Peter Hammill



album in pagina

-
Patience
- Sitting Targets
- In Camera
- Ph 7
- The Future Now
-
A Black Box
- Fool's Mate
- The Silent Corner And The Empty
  Stage

- Nadir's Big Change
- In A Foreign Town
- Chamaleon In The Shadow Of The
  Night

- Fireships




collabora in:

- IV
(Peter Gabriel)


- Sax Pax For A Sax
(Moondog)

- The Least We Can Do Is Wave To Each Other
- Pawn Heart
- The Quiet Zone/The Pleasure Dome
- Real Time
- H To He Who Am The Only One

(Van Der Graaf Generator)



Le mani scarnificate, gli occhi un po' tristi, penetranti e profondi: Peter Hammill, poeta dell'emozione, appartiene a quella genia di grandi personalità capaci di trasfigurare in attimi di bellezza e purezza le angosce del vivere umano, del vuoto e del silenzio.

In lui, emozione, sensibilità, sensualità, immaginazione, mistero, finzione, individualismo forsennato, egocentrismo, ci svelano quanto la sua vita di musicista, le sue composizioni, abbiano un ruolo fondamentale nell'elaborazione della sua personalità.

Un perfetto connubio vita/musica, uno strano e conturbante rapporto con il pubblico, il desiderio di dare il massimo di sè stessi e di continuare ininterrottamente una strada tracciata anni fa, delineata attraverso larghi spazi sonori, percorsa con serenità in evoluzione costante, senza mai nulla concedere alle mode, fanno di Peter Hammill un musicista, un uomo, un poeta, che ha sempre ripetuto se stesso all'infinito, rinnovandosi ed evolvendo all'interno del suo Io.

Un'intelligenza luminosa, una mente superiore, questo "asceta nervoso" crea un mondo che formicola di forme fantasmagoriche, ci svela il suo inconscio in versi ermetici ed affascinanti. I testi parlano d'amore, di morte, di incomunicabilità, di solitudine, di nostalgia, di sogni impossibili e ruotano attorno ad un numero ristretto di temi, sottilmente penetrati e sviscerati.

Poemi sotterranei, sincere rivelazioni, angosce esistenziali ora recitate, ora declamate, ora mormorate, ora gridate con ansia lacerata si insinuano nella memoria e nel cuore. Una voce sovrasta ogni cosa ed è il mezzo espressivo per eccellenza di Hammill; una voce modulata e cangiante che si fa strumento essa stessa subordinando l'intero impasto sonoro alla sua intensa dolcezza o al grido rauco e graffiante, una voce che viene dall'anima ed intrinseca l?io dell'uomo Hammill.

Fragile cantore dell'assurdità esistenziale, dell'ineluttabilità della morte, dell'impossibilità del vivere, la sua musica scivola lentamente nell'anima come il ricordo di cose perdute. Lente ballate simili a canti medioevali punteggiati da fremiti elettronici, il dolore sta in agguato ad ogni spigolo di questa musica e la sua bellezza è inquietante quanto l'immagine della morte. Inconsueto sviluppo di momenti sgretolanti e di istanti bagnati da una strana serenità, ogtni canzone di Hammill rivela un dolore cerebrale, un'ansia intelettuale, l'urgenza esasperata di elevazione spirituale, di libertà, di disperata ricerca individuale.

La storia iniziò parecchi anni fa, con l'epopea Van Der Graaf Generator: il desiderio di attingere in diversi patrimoni musicali (musica classica, elettro-acustica, musica contemporanea seriale, jazz, free jazz, canzone), un "anti-rock'n'roll", immerso in una nuova dimensione, quella "sinfonica", in cui ogni suono è dimostrativo di un'emozione e ogni strumento, ogni arrangiamento è subordinato a quella linea di forza rappresentata dalla voce. (...)

Elena Riva da Rockerilla n° 11 febbraio 1981

- Patience
(1983) Mercury 814229 - vinile

1. Labour Of Love 5.50 - 2. Film Noir 4.13 - 3. Just Good Friends 4.20 - 4. Jeunesse d'Orèe 4.45 - 5. Traintime 4.23 - 6. Now More Than Ever 5.36 - 7. Confortable? 4.52 - 8. Patient 6.11

Musicians:
Peter Hammill, John Ellis, Guy Evans, Nick Potter, David Jackson, David Lord, Stuart Gordon

Produced by Peter Hammill
Recorded at Crescent Studios, Batle on December 1983
Engineering by David Lord

Hammill è uno dei sopravissuti al tramonto del Pop dei '70, proiettato con lucidità nello stress di questa nostra epoca contorta e contradditoria. E' un artista che ha legato la proria arte al suo essere uomo, la sua voce, strumento di ineguagliabile possibilità espressive, a quello spirito hammilliano che si avverte perfettamente nelle atrocità di un rock a venature elettroniche, straniante e allucinato. Chi ha avuto la ventura di incontrarlo dal vivo può ben dire di aver vissuto un'esperienza in parte diversa dal solito concerto rock, un qualche cosa che si discosta dal consueto proprio in virtù di quelle peculiarità che separano inequivocabilmente gli artisti dai mercati, il poeta dal resto del mondo.
Lui, asceta nervoso di un rock intelettuale carico di tensioni, affronta il "live-act" come fosse teatro di una rappresentazione interiore; esaspera linee melodiche, spezza frasi, puntualizza con la voce preziosa ed egocentrica l'andamento ipnotico di quelle ballate disperate. E c'è vibrazione nella voce, nella persona, una tensione avvertibile che si rinviene nella profondità dello sguardo, nel manifesto nervosismo che tormenta le mani scarne che artigliano i tasti e strappano note di un lirismo contorto ed acido.
Per questo l'incontro con Hammill è al contempo uno shock e un enigma, un evento astratto eppure molto fisico; per questo l'uomo si è conquistato un rispettoso seguito di individualità, poste al cospetto dell'ineluttabilità di amrlo per sempre. Peter Hammill grida la disperazione della nostra epoca a tutti, ma pochi sembrano intederlo. Nelle canzoni poesia e lirismo sfidano la crudezza di un rock "claustrofobico", palesano la dimensione di un Ego esclusivo e nevrotico pronto a delineare storie di oppressione e annullamento, amore anche, dissociazione.
Come esponente di punta del rock progressivo, Hammill ha iniettato nel rock l'elemento oscuro, il malessere contemporaneo, eludendo la convenzione che vuole legato il rock all'aspetto ludico, inteso come valvola di scarico di frustrazioni accumulate. Nulla spinge allo sfogo nella musica di Hammill, nessun favore concesso alla dinamicità del corpo, ma tutto concorre ad agevolare l'affastellarsi di tensioni e sintomi, simboli di una realtà violentemente deformata. E allora il rock trova la sua poesia nella parola, unico legame tra vuoto e silenzio, riscopre la "pazienza" di un'attesa estenuante, e si carica di reali contenuti.
Patience parla di questo rock, ancora una volta e con qualche cosa in più.
Ugo Bacci da Rockerilla n° 38 ottobre 1983

- Sitting Targets
(1981) Mercury 6302 130 - vinile

1. Breackthrough 3.53 - 2. My Experience 3.12 - 3. Ophelia 3.08 - 4. Empress Clothes 4.00 - 5. Glue 3.39 - 6. Hesitation 4.04 - 7. Sitting Targets 5.19 - 8. Stranger Still 4.52 - 9. Sign 3.41 - 10. What I Did 3.35 - 11. Central Hotel 4.38

Musicians:
Peter Hammill, Guy Evans, Phil Harrison, David Jackson, Morris Pert

Produced by Peter Hammill

(...) Sitting Targets è il decimo lavoro di Hammill, il migliore si sarebbe tentati di dire, ma che senso ha fare una graduatoria di fatti ed emozioni vissuti in epoche diverse da uno spirito in continua evoluzione. Peter Hammill intende la sua musica legata al suo mutare di uomo vivo e consapevole, la vive come ricerca imprescindibile, urgenza interiore improvvisa, desiderio folle di determinare certezze e scrutare i dettagli del suo stesso essere. E così la sa concepire ogni volta diversa ed uguale, la sa porre in una dimensione di continuo progresso conservandole comunque una misura ed intensità originale. Folgorazioni, flash, premonizioni, Hammill rifiuta maschere, sotterfugi e compromessi per esplicare il suo personaggio lacerato e bruciante, per sondare con ironia crudele il risvolto assurdo e grottesco della sua realtà che è prodotto delirante della sua fantasia.
L'immaginario ed il reale si confondono, prevaricano il senso di solitudine e morte, trasudano la noia degli spazi misurati, delle visioni oniriche, malattie contagiose della mente. Composto, spettatore-attore, sembra esorcizzare le sue inquietudini interiori nella furia di un'eccitazione sterile, di esplosioni controllate che corrompono la falsa calma di queste ballate insane popolate da esseri privi di volto, somigliati e sconosciuti eppure identici all'immagine primaria.
In
Sitting Targets freme una rinnovata vitalità, un'ispirazione superiore che si sviluppa conforme ad un canone desiderato, pensato ed elaborato nel minimo dettaglio. C'è attenzione ad un mondo sonoro esterno che si rinnova ed evolve, ma la voglia di confrontarlo con l'intuizione personale giustamente prevale e s'impone; ed il risultato è imprevedibile ed esaltante. Passato e futuro rivivono in un affollarsi di spinte e farneticazioni sonore delineate con precisione e rigore; il sax di David Jackson percorre dialoghi riconoscibili, Hesitation e la voce grida esitazione, il brivido si fa sicurezza, What I Did sussulto cibernetico e sottili volute ossessive di improvvisazione. Breackthrough mantiene l'andamento tipico delle composizioni di Hammill, pulsazione ritmica, sviluppo, apertura vocale di indubbia suggestione ed ancora il pulsare lento e angoscioso; Stranger Still, pianoforte, voce e l'invenzione epico-sinfonica già si fa strada fra i solchi, ed ancora, Sitting Targets, fuga in avanti verso la morte e l'incoscienza e la voce si fa apprezzare al di là di qualsiasi altra cosa.
Ugo Bacci da Rockerilla n° 16 luglio/agosto 1981

- In Camera
(1974) Charisma Records 6369 959 - vinile

1. Ferret And Featherbird 3.43 - 2. (no more) The Sub-Mariner 5.47 - 3. Tapeworm 4.20 - 4. Again 3.44 - 5. Faint-Heart And The Sermon 6.42 - 6. The Comet, The Course, The Tail 6.00 - 7. Gog: Magog (in bromine chambers) 17.21

Musicians:
Peter Hammill, Guy Evans, Paul Whitehead, Chris Judge Smith, David Hentschell

Produced by Peter Hammill
Recorded between december 1973 and april 1974
Engineering by David Hentschell

- Ph 7
(1979) Charisma Records 9124 044 - vinile

1. My Favorite 2.48 - 2. Careering 4.05 - 3. Porton Down 3.40 - 4. Mirror Images 3.55 - 5. Handicap And Equality 3.50 - 6. Not For Keith 2.25 - 7. The Old School Tie 5.05 - 8. Time For A Change 3.10 - 9. Imperial Walls 4.15 - 10. Mr X 5.15 - 11. Faculty X 4.55

Musicians:
Peter Hammill, Graham Smith, David Jackson

Produced by Peter Hammill
Recorded at Sofa Sound
Cover photo by Dan Kirk

- The Future Now
(1978) Charisma ca-1-2202 - vinile

1. Pushing Thrity 4.18 - 2. The econd Hand 3.27 - 3. Trappings 3.29 - 4. The Mousetrap (caught in) 4.04 - 5. Energy Vampires 2.54 - 6. If I Could 4.35 - 7. The Future Now 4.11 - 8. Still In The Dark 3.37 - 9. Mediaevil 3.05 - 10. A Motor Bike In Afrika 3.09 - 11. The Cut 4.20 - 12. Palinurus (castaway) 3.44

Musicians:
Peter Hammill, David Jackson, Graham Smith

Produced by Peter Hammill
Recorded at Sofa SoundSurrey on March, 18 and April 26 1978
Engineering by Pat Moran

- A Black Box
(1980) Mercury 6302 067 - vinile

1. Golden Promises 2.55 - 2. Losing Faith In Words 3.37 - 3. The Jargon King 2.40 - 4. Fogwalking 4.05 - 5. The Spirit 2.35 - 6. In Slow Time 2.23 - 7. The Wipe 1.41 - Flight 19.38

Musicians:
Peter Hammill, David Jackson, David Ferguson

Produced by Peter Hammill
Recorded at Sofa Sound, Willshire between November '79 and April 1980

- Fool's Mate
(1971) Phillips 6369 911 - vinile

1. Imperial Zeppelin - 2. Candle - 3. Happy - 4. Solitude - 5. Vision - 6. Re-Awakening - 7. Sunshine - 8. Child - 9. Summer Song (In The Autumn) - 10. The Birds - 11. I Once Wrote Some Poems

Musicians:
Peter Hammill, Guy Evans, Martin Pottinger, Hugh Banton, Rod Clements, Ray Jackson, Dave Jackson, Paul Whitehead,
Robert Fripp

Produced by John Anthony
Recorded at Trident Studios, London on April 20, 21, 27 and 28 1971
Engineering by Robin Cable
Cover art by Paul Whitehead

Nel momento di massima ispirazione dei Van Der Graaf Generator, Hammill sceglie di proseguire come solista, avvalendosi peraltro del gruppo al completo.
Nel suo primo 'Lp recupera idee vecchie di qualche anno, alcune anche antecedenti alla nascita dei Van Der Graaf Generator.
E' un disco di canzoni molto personali (Imperial Zeppelin, Candle, Happy, Vision, The Birds), che dice molto sulla formazione artistica dell'autore e del passaggio da leader a solista.
Sin dall'inizio la sua è una creatività quasi furiosa, visionaria, poetica, notturna, che rimarrà pressochè invariata per tutta la carriera.
Partecipano Robert Fripp, due Lindsfarne, e anche il grafico Paul Whitehead alle percussioni.
Cesare Rizzi da Progressive & Underground, ed. Giunti

- The Silent Corner And The Empty Stage
(1974) Charisma cascd 1083 - cd

1. Modern 7.28 - 2. Wilhemina 5.17 - 3. The Lie (Bernini's Saint Theresa) 5.40 - 4. Forsaken Gardens 6.15 - 5. Red Shift 8.11 - 6. Rubicon 4.41 - 7. A Louise Is Not A Home 12.13

Peter Hammill solo

Produced by Peter Hammill
Cover art by Mekon Design Ltd.

Formazione Banton, Evans, Jackson più la presenza a sorpresa di Randy California degli Spirit, che conferisce impreviste spezie acide a Red Shift.
Rispetto al precedente è più un disco di gruppo, ed è uno dei più belli di Hammill, che sfoggia tutta la sua arte visionaria, passando dall'introspezione pianistica di The Lie alle lacerazioni visionarie di Modern.
Da un punto di vista strettamente progressivo i primi tre 'Lp da solista sono essenziali. Da lì in avanti la produzione procede senza pause fino a oggi, con una discografia forse eccessiva, di cui anche i fans accaniti tendono a perdere il conto, in cui però c'è sempre qualche traccia del suo genio.
Cesare Rizzi da Progressive & Underground, ed. Giunti

- Nadir's Big Change
(1974) Charisma chc 19  - vinile

1. Nadir's Big Change - 2. The Institute Of Mental Health Burning - 3. Open Your Eyes - 4. Nobody's Businnes - 5. Benn Alone So Long - 6. Pompei - 7. Shingle Song - 8. Airport - 9. People You Were Going Too - 10. Birthday Special - 11. Two Or Three Spectres

Musicians:
Peter Hammill, Hugh Banton, Guy Evans, David Jaxon

Produced by Peter Hammill

- In A Foreign Town
(1988) Date dalp 4.00685 j  - vinile

1. Hemlock - 2. Invisible Ink - 3. Sci-Finance (Revisited) - 4. This Book - 5. Time To Burn - 6. Auto - 7. Vote Brand X - 8. Sun City Nightlife - 9. The Plays The Thing - 10. Under Cover Names

Peter Hammill solo

Produced by Peter Hammill
Recorded at Sofa Sound, Avon from October 1987 to January 1988
Engineering by David Lord
Cover photo by Hilary Hammill

- Chamaleon In The Shadow Of The Night
(1973) Pan Record 0501 - cd

1. German Overalls - 2. Slender Threads - 3. Rock And Role - 4. In The End - 5. What's It Worth - 6. Easy To Slip Away - 7. Dropping The Torch - 8. (In The) Black Room - 9. The Tower

Musicians:
Peter Hammill, Guy Evans, Martin Pottinger, Hugh Banton, Ray Jackson, Dave Jackson

Produced by John Anthony
Engineering by Robin Cable

Un suono spettrale, che si regge tutto sull'emozionante vena interpretativa dell'autore, che si accompagna con chitarra e tastiere - tra cui un "gothic harmonium"-. Brani umorali, affascinanti, dall'impatto drammatico (German Overalls, Easy To Slip Away e Rock And Role) e agitato (Black Room).
Hammil lascia in disparte le complessità strumentali dei Van Der Graaf Generator (presenti peraltro al completo) per recupera un'ombrosa e poetica melodia, sulla stessa strada di altri leggendari lunatici come Roy Harper o Kevin Coyne: rispetto a loro però può vantare molto più lirismo poetico e meno abrasività.
Cesare Rizzi da Progressive & Underground, ed. Giunti

- Fireships
(1991) Mercury 83475  - cd

1. I Will Find You 4.43 - 2. Curtains 5.43 - 3. His Best Girl 5.00 - 4. Oasis 5.37 - 5. Incomplete Surrender 6.38 - 6. Fireships 7.21 - 7. Given Time 6.32 - 8. Reprise 4.18 - 9. Gaia 5.32

Musicians:
Peter Hammill, John Ellis,  Nick Potter, David Jackson, David Lord, Stuart Gordon

Produced by Peter Hammill and David Lord
Recorded at Terra Incognita, Bath from November 1990 to August 1991
Engineering by David Lord