Harold Budd



album in pagina

- Abandoned Cities
-
Lovely Thunder
(with Cocteau Twins)
-
The Pavillion Of Dreams
-
The White Arcades
- Avalon Sutra
- She Is A Phantom
 (with Zeitgeist)
- By The Dawn's Early Light
-
The Pearl
 (with Brian Eno)
- The Plateaux Of Mirror  
  
(with Brian Eno)
- Translucence (with John Fox)
- La Bella Vista 
- The Moon And The Melodies
   (with Cocteau Twins)
- A Song For Lost Blossoms
 
(with Clive Wright)
- Winter Garden
 
(with Eraldo Bernocchi and Robin Guthrie)
- Bordeaux (with Robin Guthrie)

collabora in:

- Unlimited Ambient
  (AAVV)

- Marco Polo
- Marco Polo vol. II

  (Nicola Alesini)

- Music For Film III
  (Brian Eno)

- Live In Corcert
  (Jah Wobble)

- Chansons Des Mers Froides
- Glyph
- L'Absence

  (Hector Zazou)

Harold Budd (nato a Los Angeles nel 1936) condusse per anni ricerche sulla qualità grafica della musica (un brano si giudica dalla bellezza del suo spartito), sulla possibilità di comporre musiche modulari (brani che possono essere usati in qualsiasi ordine e combinazione) e sulla gestualità più radicale (brani che consistono semplicemente nella sequenza di azioni che l'esecutore deve compiere). Una delle sue prime composizioni, Intermission Piece, è da suonarsi in maniera del tutto casuale ma sopratutto "in assenza di pubblico"!

Benchè fosse dal 1969 uno dei principali ricercatori al California Institute Of Arts, trovò soltanto in Inghilterra, nove anni dopo, alla corte di Brian Eno, l'occasione per emergere. La sua musica, dedicata a "padiglioni di sogni" (titolo della prima raccolta) e a "vassoi di specchio" (titolo dell'album in coppia con Eno che lo rivela), è vellutata ed eterea, aritmica e ripetitiva, intessuta di fili sonanti, di vibrazioni impercettibili e di tintinnii minimi.

La cartilagine di
Bismilahi Praham Brahim (su The Pavillon Of Dreams, che raccoglie musiche dei primi anni '70), ispirata a un motto del Corano e orchestrata per il sassofono di Marion Brown, è una vertigine nel nulla: un gorgo lento e fioco inghiotte le note estatiche del sassofono, le tempere del pianoforte, i rintocchi dell'arpa, i bisbigli delle marimba. E' una musica mistica e crepuscolare, per certi versi avvicinabile alla liturgia tibetana, ma altrettanto radicata nella tradizione del free-jazz più mistico (John Coltrane, Pharoah Sanders). Sogni e specchi sono gli elementi di cui è costituita la materia del suo universo.

A loro volta i brevi aforismi che inzuccherano i suoi dischi sono scrupolosi appunti per il grande progetto "ambientale" di Eno, mistici e introversi ralenti che annullano ogni emozione. Si trattadi moderni madrigali, come Budd stesso li aveva definiti ai tempi di
Madrigal Of The Rose Angel e Madrigals, entrambi per mezzo soprano, pianoforte e arpa, entrambi lenti e ineffabili respiri mentali.

La sonata per pianoforte di
Children On The Hill resterà uno dei capolavori dell'avanguardia minimale e ambientale, quasi un carillon straniato d'altri tempi, colonna sonora per tristi serate autunnali. Questa musica tonale, melodica, è la versione laica del minimalismo di LaMonte Young.

Dopo un'altra galleria di acquarelli ambientali e onirici in collaborazione con Brian Eno,
Pearl, nella suite elettronica Dark Star Budd abbandona l'approcio epigrammatico e lezioso a favore di una suite drammatica, oppressiva e pantagruelica, risonante sulle armonie più cupe e minacciose della sua carriera, una sorta di ronzio mantrico ininterrotto con la suspance di un thriller, doppiata dall'angoscia apocalittica di Abandoned Cities, vibrazione subsonica che somiglia al lento salmo di un organo a canne. Sono brani in cui l'idea di fondo viene estremamente dilatata, come per tendere all'accordo perpetuo che costituisce, secondo diversi popoli orientali, il fine ultimo dell'universo.

Dopo aver registrato con Elizabeth Frazer e Robin Guthrie dei Cocteau Twins il
The Moon And The Melodies, sul quale sciorina alcune delle sue atmosfere estatiche e cristalline (Ghost Has No Home, Memory Gongs), Budd approda sull'album Lovely Thunder a un sound più grigio e pessimista con Flowered Knife Shadown (nuova versione di Ghost Has No Home), vertigine oscura e deforme di pianismo diffratto, e Gypsy Violin, estetica e solenne, glaciale e tenebroso, requiem fermato sulla nota più tragica del coro e perturbato da struggenti e desolate melodie di violino.

L'evoluzione naturale della musica delicata e impalpabile di Budd è verso il sound lento e maestoso della new age, come confermano anche gli acquarelli cosmico-ambientali dell'album
White Arcades: The Child With A Lion, cornucopia di struggenti melodie, e la title-track, vellutata e luminosa.

Le opere degli anni '90 ripiegano su schemi sempre più elementari, dimostrando una certa carenza di idee:
By The Dawn's Early Light tenta di riscaldare l'atmosfera con interventi alla chitarra, She Is A Phantom tenta di rinnovare il sound aggiungendo un ensamble (clarinetti, tastiere e percussioni), ed entrambi comprendono stucchevoli brani di poesia letti da Budd stesso. Non è neppure chiaro quale sia l'esperimento tentato in Music For 3 Pianos. Through The Hill si avvale degli arrangiamenti eccentrici di Partridge degli XTC.

La musica di Budd, fatta di riverberi infiniti e di apparizioni fugaci, ora liriche ora lugubri, tesse una filigrana ineffabile di piccoli suoni elementari. Budd discretizza il minialismo fino a renderne vano il processo di costruzione graduale del suono. fino a dissolverne l'alchimia dei timbri in un flusso amorfo di vibrazioni. Budd non è più riuscito, però, a ripetere la tenera rarefazione di
Bismillahi Prahmani Brahim, nè la lirica cantabilità di Children On The Hill, ed è man mano affondato nel grigio torpore di Dark Star, Abandoned Cities e Gypsy Violin, a tentare di umanizzare l'onda immane di LaMonte Young.

Gli onirici, languidi, luccicanti vagiti melodici che sono diventati il suo marchio di fabbrica sono anche diventati lo stereotipo della musica "ambientale". Dell'invenzione originale di Eno è rimasto ben pco, e quel poco che è rimasto è tutto nella musica di Budd.

Piero Scaruffi da:
Enciclopedia della Musica New Age, Eletronica, etc
ed. Arcana  1996



- Abandoned Cities
(1983) Cryonic mad 3015 - vinile

1. Dark Star 19.45 - 2. Abandoned Cities 23.00

Musicians:
Harold Budd, Eugene Bowen


Produced by Harold Budd
Recorded and mixed at The Old Rugged Cross and Polema Studios
Cover photo by Matthew Budd

Budd è assurto a notorietà per le sue collaborazioni con Eno (per la Obscure con The Pavillon Of Dreams e l'ambient The Plateaux Of Mirror; uscito in questi giorni il sognante The Pearl sempre in compagnia di Eno e Lanois); ma Budd è anche il titolare di uno splendido ep, poco conosciuto e di recente ristampato, intitolato The Serpent In Quicksilver; esce poi in questi giorni Abandoned Cities.
Dimenticate per un momento le ovattate e sognanti atmosfere delle collaborazioni eniane: in questo 'Lp per la Cryonic Records si narra la storia di due lunghe suites.
Dark Star e, per l'appunto Abandoned Cities: la prima facciata, quella stellare, è un incandescente magma di tensione, un percorso impervio ma stimolante con molte citazioni minimali: prevale l'organo, il sintetizzatore, il famoso rumore bianco.
E' con la seconda facciata che Budd trova però la perfetta carburazione, collega qualche marchingegno al suo piano e ci conduce per mano in questi desertici e nucleari conglomerati urbani, grigi come il rigoroso palazzo che domina angosciante sulla cover del disco. Frasi ripetute e rallentate creano falsi movimenti e prospettive stimolanti; uguali e in ogni caso diversi gli edifici dell'immaginaria città abbandonata si susseguono con tristezza e dolcezza.
Vi ricordate l'affondamento del Titanic di Gavin Bryars? Sembrava di palparla quell'incredibile tristezza emanata dalle note di quel motivo ripetuto con estraniante bellezza; anche qui succede la medesima cosa, con un distinguo: in quel frangente la vita veniva meno a poco a poco, man mano che la nave affondava; qui tutto è già morto e si prosegue per architetture simili alla ricerca, romantica, del superstite.
E' questo procedere di tristezza e di speranza che caratterizza l'ultima prova di Budd, dominatore di mondi, dalle stelle nere alla terra ormai abbandonata, alla ricerca di prospettive eterne ed eteree che nè meteo nè qualsiasi altro satellite possono individuare.
Francesco Paladino da Buscadero n° 41 ottobre 1984

- Lovely Thunder
(1986) EG Records eged 46 - vinile

1. The Gungighter 3.10 - 2. Sandtreader 5.28 - 3. Ice Floes In Eden 3.20 - 4. Olancha Farewell 2.15 - 5. Flowered Knife Shadow Raymonde (for Simon) 7.11 - 6. Gipsy Violin 20.45

Musicians:
Harold Budd and
Cocteau Twins

Produced by Harold Budd and Michael Hoening
Recorded and mixed at The Metamusic, Los Angeles
Cover photo by David Buckland

- The Pavillion Of Dreams
(1978) Eg eged 30 - vinile

1. Bismillahi 'Prahman 'Brahim - 2. Two Songs - 3. Madrigals Of The Rose Angel - 4. Juno

Musicians:
Harold Budd, Marion Bronw, Maggie Thomas, Richard Bernas,
Gavin Bryars, Jo Julian, Michael Nyman, John White, Howard Rees, Lynda Richardson, Nigel Shipway, Margaret Cable, Lesley Reid, Ursula Connors, Alison McGregor, Muriel Dickinson, Brian Eno

Produced by Brian Eno
Recorded at Basic Street Studios, on November 1976
Engineered by Rhett Davis

- The White Arcades
(1988) Opal 925 766 - vinile

1. The White Arcades - 2. Balthus Bemused By Color - 3. The Child With A Lion - 4. The Real Dream Of Sails - 5. Algebra Of Darkness - 6. Totems Of The Red-Sleeved Warrior - 7. The Room - 8. Coyote - 9. The Kiss

Harold Budd solo


Produced by Harold Budd
Recorded Palladium, Edimburg on June - December 1987
Engineering by Keith Mitchell, Robin Guthrie, Lincoln Fong, Brian Eno
Cover photo by David Buckland

- Avalon Sutra
(2004) Samandhisound ss 004 - cd

1. Arabesque Three - 2. It's Steeper Near The Roses (for David Sylvian) - 3. L'Enfant Perdu - 4. Chrysalis Nu (to Barney's Memory) - 5. Three Faces West (Billy Al Bengston's) - 6. Arabesque Two - 7. Little Heart - 8. How Vacantly You Stare At Me - 9. A Walk In The Park With Nancy (in memory) - 10. Rue Casmir Delavigne (for Daniel Lentz) - 11. Arabesque One - 12. Porcelain Ginger - 13. Faraon - 14. As Long As I Can Hold My Breath - 15. As Long As I Can Hold My Breathe (part two)

Musicians:
Harold Budd, John Gibson, James Sitterly, Peter Kent, John Acevedo, Marston Smith, Akira Rabelais


Produced by Harold Budd
Recorded at Architetture in Los Angeles, Orangewood Studios in Mese, Arizona and Metamusic, Los Angeles
Engineering by Scott Fraser, and Braford Ellis
Cover photo by Shinya Fujiwara

- She Is A Phantom
(1994) New Albion na 066 - cd

1. Breathless... I 1.39 - 2. Pantomime 2.56 - 3. The False Attribution 1.37 - 4. Nearly Awakened 6.22 - 5. Tiny Hands, Big Ideas 2.19 - 6. Embolbened/My Dreams Perish 2.21 - 7. A Lazy Smile 2.02 - 8. A Blink And She's Gone 2.12 - 9. We Step Across '45 - 10. Like Perfume 3.27 - 11. Handsome. The Spineless 2.44 - 12. Laurel 2.16 - 13. She's By The Window 2.23 - 14. Angels Alight 2.38 - 15. She Has The Glassy 3.01 - 16. Breathless...II 1.22 - 17. And Then I Alone Am Alone 4.41 - 18. In Delius' Sleep 4.42

Musicians:
Harold Budd, Bob Samarotto, Tom Linker, Jay Johnson, Heather Barringer


Produced by Oliver DiCicco
Recorded live at at Westminster Church, Minneapolis, on November 1993
Engineering by Russ Borud

- By The Dawn's Early Light
(2005) All Saint hncd 1506 - cd

1. Poem: Aztec Hotel - 2. Boy About 10 - 3. Arcadia - 4. Dead Horse Alive With Flies - 5. The Photo Of Santiago McKinn - 6. The Corpse At The Shooting Gallery - 7. Albion Farewell (Homage to Delius, for Gavin Bryars) - 8. Poem: Distant Lights Of Olancha Recede - 9. Down The Slopes To The meadow - 10. She Dances By The Light Of The Sylvery Moon - 11. Blind Bird - 12. Saint's Name Spoken - 13. The Place Of Dead Roads - 14. A Child  In A Sylvan Field - 15. Poems: Boy About 10 - 16. Wings - 17. No Name - 18. Advent

Musicians:
Harold Budd,
Bill Nelson, B.J. Cole, Mabel Wong, Susan Allen


Produced by Harold Budd
Recorded at Kingsway Studio, New Orleans
Engineering by Mark Howard
Cover photo by David Coppenhall

- The Pearl
with Brian Eno
(1984) Eg eged 37 - vinile

1. Late October 4.42 - 2. A Stream With Bright Fish 3.55 - 3. The Silver Ball 3.23 - 4. Against The Sky 4.46 - 5. Lost In The Humming Air 4.02 - 6. Dark-eyed Sister 4.39 - 7. Their Memories 3.52 - 8. The Pearl 3.08 - 9. Foreshadowed 3.47 - 10. An Echo Of Night 2.26 - 11. Still Return 4.19

Musicians:
Brian Eno, Harold Budd

Produced by Brian Eno and Daniel Lanois
Recorded at Bob and Dan Lanois Studio in Canada
Cover by Russell Mills

(...) Ancora una volta l'incanto si compie, la musica dell'ambiente si espande, assorbe l'essere umano in un vortice magico di templi e maree. Harold Budd e Brian Eno dipingono orizzonti nei labirinti onirici della quiete notturna. Note di piano, assemblate in lievissimi marchingegni volanti, vibrano nell'eco inquietante di vaporose correnti elettroniche. I riflessi della perla solcano i fondali, innamorano i giganti oceanici, sorridono abissali dolcezze alle più inquiete iridi umane. La musica e l'anima, e poi l'anima si avvicina alla mente.
Ognuno con sensibilità e colori per dare significato a tutto ciò che non può essere descritto, ma può suscitare reazioni emotive profondissime e affascinanti. Eno e Budd sono impegnati da anni in questo tipo di espressione, eppure i loro brani paiono comparire dal nulla acustico come spettri evanescenti di realtà isolanti, improvvise, irripetibili. La musica della perla è colonna sonora di continue riflessioni; non trascina, ma sospinge e sostiene, culla il ricordo e stimola i processi mentali, i trasporti emotivi, i limpidi slanci di tranquilla introspezione. La perla immobile nel palmo della mano sembra un piccolo mondo lontano: è popolata di affetti, di sconfinate speranze, di angoli bui dimenticati dalla luce e dimenticati della propria esistenza. Piccolo grande mondo, carezzato da ondate di musica indefinita, dolcemente eterna nelle sue metamorfosi di prospettiva e armonia.
Bellissimo disco.
Alessandro Calovolo da Rockerilla n° 50 ottobre 1984

- The Plateaux Of Mirror
with Brian Eno
(1980) Polydor 2335 205 - vinile

1. First Light 6.58 - 2. Steal Away 1.25 - 3. The Plateaux Of Mirror 4.09 - 4. Above Chiangmai 2.44 - 5. An Arc Of Doves 6.22 - 6. Not Yet Remembered 3.48 - 7. The Chill Air 2.09 - 8. Among Fields Of Crystal 3.24 - 9. Wind In Lonely Fences 3.50 - 10. Failing Light 4.32

Musicians:
Brian Eno and Harold Budd

Produced by Brian Eno and J. Peter Schwalm
Cover by Brian Eno

Harold Budd già autore del vol. 10 del catalogo Obscure (The Pavillon Of Dreans) si ripresenta al fedelissimo seguito dell'ambient-people con quest'opera astratta ed articolata sulla variazione di minuscole cellule timbrico-crebrali.
Il titolo si riferisce all'assenza di azione, sostituita dall'evocazione di puri stati d'animo; il mito dell'inconoscibile viene qui ritrovato, liberando necessità interiori di bizzarria mnemonica. Brian Eno illumina il materiale sonoro, sul punto di diventare armonicamente terso e semplificato al massimo, ma non per questo gli fa assumere le tinte del disimpegno.
L'applicazione capillare di metriche invariabili, mai monotone, i veri e propri "ritratti sonori" che già tanto ci avevano affascinato, sono capaci di fondere il rigore ferreo della costruzione razionale con un gusto impessionistico del tutto particolare. La sensualità strutturale, il rincorrersi di segmenti armonici, la stratificazione dell'aggloremanto sonoro, il baluginare improvviso di rapidi disegni fluttuanti, la "naturalità" stessa dei compositori/esecutori, tutto questo serve a constatare una sempre maggiore spaziatura temporale, una calligrafia raffinata e minuziosa, che consente alle preziose sementi ambientali di prosperare ancora a lungo. Gli episodi più significativi: First Light, The Plateaux Of Mirror, An Arc Of Doves, Wind In Lonely Fences.
Maurizio Bianchi da Rockerilla n° 8 novembre 1980

- Translucence
(2003) Metamatic Records medcd 727

1. Subtext - 2. Spoken Roses - 3. Momentary Architecture - 4. Adult - 5. Long Light - 6. A Change In The Weather - 7. Here And Now - 8. Almos Overlooked - 9. Implicit - 10. Raindust - 11. Missing Person - 12. You Again - 13. Sunlit Silhouette - 14. The Other Room - 15. Some Way Through All The Cites - 16. Stepping Sideways - 17. A Delicate Romance - 18. Linger - 19. Curtains Blowing - 20. Weather Patterns - 21. Coming Into Focus - 22. After All This Time - 23. Someone Almost There - 24. Resonat Frequency - 25. Avenue Of Trees - 26. Underwater Flowers - 27. Arriving

Musicians:
Harold Budd, John Fox


Produced by Harold Budd and John Fox
Cover art by John Fox

- La Bella Vista
(2005) Shout Factory sabre 2005 - cd

1. Bell Tower - 2. Campanile - 3. The Rose - 4. Stones - 5. Her Face - 6. Children's Games Beyond Our Reach - 7. The Avenue - 8. Bird Charmer - 9. Other Flowers - 10. Il Leopardo Delle Nevi

Harold Budd solo


Produced by Daniel Lanois and Adam Samuels
Engineering by Greg Calbi
Cover photo by Daniel Lanois

 
- The Moon And The Melodies
 with Cocteau Twins
 (1986) 4AD cad 611 - cd
 
 
1. Sea, Swallow Me - 2. Memory Gongs - 3. Why Do You Love Me? - 4. Eyes Are Mosaixs - 5. She Will Destroy You - 6. The Ghosts Has No Home - 7. Bloody And Blunt - 8. Ooze Out And Away, Onehow
 
 
Musicians:
 Harold Budd, Elizabeth Frazer, Saimon Raymonde, Robin Guthrie,
Richard Thomas
 
Produced by Cocteau Twins and Harold Budd
 
 
I Cocteau Twins tengono a far sapere al proprio pubblico che l'album in questione non è da considerarsi un lavoro da inserire nella discografia che porta loro nome, quanto piuttosto una collaborazione che ha condotto a determinati risultati vinilici, non è un caso che, in copertina siano riportati i loro nomi per esteso dopo quello di Budd, come se i tre volessero disfarsi da un legame fattosi, per questa occasione, troppo vincolante; però, detto francamente, ad ascolto del disco ultimato, le precisazioni di Elizabeth e Robin paiono più che altro delle "questioni burocratiche" che si preferisce non lasciare in sospeso. E' infatti immediata la consapevolezza di essere al loro cospetto, vale a dire che è inconfondibile non soltanto il canto della Frazer, la qual cosa può apparire anche ovvia, ma pure le melodie che fuoriescono dai solchi del disco, come sempre delicate ed avvolgenti; le atmosfere, ritratte al solito nei loro imprecisi tratti chiaroscurali; la costruzione stessa dei brani, che tipicamente si aprono improvvisi ed emozionante ariosità dimentichi, quasi, della loro soffusa intimità. Non è quindi un reale ibrido, nel senso positivo del termine, quello che scaturisce da The Moon And The Melodies, un ibrido che vedrebbe cioè una più stretta connessione musicale ed una più evidente ingerenza artistica, biunivoca chiaramente, tra i diversi personaggi in questione. Quanto detto resta una semplice constatazione di fatto, che se da una parte vuole asserire o ipotizzare la possibilità, affatto accertata, di un diverso risultato finale attestante una più completa compenetrazione di talenti, dall'altra prescinde categoricamente da qualsiasi giudizio riguardante l'opera, cui invece si appresta ora.
 L'album comprende otto episodi, suddivisi equamente tra strumentali e non, tutti di rara bellezza, e, credetemi, non sono parole di una fanatica, perchè la peculiarità dei Cocteau Twins, continueremo a chiamarli in questo modo per comodità, non è quella di sbalordire l'ascoltatore con il continuo rinnovamento della propria ispirazione, quanto invece di prospettarla da diverse angolature, calibrandone i cambi cromatici attraverso lente sfumature piuttosto che non stacchi netti di tonalità decise. Vien spontaneo, come dicevo poc'anzi, parlare di "inserimento" delle tastiere di Harold Budd, dei suoi emozionanti fraseggi pianistici, nel sound dei Cocteau Twins, e questo oltre ad un vero intendimento dell'opera porta anche ad un essenziale arricchimento della musicalità e della rarefatta calma a cui il nostro orecchio è ormai avezzo, e che trova la celebrazione di questo connubio in brani cantati come Sea, Swollow Me, mentre in strumentali come Memory Gongs viene accentuato, con ottimi risutati, la concentrazione solitaria di Budd orientata verso musiche d'atmosfera. Altre componenti vengono comunque a far parte di quest'ultimo album, contribuendo tangibilmente al suo responso positivo, in primis l'uso della voce di Elizabeth sempre più ardito ed in diverse occasioni sovrainciso e sdoppiato come si stesse sognando di sognare (molto bella sotto questo punto di vista Eyes Are Mosaics), e in secondo luogo l'inserimento in un paio di brani del sax di Richard Thomas (Dif Juz) che si fonde perfettamente con le atmosfere affrontate dai Cocteau Twins ma sopratutto da Budd, valorizzandole, se possibile, ancor più. Pare proprio un gioco fantastico, di quelli che eravamo solito fare da piccoli quando ancora esisteva il mondo delle fiabe; ora non ne conosciamo più le regole, completamente scordate negli anni trascorsi, ma forse... se solo ci fosse uno spicchio di luna ed una dolce melodia...
 
Clara Cortellazzi da Buscadero n° 65 dicembre 1986

- A Song For Lost Blossoms
with Clive Wright
(2000) Darla 198 -cd

1. Pensive Aphrodite 32.15 - 2. A Song From Lost Blossom 4.39 - 3. Forever Hold My Breath 9.51 - 4. At This Moment 6.44 - 5. Of Many Mirrors 4.22 - 6. The Saint Of Whisper 9.45 - 7. Blind Flowers 7.02

Musicians:
Harold Budd, Clive Wright, Anna LaCazio


Produced by Clive Wright
Recorded and mixed by Clive Wright at Desert Sky Studio, Joshua Tree California (USA)
Cover art by Billy Al Bengston

- Winter Garden
(2011) Rare Noise  021 cd

1. Don't Go Where I Can't Find You - 2. Losing My Breath - 3. Winter Garden - 4. Entagled - 5. Harmony And The Play Of Light - 6. Heavy Heart Some More - 7. White Ceramic - 8. Stay With Me - 9. South Of Heaven - 10. Dream On

Musicians:
Harold Budd, Robin Guthrie, Eraldo Bernocchi


Recorded by Eraldo Bernocchi, Sandro Ferrini and Francesco Landucci
Cover photo by Petulia Mattioli

-Bordeaux
(2011) Darla drl 244 - cd

1. Gaze - 2. Deva C - 3. The names Of Those Never Here - 4. So Many Short Years Ago - 5. The Belles Of Saint Andrew - 6. Radiant City - 7. L'Aventure - 8. Sliling Apart - 9. Southern Shore

Musicians:
Harold Budd, Robin Guthrie


Produced by Robin Guthrie
Engineering by Ken Kato
Recorded
at Studio Berduquet, Cènac, France on the Summer 2010