Harold Budd
album in
pagina
- Abandoned
Cities
- Lovely
Thunder
(with
Cocteau Twins)
- The
Pavillion Of Dreams
- The
White Arcades
- Avalon
Sutra
- She
Is A Phantom
(with Zeitgeist)
- By The
Dawn's Early Light
- The
Pearl
(with
Brian Eno)
- The Plateaux
Of Mirror
(with
Brian Eno)
- Translucence
(with John Fox)
- La
Bella Vista
- The
Moon And The Melodies
(with Cocteau Twins)
-
A Song For Lost Blossoms
(with
Clive Wright)
-
Winter Garden
(with
Eraldo Bernocchi and Robin Guthrie)
-
Bordeaux (with Robin Guthrie)
collabora
in:
- Unlimited Ambient
(AAVV)
- Marco Polo
- Marco Polo vol. II
(Nicola Alesini)
- Music For Film III
(Brian Eno)
- Live In Corcert
(Jah Wobble)
- Chansons Des Mers Froides
- Glyph
- L'Absence
(Hector Zazou)
Harold Budd (nato a Los
Angeles nel 1936) condusse per anni ricerche sulla qualità grafica della
musica (un brano si giudica dalla bellezza del suo spartito), sulla
possibilità di comporre musiche modulari (brani che possono essere usati
in qualsiasi ordine e combinazione) e sulla gestualità più radicale
(brani che consistono semplicemente nella sequenza di azioni che
l'esecutore deve compiere). Una delle sue prime composizioni,
Intermission Piece,
è da suonarsi in maniera del tutto casuale ma sopratutto "in assenza di
pubblico"!
Benchè fosse dal 1969 uno dei principali ricercatori al California
Institute Of Arts, trovò soltanto in Inghilterra, nove anni dopo, alla
corte di Brian Eno, l'occasione per emergere. La sua musica, dedicata a
"padiglioni di sogni" (titolo della prima raccolta) e a "vassoi di
specchio" (titolo dell'album in coppia con Eno che lo rivela), è
vellutata ed eterea, aritmica e ripetitiva, intessuta di fili sonanti,
di vibrazioni impercettibili e di tintinnii minimi.
La cartilagine di Bismilahi Praham
Brahim (su
The Pavillon Of Dreams,
che raccoglie musiche dei primi anni '70), ispirata a un motto del
Corano e orchestrata per il sassofono di Marion Brown, è una vertigine
nel nulla: un gorgo lento e fioco inghiotte le note estatiche del
sassofono, le tempere del pianoforte, i rintocchi dell'arpa, i bisbigli
delle marimba. E' una musica mistica e crepuscolare, per certi versi
avvicinabile alla liturgia tibetana, ma altrettanto radicata nella
tradizione del free-jazz più mistico (John Coltrane, Pharoah Sanders).
Sogni e specchi sono gli elementi di cui è costituita la materia del suo
universo.
A loro volta i brevi aforismi che inzuccherano i suoi dischi sono
scrupolosi appunti per il grande progetto "ambientale" di Eno, mistici e
introversi ralenti che annullano ogni emozione. Si trattadi moderni
madrigali, come Budd stesso li aveva definiti ai tempi di
Madrigal Of The Rose
Angel e
Madrigals,
entrambi per mezzo soprano, pianoforte e arpa, entrambi lenti e
ineffabili respiri mentali.
La sonata per pianoforte di Children On
The Hill resterà uno dei capolavori
dell'avanguardia minimale e ambientale, quasi un carillon straniato
d'altri tempi, colonna sonora per tristi serate autunnali. Questa musica
tonale, melodica, è la versione laica del minimalismo di LaMonte Young.
Dopo un'altra galleria di acquarelli ambientali e onirici in
collaborazione con Brian Eno, Pearl,
nella suite elettronica Dark Star
Budd abbandona l'approcio epigrammatico e lezioso a favore di una suite
drammatica, oppressiva e pantagruelica, risonante sulle armonie più cupe
e minacciose della sua carriera, una sorta di ronzio mantrico
ininterrotto con la suspance di un thriller, doppiata dall'angoscia
apocalittica di Abandoned Cities,
vibrazione subsonica che somiglia al lento salmo di un organo a canne.
Sono brani in cui l'idea di fondo viene estremamente dilatata, come per
tendere all'accordo perpetuo che costituisce, secondo diversi popoli
orientali, il fine ultimo dell'universo.
Dopo aver registrato con Elizabeth Frazer e Robin Guthrie dei Cocteau
Twins il The Moon And The Melodies,
sul quale sciorina alcune delle sue atmosfere estatiche e cristalline (Ghost
Has No Home,
Memory Gongs),
Budd approda sull'album Lovely Thunder
a un sound più grigio e pessimista con
Flowered Knife Shadown (nuova versione
di Ghost Has No Home),
vertigine oscura e deforme di pianismo diffratto, e
Gypsy Violin,
estetica e solenne, glaciale e tenebroso, requiem fermato sulla nota più
tragica del coro e perturbato da struggenti e desolate melodie di
violino.
L'evoluzione naturale della musica delicata e impalpabile di Budd è
verso il sound lento e maestoso della new age, come confermano anche gli
acquarelli cosmico-ambientali dell'album
White Arcades:
The Child With A Lion,
cornucopia di struggenti melodie, e la title-track, vellutata e
luminosa.
Le opere degli anni '90 ripiegano su schemi sempre più elementari,
dimostrando una certa carenza di idee:
By The Dawn's Early Light tenta di
riscaldare l'atmosfera con interventi alla chitarra,
She Is A Phantom
tenta di rinnovare il sound aggiungendo un ensamble (clarinetti,
tastiere e percussioni), ed entrambi comprendono stucchevoli brani di
poesia letti da Budd stesso. Non è neppure chiaro quale sia
l'esperimento tentato in Music For 3
Pianos.
Through The Hill si avvale degli
arrangiamenti eccentrici di Partridge degli XTC.
La musica di Budd, fatta di riverberi infiniti e di apparizioni fugaci,
ora liriche ora lugubri, tesse una filigrana ineffabile di piccoli suoni
elementari. Budd discretizza il minialismo fino a renderne vano il
processo di costruzione graduale del suono. fino a dissolverne
l'alchimia dei timbri in un flusso amorfo di vibrazioni. Budd non è più
riuscito, però, a ripetere la tenera rarefazione di
Bismillahi Prahmani Brahim,
nè la lirica cantabilità di Children On
The Hill, ed è man mano affondato nel
grigio torpore di Dark Star,
Abandoned Cities
e Gypsy Violin,
a tentare di umanizzare l'onda immane di LaMonte Young.
Gli onirici, languidi, luccicanti vagiti melodici che sono diventati il
suo marchio di fabbrica sono anche diventati lo stereotipo della musica
"ambientale". Dell'invenzione originale di Eno è rimasto ben pco, e quel
poco che è rimasto è tutto nella musica di Budd.
Piero Scaruffi
da:
Enciclopedia della Musica New Age,
Eletronica, etc
ed. Arcana 1996
|
- Abandoned Cities
(1983) Cryonic mad 3015 - vinile
1. Dark Star 19.45 - 2. Abandoned Cities 23.00
Musicians:
Harold Budd, Eugene Bowen
Produced by Harold Budd
Recorded and mixed at The Old Rugged Cross and Polema
Studios
Cover photo by Matthew Budd
Budd è
assurto a notorietà per le sue collaborazioni con Eno (per
la Obscure con The Pavillon Of Dreams
e l'ambient The Plateaux Of Mirror;
uscito in questi giorni il sognante The Pearl sempre in
compagnia di Eno e Lanois); ma Budd è anche il titolare
di uno splendido ep, poco conosciuto e di recente
ristampato, intitolato The Serpent In
Quicksilver; esce poi in questi giorni Abandoned
Cities.
Dimenticate per un momento le ovattate e sognanti
atmosfere delle collaborazioni eniane: in questo 'Lp per
la Cryonic Records si narra la storia di due lunghe
suites. Dark Star e,
per l'appunto Abandoned Cities:
la prima facciata, quella stellare, è un incandescente
magma di tensione, un percorso impervio ma stimolante con
molte citazioni minimali: prevale l'organo, il
sintetizzatore, il famoso rumore bianco.
E' con la seconda facciata che Budd trova però la
perfetta carburazione, collega qualche marchingegno al
suo piano e ci conduce per mano in questi desertici e
nucleari conglomerati urbani, grigi come il rigoroso
palazzo che domina angosciante sulla cover del disco.
Frasi ripetute e rallentate creano falsi movimenti e
prospettive stimolanti; uguali e in ogni caso diversi gli
edifici dell'immaginaria città abbandonata si susseguono
con tristezza e dolcezza.
Vi ricordate l'affondamento del Titanic di Gavin Bryars?
Sembrava di palparla quell'incredibile tristezza emanata
dalle note di quel motivo ripetuto con estraniante
bellezza; anche qui succede la medesima cosa, con un
distinguo: in quel frangente la vita veniva meno a poco a
poco, man mano che la nave affondava; qui tutto è già
morto e si prosegue per architetture simili alla ricerca,
romantica, del superstite.
E' questo procedere di tristezza e di speranza che
caratterizza l'ultima prova di Budd, dominatore di mondi,
dalle stelle nere alla terra ormai abbandonata, alla
ricerca di prospettive eterne ed eteree che nè meteo nè
qualsiasi altro satellite possono individuare.
Francesco
Paladino da Buscadero n° 41 ottobre 1984
- Lovely Thunder
(1986) EG Records eged 46 - vinile
1. The Gungighter 3.10 - 2. Sandtreader 5.28 - 3. Ice Floes In Eden 3.20 - 4. Olancha Farewell 2.15 - 5. Flowered Knife Shadow
Raymonde (for
Simon) 7.11 -
6. Gipsy Violin 20.45
Musicians:
Harold Budd and Cocteau Twins
Produced by Harold Budd and Michael
Hoening
Recorded and mixed at The Metamusic, Los Angeles
Cover photo by David Buckland
- The Pavillion Of Dreams
(1978) Eg eged 30 - vinile
1. Bismillahi 'Prahman 'Brahim
- 2. Two Songs - 3. Madrigals Of The Rose Angel
- 4. Juno
Musicians:
Harold Budd, Marion Bronw, Maggie Thomas, Richard Bernas,
Gavin Bryars, Jo Julian, Michael Nyman,
John White, Howard Rees, Lynda Richardson, Nigel Shipway,
Margaret Cable, Lesley Reid, Ursula Connors, Alison
McGregor, Muriel Dickinson, Brian Eno
Produced by Brian Eno
Recorded at Basic Street Studios, on November 1976
Engineered by Rhett Davis
- The White Arcades
(1988) Opal 925 766 - vinile
1. The White Arcades - 2. Balthus Bemused By Color - 3. The Child With A Lion - 4. The Real Dream Of Sails - 5. Algebra Of Darkness - 6. Totems Of The Red-Sleeved
Warrior -
7. The
Room - 8. Coyote - 9. The Kiss
Harold Budd solo
Produced by Harold Budd
Recorded Palladium, Edimburg on June - December 1987
Engineering by Keith Mitchell, Robin Guthrie, Lincoln
Fong, Brian Eno
Cover photo by David Buckland
- Avalon Sutra
(2004) Samandhisound ss 004 - cd
1. Arabesque
Three - 2.
It's Steeper Near The Roses (for
David Sylvian) - 3. L'Enfant
Perdu - 4.
Chrysalis Nu (to Barney's Memory)
- 5. Three Faces West (Billy
Al Bengston's) - 6. Arabesque
Two - 7.
Little Heart - 8.
How Vacantly You Stare At Me -
9. A Walk In The Park With Nancy
(in memory) - 10. Rue
Casmir Delavigne (for Daniel
Lentz) - 11. Arabesque One -
12. Porcelain Ginger -
13. Faraon -
14. As Long As I Can Hold My
Breath - 15.
As Long As I Can Hold My Breathe (part
two)
Musicians:
Harold Budd, John Gibson, James Sitterly, Peter Kent, John Acevedo,
Marston Smith, Akira Rabelais
Produced by Harold Budd
Recorded at Architetture in Los Angeles, Orangewood Studios in Mese,
Arizona and Metamusic, Los Angeles
Engineering by Scott Fraser, and Braford Ellis
Cover photo by Shinya Fujiwara
- She Is A Phantom
(1994) New Albion na 066 - cd
1. Breathless...
I 1.39 - 2.
Pantomime 2.56 - 3. The
False Attribution 1.37 - 4.
Nearly Awakened 6.22 - 5.
Tiny Hands, Big Ideas 2.19 - 6.
Embolbened/My Dreams Perish 2.21
- 7. A Lazy Smile 2.02
- 8. A Blink And She's Gone 2.12
- 9. We Step Across '45
- 10. Like Perfume 3.27
- 11. Handsome. The Spineless 2.44
- 12. Laurel 2.16
- 13. She's By The Window 2.23
- 14. Angels Alight 2.38
- 15. She Has The Glassy 3.01
- 16. Breathless...II 1.22
- 17. And Then I Alone Am Alone 4.41
- 18. In Delius' Sleep 4.42
Musicians:
Harold Budd, Bob Samarotto, Tom Linker, Jay Johnson, Heather Barringer
Produced by Oliver DiCicco
Recorded live at at Westminster Church, Minneapolis, on November 1993
Engineering by Russ Borud
- By The Dawn's Early Light
(2005) All Saint hncd 1506 - cd
1. Poem:
Aztec Hotel - 2.
Boy About 10 - 3.
Arcadia - 4.
Dead Horse Alive With Flies - 5.
The Photo Of Santiago McKinn -
6. The Corpse At The Shooting
Gallery - 7.
Albion Farewell (Homage to
Delius, for Gavin Bryars) - 8.
Poem: Distant Lights Of Olancha Recede -
9. Down The Slopes To The meadow
- 10. She Dances By The Light Of
The Sylvery Moon - 11.
Blind Bird - 12.
Saint's Name Spoken - 13.
The Place Of Dead Roads - 14.
A Child In A Sylvan Field -
15. Poems: Boy About 10 -
16. Wings -
17. No Name -
18. Advent
Musicians:
Harold Budd, Bill Nelson, B.J. Cole, Mabel Wong, Susan Allen
Produced by Harold Budd
Recorded at Kingsway Studio, New Orleans
Engineering by Mark Howard
Cover photo by David Coppenhall
-
The Pearl
with Brian Eno
(1984) Eg eged 37 - vinile
1.
Late October 4.42 - 2.
A Stream With Bright Fish 3.55 -
3. The Silver Ball 3.23
- 4. Against The Sky 4.46
- 5. Lost In The Humming Air 4.02
- 6. Dark-eyed Sister 4.39
- 7. Their Memories 3.52
- 8. The Pearl 3.08
- 9. Foreshadowed 3.47
- 10. An Echo Of Night 2.26
- 11. Still Return 4.19
Musicians:
Brian Eno, Harold Budd
Produced by Brian Eno and Daniel Lanois
Recorded at Bob and Dan Lanois Studio in Canada
Cover by Russell Mills
(...) Ancora una volta l'incanto
si compie, la musica dell'ambiente si espande, assorbe l'essere umano
in un vortice magico di templi e maree. Harold Budd e Brian Eno
dipingono orizzonti nei labirinti onirici della quiete notturna. Note
di piano, assemblate in lievissimi marchingegni volanti, vibrano
nell'eco inquietante di vaporose correnti elettroniche. I riflessi
della perla solcano i fondali, innamorano i giganti oceanici,
sorridono abissali dolcezze alle più inquiete iridi umane. La musica
e l'anima, e poi l'anima si avvicina alla mente.
Ognuno con sensibilità e colori per dare significato a tutto ciò che
non può essere descritto, ma può suscitare reazioni emotive
profondissime e affascinanti. Eno e Budd sono impegnati da anni in
questo tipo di espressione, eppure i loro brani paiono comparire dal
nulla acustico come spettri evanescenti di realtà isolanti,
improvvise, irripetibili. La musica della perla è colonna sonora di
continue riflessioni; non trascina, ma sospinge e sostiene, culla il
ricordo e stimola i processi mentali, i trasporti emotivi, i limpidi
slanci di tranquilla introspezione. La perla immobile nel palmo della
mano sembra un piccolo mondo lontano: è popolata di affetti, di
sconfinate speranze, di angoli bui dimenticati dalla luce e
dimenticati della propria esistenza. Piccolo grande mondo, carezzato
da ondate di musica indefinita, dolcemente eterna nelle sue
metamorfosi di prospettiva e armonia.
Bellissimo disco.
Alessandro Calovolo
da Rockerilla n° 50 ottobre 1984
-
The Plateaux Of Mirror
with Brian Eno
(1980) Polydor 2335 205 - vinile
1.
First Light 6.58 - 2.
Steal Away 1.25 - 3.
The Plateaux Of Mirror 4.09 - 4.
Above Chiangmai 2.44 - 5. An
Arc Of Doves 6.22 - 6.
Not Yet Remembered 3.48 - 7.
The Chill Air 2.09 - 8.
Among Fields Of Crystal 3.24 -
9. Wind In Lonely Fences 3.50
- 10. Failing Light 4.32
Musicians:
Brian Eno and Harold Budd
Produced by Brian Eno and J. Peter Schwalm
Cover by Brian Eno
Harold Budd già autore del vol.
10 del catalogo Obscure (The Pavillon Of Dreans) si
ripresenta al fedelissimo seguito dell'ambient-people con quest'opera
astratta ed articolata sulla variazione di minuscole cellule
timbrico-crebrali.
Il titolo si riferisce all'assenza di azione, sostituita
dall'evocazione di puri stati d'animo; il mito dell'inconoscibile
viene qui ritrovato, liberando necessità interiori di bizzarria
mnemonica. Brian Eno illumina il materiale sonoro, sul punto di
diventare armonicamente terso e semplificato al massimo, ma non per
questo gli fa assumere le tinte del disimpegno.
L'applicazione capillare di metriche invariabili, mai monotone, i veri
e propri "ritratti sonori" che già tanto ci avevano
affascinato, sono capaci di fondere il rigore ferreo della costruzione
razionale con un gusto impessionistico del tutto particolare. La
sensualità strutturale, il rincorrersi di segmenti armonici, la
stratificazione dell'aggloremanto sonoro, il baluginare improvviso di
rapidi disegni fluttuanti, la "naturalità" stessa dei
compositori/esecutori, tutto questo serve a constatare una sempre
maggiore spaziatura temporale, una calligrafia raffinata e minuziosa,
che consente alle preziose sementi ambientali di prosperare ancora a
lungo. Gli episodi più significativi: First Light, The
Plateaux Of Mirror, An Arc Of Doves, Wind
In Lonely Fences.
Maurizio Bianchi
da Rockerilla n° 8 novembre 1980
- Translucence
(2003) Metamatic Records medcd 727
1. Subtext
- 2.
Spoken Roses - 3.
Momentary Architecture - 4.
Adult - 5.
Long Light - 6.
A Change In The Weather - 7.
Here And Now - 8.
Almos Overlooked - 9.
Implicit - 10.
Raindust - 11. Missing
Person - 12.
You Again - 13.
Sunlit Silhouette - 14.
The Other Room - 15.
Some Way Through All The Cites -
16. Stepping Sideways -
17. A Delicate Romance -
18. Linger -
19. Curtains Blowing -
20. Weather Patterns -
21. Coming Into Focus -
22. After All This Time -
23. Someone Almost There -
24. Resonat Frequency -
25. Avenue Of Trees -
26. Underwater Flowers
- 27. Arriving
Musicians:
Harold Budd, John Fox
Produced by Harold Budd and John Fox
Cover art by John Fox
- La Bella Vista
(2005) Shout Factory sabre 2005 - cd
1. Bell
Tower - 2.
Campanile - 3.
The Rose - 4.
Stones - 5.
Her Face - 6.
Children's Games Beyond Our Reach -
7. The Avenue -
8. Bird Charmer -
9. Other Flowers -
10. Il Leopardo Delle Nevi
Harold Budd solo
Produced by Daniel Lanois and Adam Samuels
Engineering by Greg Calbi
Cover photo by Daniel Lanois
- The Moon And The Melodies
with Cocteau Twins
(1986) 4AD cad 611 - cd
1.
Sea, Swallow Me - 2.
Memory Gongs - 3.
Why Do You Love Me? - 4.
Eyes Are Mosaixs - 5.
She Will Destroy You - 6.
The Ghosts Has No Home -
7. Bloody And Blunt
- 8.
Ooze Out And Away, Onehow
Musicians:
Harold Budd, Elizabeth Frazer, Saimon Raymonde,
Robin Guthrie,
Richard Thomas
Produced by Cocteau Twins and Harold Budd
I Cocteau Twins tengono
a far sapere al proprio pubblico che l'album in questione non è da
considerarsi un lavoro da inserire nella discografia che porta loro
nome, quanto piuttosto una collaborazione che ha condotto a determinati
risultati vinilici, non è un caso che, in copertina siano riportati i
loro nomi per esteso dopo quello di Budd, come se i tre volessero
disfarsi da un legame fattosi, per questa occasione, troppo vincolante;
però, detto francamente, ad ascolto del disco ultimato, le precisazioni
di Elizabeth e Robin paiono più che altro delle "questioni burocratiche"
che si preferisce non lasciare in sospeso. E' infatti immediata la
consapevolezza di essere al loro cospetto, vale a dire che è
inconfondibile non soltanto il canto della Frazer, la qual cosa può
apparire anche ovvia, ma pure le melodie che fuoriescono dai solchi del
disco, come sempre delicate ed avvolgenti; le atmosfere, ritratte al
solito nei loro imprecisi tratti chiaroscurali; la costruzione stessa
dei brani, che tipicamente si aprono improvvisi ed emozionante ariosità
dimentichi, quasi, della loro soffusa intimità. Non è quindi un reale
ibrido, nel senso positivo del termine, quello che scaturisce da
The Moon And The Melodies, un ibrido che vedrebbe cioè una più
stretta connessione musicale ed una più evidente ingerenza artistica,
biunivoca chiaramente, tra i diversi personaggi in questione. Quanto
detto resta una semplice constatazione di fatto, che se da una parte
vuole asserire o ipotizzare la possibilità, affatto accertata, di un
diverso risultato finale attestante una più completa compenetrazione di
talenti, dall'altra prescinde categoricamente da qualsiasi giudizio
riguardante l'opera, cui invece si appresta ora.
L'album comprende otto episodi, suddivisi equamente tra strumentali e
non, tutti di rara bellezza, e, credetemi, non sono parole di una
fanatica, perchè la peculiarità dei Cocteau Twins, continueremo a
chiamarli in questo modo per comodità, non è quella di sbalordire
l'ascoltatore con il continuo rinnovamento della propria ispirazione,
quanto invece di prospettarla da diverse angolature, calibrandone i
cambi cromatici attraverso lente sfumature piuttosto che non stacchi
netti di tonalità decise. Vien spontaneo, come dicevo poc'anzi, parlare
di "inserimento" delle tastiere di Harold Budd, dei suoi emozionanti
fraseggi pianistici, nel sound dei Cocteau Twins, e questo oltre ad un
vero intendimento dell'opera porta anche ad un essenziale arricchimento
della musicalità e della rarefatta calma a cui il nostro orecchio è
ormai avezzo, e che trova la celebrazione di questo connubio in brani
cantati come Sea, Swollow Me, mentre in strumentali
come Memory Gongs viene accentuato, con ottimi risutati,
la concentrazione solitaria di Budd orientata verso musiche d'atmosfera.
Altre componenti vengono comunque a far parte di quest'ultimo album,
contribuendo tangibilmente al suo responso positivo, in primis l'uso
della voce di Elizabeth sempre più ardito ed in diverse occasioni
sovrainciso e sdoppiato come si stesse sognando di sognare (molto bella
sotto questo punto di vista Eyes Are Mosaics), e in
secondo luogo l'inserimento in un paio di brani del sax di Richard
Thomas (Dif Juz) che si fonde perfettamente con le atmosfere affrontate
dai Cocteau Twins ma sopratutto da Budd, valorizzandole, se possibile,
ancor più. Pare proprio un gioco fantastico, di quelli che eravamo
solito fare da piccoli quando ancora esisteva il mondo delle fiabe; ora
non ne conosciamo più le regole, completamente scordate negli anni
trascorsi, ma forse... se solo ci fosse uno spicchio di luna ed una
dolce melodia...
Clara
Cortellazzi da
Buscadero n° 65 dicembre 1986
- A Song For Lost Blossoms
with
Clive Wright
(2000) Darla 198 -cd
1. Pensive Aphrodite
32.15 - 2. A Song From Lost Blossom
4.39 - 3. Forever Hold My Breath
9.51 - 4. At This Moment
6.44 - 5. Of Many Mirrors
4.22 - 6. The Saint Of Whisper
9.45 - 7. Blind Flowers
7.02
Musicians:
Harold Budd, Clive Wright, Anna LaCazio
Produced by Clive Wright
Recorded and mixed by Clive Wright at Desert Sky Studio, Joshua Tree
California (USA)
Cover art by Billy Al Bengston
- Winter Garden
(2011) Rare Noise 021 cd
1. Don't Go Where I Can't Find You
- 2. Losing My Breath
- 3. Winter Garden
- 4. Entagled
- 5. Harmony And The Play Of Light
- 6. Heavy Heart Some More
- 7. White Ceramic
- 8. Stay With Me
- 9. South Of Heaven
- 10. Dream On
Musicians:
Harold Budd, Robin Guthrie, Eraldo Bernocchi
Recorded by Eraldo Bernocchi, Sandro Ferrini and Francesco Landucci
Cover photo by Petulia Mattioli
-Bordeaux
(2011) Darla drl 244 - cd
1. Gaze
- 2. Deva C - 3. The names Of Those Never Here
- 4. So Many Short Years Ago
- 5. The Belles Of Saint Andrew
- 6. Radiant City
- 7. L'Aventure
- 8. Sliling Apart
- 9. Southern Shore
Musicians:
Harold Budd, Robin Guthrie
Produced by Robin Guthrie
Engineering by Ken Kato
Recorded at Studio
Berduquet, Cènac, France on the Summer 2010
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