Van Der Graaf Generator



album in pagina:

- The Least We Can Do Is Wave
  To Each Other

- Pawn Heart
- H To He Who Am The Only One
- The Quiet Zone/The Pleasure
  Dome
- Real Time



I Van Der Graaf Generator del poeta-filosofo Peter Hammill esplorarono invece la fantascienza e la psicanalisi, temi che offrirono loro spunti suggestivi per esprimere un pessimismo allucinato sul destino dell'uomo. L'angoscia e la paranoia del leader, attanagliato dalla solitudine, si trasferirono nella loro musica sotto forma di squarci violenti, gotici e simbolici.

Il primo album di rilievo,
H To He Who Am The Only One (1970) è il manifesto romantico di Hammill. I suoi testi e le sue melodie sono accompagnati da armonie intricate, laboriose, fatte di sozzalzi ritmici e di disturbi di sottofondo che ne aumentano la drammaticità. Il jazz-rock di Miles Davis assume qui tinte maschie e terribili. Il riff truce ed ossessivo di Killer (un tour-de-force dei fiati) immerge nell'atmosfera macabra di un poema sul Male, prima di essere spazzato via dalle frasi epiche dell'organo. Struggente delirio di solitudine è invece House With No Door, ballata lirica ed elegiaca per pianoforte. L'epica visione di The Emperor è un'altro incubo omicida, che il canto gelido di Hammill, oscillando fra diversi registri, riesce a rendere in tutta la sua agghiacciante nevrosi. La tecnica assomiglia a quella dei Genesis, ma con due importanti varianti: il suono non è al servizio di fiabe medioevali, ma di atroci drammi interiori; l'arrangiamento non indulge in barocchismi, ma è essenziale e finanche sgradevole.

Lost si spalanca in abissi di paura e desolazione: l'organo tesse litanie liturgiche mentre il sax strania con frasi struggenti, una scossa elettrica scatena un pandemonio da fiera, la batteria tiene una cadenza funerea sulle note indiane del sax, e nel crescendo finale si perde la disperata agonia di Hammill. Questa è una forma di musica narrativa che non racconta una trama, ma un soliloquio. La quintessenza  di questa prassi è Pioneers che, lungi dal celebrare una saga spaziale, descrive invece il tormento di un pioniere dello spazio perdutosi fra le galassie (momenti di apoteosi e invocazioni di aiuto): la musica lo accompagna nei vortici della sua angoscia. Lo stile vocale di Hammill, mutuato da Tim Buckley, con più una teatralità wagneriana, conferisce sovratoni di pathos ed epos.

 Anor più compatto e sofisticato è
Pawn Hearts (1971), dominato da tre lunghe suite. Lemmings è una danza psicotica bombardata da dissonanze organistiche e da riff testardi di sax, in cui il suicidio di massa dei roditori viene assunto a metafora della nevrosi moderna.

Man-Erg è invece un accorato inno all'uomo dell'evo tecnocratico, una sorta di Pioneers per l'uomo che è rimasto, non meno solo e angosciato, sulla Terra: il canto di Hammill è dilaniato da struggenti litanie organistiche, come una messa in nomine, finchè esplode dentro un improvviso rovescio di sincopi martellanti del sax, capace ancora di recuperare una dimensione epica.
Il mini-Kammerspiel
A Plague Of Lighthouse Keepers è il loro canto più alto: le prime strofe della melodia (ripetute da un coro di bambini) si disintegrano presto in un magma strumentale rarefatto, in cui sax imita le sirene dei vaporetti; glaciali note d'organo riportano al tema iniziale, un soliloquio teso e vibrante, che recita concitato come in un Lied espressionista; su accordi celestiali d'organo il canto apre a un melodismo più umano, ma, dilaniato da un nuovo scatto epilettico, che lo frammenta e distorce, si spegne in un ultimo atroce spasimo contro l'incalzare di un maestoso inno corale. E' l'apoteosi della solitudine di Hammill e della stessa condizione umana.

Sempre più lontano dalla suite psichedelica e dalla ballata folk il romanticismo dei Van Der Graaf Generator sembra più influenzato nello svolgimento dei temi dal sinfonismo classico. Quella del gruppo è una musica cupa, capace di riflettere sui grandi temi dell'universo e della morte, che si svolge per lunghi episodi jazz-classiccheggianti, sostenuti dai fantasiosi assoli del sassofonista David Jackson, dal battito virtuoso del batterista Guy Evans, e dalle cadenze gotiche e ecclesiastiche dell'organo di Hugh Banton; nell'insieme uno degli assortimenti strumentali più suggestivi del rock gotico. Le atmosfere fredde, buie e deserte dei loro brani non hanno eguali negli annali del rock esteta.

Piero Scaruffi da:
Storia del Rock (Underground & Progressive 1967-1973)
1989 ed. Arcana


- The Least We Can Do Is Wave To Each Other
(1970) Virgin cascd 1007 - cd

1. Darkness - 2. Refugees - 3. White Hammer - 4. Whatever Would Robert Have Said? - 5. Out Of My Book - 6. After The Flood

Musicians:
Peter Hammill, Guy Evans, Hugh Banton, David Jackson

Produced by John Anthony
Recorded at Trident Studios, London on the 11, 12, and 13 December 1969
Engineering by Rob Cable
Cover by Paul Whitehead

Primo album a dispiegare tutto l'originalissimo gusto progressivo di Hammill, capace di momenti di rara inquietudine melodica e surreali visioni gotiche. I brividi iniziano subito con il progredire minaccioso di di Darkness, passano per l'emozione corale della ballata Refugees e gli slanci di White Hammer, e si concludono con la suite After The Flood, stemperata tra chitarra acustica, flauto, il classico incedere del basso, e i toni dell'apocalisse post diluvio universale.
Grande gioco dei fiati in tutto il disco, il basso sostituisce la chitarra solista, crescendo strumentali maestosi e agitati che fanno un'opera dai toni cupi ma dal grande fascino. Hammill qui si candida al ruolo di sommo poeta del rock progressivo.
Cesare Rizzi da éProgressive & Underground, ed. Giunti

- Pawn Hearts
(1971) Virgin cascd 1051 - cd

1. Lenning (including Cog) - 2. Man-Erg - 3. A Plague Of Lighthouse Keepers
a) Eyewitness - b) Pictures/Lighthouse - c) Eyewitness - d) S.H.M. - e) Presence Of The Night - f) Kosmos Tours - g) (Custard's) Last Stand - h) The Clot Thickens - i) Land's End (Sineline) - j) We Go Now

Musicians:
Hugh Banton, Guy Evans,
Peter Hammill, David Jackson, Robert Fripp

Produced by John Anthony
Recorded at Trident Studios, London from July through September 1971
Engineering by Robin Cable, David Hentschel and Ken Scott
Cover by Paul Whitehead

Il capolavoro del gruppo è costruito su tre lunghi brani: Lemmings, Man-Erg e la caleidoscopica suite A Plague Of Lighthouse Keepers, la cui struttura ricorda un po' quella di Foxtrot dei Genesis (ma il suono è più vicino ai King Crimson), articolata tra momenti acustici, dark gotico e sprazzi psichedelici, struggente malinconia interiore, profezie di disastri, vari gradi di agitazione.
Qui il taglio è però meno morbido e più inquietante, arricchito da originali invenzioni strumentali sostenute dalla voce di Hammill e ancora dalla chitarra di Fripp, il cui ruolo è più incisivo del precedente. E' il disco più completo dei Van Der Graaf Generator, che qui trovano interazione e complementarietà totale: tutti gli strumenti, voce compresa, agiscono allo stesso livello e nessuno offusca gli altri. E anche Hammill raggiunge un punto di equilibrio lirico tra angeli e demoni che agitano il suo spirito, come nella multiforme ballata Man-Erg, in cui la romantica rassegnazione iniziale lascia spazio all'esplosione e alla disperata, poetica melodia. E' anche l'opera più famosa, sopratutto in Italia, e il vertice dell'ispirazione collettiva. A quel punto la band si prende una pausa, mentre Hammill ne approfitta per dare forma alla carriera solista.
Cesare Rizzi da Progressive & Underground, ed. Giunti

- H To He Who Am The Only One
(1970) Charisma 6369 907 - vinile

1. Killer - 2. House With No Door - 3. The Emperor In His War-Room 
a) The Emperor - b) The Room
4. Lost
a) The Dance In Sand And Sea - b) The Dance In Frost - c) Pioneers Over C

Musicians:
Peter Hammill, Guy Evans, Hugh Banton, David Jackson, Nick Potter, Robert Fripp

Produced by John Anthony
Engineering by Rob Cable
Cover by Paul Whitehead

Killer e House With No Door  sono due tra le più belle ballate gotiche di Hammill, ricchissime di emozioni tra il fosco e il sepolcrale. Il resto sono tre suites che racchiudono uno stile peculiare, con un'alternanza tra riff aggressivi e momenti pacati e sopratutto con un caratteristico gioco dei fiati che verrà più volte preso a esempio dal progressive inglese. Hammill estremizza l'uso della voce. alla maniera di Tim Buckley. I tipici timbri chitarristici di Robert Fripp contribuiscono ad agitare i ritmi di The Emperor In His War Room.
E' un disco che manda a maturazione il suono dei Van Der Graaf Generator e la creatività a dir poco furiosa del loro ombroso leader. Non il più famoso del gruppo ma il più originale.
Cesare Rizzi da Progressive & Underground, ed. Giunti

- The Quiet Zone/The Pleasure Dome
(1977) Virgin cascdr 1131 - cd

1. Lizard Play 4.29 - 2. The Habit Of The Broken Heart 4.40 - 3. The Siren Song 6.05 - 4. Last Frame 6.15 - 5. The Wave 3.15 - 6. Cat's Eye/Yellow Fever (Running) 5.21 - 7. The Sphinx Returns 5.59 - 8. Chemical World 6.12 - 9. The Sphinx Returns 1.18 - 10. Door 3.23 - 11. Ship Of Fool 3.46 - 12. The Wavw 3.14

Musicians:
Peter Hammill, Guy Evans, Hugh Banton, David Jackson, Graham Smith

Produced by Peter Hammill

- Real Time

(2005) Fiei fixd 01 - cd

1. The Undercover Man - 2. Scorched Earth - 3. Refugees - 4. Every Bloody Emperor - 5. Lemmings - 6. (In The) Black Room - 7. Nutter Alert - 8. Darkness - 9. Masks - 10. Childlike Faith In Childhood's End - 11. The Sleepwalkers - 12. Man-Erg - 13. Killer - 14. Wondering

Musicians:
Peter Hammill, Guy Evans, Hugh Banton, David Jackson

Produced by Peter Hammill
Recorded live on May 6, 2005 at Royal Festival Hall, London