Hector Zazou
(1948 - 2008)
album
in pagina:
- Sahara
Blue
- Strong
Currents
- Geologies
- Lights
In The Dark
- Geographies
- 12,
Las Vegas Is Cursed
(with
Sandy
Dillon)
- L'Absence
- Made
On Earth
(with Barbara Gogan)
- Chansons
Des Mers Froides
- Glyph
(with Harold Budd)
- Corps
Electriques
- In The
House Of Mirrors
- Oriental
Night Fever
- The Arch (with
Eva Quartet)
-
Reivaxau Au Bongo
collabora
in:
- Out Of Tuva
(Sainkho Namchylak)
Hector Zazou, compositore francese nato nel '48
e morto un anno fa, è ricordato sopratutto per la sua attività
nell'ambito della contaminazione del pop moderno con la musica etnica
(ricordiamo in particolare album come Noir & Blanc, Sahara Blue e Chansons Des Mares Froid.
Prima di scoprire e affinare questo stile, che finì per dargli un
consistente successo di pubblico dalla metà degli anni '80, Zazou
aveva già mostrato un certo talento di sperimentazione musicale, in
particolare con gli ZNR, duo che formava con Joseph Racaille e che
diede vita a due splendidi dischi, Barricades 3 e Traitè De Mècanique Populaire, prodotti di delicatisssima avanguardia
acustica che sarebbero poi stati ristampati dalla Recomended nel
decennio successivo.
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- Sahara Blue
(1992) Crammed MTM 32 - cd
1. I'll Strangle You 5.10 - 2. First Evening 6.29 - 3. Ophelie 6.19 - 4. Lines 3.31 - 5. Youth 5.29 - 6. Hapolot Kenym 4.57 - 7. Hunger 4.36 - 8. Sahara Blue 6.05 - 9. Amdyaz 5.31 - 10. Black Stream 4.00 - 11. Harar Et Les Gallas 4.26 - 12. Lettre Au Directour Des
Messageries Maritimes 4.41
Musicians:
Hector Zazou, Ryuichi Sakamoto, Samy Birnbach, Nabil
Khalidi, Renault Pion, Tim Simenon, Guy Sigworth, Sussan Deyhim, John Cale, Vincent Kenis, Lightwave,
Malka Spigel, Kent Condon, Steve Shehan, Gerard
Depardieu, Denis Moulin, Christian Lechevretel, Richard
Bohringer, Barbara Louise Gogan, Elisabeth Valetti, Yuka
Fujii, Dominique Dalcan, Gilles Martin, Khaled, Anneli
Drecker, Kenji Jammer, Bill Laswell, Daniel Yvenec, Keith
Leblanc, Katema Mekonn, Lisa Gerrard, Brendan Perry, David Sylvian
Produced by Hector Zazou
Hector Zazou viaggia sull'onda dei progetti multimediali
e poliespressivi, un po' come Hal Willner per altri versi
si è impegnato in opere monotematiche affidate a grandi
interpreti.
Fortemente implicato nel conio di nuove sonorità
"miscellaneous", ha raggiunto, da abile ed
arguto ricercatore, le mete geografico-culturali più
nascoste, come nel recente ottimo Les
Nouvelles Polyphonies Corses o come nei
precedenti Geographies
e Geologies.
Zazou ha poi caratterizzato l'area dell'avanguardia per
idee e prodotti spericolati, abrasivi e volutamente
contradditori (caotico-organici), come in Barricade
3 con il gruppo ZNR. Stavolta sono i
versi di Arthur Rimbaud a sollecitare le voglie del
"designer acustico", mago e sciamano
dell'elettronica.
Il titolo "Blu come il Sahara" deriva
dall'omonima poesia di Rimbaud, un'accecante
allucinazione in cui accostava il deserto (blu) alla
città di Bruxelles! E lo stesso clima di visione/incubo
e di translazione da realtà oggettiva a egotrip pervade
il grande mosaico tessellato da Zazou. Questi si è
riservato il ruolo principale del conduttore,
coordinatore e produttore di un cast eccellente di
narratori, cantori e musicisti, allertati e coinvolti
dalla texture tra i racconti del poeta
"visionario" e la follia generatrice del
funambolico maghrebino.
Sakamoto, Cale, Sylvian, Laswell, Khaled, Sussan Deyhim,
Depardieu e tanti altri si alternano in questo colossale
e ben cucito "patchwork", interpretando
ciascuno il copione ad essi più congeniale.
Il simbolismo decadente dell'opera letteraria -
presentata in stralci ed in vari idiomi linguistici -
viene ad essere la chiave più attraente e seducente di
lettura del testo musicato, con variabili calibrate a
misura di persona. I tratti genetici si esasperano nella
vena "dark" e spettrale di taluni interventi,
calati in atmosfere da cinema "noir", in
contesti dove lo stesso Tom Waits farebbe fatica a
chiedere una birra...
La varietà di segmenti e frammenti musicali e la
etereogeneità degli apporti individuali - ed è
principalmente il pregio dell'intero prodotto - non
impediscono un perfetto lavoro di editing e l'ordito
complessivo risulta saldamente unitario.
Patrizio
Visco da
Hi Folks n° 59 maggio/giugno 1993
- Strong Currents
(2003) Materiali Sonori MASO 90134 - cd
1. Into Your Dreams (H. Zazou) '53 - 2. Mmmh (Hynes/Zazou) 6.49 - 3. Beauty (Hynes/Zazou) 4.40 - 4. In The Middle Of The Night (Carson/Zazou) - 5. Let It Blow (Stow/Zazou) 4.09 - 6. Under My Wings (Hynes/Zazou) 5.17 - 7. The Freeze (Lavelle/Zazou) 4.35 - 8. Remember (H. Zazou) 5.52 - 9. Is This (Moletta/Zazou) 4.01 - 10. Indiana Moon (Germano/Zazou) 4.47 - 11. Morning (Hitchcock/Zazou) 5.25 - 12.
Ocean Of
Sound (H.
Zazou) 1.28 - 13. Blue (Grandi/Zazou) 3.07
Musicians:
Hector Zazou, Ryuichi Sakamoto, Laurie Anderson, Melanie Gabriel, Jane
Birkin, Lori Carson, Emma Stow, Nina Hynes, Caroline
Lavelle, Sarah-Jane Morris, Catherine Russell, Lisa
Germano, Nicola Hitchock, Irene Grandi, Stefano Bollani,
Mathias Desmiers, Lone Kent, Dennis Rea, Pierre Chaze,
David Coulter, Orio Odori, Renaud Pion, Marisa Rossi,
Carlos Nunez, Marco Bardi, Carlo Bardi, David Macinai,
Bill Rieflin, Vieri Bugli, Marcello Puliti, Damiano
Puliti, Jacques de Rignancourt
Produced by Hector Zazou
Ogni nuona uscita discografica
di Hector Zazou ci suggerisce l'idea di un universo parallelo segreto,
invisibile ai più, "proibito". E allo stesso modo di Sahara
Blue e Chansons Des Mers Froid,
anche Strong Current riesce fin dal primo approcio nella
meravigliosa impresa di emozionare chi ascolta, stimolando una
modalità di fruizione che prima ancora che nel cervello, passa
attraverso il cuore.
Seconda uscita della preziosa collana Sonora Portraits curata da
Materiali Sonori e frutto delle registrazioni effettuate nella quiete
toscana, Strong Current è una splendida collezione di voci e
strumenti. Voci femminili multiformi ed eclettiche, da Laurie Anderson
a Sarah Jane Morris, da Melanie Gabriel a Lori Carson, da Nina Hynes a
Caroline Lavelle, fino a Jane Birkin musa gentile in Beauty,
Lisa Germano oscura incantatrice in Indiana Moon, e la
"nostra" Irene Grandi straordinariamente a suo agio in Blue.
Ma anche strumenti dalla delicatezza cristallina, come i pianoforti
sublimi di Ryuichi Sakamoto e Stefano Bollani, gli archi dell'Archea
Strings Quartet, le percussioni di Bill Rieflin, le sonorizzazioni
etniche di David Coulter e Carlos Nuoez.
Un universo di suono e voce che è una continua epifania di pensiero e
memoria, o forse - secondo le note dello stesso Zazou - "una
sorta di diario: non tanto nella forma, quanto nella sostanza, perchè
esprime delle cose che generalmente non si direbbero agli altri. O
magari soltanto al proprio analista".
A completare l'opera, come da tradizione della collana, un imperdibile
booklet di 100 pagine, corredato da una lunga intervista a Zazou, da
un saggio di Giampiero Bigazzi, da un'ampia discografia e dalle foto
di John B. Root che descrivono con eccezionale chiarezza di profonda
intimità che si può percepire all'interno di queste canzoni.
Maurizio Marino
da Rockerilla n° 281, gennaio 2004
- Geologies
(1989) Crammed MTM 20 - cd
1. Persephone (nue) 5.13 - 2. Enoch Arden 5.29 - 3. ...Livia... 1.19 - 4. Tanis A Tunis 4.33 - 5. ...Plurabelle 5.52 - 6. Al Sirat 4.52 - 7. Tout L'Ete (sans toi) 1.51 - 8. Persephone (suite) 6.24 - 9. In The Box 1.19 - 10. Deianira (legato) 6.30 - 11. Anna... 4.14 - 12. Brandan 5.15 - 13. Etudes (strates) 5.25
Musicians:
Hector Zazou, Jeannot Gillis, Jacqueline Rosenfeld, Wiet
Van De Leest, Claudine Steenackers, Christian
Lechevretel, Philippe De La Croix Herpin, Dirk
Descheemaeker, Maurice Poto, Bruno Marq, Pierre Chaze
Produced by Hector Zazou
Recorded at Studio Daylight, Brussels 1989
Cover painting "Persephone" by Thomas Hart
Benton
Geologies
(Made To Measure, 1989) contiene melodie orchestrali che
salgono e scendono dolcemente come maree marittime (Persephone},
(Anna) e che talvolta
sconfinano in un jazz elegante e un po' stralunato (Enoch
Arden}, (Plurabelle),
(Al Sirat}. Questi
pezzi hanno in comune un elemento fiabesco e persino
mitico. L'ultimo, Etudes,
e` invece una composizione sperimentale nello stile
dell'avanguardia europea degli anni '70.
Piero
Scaruffi
- Lights In The Dark
(1998) Detour 3984 21662- cd
1. An Realt 4.45 - 2. Seacht Suàilce Na
Maighdine Muire 3.33 - 3. Dàn Nar Marsh 3.09 - 4. Caoinneadh Na Diri Muire 4.09 - 5. Seacht Suàlice Na
Maighdine Muire 3.55 - 6. Gol Na Diri Muire 4.23 - 7. Amharan Na paise 5.07 - 8. In Ainm Athar Le Bua 3.29 - 9. Seàcht Ndolas Maughdine
Muire 7.37
- 10. Duan
Chroi Iosa 3.25
- 11.
Caoine Mhuire 5.38
- 12.
Achaini An Ghrà 3.14 - 13. Amergin 2.27
Musicians:
Hector Zazou, Ryuichi Sakamoto, Breda Mayock, Katie
McMahon, Lasairfhiona Ni Chonaola, Mark Isham, Peter Gabriel, Brendan Perry, Kristen Noguez, Andrè
Compostel, Silap', Thierry Robin, Carlos Nunez, Pierre
D'Aquin, Kent Condon, Francois Debout, Germain de Loing,
Jacques Pellen, Hossam Ramzy, Caroline Lavelle, Daniel
Yvinec, Ivan Tchekine, Richard Bourreau, Papa D'Jabate,
Nokito Sanagi, Minna Raskien, Didier Malherbe
Produced by Hector Zazou
Zazou condivide con Laswell e pochi altri maestri del
suono di fine millennio un'attitudine omnivora, una
bulmica fame di musiche tratte a caso e per scelta dal
catalogo delle possibilità.
Non s'è ancora spenta l'eco del progetto Made
On Earth con Barbara Gogan, che appena
questo "luci nelle tenebre", impachettato in
veste tanto sinistra quanto efficace. E' un viaggio nel
sacro remoto nella spiritualità celtica, e qui non
c'entrano per nulla i deliri patinati da new age. Questo
è un viaggio nel punto oscuro dove sfuma la poesia
bardica, e nella terra di smeraldo arriva il canto
monacale. Senza che quest'ultimo riesca ad annullare la
possente, misteriosa forza evocativa dei culti animisti.
Cast stellare nel disco, con Kristen Noguez, Mark Isham,
Carlos Nunez, Papa D'Jabate, Sakamoto, perfino Didier
Malherbe che riemerge dalle glorie art rock di vent'anni
fa e Peter Gabriel in trasferta poco appariscente.
Tredici tracce lente, maestose, quasi dipanate nel
dolore, di vitrea e impassibile bellezza, lasciate, nelle
melodie guida, ad alcune delle migliori voci d'Irlanda.
Guido
Festinese da World Music n° 34 ottobre 1998
- Geographies
(1985) Crammed MTM 5 - cd
1. Cinecittà: Gare Centrale 3.15 - 2. Denise A Venice 5.15 - 3. Sidi Bel Abbès 5.37 - 4. Vera C. 2.30 - 5. Pali Kao 4.22 - 6. Motel Du Sud 1.22 - 7. Sous Les Bouganvilles 3.02 - 8. Des Cocotiers 5.17 - 9. 13 Proverbes Africains 17.10
Musicians:
Hector Zazou, Anne Marie Altero, Martine Schouman, Yseux
Choix, Jean Christophe Guelpa, Fashad Soldani, Sylvie
Drai, Catherine Renoult, Laurence Bonneterre, Xavier Le
Masne, Veronique Sevre, Youen Leberre, Joaquim Vidal,
Fred Wallich, Philippe Lepeyre, Rafael Gimenz-Fauvety,
Olivier Guindon, Philppe Salicetti, Francois Verly,
Lambert Boudier, Michael Risse
Produced by Hector Zazou
Recorded at Studio Anagramme on June 1982 and July 1984
Engineering by Daniel Bujon
Cover art by Gerard Garouste
La Crammed
continua con il catalogo "Made To Measure"
inaugurato lo scorso anno con grande successo di critica
(e spero anche di pubblico): fatto sta che Hollander,
boss dell'etichetta belga, ha preso coraggio ed ha
puntato tutto sulla qualità delle proprie produzioni
salvando l'integrità del catalogo sopra detto.
Zazou è il tipico musicista che ricorre spesso nei
discorsi di chi si picca d'intendersi di questa musica,
ma pochi sanno qualcosa di lui. Si tratta di un
compositore francese (nato in Algeria) davvero eclettico:
si è dilettato dei più svariati generi con egual
fantasia e freschezza: dalla musica da camera ispirata a
Satie al porno-rock, dalla musica elettro-dance alla
prima afro-minimale opera: adesso è la volta di una
colonna sonora per un immaginario film:
"Geographiques" è un buon disco, diciamolo
subito, anche se difficile da digerire. L'uso delle voci
in particolare rende un po' sovraccarico il lavoro che
tuttavia piace per la coesione e l'unità del progetto.
Spira un'aria strana in questo disco: fermenti classici
si scontrano con dogmi elettronici e animosità
acustiche: al primo momento sei spiazzato, vorresti
tirare in ballo la scuola mitteloeuropea, Henry Cow etc,
ma poi mente i solchi girano tutto si schiarisce e
diventa più fruibile; alla fine la tentazione è di
ricominciare da capo, per meglio capire, per meglio
usufruire; insomma ad ogni ascolto l'opera aumenta di
spessore, pur non eliminando l'originario difetto di
sovrappeso.
Zazou, sulla scena da una decina di anni, firma così
un'operina interessante, particolare, e se si vuole
adottare un termine fuori uso "obbliqua": vale
la pena di dilettarsi in tanto nelle serate calde della
primavera ormai giunta.
Francesco
Paladino da Buscadero n° 48 maggio 1985
- 12, Las Vegas Is Cursed
(2000) Crammed cram 097 - cd
1. I Can't Hear You - 2. Channel 12 - 3. Her Eyes Are A Blue Million
Miles - 4. Still Moving In Fear - 5. Sandwiched 1 - 6. Sandwiched 2 - 7. Sombre (le submarine) - 8. God Believes In Showbiz - 9. Accident Of Love - 10. I Saw You Fall - 11. Excuse Me (if i'm sad) - 12. Squawk 2
Musicians:
Hector Zazou, Sandy Dillon,
Marc Ribot, Bill Rieflin, Pat
Mastelotto, Renauld Pion, Christian Lechevretel, Peter
Bonjobi, Lisa Germano, David Play, Steve Bywater, Lone
Kent, Daniel Yvinec, Justin Adams, Mathias Desmier,
Patrick Morgenthaler, Pierre-Alan Goualch, Lorenzo
Tomasini, Port Thompson
Produced by Hector Zazou
Recorded in Paris, London, Seattle, Los Angeles, Coimbra,
Loro Ciufenna, Amsterdam
Cover painting by Vèronique Vincent
Giusto per
attirare la vostra curiosità citiamo i nomi di alcuni
fra quanti hanno partecipato al progetto: Marc Ribot,
Lisa Germano, addirittura l'ex Cure Porl Thompson, Justin
Adams, Bill Rieflin (batterista con Ministry e Nine Inch
Nails); fino al team di produzione che comprende anche
Peter Walsh, produttore dell'ultimo disco di Scott
Walker.
L'incontro tra il compositore/produttore francese Zazou,
noto sopratutto per il suo lavoro sulla musica sacra e
tradizionale, e la cantante Sandy Dillon - una voce
devastante e torturata, che suona come un incrocio tra
Janis Joplin, Tom Waits e Nick Cave - genera un disco che
mette a soqquadro e brucia tradizioni musicali
"vecchie" - il blues - e "nuove" - la
materia elettronica con cui si impastano la voce della
Dillon e "la musica del diavolo", in cui
sbucano echi e rimandi da colonna sonora.
Denominatore comune è l'amore per Captain Beefheart, per
la sua sregolatezza compositiva e per la sua "unica
lealtà al caos". La Dillon ha descritto le sue
canzoni come "torch song in cui le donne non
finiscono bruciate", e la definizione è quantomeno
calzante.
Un approcio obbliquo alla materia musicale, connubio
incredibile, per intensità d'urto e precisione di
contenuti, tra patrimoni, culturali e sonori, colti e
popolari. Si sarà capito: un disco notevolissimo.
Gianluca
Runza
da Rumore n° 110 marzo 2001
- L'Absence
(2004) Santeria san 035 - cd
1. Etranges Attracteurs - 2.
Surrender - 3. Trouble Fete - 4. Lies Will Flow - 5.
Joseph And Tim - 6. Paralysed - 7. Elle Est Si Belle - 8.
Goeland - 9. Eye Spy - 10. Double Jeu - 11. The Workers
Musicians:
Hector Zazou, Laurence Revey, Caroline Crawley, Lone
Kent, Marco Lamioni, Ronnie Bird, Medor Mader, Harold Budd, Philippe De La Croix
Herpin, Vieri Bugli, Mauro Tabrucci, Marcello Puliti,
Bill Rieflin, Nicola Hitchcock, Caroline Lavelle, Emma
Stow, Edo, Lucrezia Von Berger, Asia Argento, Katrina
Beckford
Produced by Hector Zazou
Un momento di particolare
esposizione, questo, per Hector Zazou, geniale e coraggiso francese,
compositore e musicista.
Dopo Strong Currents adesso è il turno di L'Absence,
disco accessibilissimo per ammissione dello stesso Zazou, che ne ha
descritto la musica come "più facile di quella dei dischi
precedenti". Ma non per questo banale. Anzi. Per darne un'idea:
pensate ad una versione pop dei Boards Of Canada, più leggera e meno
intricata, prendete i momenti più eterei di Blood dei This
Mortal Coil e imbottigliateceli dentro. Il risultato sarà una forma
di canzone pop infilata in un tessuto gassoso e astratto, con in più
il fascino delle voci femminili di cui Zazou ama circondarsi. Tra le
quali, qui, c'è anche Asia Argento, la cui voce filtrata bisbiglia
sensuale su un canovaccio di frasi di piano, batteria elettronica e
fritture. Uno dei momenti migliori del disco.
Assieme al downtempo ambient-funk di Joseph & Tim. O ai toni quasi
slowcore di Goeland, in cui spunta l'eco del Bill Frisell di Ghost
Town. Ancora una volta un gran bel disco.
Gianluca Runza
da Rumore n° 145, febbraio 2004
- Made On Earth
with Barbara Gogan
(1997) Crammed cram 091 - cd
1. True Love - 2. The Lost Girl - 3. Dangerous - 4. Craddle Your Soul - 5. Home Again - 6. Cruel Guy - 7. My Love And I - 8. Dance With Me - 9. Your Radio's On - 10. Breathe - 11. Life Is An Adventure
Musicians:
Hector Zazou, Barbara Gogan, Eoln Dillon, Marc Ribot, Brendan Perry, Pierre Chaze, Sara Lee,
Renault Pion, Peter Walsh, Daniel Yvinec, Herman Romero,
Patrick Morganthaler, Justin Griffith, Handy Frayne, Adam
Schidt, Christian Lechevretel, Peter Scherer, Brendan
Gamble, Babrock Stream
Produced by Hector Zazou
- Chansons Des Mers Froides
(1994) Sony col 477585 - cd
1. Annukka Suaren Neito 4.50
- 2. Visur Vatsenda 4.20
- 3. The Long Voyage 5.52
- 4. Havet Stomar 5.54
- 5. Adventures In The Scandinavian Skin Trade 3.46
- 6. She's Like A Swollow 5.20
- 7. The Lighthouse 3.41
- 8. Oran Na Maighdean Mhara 4.15
- 9. Yaisa Maneena 6.14
- 10. Iacoute Song 3.33
- 11. Song Of The Water 2.44
Musicians:
Hector Zazou, Sari
Kaasimen, Mari Kaasimen, Sirpa Reiman, Barbara Gogan, Mark
Ribot, Mark
Isham, Brendan
Perry, Angelin Tytor, Sargo
Malanagacheva, Budgle, Guy De Lacroix Herpin, Lightwave, Bjork,
Guy Sigsworth, Renault Pion, Susan Vega, John
Cale, Pierre Chaze, Sara Lee,
Jerry Marotta, Lena
Willemark, Ale Moller, B.J.
Cole, Vimme Saari, Lone Kent, Jan Johan Andersen, Ivan
Sopotchine, Orlan Mangouch, Jane Siberry, Patrick Morgenthaler,
Siouxsie, Catherine-Ann MacPhee, Harold
Budd, Tokiko Kato, Elisabeth
Valletti, Lioudmila Khandt, Noriko Saragi, Elisha Kilabik
Produced by Jean-Michel Reusseur
Cover photo by Chip Porter
- Glyph
with Harold Budd
(1995) Made To Measure mtm 37
1. Pandas In Tandem 5.46
- 2. You And me Against The Sky 4.11
- 3. And Then She Stepped Aside 4.59
- 4. Around The Corner From Evertwhere 4.50
- 5. Gorgon's Anxious Pansy 5.40
- 6. Johnny Cake 3.48
- 7. Reflect In The Eye Of A Dragon Fly 4.12
- 8. As Fast As I Could Look Away She Was Still
There 5.13 - 9. Autre Django 4.50
- 10. The Aperture 11.06
- 11. The Light Gave Us Away 6.15
Musicians:
Hector Zazou, Harold
Budd, Lian Amber, B.J. Cole,
Barbara Gogan, Mark
Isham, Lone Kent, Christian
Lechevretel, Brendan
Perry, Renault Pion, Minna
Raskinen, Timo Twovinen, Carlos Vivanco, Daniel Yvinco
Produced by Hector Zazou
- Corps Electriques
(2008) Signature 11049 - cd
1. Apostrophe 6.08
- 2. Porte De Saint-Cloud 6.25
- 3. Cocoon 4.56
- 4. Butterfly Plaintif 5.13
- 5. Vespers Of St. Katrina 3.01
- 6. Loveless Sky 4.31
- 7. Agony Of The Rose 5.46
- 8. Ice Flower 5.43
- 9. Symphony Of Ghosts 7.05
Musicians:
Hector Zazou, Katie Jane
Garside, Bill Rieflin, Lone Kent, Nils Petter Molvaer
Produced by Hector Zazou
Recorded on Studio 116 on Mars 2007
Enginering by Antoine Lehembre and Alain Joubert
- In The House Of Mirrors
(2008) Craw 47 - cd
1. Zannat -
2. Kanoon Ampa -
3. Attainable Border: South -
4. Wanna Mako -
5. Sisyphe -
6. Nazar Shaam -
7. Hool Ki Seva -
8. Twice As Good As We Are -
9. Darbari (With
Soul Without Rules) - 10. Attainable Border: Fast
Musicians:
Hector Zazou, Toir
Kuziyev, Manish Pingle, Milind Raikar,
Nils Petter
Molvaer, Zoltan
Lantos, Bill Rieflin, Carlos Nunez, Diego Amador, Ronu Majundar
Produced by Hector Zazou
Recorded at Aaadi Shakti Studio, Mumbai (India) and Dimitri's Studio,
Sofia (Bulgaria) and at NME Studio, Paris (France)
Engineering by Tapan Diwanjee, Xavier Leveque.
Cover photo by Michel Collet
Il testamento musicale di Hector
Zazou, comparso l'8 settembre 2008, rivolge lo sguardo, infine,
all'India.
I soffusi paesaggi elettronici da lui architettati traggono origine
dalle ampie volute di una tradizione in qualche maniera già
manipolata dali strumentisti scelti a collaborae. Milind Raykar
(violino), Romu Majundar (flauto bansuru), Manish Pingle (indian slide
guitar) non hanno infatti un approcio ortodosso e ancor meno
difficoltà a comprendere le necessità del linguaggio discreto e
misurato di Zazou, che al solito non disdegna di ingarbugliare
l'insieme con l'introduzione di suomi estranei: l'oud dell'uzbeko Toir
Kuziyev, la tromba di Nils Petter Molvaer, il piano di Diego Amador.
Ci mancherà. l'ambiet vecchia maniera di Hector.
Piercarlo Poggio
da Blow Up n° 126 novembre 2008
- Oriental Night Fever
(2010) Materiali Sonori maso 90151 - cd
1. I Feel Love 5.37
- 2. Y.M.C.A. 4.35
- 3. Oriental Night 1.23
- 4. Stayin' Alive 4.35
- 5. Ring My Bell 4.08
- 6. Night Fever 4.30
- 7. Disco Inferno 5.04
- 8. Heart Of Glass 4.38
- 9. You Make Me Feel (Mighty
Real) 3.58 - 10. I Want Your Love 6.17
- 11. I Will Survive 7.29
Musicians:
Hector Zazou, Barbara Eramo, Stefano Saletti, Rashmi Bhatt, Carlo Cossu,
Antoine Denis, Marco Loddo, Eyal Sela, Raffaela Siniscalchi, Diana
Tejera
Produced by Hector Zazou and Stefano Saletti
Recorded at Four Winds Studio, Rome, Italy
Cover by Michel Collet
Si può dare nuova vita a
canzoni conosciutissime e già ampiamente sfruttate in ogni parte del
globo terracqueo? Evidentemente Hector Zazou, produttore
francese scomparso appena terminato il progetto, pensava di sì. A noi
non resta che dargli ragione perché “Oriental Night Fever” è un
progetto ardito ma originale e sofisticato allo stesso tempo. Con la
collaborazione del polistrumentista Stefano Saletti e di Barbara Eramo
che presta la sua splendida voce, Oriental Night Fever rilegge
con strumenti della tradizione orientale e mediterranea le più grandi
“hit” della disco music anni ’70.
L’effetto
sull’ascoltatore è di subitaneo stupore. Le canzoni che, volenti o
nolenti, conosciamo come le nostre tasche e che ci hanno propinato in
tutte le salse ci vengono rese trasformate dall’uso di strumenti come il
bouzouki, l’oud e la tabla, caratteristici delle sonorità indiane ed
arabe. La voce della Eramo, non nuova alla frequentazione di questo tipo
di suggestioni, è duttile e perfettamente a suo agio nell’interpretare
con sinuosa sensualità Ring My Bell di Anita Ward o I Feel
Love di Donna Summer, spogliate della veste dance e abbigliate con
veli trasparenti e cascate d’oro. Non mancano originali riletture di
Night Fever e Staying Alive dei Bee Gees, in cui
l’arrangiamento punta a svuotare il pezzo dall’enfasi e a far emergere
l’essenziale.
Disco Inferno, giocata tutta su un tappeto di percussioni e
violino in cui il ritornello è spogliato da qualsiasi veemenza e quasi
sussurrato si confronta con YMCA, inno generazionale dei Village
People suonata in qualsiasi festa, che richiama quasi la beatlesiana
Here Comes The Sun nell’intro strumentale. La vetta espressiva si
raggiunge con I Will Survive, portata al successo da Gloria
Gaynor, in cui emerge tutta la sofferenza e la voglia di riscatto del
testo, esaltato dalla drammaticità vellutata del cantato e dal tempo
rallentato che la trasforma in una sofferta confessione. L’esperimento
risulta completamente riuscito
-The Arch
with Eva Quartet
(2011) Elen Music - cd
1. Lazaritsa
4.32 - 2. Razvivay, Dobro
5.50 - 3. Balno Li Ti E, Sino Ljo
4.47 - 4. Gospodi, Pomiluy
5.34 - 5. Planinsko
7.39 - 6. Pladne Doyde
3.44 - 7. Dostoino Est
10.50 - 8. Yana 3.54 - 9. Snoshti Si, Mamo, Zamraknakh
6.46. - 10. Minka 5.57 - 11. The Arch 2.09 - 12. Kadòna 6.52
Musicians:
Hector Zazou, Eva Quartet, Ryuichi Sakamoto, Carlos Nunez, Zoltan Lantos,
Bill Frisell,
Minna Raskinen, Andrea Guzzoletti, Antoni Donchev, Stoyan Pavlov,
Ljudmil Nenchev, Ognian Kostantinov, Christo Tanev, Kostantin Gentchev,
Dimitar Hristov, Violeta Petkova, Peyo Peev, Oleg Videnov, Dobri Paliev,
Nils Petter Molvaer,
Roberto Cechetto, Cecilia Chailly,
Laurie Anderson, Rodosvet Kukudov,
Daniel Spassov, Milen Ivanov, Quatuor Harmos,
Jivan Gasparian, Janne Stromstedt,
Kaushiki Chakrabarty, Xavier Cobo,
Robert Fripp, Mehdi Haddar, Renaud
Gabriel Pion, Andrea Guzzoletti, Stefano Saletti, Diego Amador, Bill
Rieflin, David Coulter
Recorded at Skyline Studio, Dusseldorf
Engineering Peter Walsh
Cover painting by Dimiter Panev
- Reivaxau Au Bongo
(1986) Crammed cram 108 - cd
1. Opening Theme
2.37 - 2. In The Commandant's Office
2.54 - 3. Crossing The Border
1.00 - 4. Chief Bingo's Village
4.02 - 5. Reivax In A Black Mood
2.31 - 6. The Apparition
1.17 - 7. Bongolese Song
3.50 - 8. Reivax And His Horse Pepito
1.11 - 9. How Beautiful Bongo Is
4.58 - 10. A Hero 2.21 - 11. The Chase
2.31 - 12. Reivax's Theme
4.47 - 13. By The Sea
5.00 - 14. The Pier
1.10 - 15. The Royal Bath
3.23
Musicians:
Hector Zazou, Bony Bikaye, Kanda Bongo Man, Martine Schouman,Marlini
Battola, Yseau Choix, Laurent Gardeaux, Jean Michelle Guelpa, Youen
Leberri,Bruno Marq, Nano Peylet, Fred Wallich,Joaquim Vidal, Medor Mader,
Fred De Fred, Olivier Cole, Francois Verly, Lambert Boudier, Ray Lema,
Catherine Renoult, Philippe De La Croix Herpin
Produced by Hector Zazou
Recorded at Studios Anagramme, Paris and Daylight, Bruxelles
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