Centipede



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- Septober Energy



A cavallo tra la fine degli anni '60 ed i primi anni '70 il talento pianistico di Keith Tippet, si trovò quasi al punto di poter rivaleggiare con quello degli altri grandi virtuosi dello strumento quali Keith Emerson o Rick Wakeman: tuttavia, oggi, il nome di Keith Tippett è considerato, forse a torto, una spanna al di sotto di quello dei suoi colleghi di quegli anni.

Per un verso, infatti, Tippett non ha mai formato un vero gruppo rock del quale potersi proporre come leader dando alle stampe, piuttosto, album di grandissimo interesse dal punto di vista sperimentale e della ricerca ma anche di difficile ricettività sonora. D'altro canto quando egli ha avuto modo di collaborare nell'ambito del rock progressivo più accreditato lo ha fatto rimanendo in secondo piano, senza mai entrare stabilmente a far parte di una formazione, perdendo dunque la possibilità di conseguire quei ritorni di fama che solo la musica rock più "esplicita" era in grado di ottenere.

Tippett,, nato a Bristol e figlio di una famigli di musicisti, raggiunge Londra nel 1967. Non si trova particolarmente a suo agio nell'atmosfera swinging e psichedelica di quegli anni. Lavora tuttavia costantemente ed indefessamente nell'ambito del jazz, genere che, da sempre, sente proprio, esibendosi all'interno del leggendario club sito al numero 100 di Oxford Street, luogo di ritrovo dei migliori artisti rhythm'n'blues e jazz della capitale. E' proprio con queste esibizioni dal vivo del suo sestetto, che in quegli anni include strumentisti quali Elton Dean, Nick Evans e Mark Charig, che Tippett riesce a catturare l'attenzione delle case discografiche. Inizialmente è la Polydor ad interessarsi alla sua musica pubblicando, nel 1969,
You Are Here, I'm There. Successivamente Tippett sigla un contratto con la Phonogram che, tramite la sua prestigiosa e neonata etichetta Vertigo, immette sul mercato Dedicated To You, un album registrato in soli due giorni e dai contenuti eccessivamente dissonanti perfino per i palati raffinati degli ascoltatori abituali degli album con l'etichetta a spirale, in genere pronti a tutto.

Prima di completare l'album per la Vertigo Tippett aveva ricevuto l'offerta, da parte di Robert Fripp, di entrare a far parte, a tempo pieno, dei King Crimson in occasione delle registrazioni di
In The Wake Of Poseidon. Il pianista rifuutò tale invito limitandosi a contribuire ai successivi Lizard e Islands (quest'ultimo unitamente a Mark Charig). Il suo apporto nel gruppo di Robert Fripp risulterà comunque estremamente significativo distinguendosi per il suo stile classico e acustico dalle sonorità del mellotron condotte dallo stesso Fripp.

Terminato l'accordo con la Vertigo, Tippett entra sotto contratto con la RCA, casa discografica con cui realizza il progetto Centipede.

I Centipede nascono inizialmente come un enorme ensamble di 50 elementi, destinato a creare dal vivo, eminentemente tramite l'improvvisazione, una serie di situazioni che vivevano, principalmente, sulla "commistine" di jazz e di rock progressivo. Tra le fila del gruppo militavano infatti musicisti attivi nel campo quali Roy Bobbington, Alan Skidmore, Karl Jenkins, artisti che fecero della fusione tra il jazz ed il rock il proprio punto di forza quali Ian Carr, ed infine, musicisti più vicini al genere elettrico quali Mick Patto e Robert Wyatt. Non va dimenticato l'influsso determinante della cantante Julie Tippett, nota, prima della sua unione con il pianista, come Julie Driscoll ed accreditata, unitamente a Keith, come coautrice delle musiche. Solo successivamente, il progetto Centipede arriva a concretizzare un doppio album, edito per la Neon, che vede la luce nei primi mesi del 1971 ed intitolato
Septober Energy. La musica di questa variegata formazione avrebbe dovuto, secondo le intenzioni degli autori, risultare ugualmente gradita agli estimatori delle nuove sonorità jazz d'avanguardia, come agli appassionati delle nuove frontiere rock rappresentate da King Crimson e Soft Machine. Il lavoro compiuto, tuttavia, non ottiene l'effetto desiderato. L'approcio avanguardistico, cui i vari musicisti indulgono in modo esagerato perfino per l'epoca, prende il sopravvento sullo stile vero e proprio producendo una serie di frammenti forse anche interessanti se analizzati uno ad uno, con particolare riferimento ai vari assolo di sassofono, pianoforte, batteria etc, ma che non riescono a dare l'impressione di un lavoro compiuto ed unitario. Neanche la produzione di Robert Fripp (purtroppo assente al momento delle registrazioni) non giova più di tanto; il disco rimane praticamente inosservato ed il progetto si chiude per mancanza di prospettive. Nenche è imputabile la casa discografica che, a differenza di quanto accadeva sovente in quegli anni, impegna diverse risorse nell'impresa. Già dalla sua prima uscita il disco viene proposto, pur essendo un doppio album, ad un prezzo speciale; l'opera verrà successivamente ristampata con una diversa copertina e sarà anche distribuita negli Stati Uniti ma sempre senza grandi riscontri di vendite.

Successivamente a Centipede, Keith Tippett registrerà ancora un disco con la RCA dal titolo
Blueprint (vedi Tippett), rimanendo, successivamente, estremamente attivo sulla scena musicale da solo o in compagnia della moglie, come jazzista, compositore di colonne sonore ed apprezzato collaboratore di numerosissimi artisti nell'ambito del jazz contemporaneo, così come quello del rock.

Alessandro Pomponi da Raro n° 177 maggio 2006


- Septober Energy
(1971) Neon Ne 9 - vinile

1. Part One - 2. Part Two - 3. Part Three - 4. Part Four

Musicians:
Wendy Treacher, John Trussler, Roddy Skeaping, Wilf Gibson, Carola Slater, Louise Joplin, Gart Morton, Channa Salomonson, Mica Goberti, Colin Kitching, Philip Saudek, Esther Burgu, Michael Hurwitz, Timothy Kramer, Suki Towb, John Rees-Jones, Katherine Finnis, Peter Parkes, Mick Collins,
Ian Carr, Mongezi Fesa, Mark Charig, Elton Dean, Jan Steel, Ian McDonald, Dudu Pukwana, Larry Stabbins, Gary Windo, Brian Smith, Alan Skidmore, Dave White, Karl Jenkins, John Williams, Nick Evans, Dave Amis, Dave Perrottet, Paul Rutherford, John Marshall, Tony Fennell, Robert Wyatt, Brian Godding, Brian Beljshaw, Roy Bobbington, Jill Lyons, Harry Miller, Jeff Clyne, Dave Markee, Keith Tippett, Maggie Nicholis, Julie Tippett, Mike Patto, Zoot Money, Boz

Produced by Robert Fripp
Recorded at Wessex Studio, London on June 1971
Engineering by Mike Thompson

Quando il pianista inglese Keith Tippett, nel g iugno 1971, riusci a portare in sala d'incisione il supergruppo Centipede - cinquanta musicisti crema del nascente jazz inglese - si concretizzò l'utopia di una musica svincolata dalle radici afroamericane e dotata di un'autonoma sensibilità europea.
La poderosa suite in quattro movimenti, frutto di quelle registrazioni, risultò un documento folgorante, dove le ambientazioni metafisiche di voci e fiati vaganti confluivano in poderosi pieni bandistici e stacchi jazz rock, con continui confronti e intrecci di solismi sopraffini.
Accanto alle menti migliori di band quali Soft Machine, Nucleus, King Crimson, aiutavano parecchi musicisti africani, esuli volontari dal segregazionismo del Sudafrica. La summa di un'intera corrente musicale e uno dei tasselli fondamentali della discografia del Novecento.
Antonello Antonelli da Worl Music n° 45 - novembre 2000