Arto Lindsay
album
in pagina:
- Envy
- Mundo Civilizado
collabora in:
- Greed
(Ambitius Lovers)
- Bright Red/Tightrope
- Strange Angels
(Laurie Anderson)
- Before We Were Born
(Bill Frisell)
- Golden Palominos
(Golden Palominos)
- Desire Develops An Edge
(Kip Hanrahan)
- The Lounge Lizards
(The Lounge Lizards)
- Extended
Niceties
(Love Of Life
Orchestra)
- Down By Law
- Strange Than Paradise
(John Lurie)
-
Beauty
- Esperanto
- Heartbeat
(Ryuichi Sakamoto)
-
Film Works 1986 -1990
(John Zorn)
Arto Lindsay è una delle principali pedine
della più radicale scena underground newyorkese. Amico dei Mars di Mark
Cunningham, rinuncia a unirsi a loro come batterista e fonda invece e
DNA nel 1977. La prima formazione stabile vede Lindsay alla chitarra,
Robin Crutchifield al sintetizzatore e Ikue Mori, ex studentessa d'arte
di origine giapponese, alla batteria. I tre, autodidatti e privi di
esperienze musicali (il solo Lindsay aveva cantato in una band liceale),
reinventano con originalità la "struttura genetica" del rock,
specializzandosi in brani brevissimi e convulsi, suonati in modo
informale, con ritmi asimmetrici e vocalizzi isterici. Dopo un singolo (You And You/Little Ants), i DNA balzano agli onori della cronaca
grazie alla compilation No New York, fortunato manifesto della devianza musicale
newyorkese curato da Brian Eno, a cui prendono parte anche Contortions,
Mars e Teenage Jesus And The Jerks.
Nel 1978 Crutchfield abbandona il gruppo per divergenze musicali, e
forma i Dark Day, gruppo di cui si perderanno le tracce dopo un singolo
e due album di cupo e ossessivo rock sintetico; Lindsay sostituisce
prontamente il dimissionario con il bassista Tim Wright, ex Pere Ubu. Il
sound catturato in A Taste Of DNA risulta ancora più radicale: tribalismo
primitivo e intuizioni modernissime si sposano in uno stile che la
stampa specializzata elegge a modello per il rock del nuovo decennio.
I DNA partecipano alla vita dell'avanguardia cittadina, compaiono in
pellicole di registi sotterranei e compongono le musiche per lo
spettacolo Mr. Dead Amd Mrs. Free delo Squat Theater. I molteplici
interessi di Arto Lindsay finiscono però col produrre il scioglimento
del gruppo. Lindsay infatti è già dal 1979 membro effettivo dei Lounge
Lizards, collabora con Peter Gordon, trova il tempo per produrre un Ep
dei Mars e pubblicare un singolo da solista. Insieme con la Mori (e
membri dei Mars) progetta inoltre un riadattamento del Don Giovanni
secondo i canoni no-wave.
Dopo aver fondato con Anton Fier i Golden Palominos e aver prestato la
propria Danelectro dodici corde a un'infinità di progetti diversi, nel
1983 Lindsay inizia a progettare un nuovo gruppo. In principio si
esibisce in un trio di improvvisazione vocale, con M.E. Miller e David
Moss, quindi aggiunge alla formazione tre musicisti brasiliani e vari
collaboratori e dà vita agli Ambitius Lovers, band che fonde la
tradizione latinoamericana con ritmi funky e, in dosi molto ridotte,
sperimentazione vocale e strumentale.
Envy risulta lavoro pregevole ma frammentario, che
non avrà seguiti discografici fino a
Greed, con formazione rimaneggiata e contenuti
simili.
Dissolto il ricordo dei DNA, il ruolo dell'esile e occhialuto
chitarrista non è più quello di santone del rock intellettuale, bensì
quello di eccentrico ricercatore inter-generi e inusuale session man. In
questa chiave vanno interpretate le collaborazioni con Caetano Veloso,
Marisa Monte e Gal Costa, che si rivelano come un tentativo di rottura
con gli stereotipi di certo Brasile, attraverso l'introduzione di
elementi estranei alla tradizione, come le dissonanze e gli strumenti
elettrici. Lindsay collabora anche con Ryuichi Sakamoto per una serie di
album, offrendo un apporto fondamentale con le sue multiformi
esperienze. Dopo altre partecipazioni di vario genere, il musicista
brasiliano pubblica O Corpo Sutil- The Subtle Body, cui patecipa anche Sakamoto; il tentativo
stavolta è di dare una personale rilettura della bossanova. Nel 1996
arriva un'altra partnership di grande significato, quella per
Sol Na Cara di Vinicius Cantuaria, che anticipa
Mundo Civilizado; nel disco la ricerca si sposta dalla melodia
al ritmo, traendo spunto dalle ultime tendenze.
Noon Chill completa la trilogia e rappresenta una nuova
esplorazione delle atmosfere della musica brasiliana, sorta di ritorno
alle radici in cui vengono parzialmente messi da parte i rumorismi.
Anche i tre album successivi, pubblicati dalla Righteous Babe,
proseguono la rilettura dei ritmi e delle influenze brasiliane secondo
l'ottica distaccata dell'intelletualismo newyorkese.
da Enciclopedia del Rock ed. Arcana
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- Envy
(1984) EG eged 39 - vinile
1. Cross Your Leggs 5.05 - 2. Trouble Maker 2.25 - 3. Pagode Americano 2.12 - 4. Nothings Monstered 1.00 - 5. Crowwing Roar 1.00 - 6. Too Many Mansions 3.52 - 7. Let's Be Adult 4.18 - 8. Venus Lost Her Shirt 1.55 - 9. My Competition '45 - 10. Badù 1.06 - 11. Dora 2.55 - 12. Reberibe 1.00 - 13. Locus Coruleus 5.06
Musicians:
Arto Lindsay, Toni Nogueira, M.E. Miller, Peter Scherer,
Claudio Silva, Reinaldo Fernandes, David Moss, Jorge
Silva, Anton Fier, Duncan Lindsay
Produced by Arto Lindsay, Peter
Scherer, M.E. Miller
Recorded and Mixed at B.C. Studios
Engineering by Martin Bisi
Cover photo by Seth Tillet
Dal giorno
dello scioglimento dei DNA, Arto Lindsay ama recitare la
parte dell'eminenza grigia, del catalizzatore della scena
newyorkese sotterranea. Così è stato con Lounge Lizards
e Golden Palominos, così è con questi Ambitius Lovers,
le cui forze traenti sono in apparenza due
polistrumentisti che rispondono ai nomi, in verità poco
illustri, di M.E. Miller e Peter Scherer. In apparenza:
perchè di Lindsay non sono soltanto i testi dell'album,
nevrotici negativi e frammentari secondo la migliore
tradizione no wave, ma anche le atmosfere, l'andamento
scoppiettante della musica, la ricercata povertà
strumentale, e anche l'inserimento di ben tre
percussionisti brasiliani. Questo anche se, di suo,
Lindsay si limita a lavorare di chitarra e voce, la prima
atonale come d'uso, la seconda aperta a tratti a uno
sconsolato lirismo, cone nell'inaspettata dolcezza di Too
Many Mansions o nel remake di Dora,
canzone brasiliana datata 1945 e affidata alla voce
solista con pochi tocchi di sinclavier.
L'album nel complesso, scorre bene, sapido e
sapientemente discontinuato, giustapponendo furibonde
prese di posizione (Troble Maker,
Nothings Monstered) a
pezzi di sole percussioni esotiche (Badu),
concedendosi a mo' di pausa canzoni in portoghese. (...)
Album certo di significato positivo, questo Envy.
Dal lato strumentale, perchè dimostra la possibilità di
un'elettronica parsimoniosa, in cui synclavier e lynn
drum non soffocano ma completano la strumentazione
elettroacustica, in un clima di economia e rarefazione
sonora assai salutare nella nostra epoca di
sovraccarichi. E anche dal lato contenutistico, senza
indugiare nella poetica destruente dell'etica no wave,
Arto Lindsay e comprimari costruiscono una musica sottile
e interrogativa, meditabonda e insieme aperta a sprazzi
di aggressività urbana. Una musica che, a suo modo, pone
delle domande: chi potrebbe pretendere di più?
Paolo
Bertrando da Buscadero n° 45 febbraio 1985
- Mundo Civilizado
(1996) RYKO RCD 10410 - cd
1. Complicity 4.05 - 2. Q Samba 3.27 - 3. Simply Beatiful 3.58 - 4. Mundo Civilizado 4.23 - 5. Titled 3.18 - 6. Horizontal 3.29 - 7. Mar da Gàvea 2.43 - 8. Imbassai 3.16 - 9. Pleasure 2.37 - 10. Erotic City 5.01 - 11. Clown 3.50
Musicians:
Arto Lindsay, Gustavo de Dalva, Marcio Tchin, Vinicius
Cantuaria, Peter Scherer, Melvin Gibbs, Romero Lubambo,
DJ Spooky, Marc Ribot, Dougie Bowne, Bernie Worrell, Don
Byron, Camus Celli, Marcus Rojas, Andrès Levin, Roy
Nathanson
Produced by Arto Lindsay
Recorded at WR Studios in Salvator, Bahia, Svuga Svuga in
Brooklyn and Platinum Island in Manhattan
Cover photo by Philip Taaffe
A circa un anno di distanza dalla timida bellezza di The
Subtie Body, Arto Lindsay torna a
dimostrare che sono lontani i tempi in cui faceva il
terrorista musical-genetico con i DNA e che samba e bossa
sono la panacea che continua ad alleviarlo dalle sue
nevrosi metropolitane. Ma dimostra anche che con quelle
nevrosi è riuscito a scendere a patti e il suono del suo
nuovo album Mundo Civilizado
è meno filiforme di quella del suo èredecessore.
Composti un gran parte in collaborazione con il
chitarrista Vinicius Cantuaria, gli undici brani del
disco rivisitano in modo sottilmente allucinato le radici
musicali del Paese natio di Lindsay. Se con la sua
inimitabile voce distratta continua a sciorinare canzoni
di struggente saudade, queste sono deviate in una
dimensione temporale a venire da cantilenanti percussioni
etniche, da nascoste implosioni di elettronica, da
molteplici segnali alieni inseriti nel loro corpo. Ne
deriva una sorta di folk del futuro, per un Brasile dove
accanto a chitarra, caixa e pandeiro, convive la techno
con cui di notte i DJ alterano le menti e i corpi.
E a dimostrazione che proprio questo voleva intendere,
Lindsay ha fatto uscire quasi contemporaneamente Hyper
Civilizado, un altro album dove le
composizioni di Mundo Civilizado
vengono trattate in chiave trance-ambient da vari Dj e
remixatori di professione.
Antonello
Antonelli da World Music n° 28 settembre 1997
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