Nils Petter
Molvaer
album
in pagina:
-
Khmer
-
NPM
-
Er
-
Recoloured
-
Solid Ether
-
Hamada
-
Re-Vision
-
Streamer
-
Baboon Moon
-
1/1 (with
Moritz Von Oswald)
-
Switch
-
Buoyancy
-
Stitches
-
Certainty Of
Tides
collabora in
- Electronique Noire
- Light Extracts
- Snow Catches On Her Eyelashes
(Aarset Eivind)
- Aero
- Band A Part
- Electra
- Re-Enter
(Arild
Andersen)
- Wilderness Exit
(Knut Bjornar Asphol)
- Nonsentration
(Jon
Balke)
- ...And Poppies From Kandahar
- Narrative From The Subtropicals
(Jan Bang)
- Seafarer's Song
(Ketil Bjornstad)
- Melange Bleu
- Signature Edition 3
- Libera Me
(Lars Danielsson)
- Done
(Johannes Enders)
- Exile
- So I Write
(Sidsel
Endresen)
- Mercurial Balm
(Food)
-
Dub Chamber 3
- Lodge
- Roir Dub Session
- Radioaxiome
(Bill
Laswell)
- Night Caller
(Rita Marcotulli)
- Small Labyrinth
(Marilyn
Mazour)
- Norddub
(Nordub)
- Hastening Westward
(Robyn Schulkowsky)
- New North
(Karl Seglem)
- Quiet Inlet
(Thomas Stronen)
- The Only Daughter
(David
Sylvian)
- Twinscapes
(Twinscapes)
- New Conception Of Jazz
(Bugge Wesseltoft)
-
In
The House Of Mirror
- The Arch
(Hector
Zazou)
- Digital Prophecy
- Birds Requiem
(Dhafer Youssef)
(...) Nils Petter Molvaer è
nato a Sula, sulla costa nord-occidentale della Norvegia, nel 1960. Il
padre era un musicista jazz molto noto nel suo paese. All'inizio, la
sua principale influenza è stata la musica di Miles Davis, insieme a
quella del trombettista Jon Hassell.
Nonostante dichiari anche il suo debito verso il rock (la lista dei
suoi dischi favoriti include Paranoid
dei Black Sabbath, acquistato a quattordici anni) e verso la world
music, un elemento importante della sua personalità viene dalla
musica folklorica della natia Norvegia, che, come tutti i norvegesi,
ha cantato a scuola da bambino.
Molvaer è un appassionato di sci di fondo, e alcune delle più
potenti immagini musicali che scorrono nella sua musica prendono
ispirazione da quei momenti in cui si trova circondato dai rumori
delle foreste innevate, dagli echi profondi dei fiordi e dall'eterna
tranquillità che la neve sembra arrecare.
Ma, nonostante questi imput così eterogenei, la melodia e il suono
sono i valori più alti per Molvaer, e gli permettono di costruire un
unico stile coerente. <<E' come cercare di raggiungere la
purezza>>, spiega. <<Pochi suoni, poco materiale grezzo.
E' un po' come in cucina: se si hanno molti ingredienti si può
ottenere un risultato interessante, ma se ne usi di meno e tutti puri,
quel che ne verrà fuori sarà altrettanto puro>>.(...)
(...) Il primo gruppo con cui Molvaer si conquistò l'attenzione
internazionale si chiamava Masqualero e registrò tre fortunatissimi
dischi per l'ECM tra il 1986 e il 1991.
Il loro disco d'esordio, intitolato semplicemente Masqualero,
era però uscito nel 1983 per un'etichetta indipendente ed è stato
poi ripubblicato dalla Odin. Rivela un Molvaer ventitreenne che suona
in un perfetto stile post-bop, lontanissimo dal suo modo di suonare
attuale. <<Quando iniziammo a suonare con Masqualero, la musica
era ispirata al Miles di fine anni Sessanta, e io ero ancora alla
ricerca di qualcosa>>.
Il gruppo originale era composto da Molvaer alla tromba, Tore Brunborg
al sax tenore e soprano, Jan Balke al pianoforte, Arild Andersen al
contrabasso e Jon Christensen alla batteria.
<<Masqualero è stato la mia scuola musicale. Ero appena
arrivato a Oslo, ero giovanissimo e suonavo al Teatro Nazionale con
Jon Balke. Jon mi disse:<<Facciamo un concerto in trio, vuoi
unirti a noi?>>,. Dissi di sì e quello fu il primo concerto
insieme, poi rimanemmo insieme per tredici anni! Suonare con quei
musicisti più anziani di me, specialmente con Christensen, fu
un'esperienza fondamentale per il mio apprendistato. Ero costretto a
reggermi sulle mie gambe, perchè non c'era nessuno cui appoggiarsi:
c'ero solo io lì, sul punto di cadere e dovevo cavarmela. E' stata
un'esperienza incredibile, una parte fondamentale della mia carriera e
della mia crescita musicale>>.
Durante gli anni con Masqualero, Molvaer era conscio di essere alla
ricerca della propria voce sulla troma: <<Sentivo che volevo
creare con la tromba qualcosa che non c'era ancora. Volevo suonare
come un sassofono, e per questo usavo un bocchino da sassofono sulla
tromba, e volevo usare la voce e molto altro. Erano gli anni Ottanta.
Stavo solo cercando me stesso>>.
Questa ricerca di qualcosa che sta al di là del normale suono della
tromba si riflette ancora nell'uso che oggi Molvaer fa
dell'elettronica? <<Si, in un certo senso. Ci sono dei suoni che
non possono ottenersi acusticamente, con la tromba. L'elettronica mi
fornisce un elemento di contrasto, un panorama più ampio. Il mio
obiettivo è quello di adoperarla in maniera che crei un paesaggio
sonoro nel quale io mi senta a mio agio>>.
<<Non saprei dire di preciso quando ciò è cominciato: io
stesso, durante il processo, ho notato a malapena la differenza. Nei
primi anni Novanta stavo registrando un disco con un cantante
tradizionale in Norvegia; mi disse che per lui la tromba era un puro
suono umano. Più tardi, invece, io ho iniziato a lottare contro lo
strumento, a integrarlo con altro. Oggi, sul palco, ho un microfono
acustico e un altro che passa attraverso gli effetti elettronici,
quindi posso scegliere entrambe le opportunità e ottenere sia la
purezza sia anche quel suono "impastato">>.
Spinto dal contrabassista Arild Andersen, Masqualero cominciò a
incorporare influenze folkloristiche norvegesi. <<Andammo in
quella direzione nell'ultimo periodo, verso la fine degli anno
Ottanta. Era sopratutto Arild, che collaborava con la cantante Sidsel
Endressen. C'erano dei temi che mi piacevano molto e ci improvvisammo
sopra. Era come suonare, invece del blues, la musica folklorica
norvegese>>.
Solo più tardi Molvaer cominciò a rendersi conto di che cosa
significava usare materiale folklorico. <<Tempo fa parlavo con
un violinista che suonava musica folklorica norvegese, e dicevamo che
la musica tradizionale, in qualunque cultura, è senza tempo. Non è
fatta per guadagnare soldi, ma per celebrare la gioia di un matrimonio
o di una nascita. C'è qualcosa in tutto ciò che mi piace moltissimo.
La musica ideata per compiacere mode e tendenze svanisce presto,
mentre la musica tradizionale parla degli essere umani, della loro
vita. E' per questo che i riferimenti alla musica tradizionale sono
fondamentali per me>>.
Il successo inaspettato di Khmer
non fu dovuto soltanto al pubblico jazzistico, ma anche ad ascoltatori
che erano fuori dalla cerchia abituale del jazz. Molvaer potè così
formare una band stabile insieme al chitarrista Eivind Aarset. Ma quel
che emerse dal vivo era abbastanza distante da quel che c'era sul
best-seller dell'ECM.
<<Ascoltavo parecchio la musica deep house, all'epoca>>,
ricorda Molvaer. <<Mi piaceva sopratutto la deep house
minimalista che arrivava da Berlino e che, in un certo modo, rimandava
alla musica tradizionale. Quando misi insieme una band, dopo Khmer,
mi resi conto che un disco rappresenta un momento determinato della
tua vita, ma poi quando vai a suonare dal vivo, la musica si presenta
sotto nuove vesti>>.
Per Molvaer, registrare un disco e suonare musica dal vivo
rappresentano due discipline interamente diverse (<<quel che
rende bene in un concerto, non sempre rende bene anche su disco>>
afferma). Ed è forse questa, una delle ragioni per cui il potente
impatto che la band aveva dal vivo non è mai stato catturato su
disco: nemmeno in un live come Streamer.
Ma a quel tempo la cosa non aveva molta importanza, perchè la band
raccolse recensioni entusiastiche e fece incassi tra i più alti del
circuito concertistico europeo. La loro apparizione del 2001 al North
Sea Jazz Festival fu l'evento culminante del programma:
<<Ricordo benissimo quel concerto: erano quarantacinque minuti
che stavamo suonando e c'era un gran numero di gente. E mi ricordo
che, proprio nel bel mezzo del concerto, il pubblico cominciò a
ballare, tutto intorno al palco. E' stato magnifico. C'è un tempo per
ogni cosa, e quello era il tempo per quella band>>.
Il gruppo rimase insieme per dieci anni <<Poi nel 2007, dopo
aver registrato Streamer,
avevo voglia di qualcosa di diverso, di ricominciare da zero. Ne
parlammo molto con Eivind, che aveva anche lui la sua carriera, e
decidemmo di dividerci, anche se continuiamo ancora a collaborare, il
che è bellissimo. Incisi un disco in solo con un computer e alcuni
brani in studio, poi misi insieme questo trio, quello con Audun Klieve
e Stian Vesterhus. Sono musicisti fantastici; Stian è completo su
tutto lo spettro della tecnica chitarristica>>.
<<Cerco di sviluppare la mia musica: questo è il mio scopo
principale. Oltre a cercare di essere un buon padre: questa è la cosa
più importante>>.
Stuart Nicholson
da: JazzIt
n° 58 maggio 2010
|
- Khmer
(1997) ECM 1560 - cd
1. Khmer 4.59
- 2. Tlon 7.52
- 3. Access/Song Of Sand I 5.50
- 4. On Stream 5.01
- 5. Platonic Years 6.33
- 6. Phum 3.39
- 7. Song Of Sand II 6.10
- 8. Exit 2.42
Musicians:
Nils Petter Molvaer, Eivind Aarset, Morten Molster, Roger Ludvigsen,
Rune Arnesen, Ulf W.O. Holand, Reidar Skar
Produced by Manfred Eicher and Ulf W.O. Holand
Recorded at Lydlab A, Oslo on 1996-1997
Engineering by Ulf W.O. Holland
Cover photo by Knut Strand
Dopo lo scioglimento di
Masqualero, nei primi anni Novanta, Molvaer suonò con il tastierista
Bugge Wesseltoft e comiciò a interessarsi ai suoni che venivano dalla
"club culture". <<Stavano venendo fuori i samples e
roba del genere. Nel 1993 ho cominciato a lavorare a Khmer,
sperimentando in studio e lavorando con dei Dj nei club. A Oslo negli
anni Novanta c'erano dei locali davvero interessanti, che mi piacevano
molto. Khmer si è venuto formando da solo, nel corso del
tempo. L'ho realizzato insieme all'ingegnere del suono Ulf Holland:
quando non avevamo altri impegni andavamo in studio e ci lavoravamo.
Manfred Eicher lo sentì e lo prese: sarà stato nel 1996 o nel
1997>>.
Nel 1998 Geoff Dyer, l'autore del celebre "Natura Morta Cob
Custodia Di Sax", scriveva sul giornale inglese The Observer:
<<Non è solo l'allusiva tromba che aleggia sulla title-track di
Khmer a segnalare la vitalità di questo lavoro: tutto, nella
concezione di Molvaer, trasuda volontà di avanzare oltre l'ovvio. La
pubblicazione del disco ci appare già come un momento storico>>
Stuart Nicholson
da JazzIt n° 58 maggio 2010
- NPM
(2002) Sula Records 017-795 - cd
1. Tabula Rasa -
2. Axis Of Ignorance -
3. Hurry Slowly -
4. Marrow -
5. Frozen -
6. Presence -
7. Simply
So -
8. Little Indian -
9. Nebulizer
Musicians:
Nils Petter Molvaer, Eivind Aarset, Raimond C. Pellicer, Paal Nyhus,
Audun Erlien, Reidar Skaar,
Sidsel Endresen, TeeBee, Peer E. Ursfjord
Produced by Nils Petter Molvaer
Recorded at 7.etg Studio and Rainbow Studios
Engineering by Reidar Skaar and Peer E. Ursffjord
Cover photo by Dag Myrestrand
- Er
(2005) Sula Records 0602498741573 - cd
1. Hover 7.22
- 2. Softer 5.14
- 3. Water 6.20
- 4. Only These Things Count 6.03
- 5. Sober 3.25
- 6. Darker 5.20
- 7. Feeder 4.28
- 8. Dancer 7.52
Musicians:
Nils Petter Molvaer, Eivind Aarset, Rune Arnesen, Reidar Skar,
Pal Nyhus, Jan Bang,
Sidsel Endresen, Elin Rosseland, Ingebrokt Flaten,
Knut Saevik, Erik Honore, Magne Nordbakken
Produced by Nils Petter Molvaer
Cover photo by Jonas Bendiksen
- Recoloured
(2001) Universal Jazz Germany 013 591 - cd
1. Merciful 5.57
- 2. Dead Indeed I 8.26
- 3. Solid Ether I 6.13
- 4. Vilderness I 6.12
- 5. Vilderness II 5.24
- 6. Ligotage I 7.43
- 7. Kakonita 3.50
- 8. Dead Indeed II 7.53
- 9. Ligotage II 5.09
- 10.
Solid Ether II 4.54
- 11. Dead Indeed III 5.41
- 12. Merciful/Ligotage 8.16
Musicians:
Nils Petter Molvaer,
Bill Laswell, Eivind Aarset, Audun Erlien, Per Lindvall,
Rune Amesen, Dj Strangefruit, Reidar Skar,
Sidsel Endresen, Raymond C.
Pellicer, Sven Person, Kaare
Lystad, Tord Knudsen
Produced by Nils Petter Molvaer
Cover art by Olav Christopher Jenssen
- Solid Ether
(2000) ECM 1722 - cd
1. Dead Indeed 7.30
- 2. Vilderness I 7.48
- 3. Kakonita 4.59
- 4. Merciful I 1.02
- 5. Ligotage 6.43
- 6. Trip 6.24
- 7. Vilderness II 4.56
- 8. Tragamar 4.45
- 9. Solid Ether 5.12
- 10. Merciful II 1.13
Musicians:
Nils Petter Molvaer, Eivind Aarset, Rune Arnesen, Reidar Skar,
Audun Erlien, Dj Strangefruit, Per Lindvall,
Sidsel Endresen
Produced by Nils Petter Molvaer and Manfred Eicher
Recorded on 1999
Engineering by Shawn Joseph
Cover photo by Gerald Minkoff
Con Solid Ether il
trombettista e multistrumentista Nils Petter Molvaer continua il
progetto musicale intrappreso con Khmer (1997), disco acclamato
dalla critica e dal pubblico.
Giunto al jazz dopo aver fatto parte di gruppi pop e rock e dopo aver
suonato nelle dance halls in Norvegia, Molvaer è una figura esemplare
di musicista "globale" contemporaneo, che ha sperimentato
linguaggi musicali diversi e a volte lontani.
Con questo cd conferma di essere essenzialmente interessato alla
sperimentazione sonora e alle possibilità offerte dai riferimenti
incrociati tra jazz, drum'n'bass, techno, ambient e jungle -generi
rispetto ai quali le sue composizioni appaiono innovative. Il suo
lavoro è sopratutto sul suono, sui timbri, e sull'utilizzazione delle
fonti sonore più diverse, verso le quali non ha alcuna preclusione ,
anche se, come ha dichiarato di recente, sembra ormai essere più
interessato a quello che succede durante le performances all'interno
del suo gruppo, piuttosto che ai samples.
Disco ottimamente suonato, nel quale l'interazione tra esecuzione
strumentale e campionature è praticamente perfetta (ed è esito,
quindi, di un attento lavoro e di un'estetica musicale raffinata).
Probabilmente non si tratta di "jazz", almeno non nel senso
"abituale" del termine: certo di un nuovo linguaggio
musicale che al jazz deve molto, poichè l'improvvisazione e
l'interplay tra i musicisti è sempre evidente e convincente.
Goffredo Plastino
da JazzIt n° 2 gennaio 2001
- Hamada
(2009) Sula 602527020419 - cd
1. Exhumation 1.26
- 2. Sabkah 5.20
- 3. Icy Altitude 4.30
- 4. Friction 5.38
- 5. Monocline 3.08
- 6. Soft Moon Shine 6.46
- 7. Monocline Revisited 3.09
- 8. Cruel Altitude 8.40
- 9. Lahar 1.50
- 10. Anticline 6.05
Musicians:
Nils Petter Molvaer, Eivind Aarset, Audun Erlien,
Jan Bang, Audun Kleive
Produced by Nils Petter Molvaer
Recorded on 2009
Engineering by Poppe Lars
Cover photo by Russell Mills
E' certamente questa la visione
estetica che sottostà a Hamada, in cui l'approcio musicale di
Molvaer crea un continuum che si manifesta in molti luoghi
conteporaneamente.
Hamada inizia con la tromba di Molvaer, senza accompagnamento,
alonata dall'eco, quasi a evocare una voce solitaria in comunione con
la natura, nella tranquillità rurale del gelido Nord. E' quel che
Molvaer stesso descrive come un "dipingere quadri musicali".
Lo si può avvertire anche in brano come Icy Altitude: sembra
di sentire i lunghi inverni nordici, il tempo che rallenta mentre la
vita è in pausa, dopo le grandi nevicate. Soft Moon Shine e Monocline
ne danno un'idea, con il soffio semplice e lirico della tromba di
Molvaer che cela l'intensità della sua passione. <<Sono sempre
più coinvolto del fatto che il posto dove sei cresciuto e le
esperienze che hai avuto nella vita affiorano nel modo in cui
suoni>>.
Questo senso di quiete contrasta con i brani ispirati ai racconti
popolari norvegesi (folkesagn): storie spesso spaventose e
impressionanti tramandate nei secoli, fin dai tempi più antichi, da
persone che attraverso di esse volevano dimenticare il freddo e
l'inverno circostanti. Se si è congelati e intirizziti e si tendono
verso il calore del fuoco le membra irrigidite dal freddo, si desidera
ardentemente qualcosa che metta in moto il sangue e faccia battere il
cuore. Queste sono le immagini evocate da Cruel Altitude, dove
Molvaer e il suo storico collaboratore, il chitarrista Eivind Aarset,
rimescolano il calderone emotivo con un intruglio potente e
stimolante, degno di un'antica fattucchiera scandinava.
Stuart Nicholson
da JazzIt n° 58 maggio 2010
- Revision
(2008) Sula 0602517634466 -cd
1. Torn 2.38
- 2. The Beginning 7.18
- 3. Alone In The Bathtub 8.33
- 4. Visitation 1.58
- 5. Artic Dub 6.11
- 6. Perimeters 3.56
- 7. Trumpet Player In The Backyard 2.17
- 8. The End 3.30
- 9. The Visitor 1.23
- 10. Azads Theme 1.05
- 11. Decisions 1.59
- 12. Leaps And Bounds 5.23
Musicians:
Nils Petter Molvaer, Nizamettin Aric,
Eivind Aarset, Anders Engen,
Reidar Skaar, Jan Bang, Paolo Vinaccia
Produced by Niels Petter Molvaer
Recorded at 7 Etg Studio, Oslo, Norway
Engineering by Reidar Skaar
Cover art by Russell Mills
- Streamer
(2006) Thirsly Ear thi 57175.2 - cd
1. Frozen -
2. Marrow -
3. Little Indian -
4. Kakonita -
5. Sauna -
6. Simply So -
7. Hurry Slowly (Mungolian
Jet Edit) - 8. Solid Ether
Musicians:
Nils Petter Molvaer, Eivind Aarset, Rune Arnesen, Raymond
Pellicier, DJ Strangefruit
Produced by Nils Petter Molvaer and DJ Strangefruit
Recorded live at the Jazz Happening, Tampere, Finland on 1st 2002 and
the Marque Club, London on October 2002
Engineering by Tarmo Haatanen
Cover art by Per Fronth
- Baboon Moon
(2011) Sony 88697959962 - cd
1. Mercury Heart
- 2. A Small Realm
- 3. Recoil - 4. Bloodline
- 5. Sleep With Echoes
- 6. Blue Fandango
- 7. Prince Of Calm
- 8. Coded - 9. Baboon Moon
Musicians:
Nils Petter Molvaer, Erland Dahien, Stian Westerhus
Produced by Stian Westerhus
Recorded at Ocean Sound Recordings
Engineering by Eyvinn Magnus Solberg and Henning Svoren
Cover photo by Per Manin
- 1/1
(with Moritz Von Oswald)
(2013) Universal 06025 3743679 - cd
1. Noise 1 4.43 - 2. Step By Step
7.49 - 3. Transition
15.00 - 4. Development
8.28 - 5. Further 6.19 - 6. Future 8.59 - 7. Development
(Ricardo Mix Dig) 7.25 - 8. Noise 2 8.59
Musicians:
Nils Petter Molvaer, Moritz Von Oswald, Mala, Max Loderbouer, Ricardo
Villalobos
Produced by Moritz Von Oswald and Nils Petter Molvaer
Recorded in Berlin, 2013
Engineering by Lourens Von Oswald
Cover photo by Marion Benoit
- Switch
(2014) Okeh 888837477420 - cd
1. Switch - 2. The Kit - 3. Intrusion I
- 4. Quiet Corners
- 5. Strange Pillows
- 6. Intrusion VII
- 7. Bathroom
- 8. Intrusion VI
- 9. Somewhere Shady
- 10. Intrusion III
Musicians:
Nils Petter Molvaer, Erland Dahlen, Geir Sundstol, Morlen Ovenild, Jon
Marius Aereskjold
Produced by Nils Petter Molvaer
Recorded at Oslo Klang
Engineering by Johnny Skalleberg
Cover by Martin Kvamme
- Buoyancy
(2016) Okeh 889853080922- cd
1. Ras Mohammad
5.28 - 2. Gilimanuk
3.48 - 3. Moute Cave
1.58 - 4. Jackson Reef
4.41 - 5. Puri Jati
3.48 - 6. Lamna Reef
3.51 - 7. Amed 9.16 - 8. Martoli Bridge
2.02 - 9. Kingfish Castle
4.53 - 10. Maddagala
5.18
Musicians:
Nils Petter Molvaer, Geir Sundstol, Jo Berger Myhre, Erland Dahlen
Produced by Nils Petter Molvaer and Jo Berger Myhre
Recorded at Ocean Sound Recordings on 8th - 13th February 2016
Engineering by Jon Marius Aareskiold
Cover photo by Peder Otto Dybvik
- Stitches
(2021) Modern 538683972 - cd
1. Median 5.57 - 2. Honey In Your Head
3.42 - 3. Framework 2
3.20 - 4. Framework 1
3.23 - 5. Another Stitch
1.40 - 6. A Sudden Rush
5.16 - 7. Angels Ahead
4.56 - 8. Funeral 4.29 - 9. Nearly Invisible Stitches
6.43 - 10. Framework 3
3.51 - 11. True Love Waits
3.44
Musicians:
Nils Petter Molvaer, Johan Lindstrom, Jo Berger Myhre, Erland Dahlen
Produced by Nils Petter Molvaer and Jo Berger Myhre
Recorded at Ocean Sound Records
Engineering by Henning Svoren
Cover photo by Petulia Mattioli
- Certanty Of Tides
(2023) Modern 53871612 - cd
1. Maya
- 2. Ici Altitude
- 3. Sabka - 4. On Stream
- 5. Simply So
- 6. Kakonita
Musicians:
Nils Petter Molvaer, Norwegian Radio Orchestra, Kristian Isachsen, Jan
Martin Smordal, Even Sigurdsen Rosstad, Jon Oyvind Naes, Rolf Wallin,
Adam Rudolph, Peter Baden, Eivind Buene
Produced by Jan Bang and Halldor Krogh
Recorded at NRK Store Studio
Engineering by Oystein Harlvorsen
Cover photo by Petulia Mattioli
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