Kevin Ayers
album in
pagina
- Joy
Of A Toy
- Shooting
At The Moon
- Bananamour
- The
Confessions Of Dr. Dream And
Other Stories
- Whatever She Brings We Sing
collabora
in:
- Jet Propelled
- First Album
(Soft Machine)
Kevin
Ayers ha sempre rappresentato il lato più
canzonettistico di quel gruppo di artisti appartenenti
alla cosidetta "Scuola di Canterbury".
Per seguire un po' la storia di questo geniale, bizzarro,
lunatico e talvolta inconcludente artista bisogna tornare
molto indietro nel tempo, cioè alla formazione dei Wilde
Flowers, nel 1963.
I Wild Flowers, composti da Kevin, Robert Wyatt e dai
fratelli Sinclair, furono la fucina da cui scaturirono
due gruppi che lasciarono un segno indelebile nella
musica rock progressiva: Soft Machine e Caravan.
L'esperienza durò poco e Kevin e Robert abbandonarono il
progetto Wild Flowers per intrapprendere, sotto la guida
dell'eccentrico e vulcanico Daevid Allen, il viaggio
sulla "Soffice Macchina". Della prima
formazione del gruppo, influenzata dalla musica jazz,
dalla malattia psichedelica e dall'L.S.D., non è uscito
nessun disco ufficiale. Solo nel 1980 la Charlye Records
ha pubblicato le registrazioni inedite dei primi Soft
Machine con At
The Beginning dove compaiono Daevid Allen alla chitarra,
Robert Wyatt alla batteria e voce, Kevin Ayers al basso e
voce, Mike Ratledge al piano e organo. Nei loro live-act
poteva capitare qualsiasi cosa. Dopo una serie di
happenings tenuti a Saint Tropez all'australiano Daevid
Allen non fu più rinnovato il permesso per l'Inghilterra
e, costretto a rimanere in Francia, se ne andò a Parigi
a formare il primo nucleo dei Gong.
I rimanenti Soft Machine nel 1968 incisero, dopo alcuni
singoli, il primo album ufficiale Soft Machine, sicuramente la pietra
miliare delle influenze assorbite in quegli anni a
Canterbury. Il momento sembra propizio e subito dopo il
gruppo segue Jimi Hendrix nel suo tour americano. Ma poi
l'equilibrio della "Soffice Macchina" oscilla e
Kevin abbandona il gruppo a causa di incompatibilità
musicali e si rifugia a Ibiza per condurre ben altro tipo
di vita.
E' il produttore Peter Jenner a riportarlo in studio nel
1969 per incidere lo splendido e stravagante Joy Of A Toy. Subito dopo forma i Whole
World: ottima banda formata da Mike Oldfield, Lol Coxill
e David Bedford con quale mette in piedi il primo dei
tanti spettacoli intrisi di musica e follie dada
"Cabaret Voltaire".
Con la stessa formazione nel '70 incide Shooting At The Moon: altro gioiello ricco di
trovate e invenzioni musicali. Anche i Whole World non
durano a lungo e Kevin, in seguito a questo sfaldamento,
forma innumerevoli bands come: i Decadances, Kevin Ayers
And The Archibald, Kevin Ayers And 747 (con Steve
Hillage, Archie Legget, Eddie Sparrow). Nel 1972 esce il
terzo lavoro come solista Whatever She Brings
We Sing che vede ancora la presenza di molti vecchi
amici. L'album non è male ma come capiterà per i
successivi mancano le trovate geniali dei primi lavori.
Lo stesso discorso vale per Bananamoor (1973) dove Robert Wyatt
suona l'armonica nel pezzo Hymn. Il 1974 è l'anno del
lancio internazionale, promosso dalla EMI, per portare
Kevin Ayers nell'olimpo delle rock stars con June, 1, 1974. L'Lp è inciso dal vivo e
una facciata è interamente cantata da Kevin che per
l'occasione è affiancato da collaboratori d'eccezione.
Inoltre il disco raccoglie brani di Brian Eno, John Cale
e la glaciale The
End
di Nico. Il fallito tentativo viene ripetuto l'anno
successivo dove troviamo al suo fianco Elton John in un
pezzo di Sweet
Deceiver.
Dopo il 1975 la produzione discografica di Kevin accusa
un lento e graduale decadimento compositivo. Yes, We Hawe No
Mananas, Rainbow
Takeaway, That's What
You Get Baby, ne sono la conferma.
Nel 1980 Kevin rompe definitivamente con la EMI per
affidarsi a piccole etichette indipendenti. Nei dischi Diamond Jack And The
Queen Of Pain e As
Close As You Think la crisi compositiva
raggiunge l'apice e a Kevin non rimane altro da fare che
riproporre vecchi brani frettolosamente ri-arrangiati.
L'unico prodotto di questo periodo in grado di lasciar
trasparire le capacità e la carica di Kevin è l'Lp Deia...Vu, uscito nell'84 solo per il
mercato spagnolo. Il disco propone un artista quasi
rinnovato nei suoi intenti: niente che ricordi i gloriosi
passati ma solamente rock-blues di buona fattura.
Giuseppe
Cavazzoni da Buscadero n° 80
Aprile 1988
|
- Joy Of A Toy
(1969) Harvest 2C 184-52.277 - vinile
1. Joy Of A Toy Continued - 2. Town Feeling - 3. The Claretta Rag - 4. Girl On A Swing - 5. Song For Insane Times - 6. Stop This Train Again Doing
It - 7. Eleanor's Cake Which Ate
Het - 8. Lady Rachel - 9. Oleh Oleh Bandu Bandong - 10. All This Crazy Gift Of Time
Musicisti:
Kevin Ayers, Mike Oldfield, David
Bedford, Robert Wyatt, Rob Tait, Mike Ratledge, Hugh
Hopper
Un pizzico
di Ray Davis, una spruzzata di Lou Reed, un tocco di
Bryan Ferry, un ricordo di Oscar Wilde, un'apparizione di
Syd Barrett, una giovinezza in Malesia: signore e
signori, Kevin Ayers.
Nel 1968, al termine di uno spossante tour americano, il
dandy dei Soft Machine vende il suo basso a Mitch
Mitchell e si rifugia ad Ibiza.
Nella quiete isolana. comincia a prendere forma Joy
Of A Toy, che verrà registrato agli
studi di Abbey Road a Londra nell'estate 1969. Per la
verità, una parte del materiale appartiene al repertorio
della "Macchina Soffice", ed i musicisti che
partecipano all'incisione sono Robert Wyatt, Hugh Hopper
e Mike Ratledge, cioè i Soft Machine. Va detto che Kevin
si contraddistingue per una certa nonchalance e che
lavora solo se costretto dalle circostanze, per cui la
scelta di stare in famiglia è quella che meglio
corrisponde al suo temperamento. L'unica innovazione
rispetto al quadretto già noto è costituita dal
sostegno in sede di arrangiamenti da parte di David
Bedford, che più tardi conoscerà la gloria come
musicista d'avanguardia e socio di Mike Oldfield.
L'album è un catalogo di suggestioni sonore, che
spaziano dalla marcetta delirante ed euforica di Joy
Of A Toy al clima sinistramente
velvetiano, alla John Cale. di Stop This
Train.
Nella sua apparente svogliatezza, Ayers è un musicista
che conosce nei dettagli il fatto suo, perfettamente in
grado di fotografare la Londra di Carnaby Street in poche
parole (Song For Insane Times),
di tratteggiare con pochi tocchi di acquarello un clima
incantato e sospeso da quadro manierista (Girl
On A Swing) o di perdersi in un
"vaudeville" alla marijuana (The
Clarietta Rag), mantenendo lo stesso
"aplomb".
La sua voce è dolce, suadente, da pifferaio magico o da
Leonard Cohen giovane, bello e biondo e rende ogni
canzone simile ad una dichiarazione d'amore.
Joy Of A Toy non è
così avanzato come il successivo Shooting
At The Moon, che unirà ad una maggiore
libertà formale il vantaggio di contenere un capolavoro
assoluto come May I,
una canzone che si ascolterebbe un migliaio di volte
filate senza stancarsi.
La ragione per cui figura in questa scelta, al di là di
ovvie preferenze personali, consiste nel fatto che Joy
Of A Toy contiene a sua volta un brano
stellare come Song For Insane Times,
ma sopratutto nel clima che il disco riesce a creare.
(...)
Michele
Paparelle da Buscadero n° 179 aprile 1997
- Shooting At The Moon
(1970) Harvest 2C 184-52.276 - vinile
1. May I Rheinhardt And
Geraldine Colores Para Dolores - 2. Lunatics Lament Pisser Dans
Un Violon -
3. The
Oyster And The Flying Fish Underwater Clarence In
Wonderland Red Green And You Blue - 4. Shooting At The Moon
Musicisti:
Kevin Ayers, Mike Oldfield, David
Bedford,
Robert Wyatt, Lol Coxill, Mick Fincher,
Daevid Allen
Produced by Kevin Ayers and Peter Jenner
Disco pop folk suonato da una
band di rock progressivo, i Whole World (Bedford, Lol Coxill, un
giovanissimo Mike Oldfield prima della fama).
Lo stile del disco precedente ha acquistato energia elettrica, il pop
ha preso inclinazioni cabarettistiche: la critica lo ha definito art
rock "scollato", una definizione che immaginiamo faccia
riferimento alla grande anarchia che pare regnare sovrana e ai
moltissimi spunti imprevedibili e apparentemente slegati tra loro,
messi quasi a caso lungo un disco che offre come consueto lontanissimi
estremi di umore come la gustosa ballata May I ? e la stridente
sperimentazione dadaista di Pisser Dans Un Violon. In mezzo,
dichiarazioni d'intenti come Colores Para Dolores, una parodia
del rock 'n roll (Lunatics Lamen), una travolgente canzonetta (The
Oyster And The Flying Fish) e la title track che discende dai
tempi dei Soft Machine.
Cesare Rizzi
da Progressive & Underground, ed. Giunti
- Bananamour
(1973) Harvest 1124 - vinile
1. Don't Let It Get You Down - 2. Shouting In A Bucket Blues - 3. When Your Parents Go To
Sleep - 4.
Interview - 5. International Anthem - 6. Decadance - 7. Oh! Wot A Dream - 8. Hymn - 9. Beware Of The Dog
Musicisti:
Kevin Ayers, Eddie Sparrow, Steve Hillage, David
Bedford,
Robert Wyatt, Mike Ratledge, Lyle
Jemkins, Howie Gasey, Dave Caswell, Ronnie Price, Tristan
Fry
Produced by Kevin Ayers
Engineered by John Kurlander
Pop e cabaret assumono legami
più stretti, le tracce progressive si disperdono, la vena di Ayers
rimane viva (Shouting In A Bucket Blues), romantica (When
Your Parents Go To Slip), leggera, pigra, solare (Caribbean
Moon).
Gli ospiti sono sempre illustri (Robert Wyatt, David Bedford, Steve
Hillage) ma l'autore sta prendendo una strada tutta sua, sempre più
lontana dal progressive e da Canterbury.
Cesare Rizzi
da Progressive & Underground, ed. Giunti
- The Confessions Of Dr. Dream And Other Stories
(1974) Islands Records ilps 19263 - vinile
1. Day By Day - 2. See You Later - 3. Didn't Feel Lonely Till I
Thought Of You -
4.
Everybody's Sometime And Some People's All The Time Blues
- 5. It egins With A
Blessing/Once I Awakened/But It Ends With A Curse - 6. The Confessions Of Dr.
Dream
a)irreversible
neural damage - b)invitation - c)the one change dance -
d)dr. dream theme
7. Two Goes Into Four
Musicisti:
Kevin Ayers, Mike Warner, Sam Mitchell, Rupert Hine, John
Perry, Mike Giles, Doris Troy, Rosetta Hightower, Joanne
Williams, Ray Cooper, Sean Milligan, Ollie Halsall, Henry
Cralla, Steve Nye, Mike Moran, Nico, Lox Coxill, John Gustafson, Trevor
Jones, Mike Ratledge
Produced by Rupert Hine
Recorded at Air Studios, London
Engineering by Steve Nye and John Punter
Il disco più famoso di Ayers, e
anche più accessibile, in uno stile maturo, senza troppe stravaganze,
ma che continua o offrire belle pagine di pop rock, un po' alla
maniera del John Cale del periodo.
Significativa la lunga canzone che dà il titolo all'album (ospite
Nico), strutturata alla maniera di una suite, ultime barlume
progressivo della carriera.
Ancora molti ospiti, tra cui questa volta spicca il magnifico
chitarrista Ollie Halshall, dai Patto, fedele collaboratore negli anni
a venire.
Cesare Rizzi
da Progressive & Underground, ed. Giunti
- Whatever She Brings We Sing
(1972) BGO 11 - cd
1. There Is Loving Among Us There Is Loving -
2. Margaret -
3. Oh My -
4. Song From The Bottom Of A Well -
5. Whatever She Brings We Sing -
6. Stranger In Blue Suede Shoes -
7. Champagne Cowboy Blues -
8. Lillaby
Musicisti:
Kevin Ayers, Mike Oldfield, David
Bedford,
Robert Wyatt, Didier Malherbe, Dave Dufort, Gerry Field,
Tony Carr, William Murray, Johnny Van Derek
Produced by Kevin Ayers and Andrew King
Cover art by Adrian Boot
E' una versione più dimessa e
malinconica della stralunata vena di Ayers, che con la sua consueta
voce profonda interpreta ballate di marcato taglio romantico, canzoni
di solitudine e umore che non valgono le originali intuizioni dei
primi due album ma sono però più godibili e immediate.
Rimane il caratteristico gusto melodico spezzato da improvvise
fiammate sperimentali: dalla suite iniziale There Is Loving Among
Us There Is Loving alla dissonante e minacciosa sperimentazione di
Song From The Bottom Of A Well, dalla deliziosa Whatevershebringwesing
(con controcanto di Wyatt) alla prova di classifica di Stranger In
Blue Suede Shoes. In mezzo, i consueti spunti scollati che
affiorano qua e là, come le divagazioni per big band di Oh My,
l'indolenza country e western di Champagne Cowboy Blues, la
nimma nanna finale al ritmo di uno scroscio d'acqua.
Molta della vena progressive proviene come sempre dagli arrangiamenti
di Bedford e dal consueto spiegamento di forze (Mike Oldfield, Robert
Wyatt, Didier Malherbe).
Cesare Rizzi
da Progressive & Underground, ed. Giunti
|