Marc
Ribot
album
in pagina
- Shrek
collabora in:
- Bright Red/Tightrope
(Laurie
Anderson)
- Spike
(Elvis Costello)
- Blazing Away
(Marianne
Faithfull)
- Mundo Civilizado
(Arto
Lindsay)
- Live In Tokyo Big Heart
(Lounge Lizards)
- Down By Law
(John Lurie)
- Costruction And Demolition
(Rough
Assemblage)
- Dead Bees On A Cake
(David
Sylvian)
- Ancient Heart
(Tanita
Tikaram)
- Rain Dog
- Franks Wild Years
- Big Time
- Orphans
- Mule Variations
- Real Gone
(Tom Waits)
- 12, Las Vegas Is Cursed
- Made In Earth
- Chansons Des Mers Froid
(Hector
Zazou)
- The Gift
(John Zorn)
Nativo di Newark, New
Jersey, Marc Ribot inizia a suonare la chitarra in improvvisati gruppi
garage, studiando nel frattempo con il compositore haitiano Frantz
Casseus (eseguirà suoi brani nell'album
Haitian Suite).
Trasferitosi a New York nel 1978, Ribot presta le sue doti di
chitarrista in formazioni jazz e soul della città, fino a diventare nel
1984 membro fisso dei Lounge Lizards di John Lurie.
Frequentando la scena che ruota intorno alla Knitting Factory, luogo
sacro della no wave newyorkese, Ribot sviluppa un personale stile
chitarristico in cui convivono tecniche tradizionali blues e jazz
riviste secondo un'estetica avanguardistica e sperimentale. Il tocco
riconoscibilissimo del chitarrista comincia così ad essere richiesto da
molti nomi illustri del pope del rock angloamericani. In pochi anni
Ribot lascia tracce molto chiare in disci di Tom Waits (Rain
Dogs,
Frank's Wild Years),
Elvis Costello (Spike,
Mighty Like A Rose,Kojak
Variety), Marianne Faithful (Blazing
Away), Stan Ridgway (Mosquitos).
Nel contempo lavora in ambiti più sperimentali con Arto Lindsay, Don
Byron, Elliot Sharp e sopratutto John Zorn, con cui collabora a una
lunghissima serie di pubblicazioni.
Nel 1990, intanto, inaugura l'attività di gruppi tutti suoi denominati
Rootless Cosmopolitans e Shrek, proprio come gli album di riferimento.
Don't Blame Me è invece
più propriamente un album solistico, in cui il chitarrista è impegnato
nella rilettura di alcuni standard della musica americana. Mentre
continua a collezionare collaborazioni di ogni genere (con Trey
Anastasio, T-Bone Burnett, Richard Buckner, Lori Carson, Cibo Matto,
Chocolate Genius, David Sylvian, Tricky, Caetano Veloso, Vinicio
Capossela, Mimmo Locasciulli e decine di altri), Ribot si concede un
periodo di "puro svago", come lui stesso lo definisce, allestendo un
gruppo di musica caraibica denominato Los Cubanos Postizos, con cui
realizza
Marc Ribot Y Los Cubanos Postizos
e
Muy Divertido, entrambi
basati sul recupero di un autore della musica latina come Arsenio
Rodriguez. Con
Saints torna alla pura
sperimentazione chitarristica, rivisitando composizioni di Albert Ayler,
Beatles e John Zorn, tra gli altri, mentre con
Scelsi Morning, ispirato
al compositore italiano Giacinto Scelsi, entra nella serie della Tzadik
dedicata alla musica contemporanea.
Spiritual Unity, nella
primavera del 2005, segna un nuovo omaggio alla musica di Albert Ayler.
Exercises In Spirituality
è un lavoro per sola chitarra, mentre
Party Intellectuals vede
Ribot accompagnato dai Ceramic Dogs (il bassista Shazad Ismaily e il
batterista Ches Smith) per una raccolta di composizioni più eterogenee e
piene.
da
Enciclopedia del Rock ed.
Arcana
|
- Shrek
(1994) Avant 033 - cd
1. Prelude 1.17
- 2. Spigot 2.57
- 3. Fourth World 7.53
- 4. Romance 6.29
- 5. Hoist The Bloody Icon High 4.40
- 6. Half Ass Whole 3.44
- 7. Big Money 4.45
- 8. Shrek 6.17
- 9. Human Sacrifice 10.43
- 10. Bells 10.08
Musicians:
Marc Ribot, Chris Wood, David Shea,
Sebastian Steinberg, Jim Pugliese, Christine Bard
Produced by Marc Anthony Thompson and Marc Ribot
Recorded at Low Blood Studios, Ludlow St., New York
Engineering by Marc Anthony Thompson
"Shrek",
"Orrore" in yiddish, è il termine bofonchiato dalla nonna
di Marc Ribot dopo aver attentamente ascoltato Requiem For What's-His-Name,
secondo album dei Rootless Cosmopolitans, precedente formazione del
chitarrista. In seguito a quell'episodio la tentazione di dar vita ad
una nuova banda che si chiamasse per l'appunto Shrek era evidentemente
troppo forte perchè Ribot vi rinunciasse. Dopo aver arruolato il
chitarrista Chris Wood, il bassista Sebastian Steinberg e i batteristi
Jim Pugliese e Christine Bard e rodato il gruppo nel corso di varie
apparizioni newyorkesi, Ribot, prima della precedente tournèe
europea, ha dato alle stampe, per la giapponese Avant, un albo che
porta lo stesso nome del gruppo.
Influenzato in egual misura da certa musica balcanica, da Albert Ayler
(di cui gli Shrek riprendono Bells), dalle fanfare che
accompagnano processioni religiose (la melodia suonata da una di
queste, sentita dal chitarrista nelle strade dell'East Village,
costituisce l'ispirazione per Hoist The Bloody Icon High),
così come da materiale non musicale (il famoso testo di Jacques
Attali, Rumore), Ribot stesso definisce la musica degli Shrek
come atavismo brutale: <<La musica deriva originariamente dal
sacrificio umano e non aveva scopi moralistici nè ricreativi. In
altri termini, l'atto di suonare musica può essere considerato come
un intrinseco conduttore di violenza>>.
Con l'eccezione della delicata Prelude, omaggio al compositore
haitiano Frantz Casseus (l'amico di famiglia che iniziò Ribot
alla
musica), l'universo sonoro degli Shrek sa essere spigoloso, pungente,
acido e irritante in modo impeccabilmente elegante: il loro rock crudo
e spoglio, intriso di rumorosi accenni free, evita accuratamente
qualsiasi caduta nelle consuetudini e negli stereotipi del genere;
rifiuta ostinatamente scansioni quadrate, preferendo ritmi tribali dal
fascino primitivo, intrecci e grovigli inestricabili, flussi sonori
sempre aperti e sospesi.
Insieme a Kristallnacht, Shrek si configura dunque come
vero e proprio manifesto sonoro di questa nascente nuova cultura
radicale ebraica: come nel progetto zorniano, anche qui le
implicazioni politiche che fanno della Radical New Jewish Culture uno
dei fenomeni culturali contemporanei più affascinanti, sono
tutt'altro che nascoste: <<La maggior parte dei gruppi con cui
suono sono formati da ebrei, e questo è già di per se un fatto;
sopratutto coloro che utilizzano vari elementi hardcore all'interno
della loro musica. Lo ripeto, di fronte al risorgere del neonazismo,
non volevamo che il nostro silenzio potesse essere interpretato come
un disinteresse. La nostra è una presa di posizione politica ben
precisa>>.
Fabrizio Gilardino
da Musiche
n° 14 autunno 1994
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