ensamble e di
tutti i luoghi possibili al mondo per presentarsi dal
vivo optavano optavano per una pasticceria.
Live
At Just Dessert, esistesse un nastro. Svezzatisi dinnanzi a
pochi intimi, due mesi dopo - e siamo dunque all'agosto '77
- si esibivano pubblicamente in ben più affollato ambito
suonando su un carro di carnevale alle celebrazioni del
Gay Liberation Day. Viene da lì la loro registrazione più
antica che ci sia pervenuta, una stupenda e stupefacente
I Heard
It Through The Grapevine di Marvin Gaye recitata con
voce impassibile da Gregory Cruikshank. Passando in
rassegna il repertorio pre-debutto adulto, altre due
stortissime cover risaltano 19th Nervous
Breakdown dei Rolling Stones, pressochè
irriconoscibile, e l'epica e struggente In Heaven di David Lynch,
rintracciabili entrambe sul live collettivo
Can You Hear Me?. Registrato in un club per
sordi, uno dei pochi locali di San Francisco in cui ai
punk venisse permesso di suonare e non è una barzelletta.
La prima sortita discografica dei Tuxedomoon, a questo
punto ancora in duo cui occasionalmente collaborano la
cantante Victoria Lowe (che sarà presenza passeggera) e
l'attore e cantante Winston Tong (che sarà viceversa
presenza rilevante seppure intermittente) è il 45 giri
su Tidal Wave Pinheads
On The Move/Joeyboy The Electronic Ghost, inciso nella primavera del
1978 e per certo uno dei reperti più eccitanti della new
wave a stelle e striscie. Altrettanto per certo, non
granchè indicativo di quanto verrà, dal momento che il
lato A è una scheggia di innodia Devo e il retro una
svagata cantilena Residents (la qual cosa porterà bene).
Quell'estate, già senza Victoria ma con le importanti
aggiunte del chitarrista Michael Belfer (in libera uscita
dagli Sleepers) e del batterista Paul Zahl, vengono
impressi su nastro i quattro brani che andranno a
comporre l'Ep autoprodotto No Tears: recuperata Litebulb Overkill, il programma si completa
con la gracidante danza electro di New Machine, una tambureggiante title
track che all'ombra della Big Apple avrebbero detto no
wave e lo sconcertante omaggio a Cole Porter di Nite And Day. I Tuxedomoon iniziano a
sembrare i Tuxedomoon e molto di più quando avanza
infine al proscenio Peter Principle, che ha messo dischi
nelle radio underground facendosi chiamare Peter
Carcinogenic e vanta un tentativo di contemporanea
imitazione di Cage e Stockhausen durante il quale ha
distrutto un pianoforte a colpi di tubi catodici morti:
perfetto.
Un 7" e un Ep 12" (il primo per la Time Release
del menager Adrian Craia, il secondo ancora autoprodotto)
anche nel 1979 e la qualità seguita a lievitare. Se la
seconda facciata del singolo, Love/No Hope, è clash eccitante ma
relativamente poco originale di Devo e Residents, la
prima, The
Stranger, è già indicativa della multimedialità
che caratterizzerà il combo: messa in scena per le
orecchie in forma di recitativo da Camus, musica per il
cuore da una notte d'Arabia trafitta da un archetto
incantatore. Scream
With A View fa vaticinare capolavori mettendo di
seguito la cybergitana Nervous Guy dal sax-appeal immane, la
motoristica Where
Interests Lie, una Family Man che svolazza/sputazza jazz
in luoghi orrorosi e la miagolante catatonia di Midnite Stroll. Squisito lascito di Belfer
che dice ciao, Zahl l'ha già fatto, Tong è disperso.
E' così quello che per tre anni sarà il nucleo base ed
è tornato da cinque assieme - Brown (sax, voce,
sintetizzatori, tastiere, percussioni elettroniche),
Reininger (voce, violino, sintetizzatori, tastiere,
chitarra, basso, percussioni elettroniche), Principle (basso,
chitarra, percussioni elettroniche, sintetizzatori) - a
congiurare, su istigazioni guarda un po' della
residentsiana Ralph, la pietra miliare Half Mute, anno di infinita grazia
1980. Un classico totale della nuova onda dai primi
secondi di tastiere ascendenti e sax struggente di Nazca algi ultimi di pale rotanti
che suggellano la suite Km/Seeding The Clouds, circonvoluzioni jazz
metamorfizzate in assorta cantilena. L'applauso e una
lacrima unica risposta possibile. Al robotico funk di 59 To 1 piuttosto che al martellare
di Tritone
(Musica Diablo), alla Morricone western-wave di What Use? come ai bartokiani svisi di
Volo
Vivace,
al velvettiano malessere che trasmette 7 Years (all'altezza di Holy Wars i Tuxedomoon cercheranno di
farsi produrre da John Cale ma dovranno dire no alle sue
esose richieste), a una James Whale che anticipa certi Pan
Sonic.
Half
Mute
vende piuttosto bene (per il tempo e per gli spartiti),
sopratutto in Europa, e viene pianificato un tour da
spalla ai Joy Division. Salta, perchè saltano gli stessi
Joy Division quando Ian Curtis salta nel vuoto con un
cappio al collo, ma ci si riorganizza e allora Tuxedomoon
sarà attrazione principale o unica (unica comunque).
Belgio, Olanda, Germania, Londra dove si registra e c'è
di nuovo Tong. In un giorno libero si infila una data a
Bologna ed è l'inizio del romanzo d'amore fra l'Italia e
la "Luna in Frac", di cui viene ammirata a
parte l'aditezza di musiche in ogni caso colme di
sentimento, la teatralità di spettacoli in cui
andersoniamente (Laurie) i "nostri" suonano
immersi in un fluire di diapositive e filmati.
Desire fa poi l'impossibile:
sorpassa il precedessore con la malinconia zingara che,
dopo cavalcate in cinemascope, affonda in ronzanti
silenzi nella strada che conduce da East a Music # 1; con
il metronomico disvelarsi di Victims Of The Dance fra ululare di sassofono e
tessiture di synth; con l'ultravoxiana Incubus (Blue Suit); con la vorticosa danza di
tastiere slanciate e basso negro e voci in stanze d'eco
del brano omonimo; con la funebre Again; con la sferragliante In The Name Of Talent; con il tango marziano Holiday For Playwood. Estasiati dalle
accoglienze europee i Tuxedomoon decidono di salutare per
sempre San Francisco e di cambiare sponda dell'Atlantico.
E subito va tutto male e in particolare e Reninger, che
dopo un concerto in solitudine ad Amsterdam, organizzato
per rimediare qualche spicciolo, viene derubato
dell'incasso e mentre insegue il ladro è investito da
un'auto, che gli sbriciola una caviglia e quel che è
peggio quattro dita della mano destra. Passerà un tot di
mesi su una sedia a rotelle e altri zoppicando su una
stampella, e prima di poter imbracciare il violino dovrà
a lungo arrangiarsi per suonare con una tastierina Casio.
Il 1982 è nondimeno l'ultimo anno di gloria autentica
per il trio o quartetto che sia, visto che non si capisce
mai se Tong sia dentro o fuori. Tre punti fermi: l'album Divine, su Philips, colonna sonora
per un balletto coreografo da Maurice Bejart e ispirato
alla figura di Greta Garbo; il bellissimo è già citato
mini in forma di doppio mix Suite En Sous Sol, caratterizzato da forti
influssi etnici; l'ambiziosa pièce orchestrale The Ghost Sonata, rappresentata al Festival
di Polverigi e che avrà un'edizione discografica
soltanto nel 1991, su Les Temps Modernes.
L'anno dopo Reininger opta per una carriera solistica che
sarà congrua sia per numero che per livello medio delle
uscite e nulla sarà più lo stesso. Sono però
largamente sottovalutati i Tuxedomoon in mano a Brown e a
Principle, che Tong che fa capolino quando gli garba e
l'ottimo olandese Luc Van Lieshout a fare il jolly. Dei
tre 'Lp messi in fila fra il 1985 e il 1987 per la
Cramboy giusto l'ultimo, You, cade in una peraltro
gradevole routine. Holy Ways vanta alcune delle canzoni
più incisive del catalogo: una St. John per la quale i Cure
potrebbero in ogni momento far carte false, una Bonjour Tristesse che piacerebbe sentire dal
Marc Almond più melò; Ship Of Fools, una seconda facciata
deliziosamente in bilico fra neo-classicismo, jazz, e
cabaret.
E il resto? Polvere di stelle o per meglio dire di luna.
Un buon mazzo di dischi in proprio per Steven Brown e
parecchi di meno per Principle. La cruciale raccolta Pinheads On The Move, del 1987, che è l'unico
sensato modo per procurarsi la preistoria di Tuxedomoon,
e il canonico doppio dal vivo celebrativo Ten Years In One
Night,
del 1989. Poi Joeboy
In Mexico. Poi Soundtracks/Urban Leisure, antologia ancora fresca,
che colleziona estratti di colonne sonore tanto per il
palcoscenico che per il cinema. Infine Live In St.
Peterburg, scaletta archeologica (quasi tutto Half Mute e addirittura due pezzi da No Tears) ma non un granello di
polvere su pagine che parvero futuro remoto la prima
volta e oggi sono, semplicemente, senza tempo.
Eddy
Cilia
da Blow Up n° 56 gennaio 2003
|
- Desire
(1981) Cramboy CBoy 3030 - vinile
1. East/Jink/.../Music 1 - 2. Victims Of The Dance - 3. Incubus (Blue Suit) - 4. Desire - 5. Again - 6. In The Name Of Talent (Italian Western Two) - 7. Holiday For Plywood
Musicians:
Peter Principle, Wiston Tong, Steven Brown, Blaine L. Reininger, Bruce
Gedulding, Vicky Aspinal, Ali Robinson
Produced by Tuxedomoon
Recorded at Jacobs Studio, Surrey, England
Engineering by Gareth Jones
Cover photo by Wiston Tong
Jinx. un cult per i fan
del gruppo, è sicuramente il brano che dà la misura di quest'album.
Pur continuando sulla scia di un rock chitarristico ed elettronico,
oscuro e gelido nei suoi schematismi, il suono dei Tuxedomoon assume
qui un carattere più passionale e quasi epico, da attribuire forse al
rientro della voce di Winston Tong, presente anche in Joeboy In
Rotterdam.
Simone Arcagni
da New Wave, ed. Giunti
- Half-Mute
(1979) Cramboy 1010 - vinile
1. Nazca 3.04 - 2. 59 To 1 3.52 - 3. Fifth Column 2.57 - 4. Tritone (Musica Diablo) 2.45 - 5. Loneliness 2.56 - 6. James Whale 2.42 - 7. What Use? 4.00 - 8. Volo Vivace 2.47 - 9. 7 Years 3.06 - 10. Km/Seeding The Clouds 11.36
Musicians:
Peter Principle, Steven Brown, Blaine L. Reininger,
Produced by Tuxedomoon
Recorded at Audios Amigos Studios, San Francisco on
December 1979
Engineering by Jim Renney
"La
Luna di Tuxedo", idolatria dell'efficacità
schizofrenica, rischiara i neon multicolori di una San
Francisco angosciata e stanca, agli arbori del 1977, ed
è subito glacialità narcotica.
Frammentista e tetraedico, Tuxedomoon accumula larghe
messe di invenzioni metalliche: New
Machine e No Tears
(dall'omonimo mix-45 giri), intuizioni filtranti,
increspate di ritmi teleguidati, quindi Scream
With A View, che utilizza schegge
sonore del passato come relitti da immettere in un gioco
combinatorio che non rifiuta una dimensione distruttiva,
estremamente alienante. Il passo decisivo di Subterranean
Modern, in cui i personaggi della
convulsione elettronica non sono esseri umani ma
autonomi, marionette incapaci di sentimenti se non
drenati attraverso una stilizzazione estrema, attraverso
il diaframma di un'abulica gestualità.
Infine, Half-Mute:
un'opera moderna, sia armonicamente che strutturalmente;
ricca di intuizioni, che possiede come pregi fondamentali
la plastica evidenza dei temi (59 To 1),
la resa calibrata (Loneliness),
la riduzione degli sviluppi in favore dell'introduzione
di sempre nuove idee musicali (Volo
Vivace), gli scarti tonali improvvisi
che imprimono al discorso una notevole carica di novità
(James Whale).
In Tuxedomoon la ricognizione del vitale non si svolge ad
una condizione anonima ed universale, bensì
all'immediata cerchia efficacemente localizzata e
corporea. La gestualità sonorizzata quale secrezione
sonora (o viceversa), la totale aleatorietà (Km/Seeding
The Clouds), al fine di coltivare
morbosamente la sfera del privato. Di qui la preziosità
elegante ed estenuata (What Use?),
provvisoria e fantastica (Tritone),
del gusto armonico-elettronico (Fifth
Column). Le sue coltivate seduzioni
sensoriali, e le sue estenuanti preparazioni CONCRETE (Nazca).
Curiosamente tutto ciò contribuisce a sottrarre
l'ispirazione di Tuxedomoon dalle residue velleità
cosmiche di teutonica memoria, e determina un'ancor più
insistita ricerca sonora ottenuta con stratificazioni
mobilissime, morbidamente esacrabili, edonistiche
perfino, pullulanti di interscambi fono.matici, dotato di
una comunicatività disastrata, umbratile e corrosa.
Smanie di rivisitazioni conturbanti...
Half-Mute
controbilancia una gemmazione verso il mutevole con una
predisposizione innata nei riguardi del MUTANTE, mentre
altrove è proteso a calarsi nel flusso vitale della
Natura al fine di coglierne i brividi sottili. Di qui
l'intenso gioco chiaro-scurale, così tipico dei cugini
Residents, il massiccio scandire dei volumi fonici, il
rifiuto di ogni suggerimento esteriore: e qualcuno si
chiederà "Ma che cosa è successo, in verità?.
Nulla. Tuxedomoon prende nota e passa oltre. La vita
continua. Tuttavia un tremore inconscio si deposita tra
le pieghe dell'anima...
Maurizio
Bianchi da Rockerilla n° 9 dicembre 1980
- You
(1987) Cramboy 9090 - vinile
1. Roman P. 3.20
- 2. The Train 4.30
- 3. 2000 5.12
- 4. Never Ending Story 7.43
- 5. Boxman (Mr.
Niles)2.20 - 6. Spirits And Ghosts (part
1 and 2) - 7. Boxman (the
city) 2.25 - 8. You 5.22
- 9. Boxman (home)
2.30
Musicians:
Peter Principle, Steven Brown, Ivan Georgiev, Luc Van Lieshout,
Bruce Gedulding
Produced by Gilles Martin, Krankie Lievaart and Tuxedomoon
Recorded at Daylight Studio, Brussels on January 1987
Engineering by Gilles Martin and Krankie Lievaart
Cover art by Saskia Lupini
- Suite En Sous-Sol
(1982) Expanded Music ex 38 - vinile
1. Pelude 1.19
- 2. Allemande Blue 6.01
- 3. Courante Marocaine 7.42
- 4. Sarabande En Bas De L'Escalier 4.20
- 5. Polonaise Meanique 2.24
- 6. L'Etrangerigigue Existentielle 5.48
Musicians:
Peter Principle, Wiston Tong, Steven Brown, Blaine L. Reininger, Bruce Gedulding,
Miri Mohammed, Khessassi Mohammed, Slugfinger Lipton
Produced by Tuxedomoon and Gilles Martin
Recorded on Brusselles, Belgium on 1982
Cover photo by Bruce Gedulding
- Pinheads On The Move
(1987) Cramboy CBoy 40010 - vinile
1. Pinheads On The Move -
2. Joeboy The Electronic Ghost -
3. The Stranger -
4. Jingle*7 -
5. Love/No Hope -
6. Rhythm Loop -
7. In Heaven -
8. I Heard It Through The Grapevine -
9. Fifth Column -
10. Touched -
11. Waterfront Seat -
12. Une Nuit Au Fond De La Frayer -
13. I Left My Heart In San Francisco -
14. Everything You Want -
15. Next To Nothing -
16. Egypt -
17. Over His Head -
18. Martial/This Land -
19. Rhumba -
20. Jingle*6 How Strange -
21. Straight Line Forward -
22. Jingle*10/Pinheads On The Move (reprise)
Musicians:
Peter Principle, Wiston Tong, Steven Brown, Blaine L. Reininger, Bruce Gedulding, Ton
Tablock
Produced by Peter Principle
Recorded at Daylight Studio, Bruxelles
Engineering by Vincet Kenis and Ule Brook
Cover photo by Patrick Roques
Straordinaria raccolta di
materiale apparso sui dischi precedenti al primo album,, dai 12" ep
No Tears e Scream With A View ai singoli
Joeboy e The Stranger. Sono i Tuxedomoon più rock, a
tratti quasi punk, anche se non mancano ricerche sonore di un certo
interesse, aperture verso strutture di maggior respiro e atmosfere
oscure e spesso lugubri.
Simone Arcagni
da New Wave, ed. Giunti
- Vapor Trails
(2007) Crammed lcd 8689 - cd
1. Muchos Colores -
2. Still Small Voice -
3. Kubrick -
4. Big Olive -
5. Dark Temple -
6. Dizzy -
7. Epso Meth Lama -
8. Wading Into Love
Musicians:
Peter Principle, Wiston Tong, Steven Brown, Blaine L. Reininger, Luc Van Lieshout
Produced by Tuxedomoon
Recorded at Kostis Bageorgio's Sweetohn Studio, Athens
Engineering by Xristos Lainas
In compagnia di pochissimi altri
gruppi storici della new wave (Fall, XTC, Pere Ubu e Residents, mal
contati) i Tuxedomoon sfondano il traguardo del trentennio di
attività e tornano con un album inevitabilmente bilanciato tra
evocazioni del passato e pulsioni futuriste.
C'è classe in questo gruppo, e lo si sente fin dall'incipit di Muchos
Colores, voce di Brown in spagnolo, il suo sax dolente sullo
sfondo e il classico mood romantico che ben conosciamo. Le evocazioni
di Half Mute non mancano: Kubrick è un tipico pezzo
ambient con il basso in evidenza e i cori un po' funerei, che si
chiude con accordi isolati alla Talk Talk, ottimo; non male pure Wading
Into Love e il suo umore melanconico. Ma ci sono anche segnali che
il gruppo non è ancorato al passato, tra i quali si staglia il beat
accelerato, quasi electro, di Dizzy, con un bel solo di sax e
delle perfino migliori svisate tastieristiche in coda; buone anche le
ambientazioni di gelido funky di Still Small Voice e Big
Olive, più scura e sperimentale invece Dark Temple, tenuta
in sospeso a lungo prima di una chiusa cantata. Manca forse il tocco
magico dei giorni migliori, ma se i Tuxedomoon continuano a esistere
non è certo per onor di firma.
Per festeggiare degnamente l'anniversario suddetto, c'è poi, in
edizione limitata, un appetitoso cofanetto che contiene, oltre a Vapor
Trails, un cd di inediti (Lost Cords), un dvd di materiale
raro o mai pubblicato. (Unearthed: Found Films) e un altro cd
di un recentissimo concerto di febbraio 2007. (...)
Fabio Polvani
da Blow Up 114, novembre 2007
- No Tears
(1983) Expanded ex 36y - vinile ep
1. New Machine
4.19 - 2. Litebulb Overkill
3.02 - 3. Nite & Day
(homage a Cole Porter) 5.10 - 4. No Tears
5.40
Musicians:
Wiston Tong, Steven Brown, Blaine L. Reininger, Paul Zahl, Mikel Belfer
Produced by Tuxedomoon and Tom Tadlock
Cover by Wiston Tong
- Short Stories
(1983) Les Disques Du Crepuscle twi 142 - ep vinile
1. The Cage
7.21 - 2. This Beast
8.35
Musicians:
Peter Principle, Wiston Tong, Steven Brown, Blaine L. Reininger, Bruce
Gedulding
Produced by Tuxedomoon
Engineering by Gilles Martin
Recorded at L.B.O. Studio on 1983
Cover illustration from A Travers Les Tropiques
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