John Lurie
album in
pagina
-
Down
By Law
- Stranger
Than Paradise And The
Resurrection Of Albert Ayler
collabora in:
- Greed
(Ambotius Lovers)
-
The Lounge Lizards
- No Pain For Cakes
- Live In Tokyo Big Heart
- Live From The Drunken Boat
(Lounge Lizards)
- Rain Dogs
(Tom Waits)
-
Spillane
(John Zorn)
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- Down By Law
original
motion picture soundtrack
(1987) Crammmed MTM 14 - cd
music
from Down By Law
1. What Do You Know About
Music, You're Not A Lawyer - 2. Strangers In The Day - 3. Promenade Du Moquereau - 4. The Invasion Of Poland - 5. Please Come To My House - 6. Are You Warm Enough? - 7. Swamp - 8. Swamp (part two) - 9. Are You Warm Enough Again?
- 10. The King Of Thailand, The
Queen Of Stairs - 11. A Hundred Miles From Harry - 12. Nucoletta Can't Cook - 13. Fork In Road
music from
Variety
14. Variety Theme - 15. Porno Booth - 16. Porno Booth II - 17. Car - 18. Million Dollar Walk - 19. Anders Leaps In - 20. Garter Belt - 21. End Titles
Musicians:
John Lurie, Curtis Fowlkes, Marc Ribot, Arto
Lindsay,
Tony Garnier, Nana Vasconcelos, E.J. Rodriguez, Douglas B.
Bowne, Evan Lurie, Anders Gaardmand, Paul McGovern, Peter
Zummo
Produced by John Lurie
Recorded at Sound Ideas Studio, New York and 38th Street
Music Studio
Engineering by Tom Lazarus and Richard Kaye
Sul film
"Down By Law" è
già stato scritto abbastanza da rendere superflua
qualsiasi introduzione. Personalmente, ho apprezzato il
clima generale della pellicola di Jarmush molto più
della sceneggiatura di per se stessa; clima creato in
buona parte dalla ispirata fotografia in bianco e nero e
dall'appropriato commento sonoro a firma del
co-protagonista John Lurie.
La band raccolta da Lurie per questa occasione è di
Lindsay e il percussionista Nana Vasconcelos, oltre ai
collaboratori usuali del giro Lougue Lizards.
I tredici frammenti che compongono il soundtrack sono
minimali e "discreti", per evidenti ragioni
cinematografiche: atmosfere misteriose e rarefatte come
la nebbiolina che aleggia sulle paludi della Louisiana,
attraversate dai tre fuggutivi nella parte finale del
film; soffuse sonorità che si ravvivano a tratti con
geniali svisate nel cool-jazz e soluzioni modernissime di
arrangiamento.
La seconda parte del disco, uscito nella collana
"Fatto su Misura" della Crammed che ha già
ispitato il soundtrack di Stranger Than
Paradise, contiene un'altra colonna
sonora, scritta da Lurie per "Variety" di Betty
Gordon. I compagni di avventura sono diversi ma non meno
valorosi, col fratello Evan Lurie al piano e in evidenza
i fiati di del Trio Zummo, Gaardmard e McGovern. Gli otto
movimenti di cui si compne Variety ci
mostrano il volto più noto del loro autore, legato a
schemi di jazz tradizionale rivisitato: aleggia qui lo
spirito di "Harlem Nocturne", per intenderci,
Ellington e Monk, locali fumosi, sassofoni struggenti,
be-bop e melodie sincopate, il fascino di vecchi film
noir, appunto.
In definitiva viene fuori da questo disco un Lurie che è
si uomo-copertina très chic, dall'aria vissuta e
imbronciata, ma anche un musicista duttile e prolifico
(pare che Jarmush gli abbia concesso solo dieci giorni
per scrivere le musiche di Down By
Law), artista
originale e pieno di risorse (dopo aver lavorato con
Scorsese, Wenders, Poe e Jarmush, ora John sta meditando
di passare alla regia di un suo progetto
cinematografico).
Un album che non sfigua a fianco dei migliori lavori dei
Lounge Lizards.
Vittore
Baroni
da Rockerilla n° 86 ottobre 1987
- Stranger Than Paradise and The Resurrection Of Albert
Ayler
original
motion picture soundtrack
(1985) Crammed MTL 07 - vinile
1. Bella My Barlight - 2. Car Cleveland - 3. Sad Trees - 4. The Lampposts Are Mine - 5. Car Florida - 6. Eva And Willie's Room - 7. The Good And Happy Army - 8. A Woman Can Take You To
Another Universe, Sometimes She Just Leaves You There
Musicians:
John Lurie, Jill Jaffe, Eugene Move, Mary Rowell, Kay
Stern, Curtis Fowlkes,
Arto Lindsay, Tony Garnier, E. J. Rodriguez, Toni
Nogueira, Douglas D. Bowne
Produced by John Lurie
Recorded at 39st Street Music, New York
Engineering by Richard Kay
Come già saprete Stranger
Than Paradise è uno dei film più
convincenti fra quelli emersi nelle ultime stagioni del
circuito indipendente. Il lavoro di Jarmush, del 1980, è
giustamente diventato un vero e proprio cul-movie, e già
si attende con impazienza di vedere sui nostri schermi il
nuovo Down By Law. In
entrambi i films il regista si è avvalso
dell'interpretazione di John Lurie, a noi meglio noto
come leader-sassofonista dei Lounge Lizards. Il disco che
sto per presentare contiene appunto, sulla prima
facciata, le musiche composte da Lurie per la colonna
sonora di Stranger Than Paradise.
Chi ha avuto modo di visionare il film ricorderà
certamente il contrasto fra gli scarni dialoghi del
racconto, la voce rauca di Screamin' Jay Hawkins che
fuoriesce insistentemente dal mangianastri della
protagonista Eva e appunto le soffuse musiche di Lurie.
La versione del "soundtrack" contenuta nella
collana Made To Measure della Crammed è stata
appositamente riarrangiata e registrata da un quartetto
d'archi, il Paradise String Quartet, sotto la direzione
dell'autore. Tenui melodie malinconicamente nostalgiche
si susseguono (non dimentichiamo che il titolo del film
riecheggia una vecchia canzone di Vic Damone), mostrando
l'abilità compositiva di Lurie anche in forme musicalòi
classicheggianti, ben distinti dal repertorio dei Lizards
(si ascolti ad esempio lo struggente movimento intitolato
Sad Trees).
Il secondo lato del disco ospita invece una suite scritta
da Lurie per un balletto di Karole Armitage: "la
Resurrezione di Albert Ayler" ci riporta, come il
titolo stesso suggerisce, all'amore di Lurie per la
rivisitazione jazzistica. L'autore si procude al sax
affiancato da una band di validi musicisti, in cui spicca
il chitarrista Arto Lindsay. L'opera mette a confronto
l'omaggio all'avanguardia di ieri (Ayler) con il clima
interdisciplinare dei nostri giorni, in una sequenza ben
strutturata che non lascia spazio a sperimentalismi
gratuiti.
Nell'insieme un disco validissimo anche senza il
referente visivo, cinematografico o teatrale, per cui
questo materiale è stato pensato.
Vittore
Baroni da
Rockerilla n° 71/72 luglio/agosto 1986
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